Dott.ssa Maria Sole Avanzi

Dott.ssa Maria Sole Avanzi Diventa protagonista e muovi il tuo animo per trovare in te stesso le risorse, fai emergere dal tuo animo le capacità, il talento, la vita, il movimento.

Siamo un gruppo di genitori e maestri, abbiamo iniziato un percorso di impegno per educare e per educarci.In quest’epoca...
19/09/2021

Siamo un gruppo di genitori e maestri, abbiamo iniziato un percorso di impegno per educare e per educarci.
In quest’epoca di confusione e povertà, in cui gli animi si inaridiscono, si irrigidiscono e la scuola non educa alla libertà, avendo a cuore il sano sviluppo dell’essere umano, abbiamo voluto impegnarci ogni giorno, ognuno con i propri pregi e i propri difetti, per praticare l’educazione come un’arte.
Lavoriamo per far sì che i nostri bimbi e ragazzi possano essere aiutati ad esprimere se stessi in libertà e verità, consapevoli che educare in modo consapevole e artistico sia l’unico modo efficace per portare un vero cambiamento sociale.
Ci piacerebbe incontrare altri genitori ed educatori che sentano la necessità di aiutare i bambini e i ragazzi a crescere, mantenendo vive tutte le loro potenzialità e rispettando le loro peculiarità. Ci piacerebbe anche incontrare altri uomini e donne, esploratori dell’essere umano, che vogliano intraprendere un lavoro interiore fecondo per tutti.
Potrebbero nascere nuove cose, si conoscerebbero nuove storie e, con forze più grandi, forse potremo veramente seminare per un futuro più sano.

09/07/2021
02/09/2020

Intervento di Philippe Daverio Convegno di Antroposofia 19-22 gennaio 2017 "Nuove mete spirituali in un mondo che sta cambiando. Le radici del futuro. L’evol...

09/05/2016
07/04/2016

Arte della parola
Nel settembre de l1924, Rudolf Steiner tiene la prima conferenza sull’Arte della Parola. Questa nuova arte origina dalle richieste di alcuni attori di teatro che avevano manifestato la necessità di compenetrare il loro lavoro con gli impulsi antroposofici. Nell’Arte dell’insegnamento la parola dovrà essere canale per il fluire dell’arte stessa. L’incoscienza nell’ambito della parola dovrà essere innalzata alla coscienza, trasformando una condizione di “non arte” in “arte”. La parola dovrà essere spogliata dall’utilitarismo e dalla scientificità per rivestirsi di coscienza e arte. Si accoglieranno in questo modo nuovo, suoni e ritmi. Tutto il parlare è un insieme di trentatré suoni, ogni grande opera teatrale o letteraria non contiene altro che questi trentatré suoni, eppure quanta potenza si può sprigionare da essi! Nelle vocali esprimiamo i sentimenti, nelle consonanti l’imitazione del mondo esterno ma la ricchezza incommensurabile consiste nella configurazione che va da suono a suono. I suoni stessi contengono già un gesto, un carattere peculiare, una manifestazione e il muovere dall’uno all’altro dovrà esprimere una sensibilità speciale, al contempo cosciente e non intellettuale e con la partecipazione di tutto l’organismo. Pochissimi sanno cosa avviene quando si articola anche se tutti lo facciamo con grande precisione e naturalezza.
