Dottoressa Federica Vero Psicologa

Dottoressa Federica Vero Psicologa Conoscersi e riconoscere le nostre emozioni è il primo passo per essere più consapevoli e vivere m

25/03/2025

Chiar.ma Presidente del Tribunale dei Minori di Milano Avv. Maria Carla Gatto.......

Le scrivo perché stamane ho letto l’intervista che ha rilasciato a “La Stampa”, in cui lei afferma che la famiglia affidataria di Luca non aveva i requisiti per diventarne famiglia adottiva. Le scrivo perchè io e Lei ci siamo incontrati in occasione di convegni in cui veniva messo a fuoco il tema della protezione dei minori. Ma soprattutto, Le scrivo perché Lei è nella posizione giuridica di decidere del destino di Luca, che a 4 anni - dopo essere stato cresciuto dal primo mese di vita da due genitori affidatari - ha avallato e firmato il provvedimento di trasferimento di Luca nella sua nuova famiglia adottiva, generando ciò che per noi specialisti di età evolutiva rappresenta uno dei più gravi traumi – sul piano clinico – che si possa verificare nella vita di un bambino: il trauma abbandonico. E’ come se avesse deciso che mamma e papà di Luca morissero contemporaneamente, scomparendo per sempre dalla sua vita. In più la riassegnazione di Luca a due nuovi genitori non ha comportato alcun genere di “processo ponte” tra vecchia e nuova famiglia, procedura di importanza fondamentale per permettere alla nuova famiglia di poter usufruire di tutto quel bagaglio di conoscenza e competenza su Luca che i genitori affidatari detengono dal primo mese di vita del bambino. Lei afferma che questo “ponte” tra famiglie non è avvenuto perché i due genitori affidatari si sono dimostrati ostacolanti. Io li ho ascoltati e mi sono sembrati tutt’altro che ostacolanti. Li ho sentiti “disperati” per essersi visto strappato un bambino in 48 ore senza possibilità di stargli accanto in una separazione così terribile. E le lacrime che hanno pianto non erano solo dovute al loro dolore inevitabile. Ma alla percezione del dolore che quel bambino avrebbe provato trovandosi dopo 4 anni, all’improvviso, senza mamma e papà.
A fronte di tutto questo, l’elemento chiave della sua decisione – alla luce di quanto dichiarato al giornale – sembra essere la protezione del minore che quando sarà adolescente si troverebbe ad avere come padre e madre due persone anziane. Oggi Luca ha 4 anni e i suoi genitori affidatari rispettivamente 54 e 53. Tra 10 anni Luca avrà 14 anni e i suoi genitori affidatari 64 e 63, ovvero 3 anni in più di me che oggi cresco 4 figli, di cui una la quarta figlia ha attualmente 16 anni. Non mi sento anziano per i suoi bisogni. Ma mi sento competente. Faccio molti errori educativi con lei, ma non dipendono dalla mia età. Lei sa meglio di me, inoltre, che in base al principio della continuità affettiva, decade e non è più effettivo il principio che regola il divieto di adottare in base all’età dei genitori. Io davvero non comprendo – e lo dico prima di tutto da specialista dell’età evolutiva, ma anche da genitore – come è possibile che il luogo istituzionale che si occupa della tutela del bene maggiore dei minori, possa applicare al caso specifico di Luca ciò che viene affermato nell’intervista rilasciata a La Stampa. Se lei sa che i genitori affidatari di Luca sono stati inadeguati con questo bambino, in quanto gli hanno procurato dolori e sofferenze per incompetenza genitoriale, la sua decisione appare perfetta e l’unica che andava presa. Ma considerato che questi genitori hanno ricevuto in affido proprio dal sistema di tutela del minore, un altro bambino dopo Luca e tuttora lo stanno crescendo come affidatari, io presumo che questi due genitori siano molto competenti sul piano emotivo e affettivo. E probabilmente lo saranno, con tutti i limiti che tutti abbiamo dopo aver