ACUE Coordinamento regionale Piemonte

ACUE Coordinamento regionale Piemonte ACUE Associazione Consumatori Utenti EUROPEI è un'associazione no profit nata per la tutela dei diritti di cittadini, consumatori ed utenti.

ACUE opera nei seguenti settori: sovraindebitamento, pratiche tributarie e bancarie, progettazione per imprese.

Intervento del Prof. ROSARIO POLIZZI - Scuola di Medicina UNIBA
30/11/2020

Intervento del Prof. ROSARIO POLIZZI - Scuola di Medicina UNIBA

INTERVENTO DEL PROF. ROSARIO POLIZZI - SCUOLA DI MEDICINA UNIBA | TEAMSTV
26/11/2020

INTERVENTO DEL PROF. ROSARIO POLIZZI - SCUOLA DI MEDICINA UNIBA | TEAMSTV

Intervento del Prof. ROSARIO POLIZZI - Scuola di Medicina UNIBA

ISCRIVETEVI AL NOSTRO CANALE PER NON PERDERVI TUTTE LE NEWS CHE STIAMO PREPARANDO PER VOI !
24/11/2020

ISCRIVETEVI AL NOSTRO CANALE PER NON PERDERVI TUTTE LE NEWS CHE STIAMO PREPARANDO PER VOI !

Intervento di ANTONIO PEPE - Presidente Nazionale ACUE

Giuseppe Conte qualche giorno fa, fermo restando il ruolo centrale e decisivo che rivestirà l'andamento dei dati su ogni...
23/11/2020

Giuseppe Conte qualche giorno fa, fermo restando il ruolo centrale e decisivo che rivestirà l'andamento dei dati su ogni decisione, ad indicare quale sarà la linea del governo: "dobbiamo prepararci ad un Natale più sobrio; veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili".

Per quanto riguarda gli spostamenti tra le regioni si dovrà attendere di vedere come sarà la curva dei contagi (ANSA)

Nuovi contributi a fondo perduto per attività chiuse o limitate dal Dpcm 3 novembre: requisiti e regole del decreto Rist...
09/11/2020

Nuovi contributi a fondo perduto per attività chiuse o limitate dal Dpcm 3 novembre: requisiti e regole del decreto Ristori bis.

13/10/2020
20/07/2020

📍 L'Angolo dell'ascolto, il commento del dott. Vinicio Faggiana, psicoterapeuta.

