Metodo Feldenkrais Torino - Paolo Mosso

Metodo Feldenkrais Torino - Paolo Mosso "Puoi, in qualunque momento della tua vita re-imparare qualsiasi cosa tu desideri." M. Feldenkrais

I benefici del Metodo Feldenkrais si riflettono sulla nostra postura, sul modo di muoverci, di dormire, in sintesi di vivere. La qualità della vita muta tangibilmente, perché proviamo maggiore efficienza fisica e mentale, vitalità, flessibilità, creatività. Mi chiamo Paolo Mosso, sono un ingegnere ed insegnante del Metodo Feldenkrais. La mia attività di insegnante si svolge attraverso due metodi:


- Lezioni individuali (Integrazioni Funzionali)
- Lezioni di gruppo (CAM - Conoscersi Attraverso il Movimento)

Le lezioni sono rivolte a tutte le persone dall'adolescenza alla terza età. L'applicazione del metodo porta a degli evidenti risultati, tra cui:
- miglior flessibilità e coordinazione motoria
- respirazione più libera ed adattabile
- maggiore consapevolezza di come ci si muove
- maggiore qualità ed efficienza nelle attività della vita quotidiana
- migliori prestazioni artistiche e sportive
- incremento del benessere psicofisico
- postura eretta più comoda e piacevole
- maggiore efficienza nelle attività del nostro metabolismo

In accordo con le ultime ricerche delle Neuroscienze, l'insegnante Feldenkrais sviluppa ed affina la sua capacità di osservazione degli schemi motori, porta l'attenzione dell'allievo sulle proprie percezioni sensoriali e sul proprio senso cinestesico, per favorirne l'organizzazione
psicomotoria e l'ampliamento dell'immagine di sé.

“Per ottenere la postura eretta ideale non si deve fare qualcosa di particolare, ma si deve, letteralmente, non fare niente, cioè eliminare tutti gli atti di origine volontaria dovuti a motivazioni diverse da quella di stare eretti.” -
M.

Articolo interessante. Mi ha fatto pensare che benché il Metodo Feldenkrais non sia terapia, fornisca tanti spunti e pos...
10/07/2025

Articolo interessante. Mi ha fatto pensare che benché il Metodo Feldenkrais non sia terapia, fornisca tanti spunti e possibili sviluppi agli interrogativi che emergono leggendolo.

Il Metodo Feldenkrais offre un collegamento tra biomeccanica e sistema nervoso, e questa esperienza di collegamento è vissuta dalla persona nella sua irripetibile singolarità, con la sua storia e la sua sensibilitià.

Riporto questo estratto:
«Il dolore cronico è un’esperienza emergente dall’interazione tra tessuto, sistema nervoso e contesto.
Non è “solo cervello”.
Non è “solo tessuto”.
È la somma di entrambi, più emozioni, relazioni e aspettative.»

E ora salto alla parte conclusiva:
«Se sei un professionista, non farti sedurre dalle scorciatoie ideologiche.
“Solo terapia manuale” uguale riduzionismo biomeccanico.
“Solo educazione e psiche” uguale riduzionismo neurocentrico.»

Il Metodo Feldenkrais si muove a metà strada tra questi due estremi in lite tra loro*. Cercando di schivare i "colpi" degli uni e degli altri.

__
* A scanso di equivoci: nel Feldenkrais non si parla di "terapia" manuale ma anche l'approccio manuale è educativo.

Negli ultimi giorni ho letto, come molti di voi, un post diventato virale che titolava:

“Il grande fallimento della chiropratica, dell’osteopatia e della fisioterapia: quando il corpo è trattato come una macchina senza anima.”

L’autore (un pezzo da novanta che stimiamo molto) denuncia, con toni molto accesi, l’idea che la nostra professione si sia cristallizzata su modelli meccanici, incapaci di comprendere la complessità del dolore cronico.

Poche ore dopo, un altro collega (un altro pezzo da novanta che stimiamo molto) ha risposto con un contro post più pacato e ragionato, riconoscendo alcuni limiti del riduzionismo biomeccanico, ma anche invitando alla prudenza: perché contrapporre il “tutto è tessuto” al “tutto è cervello” è solo sostituire un riduzionismo con un altro.

