
30/07/2025
"Posso mangiare biscotti se ne ho voglia?"
"Se ne mangio uno poi non la smetto più, allora evito!"
Queste sono alcune delle espressioni più comuni che mi vengono riferite.
È normale avere questo dubbio o questo timore: sono frutto di un vissuto di diete, regole imposte (spesso sin dall'infanzia) e privazioni (anche queste spesso sono dall'infanzia).
Certo, la cultura della dieta in cui siamo immersi rinforza le credenze che ne conseguono e tutto può portare la persona ad:
- avere dei giudizi sul cibo, che viene categorizzato in cibo salutare e cibo spazzatura
- avere difficoltà a comprendere e legittimare la fame come un bisogno fisiologico
- avere difficoltà a legittimare anche il senso di piacere, che è normale e anch'esso fisiologico.
La persona quindi nel tempo perde la sua capacità di autoregolarsi (nelle porzioni) e spesso subisce anche un'alterazione del desiderio (non riconosce più cosa desidera mangiare).
Di qui la richiesta più comune di un piano alimentare, di una dieta, di uno schema, che faccia sentire la persona controllata (spesso per l'ennesima volta) e al sicuro, grazie alle specifiche contenute su cosa, quanto e quando mangiare.
Ecco il mio compito: insegnare alla persona a riscoprire e riaffidarsi al suo innato senso di autoregolazione e rassicurarla rispetto alla possibilità (anzi, dovere!🙂) di mangiare ciò che si desidera, perché è naturale e importante provare piacere attraverso l'esperienza del pasto.
Si lavora dunque insieme "smontando" alcune credenze per (ri)dare voce ai propri bisogni personali, ai propri gusti e preferenze alimentari.
Si costruiscono passo dopo passo abitudini alimentari che includono il consumo anche di quegli "alimenti proibiti", scoprendo che nessun cibo merita di essere vietato e che anche quello definito spazzatura ha una sua dignità e va mangiato senza alcun senso di colpa.
La persona al centro, sempre. 💜