✅ Sono i figli a pagare spesso per le loro famiglie».
Questa affermazione è del Presidente della Camera di Commercio di Caserta secondo il quale gli usurai ricorrono inizialmente ai mezzi "tradizionali" per recuperare il loro capitale, ma quando questi non sono sufficienti e nonostante tutte le "pressioni" non raggiungono loro scopo, si passa all'impiego dei figli dei debitori. "Se ci sono figli o figlie in età da lavoro, legalmente, maggiorenni o minorenni, lo strozzino chiede al padre di impiegarli in un'azienda a lui vicina, ma non riconducibile alla sua persona. E in questo modo si paga il debito, se tutto va bene. Non oso immaginare altro", ha quindi concluso De Simone.
L'usuraio spesso è una persona «pulita», in genere ottimo cliente delle banche il quale ha quasi sempre un amico che si interfaccia con chi chiede il prestito (lui resta dietro le quinte). In questa fase si istruttura una vera e propria “dipendenza da credito”.
Al primo mancato pagamento viene offerta «comprensione» e ulteriore credito (con la capitalizzazione degli interessi eventualmente non pagati), ma a tassi, ovviamente, crescenti.
Quando la situazione è insostenibile, in alcuni casi le vittime accettano di far lavorare i figli per gli usurai per saldare i debiti.
Dal punto di vista psicologico l’usuraio è dominato da una avidità patologica, con desideri smodati. L’insoddisfazione è la costante di tale personalità, la ricerca continua di una meta, inseguire un profitto illimitato fa pensare ad una sorta di fallimento in quanto, nonostante le ricchezze accumulate sono spesso notevoli, non sono in grado di godere la vita e le stesse ricchezze. Questa avidità è riconducibile ad una forma di ritenzione sperimentata nella prima infanzia.
“Dare” il proprio figlio per pagare un debito è assimilabile ad una perdita, ad un lutto al quale nessuno mai è preparato, il sentimento più frequente che si prova in un primo momento è quello della solitudine e dell’incomprensione. Chi vive questa drammatica esperienza si sente isolato perché crede che nessuno possa comprendere il suo dolore. Il sentimento di vergogna cioè il ricevere disapprovazione per la sua condizione, determina un abbassamento del tono fondamentale dell’umore fino a poter riconoscere segni ansioso-depressivi che possono condurre a condotte su***de. Si ha la sensazione che il progetto di vita stia sfumando insieme agli obiettivi prefissati inizialmente.
Sintomi tipici di chi è caduto nella rete dell’usura sono l'ansia, la preoccupazione, la disperazione in merito alla propria condizione economica, indebitamento insostenibile, rapporti conflittuali con la famiglia in tema di denaro, tendenze compulsive allo spendere, a volte anche l’attrazione verso il rischio e l'azzardo monetario.
In chiave psicologica è possibile individuare, nella struttura di personalità della vittima dell’usura, tratti relazionali che lo inducono spesso a rivolgersi agli altri per essere aiutato e sostenuto. Una sorta di struttura comportamentale dove la dipendenza è un tratto deciso e che fonda la propria autostima sul consenso, la rassicurazione e l’apprezzamento dell’altro. Si può pensare ad una situazione di dipendenza del bambino il quale ha paura di perdere l’amore genitoriale e che nell’adulto si trasforma nel timore di essere disapprovato dalla comunità.
E’ evidente che in questi casi risulta vantaggioso per la persona un processo di crescita e consapevolezza volto ad accogliere tali situazioni di sofferenza e che nel tempo comporti la riduzione dei sintomi ma anche la modificazione dei comportamenti che inducono tale dipendenza.
In alcuni casi risulta vantaggioso non solo un percorso di crescita personale ma anche il coinvolgimento del partener perché le dinamiche comportamentali di dipendenza è facile riscontrarle anche all’interno della coppia.

Per i casi di violenza, alta conflittualità familiare, bullismo, cyberbullismo e mobbing, ACUE ha costiuito un apposito sportello composto da un team di professionisti pronto a fornire assistenza.

📞 3889380086

📍 Il Commento di Barbara Pascale, avvocato penalista, membro del progetto in collaborazione con ACUE, L’angolo dell’asco...
15/07/2020

📍 Il Commento di Barbara Pascale, avvocato penalista, membro del progetto in collaborazione con ACUE, L’angolo dell’ascolto.

✅ Nel leggere ed analizzare l’articolo commentato , è evidente che il fatto come esposto grammaticalmente ci porta subito a fare la seguente considerazione sul titolo, che mostra quello che dice , oltre quello che dice: “Figli dati in pegno agli usurai, per saldare i debiti della famiglia”. A ben riflettere l’incipit si sposta sui genitori come se fossero loro gli autori del reato. Invero, se provassimo con un titolo alternativo del tipo “ Usurai chiedono in pegno i figli, per saldare i debiti della famiglia”, avremmo la percezione reale di tutte le parti: i primi i rei ed i componenti della famiglia le vittime.

