
26/05/2025
Edith Bruck ha 94 anni, è una scrittrice e poetessa ebrea e soprattutto è una sopravvissuta all’Olocausto.
Eppure - o forse proprio per questa ragione - ha appena pronunciato parole su Gaza, Israele e Netanyahu di una forza e di una lucidità e di una onestà sconvolgenti.
“Quello che accade a Gaza è molto, molto doloroso per me, e credo che sia lo stesso per tutti” ha detto al ‘Quotidiano nazionale’. “Netanyahu sta provocando uno tsunami di antisemitismo, perché tutti identificano gli ebrei con il governo israeliano. Ma la maggioranza degli ebrei e degli israeliani non è assolutamente d’accordo col governo Netanyahu”.
“Ma non basta. Gli israeliani devono protestare di più. Non solo il sabato, ma tutti i giorni, anzi giorno e notte. Anche assediando la casa-bunker di Netanyahu e della moglie. Questo è il momento di ribellarsi.
Tutti, nell’esercito, dovrebbero ribellarsi e non eseguire ordini che sono disumani. Bisogna dire di no”.
E poi:
“Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti. Ricordo le fibbie sulle cinture delle SS ad Auschwitz: c’era scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi. Quando uscii dal campo mi dissi: povero Dio, in nome tuo hanno ucciso milioni di persone”.
E ancora:
“Le vite dei palestinesi a Gaza vengono trattate come vite di serie b. È l’ora di creare uno Stato palestinese, a quel punto cambierebbe tutto”.
Non lo ha detto qualche pericoloso sovversivo con la kefiah e la bandiera palestinese ma una donna ebrea sopravvissuta allo Shoah.
Accusate anche lei di antisemitismo ora, se avete il coraggio.