compiuto 60 anni, anche tra 10 anni. Due settimane fa ho chiesto se in Italia c’era un solo professionista dell’età evolutiva che fosse d’accordo con questa decisione da Lei avallata. Non ce n’è stato uno in tutta la nazione. E’ paradossale ciò che accade, perché il suo stesso Tribunale, nei processi separativi, prende decisione dopo aver raccolto perizie e pareri degli specialisti. Credo che, in questo caso, gli specialisti che si sono occupati di Luca su ordine del Tribunale e che stanno monitorando la situazione, non siano allineati con il parere competente di tutto il mondo scientifico. E questa cosa, da professionista, la ritengo gravissima, sotto ogni punto di vista, sia clinico che giuridico. Io non sono nessuno e non ho alcun potere di legge che mi consenta di cambiare la situazione di questo bambino. Ma ciò che è accaduto - sono più che certo - è causa di un trauma enorme per Luca, un trauma che poteva essere prevenuto e che va riparato il più velocemente possibile, riassegnando il bambino alla famiglia che lo ha cresciuto. So che questo genererà una enorme fatica emotiva a tutti e penso con dolore a quella famiglia adottiva che ora ha accolto Luca e che lo sta amando, consapevole della precarietà enorme che questo iter giuridico ha imposto a tutti. Però, mi lasci dire: una cosa così non può accadere mai più. Urge una legge che tuteli in tutti i modi la continuità affettiva per il minore e sono senza parole che proprio voi, che siete uomini e donne di legge, non l’abbiate ancora promulgata. Presumo che lei come me sappia che Luca ha bisogno di tornare nella sua famiglia di origine, che io – dopo averne parlato – sento una volta alla settimana. Le consiglio di chiamare questi due genitori anche lei, invece che parlarne in astratto in un’intervista ai giornali. Si renderebbe conto che si tratta di due genitori attenti e competenti, con tanta esperienza (anche professionale) di cura dei minori. Lei li ha accusati di aver reso mediatico il loro caso. Mi lasci dire che hanno fatto bene: perché se questa cosa non fosse stata mediatizzata, oggi Luca sarebbe un bambino in balia della burocrazia più cieca e di una legislazione ingiusta. Lei ha tutto il diritto di considerare il mio intervento invadente e intrusivo. Ma in questo caso, io non riesco a non fare questo intervento. E chiedo a tutto il mondo di fare rumore, di condividere questo mio messaggio e di scriverle oggi stesso affinchè cambi il destino di Luca e in futuro di tutti gli altri Luca inascoltati che potrebbero trovarsi in questa situazione. La saluto con cordialità. Alberto Pellai

17/08/2024

LA FILASTROCCA DELL'AUTOSTIMA

Non dirmi “sciocco” oppure “somaro”,
sono parole dal gusto amaro.
Non dirmi “aspetta, ti rispondo dopo”,
se lo chiedo ora, ci sarà uno scopo.
Non chiedermi sempre e solo perché,
ne sono certo, lo sai già da te.
Se poi non mi urli tutti i santi giorni,
sarò più felice quando ritorni.
Non chiedermi cose sotto ricatto,
o imparerò il prezzo di averlo fatto,
non per amore, ma per esser costretto
e non di certo perché ci rifletto.
Se sono stanco e non capisco niente,
è perché stanca è anche la mente.
Non mi gridare se rovescio il latte,
chissà tu, da piccola,quante ne hai fatte.
Non dirmi mai che non si può fare,
tra il dire e il fare non sempre c’è il mare,
o che non posso cambiare il mondo
e ci crederò in un nanosecondo.
Se aggiungi sempre “ma”, “forse”,‘‘però”,
stai pur sicura non ce la farò.
Poi, se lo posso fare da solo,
non aiutarmi e prenderò il volo.
Mostrami invece parole belle
e te lo assicuro, toccherò le stelle.

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Turin

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Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
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