21/02/2024
La leggenda narra che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita.
La scienza afferma che i neonati non potrebbero sopravvivere senza abbracci e che un abbraccio a una persona cara fa bene alla mente e al corpo.
Tra scienza e leggenda, proviamo per un attimo a pensare all'ultima volta che abbiamo abbracciato qualcuno.
Ricordiamoci il momento in cui il contatto fisico ci ha trasmesso affetto, fiducia, protezione, la possibilità di affidarci e lasciarci andare.
Abbiamo sentito aumentare l'empatia e la confidenza con la persona che abbracciavamo?
Abbiamo avvertito un senso di benessere?
Questo accade perché durante l'abbraccio il nostro corpo produce le endorfine, sostanze prodotte dal cervello nel lobo anteriore dell'ipofisi, dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell'oppio.
In altre parole, un abbraccio ha il potere di regalarci piacere, gratificazione e felicità aiutandoci a sopportare meglio il dolore e lo stress.
Un abbraccio allevia le ferite dell'anima, colma il vuoto interiore.
Gli abbracci che ci diamo durano sempre troppo poco, non più di 3 secondi.
Ma recenti studi hanno scoperto qualcosa di fantastico: quando un abbraccio dura almeno 20 secondi si verifica un vero e proprio effetto terapeutico sul corpo e sulla mente.
Gli abbracci stimolano la circolazione sanguigna, in questo modo il nostro corpo può eliminare tensioni fisiche e liberarci da contratture muscolari.
Gli abbracci liberano la serotonina, l'ormone del buonumore, che porta a sentirci felici e sicuri di sè e aiuta a prevenire il rischio di andare incontro a stati depressivi.
Gli abbracci favoriscono la creazione di globuli bianchi, questo porta a un rafforzamento del sistema immunitario.
Gli abbracci equilibrano il nostro sistema nervoso, favorendo una prevenzione della demenza senile.
Gli abbracci promuovono una maggiore ossigenazione del sangue, stimolano la produzione di emoglobina che trasporta l'ossigeno ai tessuti, permettendo alle nostre cellule di vivere di più.
Gli abbracci stimolano nell'ipotalamo la produzione di ossitocina, l'ormone dell'amore, che favorisce la diminuzione della pressione arteriosa, dà una sensazione di benessere interiore e permette di sentirci al sicuro e calmare le nostre ansie e paure.
Gli abbracci aiutano il cervello a ridurre il livello di cortisolo, l'ormone dello stress, aiutandoci a fronteggiare le avversità della vita con maggiore calma e consapevolezza.
Quindi un abbraccio può: alimentare la sicurezza e la stima in noi stessi, ridurre i sentimenti di rabbia e tristezza, ridurre le sensazioni di stress, favorire la felicità, rafforzare il sistema immunitario, ridurre il rischio di soffrire di demenza senile, ringiovanire il corpo, diminuire la pressione sanguigna e il battito cardiaco.
Nel 1970 la psicoterapeuta Martha Welch osservò come un abbraccio materno portava notevoli benefici nella capacità di interazione dei bambini autistici.
Successivamente propose l'utilizzo dell'abbraccio anche con bambini normodotati, verificandone i benefici nella gestione di disagi, rabbia, capricci, aggressività, negatività e problemi a carico dell'attaccamento.
Nell'abbraccio la mamma si trasforma in un contenitore delle angosce del bambino, riuscendo a placarlo.
Ed ecco che l'abbraccio diventa guaritore e la mamma la migliore cura.
Anche per gli adulti gli abbracci sono una buona medicina. Avvertire il calore degli altri sul proprio corpo è una valida difesa contro ansia, stress e perfino infezioni come il raffreddore. Ad affermarlo in uno studio condotto su 404 adulti e pubblicato su Psychological Science, è un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University e dell'Università della Virginia (USA).
Oggi, però, stiamo vivendo un periodo in cui stiamo rinunciando al piacere ed ai benefici degli abbracci, causa le conseguenze delle limitazioni vissute durante la pandemia: la mancanza di abbracci e di un contatto fisico, aumenta l'ansia e lo stress. Si tratta di quella che gli psichiatri definiscono “fame di pelle”. Dopo poche settimane senza stringere mani o dare abbracci, il 60% delle persone intervistate presenta ansia e disturbi del sonno e dell'umore da associare alla carenza di un contatto fisico affettuoso.
Master e operatori Reiki sono sempre alla ricerca di modalità per condividere l'energia Reiki allo scopo di favorire equilibrio e salute psico-fisica. Il mondo può sfruttare al meglio le tecniche di secondo livello Reiki.
Il secondo livello Reiki, infatti, consente di realizzare sessioni senza dover “toccare” l'oggetto del trattamento: questa tecnica permette di operare bypassando la presenza e la prossimità fisica.
Le conseguenze dell'isolamento che abbiamo vissuto nel periodo della pandemia, infatti, hanno accentuato e moltiplicato ansie, paure, preoccupazioni, attacchi di panico, escalation emotive. Mente ed emozioni sono messe a dura prova e non è facile gestirle, sia le proprie e che quelle delle persone a noi vicine.
Il Reiki di secondo livello permette di superare i limiti dello spazio/tempo. Per l'energia, infatti, spazio e tempo non rappresentano degli ostacoli. Ecco, quindi, la possibilità di trattare intere “situazioni” (per esempio il proprio o altrui stato di salute, la propria situazione economica…) favorendo il ri-equilibrio delle relazioni tra gli elementi che le compongono. Ma anche di alzare le frequenze come succede in un abbraccio caloroso.
Per concludere, invitiamo tutti coloro che sentono di aver bisogno di ricevere un “abbraccio Energetico”, pieno di amore incondizionato a contattarci senza indugio.
Reiki e noi stesse saremo molto felici di farvi stare meglio, con meno ansia e più serenità.
Grazie a tutti e alla prossima