Stefano Serluca, Ph.D, Psicoterapeuta - Adolescenza ed Età Adulta

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Stefano Serluca, Ph.D, Psicoterapeuta - Adolescenza ed Età Adulta Oltre 20 anni di esperienza in percorsi di e e . Specializzato in ed .

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📧 st.serluca@gmail.com

01/10/2025
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29/09/2025

17/09/2025



Oltre il lettino di Freud: Intelligenza Artificiale e Psicoterapie

Questa “single-party therapy” digitale appare proiettatci verso un modello ibrido, dove ogni intervento sembrerebbe poter esser calibrato tra presenza umana e potenza computazionale.
Ma il cuore della cura rimane il contatto autentico tra paziente e terapeuta: l’AI potrà spalancare porte, ma sta a noi terapeuti eventualmente scegliere quali porte valga la pena, se ne vale la pena, attraversare in una sana e autentica relazione psicoterapeutica con i nostri pazienti.

15/09/2025

Tu sei molto più della tue ferite... Sei la loro trasformazione...

06/09/2025

31/08/2025







Intelligenza Artificiale e Psicoterapia Tradizionale: Rischi, Limiti e Prospettive

Introduzione

L'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente numerosi ambiti della vita umana, inclusa la psicoterapia. Se da un lato l'IA promette di migliorare l'accessibilità e l'efficienza dei servizi terapeutici, dall'altro solleva interrogativi etici e pratici riguardo alla qualità del rapporto terapeutico, alla privacy e alla sicurezza dei dati personali.

Analisi dei Rischi

Uno dei principali rischi associati all'uso dell'IA in psicoterapia è la spersonalizzazione del rapporto terapeutico. La relazione tra terapeuta e paziente è tradizionalmente fondata sull'empatia, sull'ascolto attivo e sulla costruzione di un legame umano. L'interazione con un sistema automatizzato, per quanto avanzato, può mancare di quella profondità emotiva necessaria per affrontare problematiche psicologiche complesse (Turkle, 2011). Inoltre, gli algoritmi di IA sono limitati dalla qualità e dalla quantità dei dati su cui sono addestrati. Ciò può portare a diagnosi errate o a interventi terapeutici non adeguati, specialmente in casi che richiedono una comprensione culturale, sociale e personale del paziente (Blease et al., 2020).
Un ulteriore pericolo riguarda la sicurezza e la riservatezza dei dati. Le piattaforme digitali che utilizzano IA raccolgono e analizzano grandi quantità di informazioni sensibili.
La protezione di questi dati è fondamentale per evitare violazioni della privacy e potenziali danni psicologici (Luxton, 2016). Nonostante questi rischi, l'IA può offrire strumenti utili per integrare la psicoterapia tradizionale, come chatbot per il supporto emotivo, sistemi di monitoraggio del benessere mentale e assistenti virtuali per la gestione degli appuntamenti. Tuttavia, è essenziale che tali strumenti siano utilizzati sotto la supervisione di professionisti qualificati e che non sostituiscano il contatto umano nel processo terapeutico.

Riflessioni conclusive

In conclusione, l'uso dell'intelligenza artificiale in psicoterapia presenta opportunità e sfide. È fondamentale mantenere un equilibrio tra innovazione tecnologica e rispetto dei principi etici e umani che guidano la pratica terapeutica. Solo attraverso una regolamentazione attenta e una riflessione critica sarà possibile integrare l'IA in modo efficace e sicuro nel contesto psicoterapeutico.

Bibliografia

- Turkle, S. (2011). Alone Together: Why We Expect More from Technology and Less from Each Other. Basic Books.
- Blease, C., Kaptchuk, T. J., & Bernstein, M. H. (2020).
- Artificial Intelligence and the Future of Psychiatry: Insights from a Global Physician Survey. NPJ Digital Medicine.
- Luxton, D. D. (2016). Artificial Intelligence in Psychological Practice: Current and Future Applications and Implications. Professional Psychology: Research and Practice.

29/08/2025

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Salve,
sono il Dott. Stefano Serluca, psicoterapeuta e formatore con oltre vent’anni di esperienza nel supporto psicologico in ambito scolastico, sanitario e comunitario.

Unisco approcci clinici consolidati a tecniche creative come l’improvvisazione terapeutica, per creare un percorso che metta al centro il benessere emotivo e la crescita personale.

