Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Monica Pagano - Biologa Nutrizionista, Nutrizionista, BiolabGamma, Via Cadorna, n. 3 Trieste, Trieste.

Posso aiutarti fare pace con il cibo, con la bilancia e con il tuo corpo e a comprendere come meglio ascoltare, accogliere e soddisfare i bisogni dell'organismo entrando in sintonia con esso. 💜 Mi occupo di EDUCAZIONE ALIMENTARE, VALUTAZIONE della COMPOSIZIONE CORPOREA e dello stato nutrizionale, oltre che mediante ESAME ANTROPOMETRICO, anche mediante ESAME BIOIMPEDENZIOMETRICO e ADIPOMETRICO. Inoltre mi occupo dell' elaborazione di PIANI ALIMENTARI PERSONALIZZATI per soggetti con sovrappeso, obesità, diabete, ipertensione, cardiopatie, ipercolesterolemia, dislipidemie, steatosi epatica, sindrome dell'ovaio policistico, calcolosi ...

Elaboro piani alimentari anche per soggetti allergici ed intolleranti, sportivi, donne in gravidanza, allattamento e menopausa. Inoltre mi occupo di nutrizione e alimentazione nell'ambito della PREVENZIONE di malattie, come quelle dell'apparato cardiocircolatorio, parkinson, infezioni dell'apparato urinario, calcolosi ...

NON POSSO AIUTARTI SE..... se desideri perdere peso nel minor tempo possibile;.. se desideri avere uno schema dietetico ...
11/09/2025

NON POSSO AIUTARTI SE...
.. se desideri perdere peso nel minor tempo possibile;.. se desideri avere uno schema dietetico rigido da seguire;.. se desideri essere bacchettat* dopo aver fatto aperitivo con amici o aver mangiato la tua pizza preferita al sabato sera o aver mangiato una fetta di torta ad una festa di compleanno, sentendoti dire "Non dovevi farlo. Quando capita il giorno dopo evita i carboidrati.";.. se non ti interessa capire perché dopo le diete fatte in passato, hai ripreso kg;.. se non ti interessa capire perché ti capita di provare sensi di colpa dopo mangiato;.. se non ti interessa capire perché ti capita mangiare di nascosto;.. se non ti interessa capire perché ti giudichi in base a quanto e cosa mangi;.. se non ti interessa capire perché ti capita di perdere il controllo con alcuni cibi; .. se pensi di non avere tempo per te stess*, da investire nella comprensione del tuo comportamento alimentare oltre che nell'educazione alimentare;.. se non ti interessa fare pace con il cibo, la tua immagine corporea e la bilancia;.. se ti interessa esclusivamente perdere peso;.. se hai una patologia oncologica in questo periodo (non mi occupo di nutrizione oncologica);.. se sei una persona che pratica sport a livello agonistico.

Io, in quanto professionista sanitaria, ho il dovere di mettere la persona e i suoi bisogni al centro. Di aiutarla a comprendere i suoi problemi relativi a peso, cibo e corpo, indirizzandola verso la loro risoluzione.
La persona, in questo modo, viene resa futura nutrizionista di sè stessa, capace di autoregolarsi, grazie alla conoscenza di sè e del proprio funzionamento acquisita durante il percorso con me.
Per fare questo c'è bisogno di dedicarsi del tempo e di mettere da parte la fretta, che del resto non ha mai portato a nulla di buono.
In fondo, mi ripeto spesso "scherzosamente", per le urgenze esiste il Pronto Soccorso. 💜

Oggi primo giorno di lavoro dopo un periodo di pausa in cui mi sono immersa in routine familiari diverse dal solito. Mi ...
09/09/2025

Oggi primo giorno di lavoro dopo un periodo di pausa in cui mi sono immersa in routine familiari diverse dal solito. Mi sono goduta i miei bambini, ma anche tutti i miei cari che durante l'anno vedo molto poco per le distanze che ci separano. Sono anche ritornata figlia, godendomi i miei genitori.
Sono felice di essermi presa questa pausa, ne avevo bisogno.
Oggi però sono felice di essere ritornata in studio e di aver ripreso ad incontrare volti di persone che col tempo sono diventati sempre più familiari, ciascuna con la propria storia e i propri bisogni.
Mi mancava il mio studio e mi mancava riprendere ad aiutare chi si è affidato a me. 💜

