Dottoressa Sara Larice

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‘A mio avviso, questo “rischio” non esiste, perché l’odio legittimo che è stato vissuto e compreso si dissolve e lascia ...
17/11/2025



‘A mio avviso, questo “rischio” non esiste, perché l’odio legittimo che è stato vissuto e compreso si dissolve e lascia in noi lo spazio per altre emozioni, a meno che ci si costringa a coltivare relazioni non gradite. In tal caso si ricade in una dipendenza che riproduce l’impotenza del bambino maltrattato. E proprio questa impotenza è stata all’origine dell’odio.
(..) L’animo del bambino aveva bisogno dell’amore dei suoi genitori per sopravvivere e aveva anche necessità di illudersi di essere amato per non rendersi conto di crescere in un deserto emotivo. L’adulto però può vivere con la sua verità, e il suo corpo gliene è riconoscente. In realtà, non è solo possibile, ma in certi casi è assolutamente necessario perdere quest’ “amore” o rinunciarvi deliberatamente, perché una persona che alla fine è in grado di capire il bambino che era non può amare il suo aguzzino senza mentire a se stesso. L’idea di essere legati mani e piedi a quell’amore corrisponde a una visione infantile. L’adulto è libero di investire il suo amore là dove egli possa vivere ed esprimere i suoi veri sentimenti senza doverne soffrire.
(..) La compassione del bambino non cambierà nulla nella depressione della madre, finché quest’ultima negherà la sofferenza che ha provato nella propria infanzia. (..) ma un figlio che continua a dedicarsi ai propri genitori può distruggersi la vita. La premessa per una vera compassione verso l’altro è solo provare empatia verso il proprio destino, un sentimento che il bambino maltrattato non ha mai potuto sviluppare. Egli era invece costretto a non avvertire la propria sofferenza. Se un bambino deve imparare a reprimere le proprie emozioni perde ogni capacità di provare empatia verso se stesso e di conseguenza verso gli altri.’

(pp. 88-90)

“Lo scopo della terapia è raggiunto quando il paziente ha riacquistato la sua vitalità, grazie all’elaborazione sul pian...
27/10/2025

“Lo scopo della terapia è raggiunto quando il paziente ha riacquistato la sua vitalità, grazie all’elaborazione sul piano emotivo della sua storia infantile. Per quanto riguarda poi le decisioni del singolo (..) esse restano affar suo.
(..) Ma colui che abbia ripetutamente vissuto a livello cosciente le manipolazioni e i danni subiti da bambino e il desiderio di rivalsa che essi hanno lasciato in lui, sarà in grado di smascherare più rapidamente le manipolazioni e avrà egli stesso molto meno bisogno di manipolare a sua volta gli altri. (..)
Un simile individuo, cresciuto sulla base di esperienze vissute, non si lascerà più abbindolare da parole seducenti e incomprensibili. E infine chi ha sofferto consciamente il proprio destino in tutta la sua tragicità, sarà molto più attento e pronto a cogliere la sofferenza nell’altro, quand’anche questi sia ancora costretto a ignorarla. Chi è in grado di prendere sul serio i propri sentimenti, non potrà prendersi gioco di quelli altrui, quale che sia la loro natura. Spezzerà finalmente il circolo vizioso del disprezzo.
Le conseguenze di tale evoluzione non sono soltanto personali e familiari, ma anche politiche. Coloro che hanno riscoperto il loro passato, che hanno appreso nella terapia a chiarire i loro sentimenti e a cercarne le cause reali, non si trovano costretti a spostare la loro collera su persone innocenti, al fine di risparmiare quelli che tale collera hanno davvero meritato, ma sono in condizione di odiare ciò che è odioso e amare ciò che è degno di essere amato. Poiché osano conoscere chi ha meritato il loro odio, si possono trovare a proprio agio nella realtà, senza essere vittime della cecità del bambino maltrattato che deve risparmiare i suoi genitori e necessita perciò di capri espiatori.
(..) Vivere intensamente le emozioni è un’esperienza liberante non solo perché può “scaricare” il corpo che si presenta contratto sin dall’infanzia, bensì soprattutto perché ci apre gli occhi di fronte ai fatti reali, ci libera dalle illusioni, ci restituisce ricordi rimossi e spesso fa scomparire i nostri sintomi. Si tratta perciò di un’esperienza anche fortificante e di crescita.”
(pp.112-114)

Indirizzo

Turin
10138

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