
15/09/2025
È vero, apparentemente le donne sono più impegnative degli uomini.
Assumere una donna, soprattutto se giovane e in età fertile, significa mettere in conto che possa sposarsi e che quindi, prima o poi, scelga di mettere al mondo una creatura, di cui dovrà (vorrà! Se è una persona equilibrata e sana) prendersi cura, almeno per un po’.
Certo per un uomo, sposarsi e avere figli, comporta ancora oggi, inutile negarlo, un coinvolgimento diverso.
Per cultura e per educazione, ma anche per natura.
La donna ha sicuramente un ruolo antropologico diverso dall’uomo nell’evoluzione della specie, se mi permettete, un ruolo cruciale: lei deve assicurarsi che i “piccoli” crescano forti e sani perché sono loro il futuro. Senza, non ci sarebbe evoluzione.
L’uomo invece è quello che esce dalla caverna, esplora, caccia, è proiettato all’esterno e comunque… non vive i 9 mesi di gravidanza con possibili complicazioni e aspettative, maternità anticipata, possibile depressione post partum (ancora così tanto sottovalutata) e così via.
Non nascondiamoci dietro alle ipocrisie.
Sono ancora ben radicati gli stereotipi nel mondo del lavoro.
La donna è considerata emotiva, sensibile, umorale, tutte caratteristiche che le organizzazioni, poco lungimiranti, non apprezzano, quando invece potrebbero far leva proprio su queste caratteristiche per alimentare il senso di appartenenza e attaccamento.
L’uomo, al contrario, è considerato concreto, distaccato, “razionale” e per questo maggiormente apprezzato (non potrebbe essere che, invece, semplicemente valuta interessi diversi, più materiali, come l’aspetto economico, lo sviluppo di carriera, i benefit?).
Non c’è un giusto e uno sbagliato, un meglio e un peggio. Ci sono due universi semplicemente complementari che andrebbero conosciuti e valorizzati ciascuno per le proprie peculiarità positive.
Assumere una donna è vero, comporta un investimento, anche economico e, talvolta, un sacrificio in termini organizzativi, ma, vi assicuro, lo dico per esperienza, avendo lavorato tanto con le donne, una donna protetta e supportata nei suoi percorsi personali di vita, diventa una professionista fedele per la vita, capace di spendere forze ed energie inimmaginabili per quell’azienda che sentirà come la sua famiglia.
E se ne prenderà cura, come con un figlio, come solo una donna sa fare.
L’uomo, esploratore, spinto dalla fame di realizzazione e dalla sua “razionalità”, alla prima occasione, molto probabilmente, senza sentimentalismi, se ne andrà.
..un altro modo di leggere gli stereotipi...