✅ Cos’è l’usura?
L’usura è il reato previsto dall’art. 644 del Codice Penale che commette chi , sfruttando lo stato di bisogno di denaro di un altro individuo, concede un prestito chiedendone la restituzione a tasso di interesse superiore al cosiddetto “tasso soglia” consentito dalla legge, è punito con la reclusione da 2 a 10 anni e con la multa da € 5.000 ad € 30.000. L’usuraio , che spesso viene considerato da chi ormai ha tutte le porte chiuse, un “ amico” che offre aiuto e fiducia, ben presto rivela la sua precisa e volontà perversa e pervertitrice: l’aiuto nel suo disegno diventa una sorta di sabbia mobile finanziaria ed economica per chi vi ricorre con la speranza di liberarsi dai propri disagi economici.
L’usura diventa la condanna a lunghe agonie coinvolgendo sia la vittima , sia i familiari, quando ne vengono a conoscenza e tentano soccorsi impossibili con compromessi di carattere morale e finanziario. Le implicazioni partono da quelle interpersonali e si ampliano in relazioni tra organizzazione malavitosa e persona, costretta alla fine, non solo a sostenere gruppi criminali , dotandoli di “onnipotenza finanziaria”, ma anche ad aggregarsi alla malavita, come manovalanza o con altre collaborazioni compromettenti. La nuova frontiera dell’usura è gestita dalla criminalità organizzata, che utilizza il prestito usuraio per riciclare il denaro ed estendere il proprio controllo sul tessuto economico.
Il diritto al lavoro
Gli artt. 4 e 36 della Costituzione riconoscono a tutti i cittadini il diritto al lavoro ed una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro sufficiente a garantire a sé ed alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
“ Il lavoro rende liberi” , come proclama , non senza una pesante ironia, il cancello di ingresso del campo di Auschwitz”, ancora echeggia su queste fabbriche dove i figli, maggiorenni e minorenni che siano, lavorano senza una retribuzione ad estinzione del debito usurario, spersonalizzandoli e demotivandoli al fine di confinarli ad uno stato di schiavitù e senza una via di uscita fin tanto perdurerà la sproporzione dilagante tra le ore di lavoro sottopagate e la spirale degli interessi crescenti.

✅ Come combatterla
La maggior parte dei casi di usura continua ad essere sommersa perché le caratteristiche della sua pratica sono la solitudine , l’isolamento, la riservatezza , la non condivisione del problema e la paura del pregiudizio che ne deriva. Sperare di uscire dall’usura continuando a pagare le rate del prestito è uno sbaglio. Dall’usura si esce solo con una denuncia , e non bisogna avere paura di denunciare, perché la legge è dalla parte delle vittime offrendo loro tutela ed assistenza.

La denuncia arriva dal presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso de Simone che sottolinea inoltre come

14/07/2020

📍L'Angolo dell'ascolto:

Figli dati in pegno agli usurai, per saldare i debiti di famiglia
✅ Commento di Maria Pia Turiello (Criminologa), membro del nuovo progetto realizzato in collaborazione con ACUE.

