
29/07/2025
Dal 2020 causa emergenza Covid è cambiato il criterio con cui si riconoscono i titoli conseguiti da medici, infermieri ed altri operatori sanitari in paesi extra UE.
Prima vigeva il DPR 394: laureati e specialisti stranieri erano contingentati. Per poter esercitare si doveva inoltrare istanza al Ministero della Salute. Quindi si attendeva che con decreto il Ministero desse l'ok o meno, o stabilisse l'obbligo di superare una prova o colmare eventuali gap formativi frequentando un tirocinio.
Il decreto emergenza 17 del marzo 2020 ha consentito di chiedere il riconoscimento dei titoli alla Regione di residenza. Di deroga in deroga, per 26 professioni sanitarie si è arrivati con questa procedura al prossimo 31 dicembre 2027, data di scadenza dell’ultima proroga. Alcune regioni ora considerano verosimile anche in strutture pubbliche e private l'assunzione di personale sanitario con titoli da verificare. Ma questa trafila non dovrebbe valere per tutti.
Il Presidente CAO Nazionale Andrea Senna ha chiesto al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Sottosegretario Marcello Gemmato di sospendere l’iter rapido in base al quale dal 2020 si consente l’esercizio dell'odontoiatrica a operatori abilitati in paesi Extra UE con l’attuale criterio.
Danilo Savini, Segretario Nazionale AIO, concorda con le idee espresse nella missiva di Senna, e spiega perché al legislatore sul tema dei riconoscimenti di professionisti sanitari extra UE conviene al più presto riscrivere la legge. Sul sito AIO, al link https://www.aio.it/riconoscimento-lampo-dei-titoli-conseguiti-in-paesi-extra-ue-perche-secondo-lordine-e-aio-non-si-puo-estendere-al-settore-dentale/ , in punta di penna, le motivazioni della categoria.
In Italia non si sente la mancanza di dentisti, anzi fino a prova contraria sono troppi al punto che molti di essi lavorano troppo poco. Allora perché accettiamo odontoiatri laureati […]