Centro Psicologia Clinica

Centro Psicologia Clinica Siamo un’associazione professionale di psicoterapeuti di formazione psicoanalitica che opera nell?

Dal Maggio 2008 il Centro di Psicoterapia e Psicologia Clinica Torino si occupa della presa in carico delle richieste di aiuto psicologico e psicoterapeutico di bambini, adolescenti, adulti, di coppie in difficoltà e di nuclei familiari. Come psicologi offriamo inoltre supporto alla relazione in ambito professionale. La presa in carico avverrà dopo una adeguata valutazione da parte di uno psicoter

apeuta che indicherà il percorso terapeutico e il trattamento più idoneo ad affrontare i problemi emersi. Il Centro Psicoterapia e Psicologia Clinica si prende cura della Persona ponendo al centro dell’intervento l’elaborazione delle problematiche intrapsichiche che portano sofferenza al soggetto, sofferenza che si riverbera nella famiglia e negli ambiti di vita quali la scuola, il lavoro, i gruppi sociali. Effettua, pertanto, costantemente l’analisi del mondo interno del soggetto e quella del suo mondo relazionale cercando, di volta in volta, con gli interventi di cura necessari, di sostenere il percorso di comprensione e superamento degli stati di malessere psichico e di perdita di senso nella vita quotidiana. Il Centro Psicoterapia si avvale, quando necessario, della collaborazione di diverse figure professionali tra cui: psichiatra, neuropsichiatra, mediatore culturale e collabora con servizi sanitari e sociali. Tutte le attività cliniche usufruiscono di Supervisione Psicologica e Psicoanalitica. Il Centro Psicoterapia e Psicologia Clinica Torino organizza incontri di presentazione delle attività cliniche e incontri tematici di gruppo.

09/11/2022

ATTACCHI DI PANICO

si può definire attacco di panico un episodio di ansia molto intenso, che si presenta tipicamente con un esordio improvviso e di breve durata, anche se ci sono casi in cui può estendersi temporalmente e caratterizzarsi per una successione di crisi di ansia acuta. Nella nostra esperienza di cura degli attacchi di panico vediamo che si tratta di un’esperienza devastante da un punto di vista psicologico perché irrompe improvvisamente, “a freddo”, in un momento di calma che non ne giustifica l’insorgenza su un piano consapevole.
La sintomatologia degli attacchi di panico è variabile da soggetto a soggetto. Spesso la crisi esordisce con una crescente difficoltà respiratoria che conduce la persona ad un senso di soffocamento accompagnato da un’accelerazione repentina della frequenza cardiaca, la sensazione di un tuffo al cuore. Di fronte alla percezione di un così rapido e incomprensibile cambiamento del proprio corpo comprendiamo come psicoterapeuti che la persona può pensare di essere sul punto di morire. Si possono provare brividi, sudorazione, vertigini oppure nausea legata alla sensazione spiacevolissima di qualcosa che sale dallo stomaco. Inoltre insorge un senso di stordimento e confusione, si possono vivere delle parestesie come le sensazioni di formicolio agli arti; non sono rari i fenomeni di depersonalizzazione in cui non si riconoscono più parti del proprio corpo che appaiono come estranee, come ci viene riportato nel lavoro di psicoterapia con i nostri pazienti. In questi casi c’è un’alterata percezione di sé, un senso di irrealtà, e si può provare estraneità verso l’ambiente esterno che appare come profondamente diverso da come lo si conosce.
La persona si accorge che qualcosa nella sua percezione si è drammaticamente modificata al punto da temere di non esistere più. Tutto sembra falsato, come ovattato, può insorgere un’accelerazione del pensiero che altera i suoni, le voci, i colori, la luce diventa insopportabile. La persona terrorizzata ha paura di perdere il controllo, perdere il contatto con la realtà e impazzire. In alcuni pazienti le emozioni sono talmente intense da modificare l’afflusso di sangue al cervello con la conseguenza di un abbassamento della pressione fino a perdere i sensi e svenire. Nel nostro lavoro di psicologi clinici condotto negli anni presso il Centro psicologia abbiamo potuto raccogliere le testimonianze di molti pazienti che ci hanno raccontato di questa variegata e complessa sintomatologia e che ci hanno permesso di fare considerazioni e migliorare il trattamento e la cura degli attacchi di panico.

