Dott.ssa Adriana Lombardo - Psicoterapeuta - Torino

Dott.ssa Adriana Lombardo - Psicoterapeuta - Torino Svolgo attività di psicoterapia in studio privato rivolta a bambini, adolescenti ed adulti.

I tre stadi dell'evoluzione ✨️🌀
22/09/2025

I tre stadi dell'evoluzione ✨️🌀

Manifestare contro la guerra con modalità violente non fa altro che incrementare la violenza.Restiamo umani. Sempre 🙏🏼❤️
22/09/2025

Manifestare contro la guerra con modalità violente non fa altro che incrementare la violenza.
Restiamo umani. Sempre 🙏🏼❤️

💌 Chi sceglie di non seguire la massa porta sulle spalle un peso che gli altri spesso non vedono: il peso della consapev...
22/09/2025

💌 Chi sceglie di non seguire la massa porta sulle spalle un peso che gli altri spesso non vedono: il peso della consapevolezza, della responsabilità, della libertà.
Le anime libere non cercano approvazione: cercano verità.
La loro forza non è nel rumore che fanno, ma nella resistenza silenziosa che oppongono alle correnti.
E mentre gli altri camminano senza domande, loro continuano a farsi carico delle domande che contano davvero. ✨️

(Sebastiano Alicata)

Immagine: Opera di Dirk Fleischmann (Niphisi)

💌Ci sono cose che non puoi risolvere sempre con la razionalità ma solo concedendoti di "stare" a contatto con il tuo sen...
22/09/2025

💌Ci sono cose che non puoi risolvere sempre con la razionalità ma solo concedendoti di "stare" a contatto con il tuo sentire, sospendendo quel "fare" compulsivo che illude di risolvere, che reprime le emozioni e che spesso rappresenta una fuga da noi stessi. Significa lasciare andare il controllo e il bisogno di sicurezza che non possiamo avere e, passo dopo passo, inziare a fidarci di noi stessi (allineando sentimenti, pensieri, parole e azioni) e della Vita , con tutto ciò che ci farà realizzare e ci offrirà nei tempi giusti. 🌱✨️

💌L’AMORE NON PROVIENE DALL’EGONon c’è amore nella personalità acquisita.La personalità non è la sorgente dell’amore: è u...
22/09/2025

💌L’AMORE NON PROVIENE DALL’EGO

Non c’è amore nella personalità acquisita.
La personalità non è la sorgente dell’amore: è un’interfaccia, una maschera necessaria per muoverci nel mondo, un insieme di comportamenti e ruoli costruiti attraverso l’educazione, le aspettative familiari, i condizionamenti sociali e culturali. Serve a interagire, a funzionare, a sopravvivere. Ma non è la nostra radice.

La vera sorgente dell’amore risiede nell’Essenza, la parte più intima e autentica dell’essere umano. È lì che si manifesta l’energia viva dell’amore: non come comportamento da esibire, ma come qualità dell’essere. L’amore accade fra essenze, non fra maschere.

Le personalità frontali, al contrario, scambiano e condividono solo dinamiche psicologiche: ruoli ereditati dalla famiglia, copioni appresi dall’ambiente, strategie apprese per adattarsi o difendersi. Non vi è vera energia creativa, non vi è sostanza. Possiamo sorridere, parlare con dolcezza, compiere gesti “amorevoli”, ma se dietro a questi non vi è connessione con il nucleo interiore, restano atti vuoti, meccanici, programmati secondo la logica dello stimolo-risposta.

È importante riconoscerlo: possiamo comportarci amorevolmente senza essere amore. È ciò che accade quando vogliamo piacere, ottenere riconoscimento, non perdere l’altro, o quando imitiamo il modello che crediamo “giusto” per essere accettati. In apparenza sembra amore, in realtà è un linguaggio di sopravvivenza.

Perché vi sia amore, occorre prima essere amore. Significa essere connessi alla sorgente interiore, dove l’amore non è emozione passeggera né bisogno da colmare, ma qualità intrinseca dell’essere. Quando questo accade, non senti più il bisogno compulsivo di ricevere amore, attenzione o riconoscimento dall’esterno. Rimane il piacere naturale di condividere, di donare, di entrare in risonanza con l’altro — ma non c’è più la catena del bisogno che genera aspettative e sofferenza.

