Silvia Lanunziata - Psicologa

Silvia Lanunziata - Psicologa Psicologa clinica e psicoterapeuta cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza in formazione. Colloqui di sostegno psicologico
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L'infantilizzazione delle persone con disabilità viene in essere quando si tratta una persona adulta con disabilità, com...
13/09/2025

L'infantilizzazione delle persone con disabilità viene in essere quando si tratta una persona adulta con disabilità, come se fosse un bambino, presupponendo immaturità, incompetenza o incapacità decisionale.
L'infantilizzazione è una forma di discriminazione che nega dignità e capacità alle persone con disabilità.
Riconoscerla e contrastarla è fondamentale per costruire una società più giusta.

Ce lo racconta Stefania, mamma di Alice 20 anni, con sindrome di Down:

“Ma davvero, nel 2025, dobbiamo ancora sopportare certe domande?
Ogni volta: “Ma è maggiorenne? Firma lei?”
E lo chiedete davanti a mia figlia, come se fosse invisibile…
O peggio, un’estranea alla sua stessa vita.
Ma secondo voi, se fosse minorenne o sotto tutela, non ve lo direi io per prima?
Davvero c’è bisogno di fare ogni volta queste domande?
Basta infantilizzare.
Basta sottovalutare.
Basta con questo approccio sbagliato e ignorante.
Non è attenzione, è superficialità mascherata da procedura.
Che fatica..."

L’infantilizzazione non è cura, è controllo travestito da affetto. Trattare un adulto come un bambino non e “dolcezza” è umiliazione.
L’infantilizzazione cancella dignità e autonomia.
Chi davvero rispetta, ascolta.
Vorreiprendereiltreno

In foto Stefania con Alice mentre guardano il mare abbracciate

✅ ESEMPI DI INFANTILIZZAZIONE:

- Parlare con tono infantile o semplificato ("baby-talk").
- Ignorare la persona e rivolgersi solo a familiari o assistenti.
- Offrire aiuto senza chiedere, anche quando non necessario.
- Fare complimenti esagerati per banali azioni quotidiane.
- Usare termini come "angelino", "speciale".
- Escludere la persona con disabilità da decisioni importanti su sessualità, lavoro, relazioni, finanze.

✅ PERCHÉ È UN PROBLEMA?

- Riduce l'autonomia e le opportunità di crescita.
- Danneggia l'autostima.
- Rafforza stereotipi e discriminazioni abiliste.
- Contribuisce alla marginalizzazione sociale.

✅ IN QUALI CONTESTI AVVIENE?

- Scuole e servizi che non riconoscono la capacità decisionale.
- Rappresentazioni mediatiche distorte.
- Cultura generale che associa disabilità a dipendenza.
- Famiglie iperprotettive.

✅ COME CONTRASTARLA?

- Usare un linguaggio adeguato all'età e alla persona.
- A prescindere da quali siano le difficoltà (fisiche o mentali) di una persona con disabilità, dobbiamo sempre e solo rivolgerci a lei in prima battuta se il
discorso la tocca: parlare subito all’accompagnatore è una mancanza di rispetto!
Soltanto in un secondo momento, qualora la comunicazione risultasse complicata o addirittura impossibile, ci possiamo tranquillamente rivolgere all’altro, ma pur
sempre mantenendo un contatto con la persona con disabilità (ad esempio sorridendogli, annuendogli, oppure alternando lo guardo tra i due interlocutori) per non escluderla totalmente dal discorso e, più in generale, da quel momento condiviso.
- Chiedere prima di aiutare.
- Riconoscere e valorizzare autonomia e autodeterminazione.
- Promuovere consapevolezza e formazione contro l'abilismo.

