
22/08/2024
- NOT OSTEOPILLS -
"Lettera ai pazienti...e ai terapisti"
Un giorno un paziente mi chiese: “Andrea, come faccio a riconoscere se un Osteopata è bravo o meno?”
Domanda interessante…
In tanti pensano che un Osteopata sia bravo se già dalla prima seduta sia in grado di dare un grande beneficio al paziente.
Eppure non è sempre così…come mai?
E’ importante, per te paziente, essere consapevole delle tue aspettative sull’esito del trattamento rispetto a diversi punti, ad esempio da quanto tempo ti porti dietro il problema, qual è l’intensità del dolore, se ti impedisce di fare determinati movimenti o di stare in determinate posizioni.
Non è che le tue aspettative sono influenzate dai video che vedi girare su Youtube?
Intendo quei video in cui c’è un paziente che entra dolorante in uno studio e dopo due o tre scrocchiate del terapista si alza dal lettino che sta benissimo.
Oppure da un’esperienza che ti ha raccontato un amico, del tipo: “un mio amico ha avuto lo stesso problema e mi ha detto che l’ha risolto in una seduta”…
Hai mai preso in considerazione di essere unico e in quanto tale di essere diverso da tutti gli altri (e che forse i video che ti propongono solo sono quelli in cui il risultato del trattamento è positivo)?
Questo è il motivo per cui i “protocolli” sono inutili.
Terapista mi rivolgo a te, se applichi sempre lo stesso schema terapautico su tutti i pazienti non avrai sempre lo stesso risultato.
Hai mai preso in considerazione l’idea che la cosa più importante è comprendere chi hai davanti?
Il nostro organismo funziona seguendo movimenti di espansione e contrazione, diceva Lowen – psicanalista e ideatore della Bioenergetica – è importante quindi essere consapevoli che ognuno avrà bisogno di un trattamento diverso: c’è chi trattiene da una vita e ha bisogno di espandere e lasciare andare, c’è chi espande troppo e ha bisogno di tonificare, c’è chi ha bisogno solamente di rilassamento, c’è chi ha bisogno di movimento, c’è chi ha bisogno di uno sblocco meccanico…
Insomma è chiaro che non bisogna mai dimenticare che tutti noi andiamo incontro ad un processo chiamato “Somatizzazione” ovvero come il nostro corpo reagisce ad uno stimolo neurovegetativo.
Ricordiamoci che il dolore è una percezione, è un’informazione sensitiva che arriva al cervello ed è lì che viene integrata e modulata.
Nella terapia la cosa più importante è la relazione che si instaura tra paziente e terapista, è uno scambio di energia e di emozioni, è un rapporto basato sulla fiducia reciproca, sull’onestà e sulla correttezza di entrambi.
E’ lì che avviene la magia, ed è il motivo per cui alcuni pazienti migliorano e altri no.
Più il terapista avrà capacità introspettiva più sarà in grado di comprendere il paziente, più sarà in grado di comprendere il paziente più aumenterà la sua capacità intuitiva di centrare il bersaglio.
CONSIGLIO PER IL PAZIENTE Non valutare mai la bravura del terapista solo ed esclusivamente rispetto a come starai dopo la prima seduta, il beneficio potrebbe arrivare dopo poche sedute,
Ricordati che un terapista è una persona il cui ruolo è quello di capire di cosa realmente soffri e per scoprirlo ha bisogno di tempo, a volte basta una seduta a volte serve un percorso.
CONSIGLIO PER IL TERAPISTA: Entra nel vissuto del paziente, immedesimati, abbi compassione e permettiti di commuoverti.
Quindi come ho risposto al paziente?
“Cerca di capire chi è il terapista che hai davanti, è seriamente interessato alla tua salute?
Si è impegnato per capire qual è il tuo vissuto?
Hai percepito in lui concentrazione?
Hai sentito la voglia da parte sua di aiutarti?
E’ stato onesto con te?”
Se così fosse hai trovato uno bravo.