19/07/2025
Pareri e opinioni,
o giudizi
Pareri e opinioni.
Quando i pareri o le opinioni altrui sono espressi in modo corretto e con garbo, riceverli, analizzarli ed elaborarli non crea alcun problema. Anzi, aiutano a riflettere, a modulare e aggiustare il tiro, talvolta anche millimetricamente.
Ti senti apprezzato e accettato. È una forma di amorevole cura che rievoca inconsciamente la prima infanzia, quando i bambini, nella loro purezza, restituiscono a riflesso ciò che viene loro offerto. Se doni loro un sorriso, il loro sorriso ti verrà restituito e ti sentirai bene. Ma non solo...
Questo vale soprattutto quando si sono appena riagganciati al presente e alla realtà del risveglio – fin poco prima erano ancora nel mondo ovattato, quasi fosse l’etere, avvolti dal morbido sacco, tenuto saldamente dal becco della cicogna nell'empirico volo, terra di confine tra Morfeo ed Emera. E quando un bimbo ti porge il suo sorriso, è meraviglia, ti dona luce, proprio come Emera, figlia delle tenebre e della notte (Emera è la manifestazione del giorno, della luce solare; porta luce e vita sulla terra).
Quando invece porgi loro il sorriso e sono già ben svegli, oltre al sorriso riflesso, ti offrono la loro vivida emozione, allungando le gambe e inarcando la schiena quasi a spingersi verso di te. E tu, inconsciamente, lo cogli, perché lo hai già vissuto e sperimentato, ma non te lo ricordi. Quando ti senti bene in un 'dire a dire', che è il vero discutere, ti senti alla pari. In un rapporto alla pari.
Giudizi.
Quando invece il tono è imperativo e giudicativo, lo percepisci come limite o invalidante, richiamando inconsciamente l'infanzia. Rievoca la titubanza dei primi passi, quando inizi a camminare: in punta di piedi, incerto, instabile, ma non insicuro, poiché senti dentro di te quella spinta a voler comunque tentare, a osare, senza garanzie di ricompensa.
Quei giudizi rallentano il tuo procedere, forse non di molto, ma certamente ti costringono a uno sforzo notevole.
Sforzo e fatica. Se già è fatica correre sulla battigia, con la sabbia bagnata ma compatta, ecco che quei giudizi non richiesti ti fanno sentire, oltre al peso della fatica, un ulteriore sforzo del procedere... come correre sempre sulla spiaggia, ma su quella asciutta e inaridita dal sole, con innumerevoli avvallamenti e cunette: un deserto in miniatura.
Eppure, se nel deserto vedi e accogli l'armonia delle dune che a vista d'occhio ti guidano all'orizzonte sfiorando l'oasi, e nel respiro profondo che ne deriva, pur essendo atomo in quella vastità, ti senti potente nell'essere.
Ti senti potente nell'umiltà di essere te stesso, frammento di quell'universo.
Ma quel giudizio ti affatica. Ti affatica come lo sforzo in più che devi metterci nell'affrontare il micro-deserto nella tua corsa sulla sabbia asciutta.
Se sulla battigia il solo avampiede lievemente affonda nel punto di spinta, sul disordine e la disarmonia delle cunette – che sulla difformità della sabbia creano discrepanza di memoria tra un passo e l'altro – il piede, prima di spingere per avanzare, nell’appoggio deve appena cercare equilibrio. Poi dovrà coinvolgere la caviglia, il ginocchio e via via fin su, comprese le braccia che, muovendosi nello spazio, sembrano cercare ipotetici fili ai quali aggrapparsi nel tentativo di non cedere alla gravità del cadere…
E come non sentire addosso la fatica di quel giudizio, nemmeno richiesto?
Questo, nella relazione duale, ti fa sentire piccolo. Non più alla pari, ma piccolo e impàri. Piccolo. Ma alla fine, anche da ciò impari e prendi nota.
Sì. Impari e prendi nota.
E io ti auguro che sia un 'LA', così ti accordi a te stesso, alla tua notocorda, alla tua anima. Ti liberi del peso che ti hanno affibbiato e che, come la fibbia di una cintura, ti sei messo addosso in questa vita. Un peso che arriva a spezzarti nel girovita: dalle tue radici, le gambe che ti indicano la corretta via, e dal tuo tronco pronto a procedere.
Potremmo imparare da quanto abbiamo ricevuto. Quindi: pareri e opinioni, o giudizi?
Nell’essere adulti e non più infanti, cerchiamo con il senno dell’esperienza di comprendere cosa sia meglio… A questo punto, mi piacerebbe avere il tuo parere.
Gianfranco Biagi
Foto di Jeremy Lapak su Unsplash