Abbiamo deciso di scrivere anche noi, non per alimentare polemiche, ma perché crediamo che chi lavora ogni giorno con pazienti reali abbia il dovere di chiarire, integrare e contestualizzare.

In ogni caso, pensiamo che un dibattito così acceso sia anche un segno di vivacità scientifica e di evoluzione culturale: significa che le nostre discipline stanno crescendo, si stanno interrogando, e non hanno paura di rimettere in discussione certezze consolidate.

DOVE HANNO RAGIONE?

È un fatto incontestabile che il modello puramente biomedico sia scientificamente insufficiente per spiegare e trattare il dolore cronico.

Già negli anni ‘90 Melzack e Wall avevano chiarito che il dolore non è un input ma un output, prodotto dall’elaborazione del Sistema Nervoso Centrale.

Gli studi di Moseley, Butler, Louw hanno dimostrato che la catastrofizzazione, la paura del movimento e le convinzioni disfunzionali sono fattori predittivi di cronicizzazione.

La neuroplasticità maladattiva (Latremoliere & Woolf) spiega perché il dolore persiste anche quando il tessuto è guarito.

È altrettanto vero che molti professionisti, anche oggi, raccontano al paziente narrazioni obsolete:

“Hai la vertebra fuori posto.”
“Hai il bacino bloccato.”
“Se non ti manipolo, non guarisci.”

Queste spiegazioni, oltre a non avere fondamento, alimentano la dipendenza e la paura.

In questo senso, la denuncia di chi chiede un cambio di paradigma è sacrosanta.

DOVE PERÒ IL DISCORSO DIVENTA PERICOLOSO?

Il problema di una posizione così estrema è che rischia di produrre un altro dogma: il riduzionismo neurocentrico.

Come se la terapia manuale fosse di per sé inutile o dannosa, e come se parlare di tessuti fosse un’eresia.

Ma la realtà è più complessa ovviamente.

Il dolore cronico è un’esperienza emergente dall’interazione tra tessuto, sistema nervoso e contesto.

Non è “solo cervello”.
Non è “solo tessuto”.
È la somma di entrambi, più emozioni, relazioni e aspettative.

Il tocco, il movimento e il contatto manuale hanno un ruolo importante non come soluzione unica, ma come parte di un processo che include rassicurazione, educazione e graduale riattivazione.

Il “touch” sicuro e non minaccioso riduce l’iperattività dell’amigdala (McGlone et al). La mobilizzazione passiva, se spiegata con un modello corretto, migliora la percezione di sicurezza e l’efficacia percepita. L’esercizio attivo e graduale ripristina la fiducia nel corpo.

Non tutti i pazienti rispondono solo all’educazione.

La Pain Neuroscience Education ha dimostrato efficacia significativa, ma solo se integrata con movimento attivo e strategie comportamentali, come specificato nelle review più recenti.

I pazienti con disturbi complessi hanno bisogno di un approccio multimodale personalizzato, non di una formula unica.

QUINDI, COSA SIGNIFICA FARE FISIOTERAPIA MODERNA?

Significa, in sintesi:

- rifiutare i modelli rigidi. Il corpo non è un’auto da riparare con bulloni e allineamenti. Ma non è nemmeno un concetto astratto fatto di pensieri e memorie.

- integrare più dimensioni in un progetto terapeutico coerente. Educazione uguale riduzione della paura. Movimento attivo uguale ricostruire fiducia e capacità. Terapia manuale uguale stimolare, rassicurare, modulare. Relazione terapeutica uguale sostenere e contenere.

- rispettare i ruoli professionali. Il fisioterapista non è uno psicoterapeuta. Il fisioterapista non è un ortopedico. Il fisioterapista è un professionista che sa valutare, integrare, scegliere strumenti, sempre sulla base di prove di efficacia.

- avere l’umiltà di aggiornarsi. La scienza cambia ogni anno. Se oggi parliamo di neuroplasticità e centralizzazione, domani parleremo di altro. La fisioterapia non è un dogma, è un processo di evoluzione continua.

IL MESSAGGIO CHE VORREI LASCIARE

Se sei un professionista, non farti sedurre dalle scorciatoie ideologiche.

