29/08/2021
Mi è capitato più volte, ultimamente, di parlare con persone che si sentono giù, che nonostante una vita abbastanza soddisfacente non riescono a stare bene e non capiscono perché.
Quando segnalo che, a parte tutto, c'è stata anche una pandemia, un lockdown, un allontanamento forzato dalle relazioni, l'isolamento, la paura di morire o che morissero i nostri cari e che per quanto abbiamo fatto yoga, panificato, letto libri e mantenuto una bella routine, sono davvero poche le persone che ne sono uscite indenni, che dobbiamo ancora digerire la cosa, mi sento rispondere "Ah già, vero".
Vi sembra poco?
Sono eventi traumatici questi. Non sempre basta la voglia di uscirne, per molte persone è stata una scossa che ha fatto emergere altre difficoltà tenute più o meno a bada.
Per tante cose ci capita di credere che non sia nulla o sia cosa da poco, che non c'è motivo di stare male, sarà sufficiente dormire di più o prendere delle vitamine. Eppure i nostri corpi e le nostre menti ci segnalano che è il momento di ascoltarsi.
A volte fare finta che "la gobba" non esista è un modo per proteggersi, perché in quel momento farci i conti ci farebbe stare troppo male e temiamo di non poterlo sopportare.
Però, nel momento in cui ci accorgiamo che è lì, è importante che sappiamo che anche noi meritiamo ascolto, che non è una cosa da niente, che SE NON STIAMO BENE C'È UN MOTIVO, qualsiasi sia. E che c'è qualcuno che potrebbe aiutarci.