"La criminalità organizzata produce sofferenza e asservimento psichico non solo tra chi ne fa parte ma anche in quanti con essa entrano in contatto. Viene richiesta obbedienza e sottomissione agli imprenditori, ai commercianti e a tutte quelle famiglie che si sono trovate costrette a chiedere soldi per poter far fronte al lungo periodo di crisi posto dall’emergenza Covid. Gli effetti psichici prodotti da queste forme di “criminalità” riguardano sia le rappresentazioni, i vissuti e le emozioni, sia il restringimento delle possibilità di progettazione personale e professionale nel proprio territorio. La paura caratterizza fortemente il vissuto di questi “figli”, paura che si declina in diversi modi: per possibili ritorsioni nei confronti dei familiari, per l’incolumità personale, per ritorsioni sull’attività lavorativa. In ogni caso una paura che rischia di paralizzare e distruggere psichicamente. La violenza mafiosa che alimenta tale paura, non si manifesta solamente attraverso atti violenti ma raggiunge le sue vittime attraverso un linguaggio codificato, a un livello psico-antropologico, che annienta la vittima che ne riconosce il messaggio, che individua il mittente, che si trova costretta a rimuovere la rabbia, rischiando di rimanere pietrificata dalla paura. L’usura è un reato che può essere praticato solo se chi lo compie riesce a incutere paura nella sua vittima in modo efficace e con effetti duraturi nel tempo. La sudditanza psicologica che si genera tra la vittima di usura e l’organizzazione criminale è drammatica e logorante, la vita della vittima e della sua famiglia subiscono un mutamento radicale sul piano della libertà di movimento e di tutela della privacy. Le continue pressioni psicologiche inferte da questi criminali hanno significative e inevitabili ricadute sul piano familiare, sociale, del benessere psico-fisico oltre che su un piano economico. Il senso di fallimento che pervade la mente della vittima, soprattutto nelle fasi iniziali, è totale e molto profondo. Tutto questo produce un rottura psichica enorme, una confusione, calo dell’autostima, cambiamento dell’identità, rotture e frammentazioni nelle reti sociali. Intimidisce sino al punto da determinare un isolamento della persona. Spesso nelle storie delle vittime si rileva una rottura forte con la famiglia di origine. Nonne, nonni, fratelli, padri, si ritrovano a non poter condividere le preoccupazioni e le emozioni con i propri familiari. La solitudine e la paranoia attraversano queste esistenze dinanzi a un futuro difficile da rappresentare e incerto. Le relazioni affettive di questi soggetti e le modalità di scambio e di reciprocità con il mondo vengono radicalmente mutate dal contatto violento con questi soggetti criminali. La ricerca scientifica ha oggi mostrato quanto sia importante, per la salute psichica, la consapevolezza di poter contare sull’aiuto di una rete sociale composta da una gamma di legami con familiari, amici, vicini, colleghi di lavoro, La consapevolezza della dimensione sociale nella vita di una persona, svolge una fondamentale funzione protettiva per la vita psichica: protegge, infatti, dal rischio psicopatologico e favorisce l’utilizzo delle risorse personali disponibili per affrontare le difficoltà della vita. La vita mentale sana è tale non perché indenne dalle sofferenze, dagli stati di disagio e di disturbo, ma perché è dotata di fattori protettivi che costituiscono le risorse in grado di ricondurre costantemente all’equilibrio. La risposta ai cambiamenti che questi soggetti hanno dovuto subire implica un aumento del rischio psicopatologico che generalmente esprimono attraverso disturbi d’ansia e depressione. Il doversi sottomettere, subire il pessimismo, la paranoia dentro sé stessi viene vissuto con grande sofferenza."

🆘 Se hai bisogno di supporto per casi di violenza, alta conflittualità familiare, bullismo, cyberbullismo o mobbing, contatta l'Associazione ACUE-

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⚠️ Figli dati in pegno agli usurai, per saldare i debiti di famiglia.✅ Commento di Monica Peta, dottoressa commercialist...
13/07/2020

⚠️ Figli dati in pegno agli usurai, per saldare i debiti di famiglia.

✅ Commento di Monica Peta, dottoressa commercialista, componente del progetto in collaborazione con ACUE "L'Angolo dell'ascolto"

"Il fenomeno dei “ figli dati in pegno agli usurai, per saldare i debiti di famiglia” è un atto di violenza silente delle organizzazioni criminali dedite all’usura e prevede che, il figlio del debitore incapace di onorare il proprio debito di famiglia, viene impiegato in terze ditte/aziende non riconducibili direttamente allo strozzino, il compenso poi finisce nelle casse degli usurai per pagare le rate del prestito con tassi di interesse che crescono in modo esponenziale.
L’inquietante tecnica impiegata utilizzata dagli usurai è quella di diventare immediatamente proprietari dei beni del debitore, è un sistema perfettamente congeniato: quando qualcuno chiede del denaro a soggetti usurai, non firma garanzie o cambiali o emette assegni in bianco, ma firma una procura a vendere a terzi incensurati. Cede cioè la proprietà dei propri beni.
Quando l’obbligato (famiglia o impresa) non rientra del proprio debito con lo strozzino, (debito che cresce in modo esponenziale per effetto degli interessi illegali), la procura a vendere si moltiplicherà, cioè ne saranno emesse altre, fintantoché il debitore avrà proprietà e l’usuraio presta soldi. Quando tutto questo non è sufficiente per rientrare nel debito si passa all'impiego dei figli del debitore. "Se ci sono figli o figlie in età da lavoro, legalmente, maggiorenni o minorenni, lo strozzino chiede al padre di impiegarli in un'azienda a lui vicina, ma non riconducibile alla sua persona. E in questo modo si paga il debito, ‘se tutto va bene’.
La fotografia amara, di questo fenomeno è il dramma sociale che si consuma nella vendita dei figli anche minori, come merce di scambio, ‘figli venduti come manodopera, in nero ovviamente’.
La carenza di liquidità aggravata dagli effetti del lockdown, seppur in modo differenziato sul territorio, e le difficoltà economiche in cui sono precipitate migliaia di famiglie, compresi tantissimi lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, rappresentano un allarme sociale e una situazione di disagio che, costituisce terreno fertile per le attività illecite della criminalità la quale, grazie alle ingenti somme di capitali liquidi disponibili, riesce a occupare importanti spazi all’interno dell’economia in crisi, rafforzando il proprio potere e il proprio riconoscimento in quei territori dove il disagio e la povertà si fanno sentire di più. Da qui la necessità di interventi e protocolli mirati sul territorio."