“Solo terapia manuale” uguale riduzionismo biomeccanico.

“Solo educazione e psiche” uguale riduzionismo neurocentrico.

La verità clinica sta nel mezzo: un approccio integrato, personalizzato, basato su evidenze e sulla relazione.

Se sei un paziente, non scegliere un professionista perché parla solo di vertebre o solo di cervello. Scegli chi sa ascoltarti, spiegarti, darti strumenti e accompagnarti.

Perché la fisioterapia, quella vera, quella che cambia le vite, non è mai la difesa di un paradigma. È l’arte di combinare scienza, contatto e relazione con umiltà.

Siamo consapevoli che ogni modello ha punti di forza e limiti, e che il valore di un approccio si misura prima di tutto sull’impatto reale nella vita delle persone. Per questo il nostro invito non è a rinunciare all’innovazione, ma a integrarla con senso critico e rispetto della complessità.

È straordinario che qualcuno che legge senza conoscermi possa ritrovare, tra le righe, qualcosa che risuona.Non c'è nien...
28/05/2025

È straordinario che qualcuno che legge senza conoscermi possa ritrovare, tra le righe, qualcosa che risuona.

Non c'è niente da correggere, nessuna tecnica da imparare.
Solo un modo diverso di stare con se stessi, attraverso il movimento.

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Per chi sente che qualcosa può cambiare, partendo dal corpo.

Siamo abituati a pensare che serva sempre uno sforzo in più.Ma ridurre lo sforzo non è un limite: è una possibilità di s...
16/05/2025

Siamo abituati a pensare che serva sempre uno sforzo in più.
Ma ridurre lo sforzo non è un limite: è una possibilità di sentire meglio. E la sensibilità apre lo spazio per imparare, cambiare, migliorare ogni giorno.

Tratto da "Lezioni di movimento" (The Master Moves) di Moshe Feldenkrais.

COME NASCE UN PATTERNLA DOMANDA DA MILLE PUNTITante volte mi sono chiesto e sento chiedermi: come nasce un pattern postu...
23/04/2025

COME NASCE UN PATTERN

LA DOMANDA DA MILLE PUNTI
Tante volte mi sono chiesto e sento chiedermi: come nasce un pattern posturale?
Tanti allievi, una volta che riconoscono il proprio schema dominante di movimento, che coinvolge delle preferenze asimmetriche di movimento dai piedi alla testa, si (e mi) domandano: perché?
Forse è più importante studiare come uscirne che chiedersi come è nato, ma è probabile che siano due questioni intrecciate…

Per cominciare c’è da dire che gli schemi posturali sono talmente consolidati nelle nostre abitudini che facciamo fatica a notarli. Ci vogliono un po’ di esercizio e una guida esperta per poterli non solo distinguere, ma sentire da dentro. Una volta percepiti, è difficile smettere di notarli e si può lavorare per migliorare la versatilità ed uscire dagli schemi abituali, alleviando dolori e tensioni.

COME NASCE UN PATTERN
Dal momento che ciascuno di noi sviluppa una determinata serie di schemi di movimento, che possono condurre anche alla formazione di visibili asimmetrie muscolo-scheletriche, significa che siamo predisposti per sviluppare questo tipo di preferenze.

Intorno alla fine del primo anno di età ci siamo tutti cimentati nell’acquisizione della postura eretta. Si tratta di una tappa che abbiamo conquistato lentamente: all’inizio il nostro equilibrio era precario, era difficile mantenere una testa così pesante e così distante dal baricentro in equilibrio su una serie di vertebre incolonnate. Ogni minima variazione di peso o di pendenza comportava grandi cambiamenti nel mantenimento della posizione che oscillava parecchio.

LE NOSTRE ASIMMETRIE INTERNE
Abbiamo tutti scoperto un lato su cui era più facile stare eretti, e uno da cui era più facile sbilanciarsi per uscire dalla stasi e procurare movimento.
I nostri corpi sono marcatamente asimmetrici:
– il fegato è l’organo interno più pesante e si trova a destra.
– il diaframma è diviso in due parti, quella destra è più forte, composta da più fibre muscolari e quindi più pesante.
– il polmone destro è complessivamente più grande del sinistro.