Ed è qui che si apre un punto decisivo: la differenza fra il piacere di condividere amore e il bisogno di essere amati. Il primo è libertà, è abbondanza, è dono. Il secondo è prigionia, è scarsità, è dipendenza. Nel primo caso, l’amore nasce dalla pienezza dell’essere; nel secondo, dalla mancanza dell’ego che cerca di riempirsi attraverso gli altri.

Ecco perché tante relazioni falliscono: perché si confonde il bisogno con l’amore. Si chiama amore ciò che è paura della solitudine, ciò che è dipendenza dall’approvazione, ciò che è calcolo o compromesso. Ma amore non è nulla di tutto questo: l’amore non chiede, non pretende, non usa. L’amore è.

La chiave, allora, non è cercare di amare di più come comportamento, ma ritornare alla sorgente interiore. Solo lì possiamo ritrovare quella qualità che non ha opposti, che non dipende da ciò che riceviamo, che non teme il rifiuto né la perdita.

Amare non è un “fare”. È un “essere”.

Quando sei amore, non hai più bisogno di mendicare amore. E da quel momento in poi, tutto ciò che ricevi è dono, grazia, abbondanza.

Tanto più avrai il coraggio di scendere in profondità in te stesso… tanto più sarai connesso con la Sorgente d’amore.

Roberto Potocniak - Eleonora Benzi

💌 LAVORARE SU SE STESSICrescere significa attraversare. Non esiste vera evoluzione senza attrito, senza incontrare diffi...
22/09/2025

💌 LAVORARE SU SE STESSI

Crescere significa attraversare. Non esiste vera evoluzione senza attrito, senza incontrare difficoltà, senza sostare davanti al dolore. Solamente accettando di lavorare con le situazioni scomode, con le prove dolorose della vita, con le relazioni difficili e i conflitti interiori, possiamo scoprire chi siamo realmente.

Ogni volta che ci troviamo di fronte a un problema, la vita ci mette davanti a uno specchio: ci chiede se vogliamo trovare una via di fuga — attraverso la distrazione, l’auto-giustificazione, l’illusione — oppure se siamo pronti a imboccare la via della crescita.

🪬La visione materialistica della vita

Se guardiamo la vita solo dal punto di vista biologico, essa appare come un ciclo banale: nascere, mangiare, lavorare, riprodursi e morire. Questa è la visione materialistica, che riduce l’essere umano a un animale più raffinato, ma pur sempre prigioniero degli stessi istinti.

Ma la vita non è stata donata solo per sopravvivere. Se così fosse, non avrebbe senso parlare di coscienza, di amore, di compassione, di libertà.

🔥Le difficoltà come strumenti evolutivi

Paradossalmente, senza difficoltà, non cresceremmo mai. Senza attriti, senza ostacoli, spenderemmo il nostro tempo a dormire, anestetizzati da un’apparente comodità. Sono proprio i problemi a mostrare dove siamo fragili, ma anche a rivelare i semi di potenzialità interiori che aspettano di essere sviluppati.

Questa vita è una Scuola Evolutiva: siamo qui per imparare, per crescere, per evolvere. Non per diventare altro, ma per riconoscere la nostra vera natura — già luminosa, completa e perfetta — che oggi appare oscurata da veli di ignoranza spirituale e da strati di condizionamenti.

🌀Gli “occhiali karmici”

In questo momento la nostra percezione della realtà è deformata da ciò che potremmo chiamare “occhiali karmici”:

attaccamento verso ciò che ci piace;

repulsione verso ciò che non ci piace;

indifferenza verso tutto il resto.

Queste tre forze oscuranti ci fanno reagire in modo automatico e meccanico: ci aggrappiamo, rifiutiamo, o ignoriamo. Ma la realtà, filtrata così, ci scivola addosso: finiamo per chiudere il cuore e la mente a circa il 90% di ciò che ci circonda. Poi ci chiediamo perché non siamo felici.