🆘 Se hai bisogno di supporto per casi di violenza, alta conflittualità familiare, bullismo, cyberbullismo o mobbing, contatta l'Associazione ACUE-

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La denuncia arriva dal presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso de Simone che sottolinea inoltre come

📌L'Angolo dell'ascolto: La Violenza di Genere✅ Con l'espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di vi...
08/07/2020

📌L'Angolo dell'ascolto: La Violenza di Genere

✅ Con l'espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.
Il termine viene attualmente impiegato per definire la violenza nei confronti di donne e bambine, che nasce da un'errata idea di superiorità dell'uomo nel rapporto con la donna, da cui, a loro volta, si originano stereotipi e disparità di trattamento.

⚠️Se ritieni di essere vittima di violenza, contatta l'Associazione A.C.U.E. Ti metteremo in contatto con un esperto pronto ad aiutarti.

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📍Tragedia Familiare: Padre uccide i due figli gemelli e si toglie la vita gettandosi da un ponte.I professionisti de L'A...
04/07/2020

📍Tragedia Familiare: Padre uccide i due figli gemelli e si toglie la vita gettandosi da un ponte.

I professionisti de L'Angolo dell'Ascolto, il nuovo progetto realizzato in collaborazione con l'ACUE per fornire supporto nei casi di violenza e conflittualità, hanno analizzato il caso dal punto di vista criminologico, legale e psicologico.

✅ Dott.ssa Maria Pia Giulia Turiello- Criminologa e Mediatrice per l'alta conflittualità:
"La risposta a simili episodi, con i quali continuamente ci scontriamo, va ricercata nel profilo di chi, come quest'uomo che risulterebbe difficile definire padre, compie simili gesti, e nell'analisi della relazione di coppia tra i coniugi.
E' frequente che di individui che mettono in atto tali atrocità si parli come di brave persone.
La radice di queste tragedie familiari va ricercata nella non accettazione della separazione dal coniuge, dalla paura della perdita della quotidianità consolidatasi e dal timore di restare soli. Ciò genera profondi sentimenti di rabbia e odio, che inducono a utilizzare i figli quale strumento di vendetta e punizione verso il coniuge che ha scelto di interrompere una relazione ormai disfunzionale.
In qualità di consulente per l'alta conflittualità mi ritrovo spesso ad assistere a casi di separazioni estremamente critiche, fondate sulla contesa per l'affido dei figli minori, offese reciproche, talvolta alla presenza di questi ultimi e dei rispettivi difensori, menzogne e accuse.
A ciò si aggiunga un'inefficienza dei servizi sociali, con una tendenza allo "schieramento" piuttosto che a garantire la tutela dei figli minori, e una inadeguata cognizione della situazione familiare da parte della giustizia, che portano a una trattazione pressoché superficiale dei casi, che non tiene conto del bisogno di aiuto che si cela dietro alle separazioni”.

