21/05/2020
Essere genitori al tempo del .
E' indubbio che i provvedimenti presi finora dalle istituzioni sino stati mirati a ridurre i contagi e le morti per il virus. E' probabile che in un primo momento questa fosse l'unica strada da prendere da un governo impaurito (giustamente) e impreparato ad affrontare una tale situazione di emergenza.
Ma quando sento le proposte di riapertura della scuola a settembre mi assale un forte senso di angoscia e penso che, nonostante l'emergenza sia passata, si continui a guardare solo una parte di questa faccenda, la malattia (solo organica), senza considerare gli innumerevoli altri aspetti che stanno facendo e faranno danni giganteschi sulle persone SANE, in primis sui bambini.
Siamo in un paese in cui decidere di fare figli è un atto coraggioso, talvolta scellerato, ma mai come in questo momento i genitori sono stati abbandonati a loro stessi, con richieste assurde fatte da chi, evidentemente, non ha idea di cosa voglia dire fare il genitore, perchè altrimenti saprebbe che è impossibile riprendere il lavoro continuando ad occuparsi dei figli, a meno che non li si piazzino di fronte a un videogioco o alla tv per 8 ore...ma un genitore che ama i suoi figli non lo fa!
Chi conosce i bambini (ma basterebbe un pensierino a quando lo è stato) sa bene che per crescere in maniera sana hanno bisogno di giocare, rincorrersi, fare la lotta, abbracciarsi, baciarsi...e se chiediamo loro di astenersi da tutto questo, in nome della lotta al virus, dobbiamo essere consapevoli che stiamo chiedendo loro di rinunciare ad una infanzia felice, quindi cara ministra Azzolina, quando espone la proposta di ripresa delle scuola a settembre, gradirei un tono più grave, da lutto (perchè della morte dei loro sogni si tratta) e non quello leggero di chi dispone i tramezzini nel banco di un bar.
Senza considerare che la sua proposta non tiene minimamente in considerazione lo stesso problemino già menzionato, ovvero che i giorni in cui il bambino è "impegnato" nella didattica a distanza è previsto un adulto a casa, che ovviamente non lavora e questo comporterà un costo e quindi altre difficoltà per i genitori. Se questa didattica è stata sopportata dai genitori, dai bambini e dalle insegnanti, in questo momento di emergenza, non crederà davvero che possa diventare una valida alternativa alla scuola VERA!??
Io penso che dopo tanti decreti tesi a limitare le morti, abbiamo bisogno di altrettanti tesi a sostenere la vita, perchè un paese che non mette i genitori nelle condizioni di prendersi cura al meglio dei propri figli è un paese che non ha a cuore la salute dei propri bambini, e un paese che non investe sui bambini è un paese che non ha futuro.