L’uomo è capace di portare la parola alla bocca ma non riesce a portarla alla coscienza egli di fatto dimentica l’attività abitudinaria del parlare e non pronuncia mai i suoni con un particolare grado di coscienza. Questo dipende dal rapporto che l’uomo odierno ha con la parola e con il pensiero in generale. Né chi parla né chi ascolta si interessa a quali suoni o parole vengano scelti e al modo in cui questi vengano scelti, tutta l’attenzione è puntata sul contenuto ideale. I pensieri non si possono riportare direttamente, essi devono rivestirsi della lingua. Nelle forme aeree dei suoni, delle sillabe e delle parole, i pensieri giungono in onde all’ascoltatore che li accoglie in quanto tali, svestendoli di nuovo del contenuto sonoro. In tal modo i suoni divengono meri gusci per il pensiero e la lingua ha solo lo scopo di fornire informazioni e contenuti concettuali. La lingua è divenuta, per la nostra civiltà, un mero segnalatore di pensieri e per la coscienza odierna i due processi del parlare e del pensare non sono strettamente legati. Essi decorrono contemporaneamente: il pensiero in chiara coscienza e la parola del tutto automatizzata e sognante, priva di coscienza. Se ci poniamo il problema di “come” parlare, esso è di difficile soluzione poiché ci ritroviamo a nostro agio solo quando la nostra coscienza è impregnata non da suoni, parole e frasi ma dal “senso” di ciò che vogliamo esprimere. Ma non è sempre stato così e il suono di molte parole indica che, in tempi antichi, la relazione tra lingua e pensiero doveva essere molto più intima. La perdita della capacità da parte dell’umanità di comprendere direttamente i gesti sonori, è narrata nella leggenda della “Torre di Babele”. Naturalmente non bisogna pensare che questa perdita sia subentrata in modo così improvviso e catastrofico, come nella leggenda. La descrizione immaginifica della torre corrisponde piuttosto al risultato di una lunga evoluzione. Al progressivo spegnersi della comprensione immediata della lingua era legato un altro cambiamento radicale, vale a dire la perdita della comprensione per il linguaggio della natura. Prima gli uomini percepivano quel che gli alberi sussurravano, comprendevano lo scroscio delle onde e il fragore del tuono: in tutto ciò parlavano gli Dei. Anche il mondo visibile, il sorgere del sole, le forme degli animali, delle foglie e dei minerali erano come gesti udibili di esseri naturali divini. Per la coscienza odierna, pensiero e parola si sono del tutto divisi oggi il pensiero dovrebbe essere indipendente. In tal modo si giunge dal pensiero legato alla parola, al pensiero puro e la lingua non deve indicare il mondo reale ma la realtà pensata. Affrancato dal compito di portare i pensieri, il linguaggio acquista una nuova efficacia spirituale nella terapia e nell’arte. I pensieri divengono immagini della realtà, i suoni della lingua forze attive ed efficaci.