✅ Avv. Barbara Pascale- Cassazionista, specializzata in diritto penale, civile e di famiglia.
“Partendo dal messaggio “per sempre insieme” che Mario Bressi ha inviato alla moglie la notte dell’omicidio dei gemellini, faccio una breve riflessione , senza peraltro giustificare l’orribile gesto che ha compiuto il papà di Gessate ,che prescinde da qualsiasi logica umana, sul sistema dell’affido condiviso in Italia e della sua reale efficacia, che è ad oggi ancora una ferita aperta. Con la Legge 54/2006 sull’affidamento condiviso e sulla bigenitorialità è stato superato il principio della “ maternal preference”, ma a distanza di 14 anni quanti figli passano lo stesso tempo con mamma e papà? Sicuramente oggi gli uomini sono più presenti con i figli, ma i conflitti tra i genitori che scelgono di separarsi sono ancora devastanti. Come avvocato, purtroppo, presenzio quotidianamente a litigi sugli orari di accompagnamento o sulle interferenze del nuovo partner. Se da una parte molte donne continuano ad escludere il padre e a non rispettare gli accordi di visita con le scuse più banali, dall’altra mi confronto con uomini che omettono il versamento dell’assegno di mantenimento per i figli. A loro mi sento di dire che nella conflittualità non si deve mai perdere di vista il benessere dei minori, evidenziando come numerose ricerche internazionali hanno sottolineato il danno che i figli subiscono nel frequentare meno di un terzo del loro tempo un genitore, sia in termini di rendimento scolastico che di rischio di sviluppare una sindrome depressiva. L’orientamento dei giudici , a colpi di sentenze e linee guida innovative, è quello di dare sempre più voce alle richieste dei padri sull’affido condiviso, censurando in modo deciso e con sanzioni i genitori che, con atteggiamento ostruzionistico , non rispettano i tempi di visita reciproci in violazione del diritto al rapporto continuativo. Oggi ci siamo trovati davanti ad un gesto estremo, mostruoso ed inconcepibile di un uomo che non ha accettato la separazione, non ha elaborato il perdono di essere lasciato solo, mostratosi irriconoscibile a conoscenti ed allo stesso coniuge, tanto la sua rabbia è diventata patologica, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono uomini, che per fortuna rappresentano la maggioranza, che stanno lanciando un segnale forte per trascorrere più con i propri figli sacrificando anche le loro carriere. Spero di non sentire più nessun padre ripetermi : “Avvocato io non perdo, lascio perdere”.

✅ Dott. Vinicio Faggiana- Psicoterapeuta
“Il matrimonio è tra gli investimenti emotivi più alti ed impegnativi della nostra vita, ogni separazione coniugale trasforma in modo deciso il rapporto tra noi ed il mondo circostante. Ci si separa fondamentalmente perché non ci si sente amati nella maniera che desideriamo e, in genere, attribuiamo all'altro questa poca adeguatezza.
Inizialmente la separazione è un distacco di fatto e solo successivamente si ricorre alle vie legali.
Chi chiede la separazione elabora prima dell'altro il distacco e spesso chi la subisce vive questa esperienza come un fallimento personale. È dunque ovvio che tenda a "negare" questa realtà cercando di recuperare il rapporto con il partner con promesse e comportamenti insoliti per la loro relazione. In questo tentativo di riappacificazione i figli spesso sono il tramite migliore ma, in questa fase, angoscia e collera sono sempre presenti e possono indurre a desideri di vendetta o a comportamenti punitivi verso il partner.
Con il passar del tempo, nella maggior parte dei casi, il partner che subisce la separazione giunge a livelli di consapevolezza diversi dai precedenti infatti, la rabbia si manifesta attraverso comportamenti oscillanti tra accuse verso l'altro e sensi di colpa versi i propri modi di fare.
In questa fase di consapevolezza emerge il dolore per la relazione ormai inesistente.
L'elaborazione del lutto per la perdita dell'amato richiede tempo e situazioni che facilitino la protezione intorno a sé, e sensi di colpa, rabbia, ansia e incertezza del futuro non sono certi utili al percorso.
In realtà, spesso, il partner che ha subito la separazione tende a trovare una nuova maniera di relazionarsi al mondo, un nuovo modo di raccontarsi e raccontare, a volte anche annullando, con un atteggiamento magico, la presenza dell'altro.
Altre volte risulta più difficile elaborare vissuti depressivi ed è facile che si instauri un dolore insopportabile.
La colpa della separazione e del fallimento è ovviamente dell'altro coniuge quindi, in qualche modo, il colpevole deve essere punito così" io sarò vendicato".
Per la presenza di una avidità patologica (non condividere quello che è mio con nessuno), i figli della coppia diventano "i miei figli" non sono più tuoi,quindi non li avrai più.
L'interesse principale non è più il benessere della propria vita ma diventa il dolore che devo provocare nell'altro.”

