22/11/2024
“Questo stato è molto vicino al concetto bioniano di capacità negativa (termine che egli riprende da Keats, 1817) intesa come capacità di vivere nell'incertezza, nel mistero, nel dubbio senza l'impazienza di correre dietro ai fatti e alla ragione rimanendo nel dubbio e nel non sapere (Bion, 1967). Ma la storia della filosofia, dagli scettici greci a Decartes e Husserl, ha spesso sottolineato il ruolo della sospensione dell'assenso o epochè. Nella sospensione dell'assenso si può anche lasciare che la mente si scateni dietro pensieri apparentemente senza senso e vedere se emerge qualcosa. Lasciare libera una parte della propria mente è indispensabile per vedere cosa succede dentro di sé mentre si ascolta.
Che la si chiami dunque capacità negativa, epochè o sospensione dell'assenso questi stati mentali permettono di tracciare una differenza tra magia e conoscenza creando quel bordo sottile che, senza rifiutare le idee più balzane, impedisce di decidere subito se esse siano magiche segnature o ipotesi scientifiche. Chi assume questa attitudine non è motivato dalla ignavia e dal non voler prendere posizione ma dalla capacità di attendere che altre informazioni, provenienti da dati empirici o idee, appaiano all'orizzonte in modo da escludere una correlazione come illusoria o al contrario corroborarla in modo più solido con ulteriori prove.
Ma queste capacità sono, come tutte le altre competenze, qualcosa che si sviluppa nel corso della vita. Ecco perché le storie nel loro fascino e nell'essere strumenti indispensabili alla sopravvivenza ci inducono anche a riflettere su una questione essenziale: come tutti gli strumenti, non è sufficiente possederli, ma è necessario imparare ad usarli ed è anche su questo che, a mio avviso, dovrebbe essere indirizzata l'educazione umana”.
Andrea Smorti (2023), Le narrazioni come processi trasformativi, in Rivista Psiche , Vol. 1/2023, Il Mulino, pag. 255
Rivista Psiche