Viviamo con la coscienza contratta, separati dall’unità dell’esistenza, incapaci di vedere la verità che ci circonda e che ci abita.

🙏🏼Mancanza di conoscenza e rischio di smarrimento

Quando si usa qualcosa senza sapere come funziona, inevitabilmente ci si fa male. Lo stesso vale per la vita: vivere senza conoscere le leggi che la governano significa procedere al buio, ferendo sé stessi e gli altri.

Senza comprensione, senza consapevolezza, senza visione interiore, rischiamo di sprecare l’occasione preziosa di questa esistenza, trasformando la vita in un ripetersi di errori, sofferenze e illusioni.

🌟La necessità degli insegnamenti autentici

Ecco perché, da millenni, esistono tradizioni spirituali, maestri realizzati, lignaggi di conoscenza. Non si tratta di “new age” o di improvvisazioni, ma di mappe collaudate che hanno aiutato gli esseri umani a liberarsi dal ciclo di sofferenza e di ripetizione.

Il lavoro su di sé non si improvvisa: richiede conoscenza, metodo, disciplina, e una guida che abbia percorso la strada. Bisogna preparare il corpo, la mente, le emozioni, l’energia e la coscienza, affrontando i passi uno alla volta, secondo leggi precise. Solo così il lavoro diventa verificabile, concreto e trasformativo.

✨️Perché pochi intraprendono il lavoro autentico

Il lavoro interiore è per tutti, ma di fatto è per pochi. Molti amano ascoltare discorsi sulla crescita, discutere di spiritualità, leggere testi ispiranti. Ma pochi hanno il coraggio di mettersi realmente in gioco, di iniziare da zero, di rinunciare a certezze e comodità per imparare ad imparare.

Lavorare su se stessi significa disarmare l’ego: togliere forza all’arroganza, alla vanità, all’orgoglio, alle menzogne interiori, alle emozioni negative, all’attaccamento e all’egocentrismo. Significa avere il coraggio di guardarsi senza maschere e di mettere la propria vita al servizio della verità, della crescita e della liberazione interiore.

Il lavoro su se stessi è l’unica vera rivoluzione possibile. Non consiste nel fuggire dalle difficoltà, ma nell’affrontarle con consapevolezza. Non consiste nell’inseguire soluzioni esteriori, ma nel trasformare la coscienza.

Questa vita non è un incidente biologico, ma un’opportunità evolutiva. È un cammino che ci chiede di svegliarci dal sonno della meccanicità, di liberarci dalle illusioni e di ritrovare la nostra natura autentica, che è già completa, già luminosa, già libera.

Il senso della vita non è sopravvivere, ma risvegliarsi.

Roberto Potocniak - Eleonora Benzi

💌 VIVERE MECCANICAMENTEConsapevolezza e Meccanicità: come la Luce e il BuioLa consapevolezza e la meccanicità non posson...
22/09/2025

💌 VIVERE MECCANICAMENTE

Consapevolezza e Meccanicità: come la Luce e il Buio

La consapevolezza e la meccanicità non possono coesistere. Sono come la luce e il buio: quando entra l’una, l’altra scompare. Nel momento in cui sei consapevole, la meccanicità si dissolve; nel momento in cui reagisci meccanicamente, la consapevolezza è già evaporata.

Questa è una legge interiore fondamentale. Non è una metafora, è una constatazione pratica che ognuno può verificare dentro di sé.

🌀La meccanicità: il sonno interiore

Che cosa significa “meccanicità”?
Significa vivere come automi, reagendo a stimoli e circostanze secondo schemi prefissati. Significa che non sei tu a scegliere: la rabbia sceglie per te, la paura reagisce per te, l’orgoglio risponde al posto tuo.

La meccanicità è la ripetizione del passato: risposte automatiche, emozioni negative che si riattivano come circuiti elettrici sempre uguali. Non c’è presenza, non c’è libertà: sei mosso da forze che non vedi e che non controlli.