"È sano avere fame." È normale e fisiologico avere fame. Va bene avere fame. Dobbiamo avere fame. Guai se non avessimo f...
20/08/2025

"È sano avere fame."
È normale e fisiologico avere fame. Va bene avere fame. Dobbiamo avere fame. Guai se non avessimo fame: sarebbe un segnale di un cattivo stato di salute.
Pensiamo a quando un genitore telefona al pediatra del proprio figlio, preoccupato perché il bambino ad esempio ha febbre alta. Tra le prime domande che il pediatra pone al genitore c'è questa: il bambino mangia? Ha fame? La fame è un segnale biologico di buono stato di salute.
Eppure, in questa società, la fame è diventata qualcosa di cui preoccuparsi, un problema da risolvere.
Basta pensare alle pubblicità su riviste o in TV di prodotti, snack, surrogati alimentari che "saziano con poco" o "bloccano la fame".
Ma dove sta scritto che dobbiamo saziarci con poco? Se fosse stato così non saremmo nati esseri umani, ma altro. Piante magari. 🌳

(Ritorno a leggere. Il libro da cui sono tratte queste righe è "The F*ck it diet")

Mi affaccio anche io ad un periodo di pausa, in cui controllerò solo saltuariamente email e messaggi.Mi godrò famiglia, ...
08/08/2025

Mi affaccio anche io ad un periodo di pausa, in cui controllerò solo saltuariamente email e messaggi.
Mi godrò famiglia, amici e luoghi di infanzia per rigenerarmi e tornare ad occuparmi al meglio del mio lavoro.

Buona estate 💜

Ti è mai capitato di provare vergogna mentre mangi o dopo mangiato? Di vergognarti di aver mangiato degli alimenti? Prob...
06/08/2025

Ti è mai capitato di provare vergogna mentre mangi o dopo mangiato? Di vergognarti di aver mangiato degli alimenti? Probabilmente ti sarà capitato dopo aver mangiato delle patatine o gelato confezionato o merendine o caramelle o altro cibo che consideri "sbagliato"... e scommetto che puoi aver provato vergogna sia perché puoi avere perso il controllo ma anche perché hai mangiato proprio quell'alimento "che non dovevi" (categorizzato come "junk food" o "cibo spazzatura" e quindi come cibo che non merita di essere consumato perché "non contiene nutrienti particolarmente benefici" e anzi, "fa più male che bene").

Ti è mai capitato, inoltre, di vergognarti per il tuo corpo? A tal punto da non indossare un abito che tanto ti piace o da evitare di scoprirti in estate o in costume al mare o in piscina?

E ti è mai capitato di vergognarti del tuo peso? Ad esempio, di "alterarlo" quando ti è stato chiesto in occasione di una visita medica?

La vergogna è un'emozione secondaria. Vuol dire che diversamente da altre (rabbia, paura, gioia,...) non è innata, ma la si sviluppa con la crescita della persona in seguito all'interazione sociale e all'apprendimento.
È un'emozione che quindi dipende dall'educazione che abbiamo ricevuto e dal contesto in cui viviamo e abbiamo vissuto e quindi anche dagli ideali che abbiamo interiorizzato. Tant'è che si apprende, appunto man mano che questi vengono fatti nostri (es ideale di bellezza, di sana alimentazione, di peso ideale, di stile di vita ideale...) ed è innescata dal timore di essere giudicati (dagli altri e/o da sé stessi) e dal timore di non essere abbastanza e di aver fallito rispetto a degli standard.

Provare vergogna per aver consumato del cibo (spesso si nascondono le tracce buttando via le confezioni o mangiando di nascosto) o per il proprio corpo o per il proprio peso non è normale.