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28/08/2025



“Amori tossici” di Laura Pigozzi esplora i meccanismi inconsci che trasformano l’amore in dipendenza patologica, offrendo una riflessione puntuale sulle radici psicoanalitiche delle relazioni affettive malsane. Psicoanalista e psicologa clinica formata tra Italia e Francia, Pigozzi utilizza il suo sguardo clinico per mappare le dinamiche che avvelenano il legame di coppia e i rapporti familiari.

Fondamenti teorici: il nastro di Moebius e i confini dell’Io

L’autrice riprende la metafora lacaniana del nastro di Moebius per rappresentare il continuum tra inconscio e Altro: amanti che «danzano sul nastro», entrando nel campo dell’altro senza sovrastarlo e tornando al proprio senza perdere sé stessi. Questo modello diventa la lente con cui indagare come un’eccessiva fusione o un’eccessiva distanza strutturino le dipendenze affettive.

Il confine come membrana psichica

Al cuore del saggio c’è l’idea che l’amore sano dipenda da confini «porosi, mobili, morbidi» che permettano scambi nutritivi senza dissolvere l’identità individuale. Quando queste membrane cedono — per iper-protezione, invadenza o rifiuto — il legame si trasforma in simbiosi distruttiva o isolamento mortificante, generando sofferenza e ripetizioni nevrotiche.

Fenomeni contemporanei di dipendenza affettiva

Pigozzi documenta come condotte quali ghosting, serial loving e gaslighting rispecchino la stessa radice patologica: un confine mal regolato che oscilla tra fusione estrema e astinenza totale.
Per Pigozzi il ghosting si configura come un’estrema forma di abbandono: il partner si dilegua senza spiegazioni, interrompendo ogni contatto. Questo gesto radicale spinge l’altro in uno stato di vuoto e crisi d’identità, richiamando il trauma originario del rifiuto infantile. Sul piano psicoanalitico, il ghosting attesta un confine rigidissimo: il “ghost” costruisce una barriera invalicabile che, anziché proteggere, annienta il legame e ripropone l’angoscia primaria dell’abbandono.
Il “serial lovers” o serial loving emergono come soggetti che inseguono ossessivamente l’idea dell’amore assoluto, ma non ne tollerano la concretezza. La loro strategia relazionale è una fuga continua: appena si avverte la minima fragranza di intimità stabile, ripartono alla ricerca di nuove emozioni. Pigozzi interpreta questo comportamento come la ripetizione di un copione infantile di ricerca di nutrimento affettivo mai soddisfatto, dove ogni “luna di miele” diventa il riattivarsi del bisogno di fusione seguita da un panico di dissoluzione del sé.
Il gaslighting, secondo l'Autrice, la forma più subdola di manipolazione: il gaslighter mina la percezione della realtà del partner, facendolo dubitare di sé, dei propri ricordi e delle proprie emozioni. In ottica psicoanalitica, questa dinamica rispecchia il desiderio di potere sullo spazio psichico altrui, un’invasione predatoria che corrode la membrana confinale tra Io e Altro. Colpire la certezza interna dell’altro equivale a costruire un dominio totale, riproducendo l’assedio di una figura genitoriale invadente o autoritaria vissuta in età infantile.

Verso la consapevolezza

Riconoscere queste tre manifestazioni è il primo passo per ricostruire confini sani. Pigozzi invita a esplorare le radici infantili di tali comportamenti, aiutando a sviluppare una “membrana psichica” porosa ma difensiva, capace di nutrire il legame senza dissolvere l’identità personale.descrive come «genitori elicottero» e dinamiche familiari invadenti formino nell’infanzia un’impronta indelebile di insicurezza e bisogno di conferme continue.

Analisi clinica e prospettive terapeutiche

Il valore psicoanalitico del libro risiede nella capacità di intrecciare casi clinici e teoria:
- L’interpretazione delle ripetizioni affettive e della trasmissione intergenerazionale di modelli di attaccamento.
- L’attenzione al transfert nei setting individuali e di gruppo.
- Le proposte di intervento volte a ristabilire confini sani attraverso esercizi di mentalizzazione e tecniche di mindfulness integrata.

Questa pluralità di livelli offre uno strumento sia diagnostico sia preventivo, utile a clinici e lettori in cerca di consapevolezza sui propri schemi relazionali.

Conclusioni

“Amori tossici” rappresenta un contributo significativo alla psicologia delle dipendenze affettive, fondendo rigore psicoanalitico e concretezza clinica. Consigliato a terapeuti, counselor e a chiunque voglia riconoscere e sanare le crepe invisibili dei propri legami, questo saggio invita a coltivare confini flessibili e a prendersi cura dell’equilibrio tra sé e l’altro.

Indirizzo

Turin
10123

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