Un corpo senza cervello, cioè sicuramente senza compensi posturali, se potesse stare in piedi, cadrebbe in avanti e a destra, come un’impalcatura caricata asimmetricamente.

Un corpo con cervello, si ritrova con ogni probabilità a preferire di stare sulla gamba destra, trasferendo dal basso il peso verso destra e dall’alto verso sinistra per compensare.

(Continua nel primo commento...)

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01/04/2025

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Ogni trasformazione passa dagli schemi motori: senza una nuova organizzazione di movimento, il cambiamento resta incompl...
26/03/2025

Ogni trasformazione passa dagli schemi motori: senza una nuova organizzazione di movimento, il cambiamento resta incompleto.

"Puoi, in qualunque momento della tua vita re-imparare qualsiasi cosa tu desideri."M. Feldenkrais
20/03/2025

"Puoi, in qualunque momento della tua vita re-imparare qualsiasi cosa tu desideri."
M. Feldenkrais

Alcune immagini dalla presentazione di venerdì scorso presso la Biblioteca Civica di Dronero (CN), in compagnia della so...
12/03/2025

Alcune immagini dalla presentazione di venerdì scorso presso la Biblioteca Civica di Dronero (CN), in compagnia della sorridente collega Marta Murino (Ascolto Movimento Libertà), che ringrazio di cuore per aver organizzato la serata. È stata un’esperienza speciale per tanti motivi: la prima presentazione al di fuori della provincia di Torino, il grande interesse mostrato dai partecipanti e, non ultimo, lo stile particolare dell’incontro, che ha unito e intrecciato il dialogo tra colleghi alla sperimentazione pratica del Metodo Feldenkrais. Grazie!

Con la prossima presentazione ci spingiamo in provincia di Cuneo: venerdì sera alla Biblioteca Civica di Dronero ci sarà...
04/03/2025

Con la prossima presentazione ci spingiamo in provincia di Cuneo: venerdì sera alla Biblioteca Civica di Dronero ci sarà una bella chiacchierata in compagnia della cara collega Marta Murino - Ascolto Movimento Libertà.
Parleremo del corpo, del sistema nervoso e di come attraverso l'ascolto di se stessi in movimento ognuno sia facilitato ad esprimere la propria natura più autentica.

Ci siamo mai chiesti se alcune classiche idee di postura – "pancia in dentro e petto in fuori" – siano davvero utili? Ne...
14/01/2025

Ci siamo mai chiesti se alcune classiche idee di postura – "pancia in dentro e petto in fuori" – siano davvero utili? Nel mio articolo su L'Altra Medicina di gennaio esploro perché è importante mettere in discussione questi stereotipi e abbracciare una visione più dinamica e consapevole della postura.

Una postura sana è legata non solo all'estetica, ma anche al benessere e alla capacità di muoverci con facilità e comodità.
Nell'articolo parlo di come la postura influisca sul nostro benessere generale e su come una maggiore consapevolezza del nostro corpo possa aiutarci a muoverci meglio e sentirci più a nostro agio.

Articolo completo: https://www.laltramedicina.it/stile-di-vita/stile-di-vita-e-movimento/che-cose-una-buona-postura/

Si sono da poco concluse le prime due presentazioni del libro "Siate gentili con voi stessi", due incontri molto ricchi ...
10/12/2024

Si sono da poco concluse le prime due presentazioni del libro "Siate gentili con voi stessi", due incontri molto ricchi ed emozionanti che hanno permesso di parlare del Metodo Feldenkrais in luoghi che non lo conoscevano e in presenza non solo di cari allieve ed allievi, amici ed amiche, ma anche di persone che non avevano mai sentito parlare del Metodo e che vi si avvicinavano con interesse e curiosità.
Ogni incontro è stato un’opportunità per scoprire nuovi punti di vista e condividere la bellezza di scoprire qualcosa di sé.
Grazie a Gabriele Zunino e Mariachiara Misischi per la loro appassionata moderazione degli eventi.

Prossima presentazione in programma: martedì 21 gennaio ore 18:15 presso Casa nel Parco, Torino.

Indirizzo

Turin

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

Telefono

3470744321

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