Se ti capita di provarla potresti avere bisogno di essere aiutata/o.
💜

Ti è mai capitato di tenere conservato un abito per anni,  per poter indossarlo quando sarai si nuovo magra/o?Oppure di ...
05/08/2025

Ti è mai capitato di tenere conservato un abito per anni, per poter indossarlo quando sarai si nuovo magra/o?
Oppure di comprare appositamente qualcosa di taglia più piccola, sapendo che non puoi indossarlo in quel momento ma che arriverà il momento in cui potrai farlo? Con la convizione che magari sarà proprio questo a motivarti a perdere preso?

Ecco, questo è ciò che accade quando non accettiamo il nostro corpo e quindi quando non accettiamo il suo cambiamento. Quando non ci vogliamo abbastanza bene e pensiamo di non meritare di vederci bell* con quei kg in più.
E così piuttosto che impegnarci a comprendere cosa è accaduto e perché il corpo è cambiato (ad esempio nelle forme, nel peso) ci preoccupiamo unicamente di come farlo tornare a come era prima, pretendendo dai noi stess* che ciò accada. A tutti i costi! Anche al costo di rinunciare ai nostri gusti e preferenze alimentari, all'aperitivo con una persona cara, alla cena con amici, alla pasta o al pane alla sera... e iniziamo a mettere in atto comportamenti disfunzionali (saltiamo i pasti, non meritiamo la pizza al sabato sera, o il gelato, ecc...).
Improvvisamente tutto diventa superfluo e diventa importante unicamente perdere peso ed entrare in una taglia in meno.

Attenzione!! In questo modo si entra in lotta contro il proprio corpo: piuttosto che accogliere i segnali che manda (anche il suo cambiamento è un segnale) e comprendere come interpretarli e quindi come aiutarlo, noi entriamo in sfida con lui pretendendo di modificarlo, come se fosse modificabile a prescindere.
Me entrare in sfida con il nostro corpo vuol dire entrare in sfida con noi stess*.

Il primo passo utile da compiere è riconoscere che è necessario fare pace e quindi accettare che in quel momento il nostro corpo è così. Piuttosto che aspettare di dimagrire per indossare un abito preferito, potrebbe essere più utile farlo modificare per riprendere ad indossarlo alla prima occasione, sin da subito.
Questo passaggio da atteggiamento di sfida ad accogliente e non giudicante è il migliore presupposto per comprendere le cause di cambiamento e quindi il migliore terreno fertile su cui far germinare dei cambiamenti futuri.
💜

"Posso mangiare biscotti se ne ho voglia?""Se ne mangio uno poi non la smetto più, allora evito!"Queste sono alcune dell...
30/07/2025

"Posso mangiare biscotti se ne ho voglia?"
"Se ne mangio uno poi non la smetto più, allora evito!"
Queste sono alcune delle espressioni più comuni che mi vengono riferite.

È normale avere questo dubbio o questo timore: sono frutto di un vissuto di diete, regole imposte (spesso sin dall'infanzia) e privazioni (anche queste spesso sono dall'infanzia).
Certo, la cultura della dieta in cui siamo immersi rinforza le credenze che ne conseguono e tutto può portare la persona ad:
- avere dei giudizi sul cibo, che viene categorizzato in cibo salutare e cibo spazzatura
- avere difficoltà a comprendere e legittimare la fame come un bisogno fisiologico
- avere difficoltà a legittimare anche il senso di piacere, che è normale e anch'esso fisiologico.

La persona quindi nel tempo perde la sua capacità di autoregolarsi (nelle porzioni) e spesso subisce anche un'alterazione del desiderio (non riconosce più cosa desidera mangiare).

Di qui la richiesta più comune di un piano alimentare, di una dieta, di uno schema, che faccia sentire la persona controllata (spesso per l'ennesima volta) e al sicuro, grazie alle specifiche contenute su cosa, quanto e quando mangiare.

