02/05/2025
Mia madre non dormiva. Si sentiva esausta. Era irritabile, scontrosa e amareggiata. Stava sempre male, finché un giorno, all’improvviso, cambiò.
Un giorno mio padre le disse:
— Cerco lavoro da tre mesi e non trovo niente, vado a bere qualche birra con gli amici.
Mia madre rispose:
— Va bene.
Mio fratello le disse:
— Mamma, vado male in tutte le materie all’università.
Mia madre rispose:
— Va bene, ti rifarai, e se non ce la fai, ripeti il semestre… pagando la retta.
Mia sorella le disse:
— Mamma, ho distrutto la macchina.
Mia madre rispose:
— Va bene, portala dal meccanico, scopri come pagare e, finché la riparano, spostati in autobus o in metropolitana.
Mia nuora le disse:
— Suocera, vengo a stare qualche mese da voi.
Mia madre rispose:
— Va bene, accomodati sul divano del soggiorno e cerca coperte nell’armadio.
Noi tutti eravamo preoccupati di fronte a queste reazioni di mamma.
Pensavamo fosse andata dal dottore e le avessero prescritto delle pillole chiamate “non me ne frega niente”… forse stava abusando di quelle!
Allora decidemmo di organizzare un’“intervento” per liberarla da questa possibile dipendenza da qualche farmaco antirabbia.
Ma poi… ci radunò intorno a sé e spiegò:
«Mi ci è voluto tanto tempo per capire che ciascuno è responsabile della propria vita. Anni per scoprire che la mia angoscia, ansia, depressione, coraggio, insonnia e stress non risolvono i vostri problemi, ma aggravano i miei.
Non sono responsabile delle azioni di nessuno e il mio compito non è procurarvi la felicità, ma sono responsabile delle reazioni che esprimo di fronte a ciò.
Ho concluso che il mio dovere verso me stessa è restare calma e lasciar che ciascuno di voi si occupi di ciò che gli compete.
Ho seguito corsi di yoga, meditazione, miracoli, sviluppo umano, igiene mentale, vibrazione e programmazione neurolinguistica e tutti hanno un denominatore comune: posso controllare solo me stessa. Voi avete tutte le risorse necessarie per risolvere i vostri problemi, per quanto difficili possano sembrare. Il mio compito è pregare per voi, amarvi e incoraggiarvi, ma spetta a VOI risolverli e trovare la vostra felicità.
Posso darvi consigli solo se me lo chiedete, e sta a voi seguirli o meno. Le vostre decisioni hanno conseguenze, buone o cattive, e VOI dovete viverle.
Quindi da ora in poi smetto di essere il contenitore delle vostre responsabilità, il sacco delle vostre colpe, la lavandaia dei vostri rimpianti, l’avvocato dei vostri errori, il muro delle vostre lamentele, il deposito dei vostri doveri. Non sono più io che devo risolvere i vostri problemi o venirvi in soccorso ogni volta che dovete assumervi le vostre responsabilità.
Da questo momento dichiaro tutti adulti indipendenti e autosufficienti.»
Tutti in casa di mia madre rimasero senza parole.
Da quel giorno la famiglia ha iniziato a funzionare meglio, perché ognuno sapeva esattamente cosa doveva fare.
Per molti di noi è difficile, perché siamo cresciute come “angeli custodi”, sentendoci responsabili degli altri. Da madri e mogli tendiamo a sistemare tutto. Non vogliamo che i nostri cari attraversino momenti difficili o si sforzino. Vogliamo che siano tutti felici.
Ma prima riusciremo a spostare quella responsabilità dalle nostre spalle a ciascun famigliare, meglio li prepareremo a diventare persone responsabili.
Non siamo su questa Terra per essere tutto per tutti. Smetti di mettere questa pressione su di te.
Con tanto amore,
Charlyn.