✨️La consapevolezza: la luce che dissolve le ombre

La consapevolezza, invece, è la luce della presenza. È il momento in cui ti accorgi di te stesso, in cui sei testimone dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, delle tue parole, senza lasciarti trascinare.

Quando sei consapevole, non puoi reagire meccanicamente, perché la consapevolezza è già un atto di libertà. Vedi l’impulso sorgere — la rabbia, la paura, la gelosia — ma non sei obbligato a identificarci. In quello spazio di visione nasce la possibilità di scegliere.

La consapevolezza non è sforzo morale, non è reprimere le reazioni: è trascenderle attraverso la luce del vedere.

🌀Inversamente proporzionali

Consapevolezza e meccanicità sono inversamente proporzionali.

Se sei pieno di consapevolezza, la meccanicità non può entrare: i tuoi atti avranno il sapore della libertà, della freschezza, della creatività.

Se sei immerso nella meccanicità, la consapevolezza non è presente: i tuoi atti saranno ripetizione, conflitto, reattività cieca.

Non è questione di volontà. È una legge: o sei presente, o sei addormentato. Non ci sono vie di mezzo.

🔥Aggressività e negatività: il segno del buio

Quando reagisci negativamente, quando rispondi con aggressività, rancore o violenza, non sei consapevole. È il segno che sei caduto nel buio della meccanicità. In quei momenti non sei tu a decidere: sei governato dal tuo inconscio, dalle tue ferite, dai tuoi automatismi.

La consapevolezza non è mai aggressiva, perché la sua natura è pacifica, come la luce. Può essere ferma, decisa, persino tagliente, ma non distruttiva. Dove c’è consapevolezza, c’è equilibrio, compassione, lucidità.

🔮La pratica del vedere

Il lavoro su di sé consiste proprio in questo: ricordarsi di sé. Ogni volta che cadi nella meccanicità, ti ricordi. Ogni volta che reagisci, torni a osservarti. Questo semplice atto di vedere è già trasformazione.

Poco a poco, la luce cresce e il buio si ritira. Le reazioni perdono forza, gli automatismi si allentano, e cominci a sperimentare spazi interiori di vera libertà.

La consapevolezza e la meccanicità non possono abitare lo stesso istante. Come la luce e il buio, l’una cancella l’altra. La crescita spirituale è questo: sostituire il sonno con la presenza, la reazione cieca con la libertà consapevole, l’automatismo con la grazia.

Ogni passo verso la consapevolezza è un passo verso la luce. Ogni caduta nella meccanicità è un ritorno al buio. Ma la buona notizia è che basta una scintilla di presenza per dissolvere ore di oscurità.

La consapevolezza è la chiave. Il resto sono solo catene.

Non puoi essere conscio ed inconscio allo stesso tempo.

E una persona conscia non accetterà di vivere sotto le morali dettate dall'incoscio famigliare-sociale.

Roberto Potocniak - Eleonora Benzi

Quello che a molti bambini e ragazzi è chiaro, i grandi non riescono ancora a comprenderlo.*disegno realizzato dai ragaz...
22/09/2025

Quello che a molti bambini e ragazzi è chiaro, i grandi non riescono ancora a comprenderlo.

*disegno realizzato dai ragazzi del progetto Next 5.14 - New EXperiences and Tools in occasione di un contest contro la guerra nel 2022

22/09/2025
💌 “La stanchezza persistente porta al culto del silenzio, perché quando si è esausti le parole perdono di significato e ...
22/09/2025

💌 “La stanchezza persistente porta al culto del silenzio, perché quando si è esausti le parole perdono di significato e martellano nelle orecchie, ridotte a sonorità vuote, a vibrazioni esasperanti. I concetti si stemperano, la forza dell’espressione si attenua, tutto ciò che si dice o si ascolta si svuota fino ad apparire sterile e ripugnante. Sembra allora inutile esprimere un parere, prendere posizione o impressionare qualcuno; dopo essersi forsennatamente prodigati per risolvere tutti i problemi, dopo essersi tormentati al massimo grado, quando occorrerebbe dare risposte definitive, si finisce col trovare nel silenzio la sola realtà e l’unica forma d’espressione.“

Emil Cioran

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