Ecco il mio compito: insegnare alla persona a riscoprire e riaffidarsi al suo innato senso di autoregolazione e rassicurarla rispetto alla possibilità (anzi, dovere!🙂) di mangiare ciò che si desidera, perché è naturale e importante provare piacere attraverso l'esperienza del pasto.

Si lavora dunque insieme "smontando" alcune credenze per (ri)dare voce ai propri bisogni personali, ai propri gusti e preferenze alimentari.
Si costruiscono passo dopo passo abitudini alimentari che includono il consumo anche di quegli "alimenti proibiti", scoprendo che nessun cibo merita di essere vietato e che anche quello definito spazzatura ha una sua dignità e va mangiato senza alcun senso di colpa.

La persona al centro, sempre. 💜

Hai mai sentito parlare di Educazione Terapeutica?È un modello di cura per le malattie croniche promosso dall'organizzaz...
24/07/2025

Hai mai sentito parlare di Educazione Terapeutica?

È un modello di cura per le malattie croniche promosso dall'organizzazione Mondiale della Sanità.

È un processo di apprendimento, appunto di educazione, strutturato e centrato sulla persona portatrice di una malattia cronica, come diabete, psoriasi, tiroidite di hascimoto, disturbo alimentare, obesità, e tutte quelle condizioni patologiche con cui un paziente che ne ha subito diagnosi dovrà imparare a convivere per molti anni, se non a vita (a livelli di intensità variabili).

Fare educazione terapeutica infatti vuol dire migliorare le conoscenze della persona in riferimento al suo disturbo, attraverso una serie di incontri mirati ad approfondire il significato della patologia e il suo funzionamento. Ciò permette al paziente di sviluppare nel tempo le abilità necessarie per gestire il problema e le situazioni critiche.

Quello che accade nel mio spazio di cura è proprio questo: lavoro con la persona per far aumentare la sua consapevolezza.
In questo modo sarà molto più semplice, chiaro e spontaneo il miglioramento della qualità della vita e il benessere psicofisico.

Il paziente quindi non è più un "caso clinico", ma una persona che ha un ruolo attivo nel suo percorso di cura.

Ci si basa su 3 principi:
1. Siamo tutti in grado di imparare
2. La persona è al centro
3. Rispetto per la persona e per la libertà di scelta (scelta che diventa consapevole ad es degli alimenti da consumare)

Questo modello di cura ovviamente non vuole sostituirsi ai trattamenti medici spesso richiesti e utili per la gestione di una malattia cronica, ma si affianca a questi e li facilita, perché il paziente grazie all'educazione terapeutica ha più consapevolezza e quindi più interesse ad aderire ad eventuali terapie farmacologiche.

La persona al centro, sempre. 💜

Tanti fogli sul tavolo di lavoro, due sedie davanti a me, una bilancia sullo sfondo e poco oltre una chiara fonte di luc...
23/07/2025

Tanti fogli sul tavolo di lavoro, due sedie davanti a me, una bilancia sullo sfondo e poco oltre una chiara fonte di luce.

Questa foto è rappresentativa di quello che giornalmente accade in questo ambulatorio, che a me piace chiamare spazio di cura e definire anche spazio sicuro.

Ogni giorno io accolgo almeno una persona, che oltre a portare sè stessa porta anche qualcun'altro con sé, di cui spesso non avverte la presenza: un disturbo o un disordine alimentare.

Ecco il significato simbolico per me delle due sedie: su di una si accomoda la persona, che inizialmente fonde la sua identità con quella del disturbo/disordine alimentare. Inizialmente occupano la stessa sedia.

Poi pian piano si lavora per far riconoscere alla persona la sua reale identità e funzionamento e per far comprendere che può prendere le distanze dal disturbo/ disordine alimentare in cui fino a poco prima lei si era identificata.
Ecco che gradualmente, e finalmente, le due entità si separano e "ognuno" occupa la sua sedia, rimanendo entrambe oggetto di terapia.

Il lavoro che si fa (una parte) è rappresentato da tutti quei fogli distribuiti sulla scrivania: sono degli scritti elaborati talvolta insieme e talvolta in separata sede e poi commentati insieme. Scrivere nero su bianco è parte importante e necessaria della Terapia.