Maria Sole Avanzi

Arte della parolaNel settembre de l1924, Rudolf Steiner tiene la prima conferenza sull’Arte della Parola. Questa nuova a...
07/04/2016

Arte della parola
Nel settembre de l1924, Rudolf Steiner tiene la prima conferenza sull’Arte della Parola. Questa nuova arte origina dalle richieste di alcuni attori di teatro che avevano manifestato la necessità di compenetrare il loro lavoro con gli impulsi antroposofici. Nell’Arte dell’insegnamento la parola dovrà essere canale per il fluire dell’arte stessa. L’incoscienza nell’ambito della parola dovrà essere innalzata alla coscienza, trasformando una condizione di “non arte” in “arte”. La parola dovrà essere spogliata dall’utilitarismo e dalla scientificità per rivestirsi di coscienza e arte. Si accoglieranno in questo modo nuovo, suoni e ritmi. Tutto il parlare è un insieme di trentatré suoni, ogni grande opera teatrale o letteraria non contiene altro che questi trentatré suoni, eppure quanta potenza si può sprigionare da essi! Nelle vocali esprimiamo i sentimenti, nelle consonanti l’imitazione del mondo esterno ma la ricchezza incommensurabile consiste nella configurazione che va da suono a suono. I suoni stessi contengono già un gesto, un carattere peculiare, una manifestazione e il muovere dall’uno all’altro dovrà esprimere una sensibilità speciale, al contempo cosciente e non intellettuale e con la partecipazione di tutto l’organismo. Pochissimi sanno cosa avviene quando si articola anche se tutti lo facciamo con grande precisione e naturalezza.
L’uomo è capace di portare la parola alla bocca ma non riesce a portarla alla coscienza egli di fatto dimentica l’attività abitudinaria del parlare e non pronuncia mai i suoni con un particolare grado di coscienza. Questo dipende dal rapporto che l’uomo odierno ha con la parola e con il pensiero in generale. Né chi parla né chi ascolta si interessa a quali suoni o parole vengano scelti e al modo in cui questi vengano scelti, tutta l’attenzione è puntata sul contenuto ideale. I pensieri non si possono riportare direttamente, essi devono rivestirsi della lingua. Nelle forme aeree dei suoni, delle sillabe e delle parole, i pensieri giungono in onde all’ascoltatore che li accoglie in quanto tali, svestendoli di nuovo del contenuto sonoro. In tal modo i suoni divengono meri gusci per il pensiero e la lingua ha solo lo scopo di fornire informazioni e contenuti concettuali. La lingua è divenuta, per la nostra civiltà, un mero segnalatore di pensieri e per la coscienza odierna i due processi del parlare e del pensare non sono strettamente legati. Essi decorrono contemporaneamente: il pensiero in chiara coscienza e la parola del tutto automatizzata e sognante, priva di coscienza. Se ci poniamo il problema di “come” parlare, esso è di difficile soluzione poiché ci ritroviamo a nostro agio solo quando la nostra coscienza è impregnata non da suoni, parole e frasi ma dal “senso” di ciò che vogliamo esprimere. Ma non è sempre stato così e il suono di molte parole indica che, in tempi antichi, la relazione tra lingua e pensiero doveva essere molto più intima. La perdita della capacità da parte dell’umanità di comprendere direttamente i gesti sonori, è narrata nella leggenda della “Torre di Babele”. Naturalmente non bisogna pensare che questa perdita sia subentrata in modo così improvviso e catastrofico, come nella leggenda. La descrizione immaginifica della torre corrisponde piuttosto al risultato di una lunga evoluzione. Al progressivo spegnersi della comprensione immediata della lingua era legato un altro cambiamento radicale, vale a dire la perdita della comprensione per il linguaggio della natura. Prima gli uomini percepivano quel che gli alberi sussurravano, comprendevano lo scroscio delle onde e il fragore del tuono: in tutto ciò parlavano gli Dei. Anche il mondo visibile, il sorgere del sole, le forme degli animali, delle foglie e dei minerali erano come gesti udibili di esseri naturali divini. Per la coscienza odierna, pensiero e parola si sono del tutto divisi oggi il pensiero dovrebbe essere indipendente. In tal modo si giunge dal pensiero legato alla parola, al pensiero puro e la lingua non deve indicare il mondo reale ma la realtà pensata. Affrancato dal compito di portare i pensieri, il linguaggio acquista una nuova efficacia spirituale nella terapia e nell’arte. I pensieri divengono immagini della realtà, i suoni della lingua forze attive ed efficaci.

Maria Sole Avanzi

05/04/2016

CORSO DI ARTE DELLA PAROLA

CORSO DI ARTE DELLA PAROLA
05/04/2016

CORSO DI ARTE DELLA PAROLA

Il primo giorno di primavera dell'anno ha avuto inizio oggi, il 20 marzo 2016, alle 5:30. A quell'ora il Sole ha attrave...
20/03/2016

Il primo giorno di primavera dell'anno ha avuto inizio oggi, il 20 marzo 2016, alle 5:30.
A quell'ora il Sole ha attraversato uno dei due punti, nella sfera celeste, in cui l'eclittica e l'equatore celeste si intersecano. La durata del giorno sarà uguale a quella della notte.

Ostara, equinozio di primavera
Il giorno e la notte si sposano, le forze vitali sorgono dalla terra e si manifestano con il vibrare degli elementi per festeggiare le sacre nozze. Ostara, momento potente per i riti del tempo della luce chiara. Cresce la speranza per una nuova nascita, per un nuovo cammino. La fanciulla Kore comincia a vivere il suo risveglio. La terra espira la luce che aveva trattenuto nelle sue profondità. Che questo respiro ci illumini tutti!