:: servizi avevano proposto il famoso centro diurno, quello dei lavori con il pongo lasciato da Andrea dopo due settiman...
03/09/2025

:: servizi avevano proposto il famoso centro diurno, quello dei lavori con il pongo lasciato da Andrea dopo due settimane. Nessun'altra possibilità era stata presa in considerazione
Um po perché fino a poco tempo prima Andrea era un malato diverso dagli altri; era autonomo, lavorava aveva amici mentre gli altri schizofrenici stavano peggio di lui stavano in casa con i genitori e avevano la precedenza in un percorso in comunità" matteo spicuglia noi due siamo uno

"I sintomi e problemi aratteriali  del paziente vengono mantenuti da credenze patogene che il soggetto si forma nell'inf...
02/09/2025

"I sintomi e problemi aratteriali del paziente vengono mantenuti da credenze patogene che il soggetto si forma nell'infanzia inferendole dall'esperienza". Josh weiss come funziona la psicoterapia

02/09/2025

"Ormai sappiamo con certezza spiega la dottoressa olessina che il percorso di cura può avere successo solo se abbinato ad altri interventi psicosociali che però talvolta mancano. Il ruolo dei centri diurni deve essere approfondito. Ogni caso è una realtà a sè. Ci sono centri concepiti come come semplici luoghi di di animazione e socializzazione altri dove invece si cerca di impostare percorsi uscita, di riabilitazione vera".
Matteo spicuglia noi due siamo uno

02/09/2025

"Perché Andrea aveva bisogno di farmaci ma sopratutto di interventi psicosociali. A volte pensiamo che serva chissà cosa ma non è così. Oltre al padre qualcuno avrebbe dovuto andare più volte a casa sua a vedere come dormiva come viveva. Noi sanitari dovremmo immaginare e comunicare, non per compatire i nostri pazienti ma per comprendere e cominciare sempre dal loro vissuto" matteo spicuglia noi due siamo uno

02/09/2025

" Il paziente mette alla prova le sue credenze patogene attraverso azioni sperimentali, con un comportamento che, in base a tali credenze, dovrebbe avere un determinato effetto sull'analista; spera tuttavia che tale effetto non si verifichi. Se le sue aspettative patogene non vengono confermate, si sente sollevato e compie un piccolo passo verso la disconferma della sua credenza". Joseph weiss come funziona la terapia

01/09/2025

"La morte di Andrea soldi ci dice una cosa fondamentale e cioè che la qualità pessima e la quantità eccessiva dei tso sono direttamente proporzionali all'essenza dei servizi sul territorio. Parlo per esperienza. Qui a Trieste registriamo una delle percentuali più basse di tso in Italia, non perché siamo più bravi ma perché siamo riusciti a costruire dei servizi diffusi, aperti giorno e notte, sette giorni su sette e soprattutto dimensionati per territori che non superano 60.000 abitanti. Questo vuol dire che l'equipe di medici, psicologi e infermieri ha una conoscenza quasi intima dei quartieri, dei contesti, delle famiglie in difficoltà, dei singoli pazienti. La vicinanza vissuto delle persone permette di contrastare e fronteggiare l'avanzare della crisi la cosiddetta escalation, come? Garantendo una presenza continua...
Matteo spicuglia noi siamo due

:Ormai sappiamo con certezza spiega la dottoressa che il percorso di cura può avere successo solo se abbinato ad altri a...
01/09/2025

:Ormai sappiamo con certezza spiega la dottoressa che il percorso di cura può avere successo solo se abbinato ad altri altri interventi psicosociali che però talvolta mancano. Se fossimo in grado di investire di più nella formazione di medici educatori infermieri assistenti sociali avremmo risultati diversi. Dovremmo avere il coraggio di spostare l'asse. Lo stesso ruolo dei centri diurni deve essere approfondito. Ogni realtà è un caso a sé. Ci sono centri concepiti come semplici luoghi di animazione altri invece dove si cerca di impostare percorsi di uscita, di riabilitazione vera. Nel 2018 solo il 30% dei pazienti psichiatrici è riuscito a ricevere un trattamento integrato di farmaci e interventi psicosociali. E anche in questi casi, di solito, i progetti non sono pensati partendo dai bisogni espressi dai malati. In pratica è " l'effetto pongo" di cui si lamentava Andrea. Matteo Spicuglia noi due siamo uno

01/09/2025

":In ogni caso aveva senso esserci quanto meno meno
per far capire ad Andrea che non era solo in quella prova. Fu così per tanti anni fino a che Luca capì che il suo amico faceva fatica preferiva stare da solo. Era La malattia che si stava prendendo tutto lo spazio" matteo spicuglia noi due siamo uno.

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Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 09:00 - 17:00
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