Il mio approccio di lavoro non è pesocentrico, ciò vuol dire che non è focalizzato unicamente sul peso. La bilancia infatti per un pò, dopo un'iniziale
e attenta valutazione dello stato nutrizionale della persona, viene messa da parte (è sullo sfondo, non in primo piano).

Questo mi permette di vedere più chiaro ciò che altrimenti rischierebbe di sfuggire in primis a me professionista sanitario, se avessi lo zoom attivo su questo aspetto a svantaggio di altri comunque e ugualmente correlati al benessere della persona.

Il percorso può sembrare lungo e faticoso talvolta, ma è sicuro che porta alla luce, che rappresenta la consapevolezza di sé stessi e del proprio problema e quindi la risoluzione di quest'ultimo.

L'impegno paga sempre.💜

Da nutrizionista sento di avere il compito di comprendere come la persona che ho di fronte è  abituata a mangiare. E non...
09/07/2025

Da nutrizionista sento di avere il compito di comprendere come la persona che ho di fronte è abituata a mangiare. E non mi riferisco solo alla posizione che assume durante il pasto, a dove lo consuma e la velocità con cui mastica (aspetti comunque importantissimi). In questi 9 anni di esperienza lavorativa in cui ho ascoltato centinaia di storie di vita diverse e ho seguito decine di corsi di aggiornamento, mi sono resa conto di quanto sia utile soffermarsi sulla connessione EMOZIONI-CIBO.
Non possiamo negare che c'è ed è normale che ci sia.
Un cibo, un piatto specifico possono ad esempio essere associati ad un ricordo d'infanzia e il loro sapore, profumo possono rimandarci ad un momento di vita vissuta e farci provare quindi un'emozione piacevole.
Questo non rappresenta un problema.
Neanche quando mangiamo un alimento specifico perché siamo particolarmente felici: è sufficiente una porzione adeguata a renderci soddisfatti e appagati.
Tutto questo è naturale.
Il legame cibo-emozioni diventa disfunzionale quando:
- usiamo sempre il cibo per gestire le emozioni (es. Mangiamo ogni volta che ci sentiamo annoiat*, perché non sappiamo cos'altro fare)
- mangiamo, in connessione con emozioni fino a sentirci spiacevolmente sazi (non rispetto il mio limite di sazietà).
È mio compito indagare quanto stretto è il legame cibo-emozioni nella vita della persona che ho di fronte e spiegarle quanto questo può essere disfunzionale.
Quando quest'aspetto merita di essere curato, dopo essere stato approfondito, può essere necessario aiutare la persona a riconoscere le emozioni, a dargli un nome. Questo le permetterà quindi di riconoscerle finalmente e di comprendere a quali emozioni associa quali cibi e quindi a me professionista di conoscere meglio il suo comportamento alimentare. In un secondo momento si andranno a scoprire insieme a lei/lui gli strumenti utili per gestire e accogliere le emozioni in causa.
Ecco che al centro di una modalità di lavoro non prescrittiva, non c'è semplicemente un corpo con i suoi fabbisogni nutrizionali, ma la persona, che oltre ad avere un fabbisogno nutrizionale è come se avesse un *fabbisogno emotivo* da riconoscere e soddisfare. 💜

Le App contacalorie: utili?Che la società in cui viviamo oggi metta al centro l'apparire perfett* a tutti costi, è ben c...
08/07/2025

Le App contacalorie: utili?

Che la società in cui viviamo oggi metta al centro l'apparire perfett* a tutti costi, è ben chiaro.
Per noi donne questo può equivalere ad avere ad esempio un fisico longilineo, un corpo scolpito, tonico, senza smagliature, senza cellulite, senza quindi i segni del tempo che inequivocabilmente e naturalmente passa (!!!), perfettamente depilato, con smalto alle unghie, capelli curati, ....
l'elenco potrebbe essere molto più lungo.