Prenotazione necessaria. tel. 349 230 25 22
18/03/2016

Prenotazione necessaria. tel. 349 230 25 22

Inizio previsto per il giorno 9 marzo, dalle ore 15,30Per iscriversi telefonare al 349 230 25 22 opure scrivere a marias...
05/03/2016

Inizio previsto per il giorno 9 marzo, dalle ore 15,30
Per iscriversi telefonare al 349 230 25 22 opure scrivere a mariasole.avanzi@hotmail.it

LA FIABALa fiaba è come la rappresentazione teatrale dell’anima, è l’aiuto per vedere da fuori ciò che accade dentro, è ...
16/02/2016

LA FIABA
La fiaba è come la rappresentazione teatrale dell’anima, è l’aiuto per vedere da fuori ciò che accade dentro, è come salire sul monte per poter vedere e abbracciare uno spazio più ampio, come allargare la possibilità per cogliere un insieme grande e complesso e per potervi trovare la via. La fiaba è il teatro delle vicende dell’animo, il palcoscenico della storia interiore, ogni personaggio è una parte di noi, vivente e operante in noi, nell’animo nostro, attraverso i tempi e gli spazi, sempre vivo.
Maria Sole Avanzi

“Al dovere di compenetrare di fantasia la sua materia d’insegnamento, il maestro deve aggiungere ancora il coraggio dell...
16/02/2016

“Al dovere di compenetrare di fantasia la sua materia d’insegnamento, il maestro deve aggiungere ancora il coraggio della verità. Senza il coraggio della verità, egli non potrà riuscir bene nel suo insegnamento, specialmente con gli scolari meno giovani. D’altra parte, lo sviluppo di questo coraggio della verità dev’essere sempre accompagnato da un forte sentimento di responsabilità di fronte alla verità stessa. Necessità di fantasia, senso della verità, sentimento di responsabilità sono le tre forze che costituiscono i nervi della pedagogia. E chi vuole dedicarsi alla pedagogia, scriva come motto per la sua attività le parole seguenti: compenetrati di fantasia; abbi il coraggio della verità; affina il tuo sentimento di animica responsabilità”. RUDOLF STEINER

Oggi non si dà importanza alle fiabe ed è una perdita enorme per gli esseri umani. Si dovrebbe avere addirittura una cer...
15/02/2016

Oggi non si dà importanza alle fiabe ed è una perdita enorme per gli esseri umani. Si dovrebbe avere addirittura una certa venerazione per le fiabe poiché esse sono un dono di uomini ad altri uomini che sono venuti in terra dopo di loro e, come un dono prezioso, dovrebbero esser considerate da noi, in questa epoca così difficile. Esse sono importantissime per i piccoli ma altrettanto lo sono per i grandi. Maria Sole Avanzi

Secondo settennio e scuola WaldorfDott.ssa Maria Sole AvanziL'essere umano deve poter crescere sentendosi a casa sua nel...
15/02/2016

Secondo settennio e scuola Waldorf

Dott.ssa Maria Sole Avanzi

L'essere umano deve poter crescere sentendosi a casa sua nel mondo.
Il bambino e poi l'adolescente deve poter sviluppare un sentimento sociale di appartenenza fra gli uomini, seme di ogni futuro sviluppo di rispetto, di responsabilità verso i tre regni della natura e di vera tolleranza. Deve, cioè imparare a sviluppare se stesso in armonia con il mondo e diventare capace di creare vere relazioni tra esseri umani che siano feconde di vita.

FEBBRAIO:Imbolc è la festa celtica del culmine dell'inverno, cade a febbraio anzi per essere precisi, incomincia al tram...
13/02/2016

FEBBRAIO:
Imbolc è la festa celtica del culmine dell'inverno, cade a febbraio anzi per essere precisi, incomincia al tramonto dell'ultimo giorno di gennaio, inizio del giorno celtico, a metà tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. Si tratta di una festa dedicata alla luce, e nell'attesa dell'arrivo della primavera. Si celebra tra l'altro accendendo lumini e candele. Da questa antichissima celebrazione ha attinto la chiesa cristiana istituendo la festa della Candelora. Il primo febbraio è per i cristiani anche il giorno in cui si festeggia Santa Brigida, non a caso la festa di Imbolc era dedicata alla divinità femminile Brigit.
Per non dimenticare che il corso dell'anno è scritto dentro di noi attraverso tutti i tempi e tutte le tradizioni non sarebbe sbagliato accendere una candela o un fuoco e cercare nell'animo nostro la speranza della luce.

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