⚠️ Per chiunque stia subendo violenza, di ogni genere, i professionisti dell’angolo dell’ascolto metteranno a disposizione le proprie competenze per fornire aiuto e supporto.

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Poche ore prima correvano spensierati nel cortile di casa, dopo una giornata sulle montagne della Valsassina (provincia di Lecco), le immagini postate sui social prima che la vacanza si trasformasse...

📌L'Angolo dell'ascolto: La Violenza.Il team di esperti, da cui nasce l'Angolo dell'Ascolto, mette al servizio le proprie...
29/06/2020

📌L'Angolo dell'ascolto: La Violenza.
Il team di esperti, da cui nasce l'Angolo dell'Ascolto, mette al servizio le proprie competenze per tutti coloro che ritengono di subire violenza.

✅ Cosa intendiamo per violenza?

📍Con questo termine si intende qualsiasi comportamento che lede non solo la sfera fisica di un individuo, ma anche quella psichica, sessuale ed economica.

📍Mentre le violenze fisica e sessuale, lasciando segni sul corpo, sono più facilmente riconoscibili, le altre talvolta possono essere di non facile identificazione.

📍Costituiscono violenza, ad esempio, le offese verbali, i ricatti, il controllo sulla vita del proprio partner, le continue svalutazioni, la privazione dell'indipendenza economica, impedire o controllare le relazioni altrui.

Se ritieni di essere vittima di violenza chiamaci, verrai messo in contatto con un esperto pronto a fornirti il supporto necessario.

📞 3889380086

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27/06/2020
📌 Truffe online: come difendersi 🗓 Domani, Venerdì 26 Giugno, alle 18.45 l’A.C.U.E. presenterà in videoconferenza il nuo...
24/06/2020

📌 Truffe online: come difendersi

🗓 Domani, Venerdì 26 Giugno, alle 18.45 l’A.C.U.E. presenterà in videoconferenza il nuovo sportello anti truffe, creato grazie alla collaborazione di professionisti del settore legale ed economico.

🖥 La diretta verrà trasmessa sulla pagina VIDEO M ITALIA.


📌L’Angolo dell’ascolto, il nuovo progetto realizzato in collaborazione con un team di professionisti, accoglie le richie...
22/06/2020

📌L’Angolo dell’ascolto, il nuovo progetto realizzato in collaborazione con un team di professionisti, accoglie le richieste di aiuto per fornire assistenza professionale a uomini e donne che ritengono di subire violenze.

Vi presentiamo il gruppo di lavoro:

✅ Avv. Barbara Pascale, Cassazionista, specializzato in diritto penale, civile e di famiglia.

✅ Dott.ssa Maria Pia Turiello, Criminologa e Mediatrice per l’alta conflittualità.

✅ Dott.ssa Monica Peta, Commercialista, Revisore Legale.

✅ Dott. Vinicio Faggiana, Psicoterapeuta

✅ Dott.ssa in Giurisprudenza Mariangela Corrente, Responsabile Ufficio Richieste di Aiuto

Le richieste di informazioni e di aiuto potranno essere presentate ai seguenti recapiti:

📞 3889380086

📧 acue.martinafranca1@gmail.com

Indirizzo

Via Vandalino, 20/G
Turin
10141

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 12:30
15:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 12:30
Giovedì 09:00 - 12:30
15:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 12:30

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