Per ottenere una irraggiungibile perfezione, alcune persone (sia donne che uomini) sono disposte a tutto. Ad esempio a volte ci si costringe a praticare un'attività fisica con il solo obiettivo di rimodellare il proprio corpo pur non riconoscendo quell'attività come ricreativa e rigenerativa (per la regola del "faccio perché devo" e non perchè voglio/mi fa stare bene/mi dà sensazione di piacere e leggerezza, ...).
E ad esempio pur di modellare il proprio corpo per renderlo il più possibile simile ad degli ideali di bellezza (magrezza eccessiva e innaturale o comunque non naturale per tutti) si è disposti addirittura a controllare ciò che si mangia attraverso il calcolo delle kcal. Come se noi fossimo semplicemente il risultato delle kcal che introduciamo attraverso gli alimenti.
E il piacere di mangiare ciò che ci piace dove finisce? Quello di scegliere liberamente e senza condizionamenti esterni un alimento piuttosto che un altro dove finisce? La capacità naturale e fisiologica di autoregolarci nelle porzioni,che tutti noi abbiamo sin dalla nascita e per tutta la vita, dove finisce??
Il calcolo delle kcal non fa altro che allontanarci da noi stessi e ridurre la fiducia che ciascuno di noi ripone nelle proprie capacità di scegliere cosa è meglio per lui/lei mangiare in quel determinato momento.
Il calcolo dell kcal non è mangiare con consapevolezza ("perché così sono consapevole di quante kcal introduco ai pasti e in una giornata"). Il calcolo delle kcal è mangiare pensando di controllarci e di controllare addirittura le preferenze alimentari e le scelte!!
Ma ciò non fa altro che aumentare il rischio di abbuffate!!
Quindi le app contacalorie non sono utili. A nessuno!

Sono onoratissima di aver partecipato al corso di aggiornamento : ha avuto uno spessore elevatissimo e ha superato ogni ...
04/02/2024

Sono onoratissima di aver partecipato al corso di aggiornamento : ha avuto uno spessore elevatissimo e ha superato ogni mia aspettativa. Ho vissuto insieme ai colleghi 3 giorni intensi (oltre 8h al giorno e il primo giorno 11h!) di studio, approfondimento e confronto su condizioni patologiche comuni, su cui purtroppo molto spesso si ignora il potenziale della Terapia Dietetica.

Torno a casa arricchita di:

- nuove conoscenze, che si trasformeranno in nuove competenze

- nuove amicizie (ho conosciuto colleghi anzi persone fantastiche .ssa_valeria_adessoacri_nutrizionista e sono solo alcuni)

- prossime collaborazioni oltre che con colleghi, con figure mediche.

Non potevo desiderare di più!!!

Grazie Paolo Antolini e per questa grande opportunità di crescita!

Ad majora!

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Indirizzo

BiolabGamma, Via Cadorna, N. 3 Trieste
Trieste
34100

Orario di apertura

Lunedì 10:30 - 18:30
Mercoledì 10:30 - 18:30
Giovedì 10:30 - 15:00
Venerdì 10:30 - 19:00

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Our Story

Sono la Dott.ssaMonica Pagano, Biologa Nutrizionista.

Mi sono laureata in Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche, nel 2013, con 110 e lode presso l'Università degli Studi di Trieste e nel 2014 ho conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione di Biologae successivamente il Master di Specializzazione in Nutrizione Umana, che ho frequentato a Roma.

Dopo aver svolto attività di ricerca nel settore della nutrizione clinica e di informazione e consulenza nutrizionalenell'ambito della Campagna di comunicazione promossa da UNAPROA (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di frutta in guscio) e finanziata con il contributo dell’Unione Europea e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sto svolgendo come liberaprofessionista l'attività di Biologa Nutrizionista presso il mio studio di Trieste.

La mia passione verso questo settore mi porta a seguire continui Corsi di Perfezionamento, che mi consentono di restare sempre aggiornata e di approfondire determinate tematiche e aspetti della nutrizione e dell'alimentazione umana.