Nella nostra esperienza il momento più acuto dell’attacco di panico è caratterizzato da un crescendo emotivo perché i pensieri e i vissuti angosciosi accrescono i sintomi fisici, e viceversa. In quei terribili istanti il soggetto prova una profonda solitudine e, anche se apparentemente partecipa alla situazione che sta vivendo, in realtà si sente separato dall’esterno, non ascolta nulla, non gli arriva il calore e la vivacità dell’ambiente circostante, si sente del tutto isolato anche se accanto a lui ci sono persone che gli vogliono bene. Quando è possibile contenere l’ansia scaturita dall’attacco di panico, a causa della vergogna, si è portati a nascondere agli altri presenti la propria condizione emotiva e si sente il bisogno di fuggire dal luogo in cui l’attacco di panico ha avuto esordio per cercare un rifugio sicuro. In altri casi invece si chiede aiuto a chi è vicino disseminando spesso paura e preoccupazione tra i conoscenti perché l’intensità dei sintomi fa pensare ad un infarto o a qualche altra patologia organica grave che conduce spesso al pronto soccorso di un ospedale o ad altri tipi di assistenza urgente. Non sempre è facile quando i sintomi hanno esordio capire che la persona necessita di una cura degli attacchi di panico, solo dopo aver escluso una patologia organica può essere indicato un percorso di psicoterapia.
Quando si esaurisce la fase acuta dell’attacco di panico la persona si sente molto provata, stanchissima. Subentra una condizione di esaurimento fisico e psichico, ci si sente esausti perché la crisi appena superata ha sollecitato notevolmente tutto l’apparato fisico della persona, si sente il bisogno di dormire e recuperare le forze perdute. Ma, nella nostra esperienza, al risveglio riemerge quella sensazione angosciante di insicurezza riguardo al proprio futuro e al rischio di stare nuovamente male.

La maggior parte degli individui che subisce un attacco ne vive poi altri in seguito. Quando nel quadro di vita del soggetto ci sono degli attacchi di panico ripetuti oppure è presente una grande paura di vivere un’altra crisi di ansia, siamo davanti ad un “disturbo da attacchi di panico” altresì definito DAP. Gli attacchi di panico possono però presentarsi anche in altri tipi di disturbi legati all’ansia quali ad esempio l’agorafobia, la claustrofobia, la fobia sociale, l’ipocondria, ecc. Viene naturale per chi soffre di attacchi di panico associare il rischio di un’altra crisi all’ambiente, alla circostanza o all’oggetto che si ritiene responsabile dei precedenti attacchi d’ansia. In questo modo si cerca di allontanare “la paura della paura”.
Anche se inizialmente il meccanismo di difesa dell’evitamento può creare l’illusione di poter controllare il problema fuggendo da alcune isolate situazioni, in seguito ci si rende conto che progressivamente aumenta la lista dei pericoli, tanto da limitare il raggio di azione della persona che si sente sempre più prigioniera della paura e limitata nella propria esistenza, giungendo talvolta a chiudersi in casa per non rischiare di esporsi al rischio di un altro attacco di panico. E ogni volta che si evita un pericolo potenziale aumenta la sensazione di essere psicologicamente fragili. Come psicoterapeuti abbiamo riscontrato un grande malessere anche nei casi in cui le persone che soffrono di crisi di ansia si sforzano di affrontare gli impegni quotidiani poiché tutte le attività vengono vissute con fatica e si caricano di angoscia per la paura di subire un’altra crisi, con il risultato che non è più possibile vivere serenamente.

Chi soffre di attacchi di panico si vergogna delle proprie paure e può decidere di ritirarsi da tutte le situazioni sociali perché teme il giudizio degli altri, teme di non poter essere compreso perché egli stesso sente come immotivate le proprie reazioni emotive. Spesso i pazienti quando arrivano da noi per ricevere una cura degli attacchi di panico si sentono soli e angosciati, in balia di un profondo malessere che può travolgerli. Possono insorgere vissuti depressivi, la persona si vive come inadeguata, incapace e diversa da tutti gli altri, con una graduale perdita della propria autostima.

Per la cura degli attacchi di panico è possibile rivolgersi al nostro Centro di psicoterapia a Torino e richiedere un colloquio di valutazione: sarà possibile parlare con degli psicoterapeuti in grado di valutare approfonditamente il disturbo portato. Offriamo una consulenza di psicologia clinica che permetta di contestualizzare i sintomi presenti, tra i quali anche gli attacchi di panico, correlandoli alla situazione ambientale e relazionale della persona e al modo soggettivo di vivere le esperienze della vita. Nella cura degli attacchi di panico talvolta può risultare necessario affiancare ad un intervento di psicoterapia un supporto farmacologico. Nei casi in cui nei colloqui conoscitivi ne emerga il bisogno sarà cura suggerire al paziente una visita psichiatrica, in modo che attraverso la collaborazione tra professionisti venga offerto l’intervento di cura più completo al malessere della persona.

QUALCOSA SU DI NOI

Il Centro di Psicoterapia si occupa della totalità della situazione di disagio in cui si trova il paziente (minore o adulto) attraverso una presa in carico globale che affianca ad interventi di psicologia clinica o psicoterapia, quando necessario, la collaborazione con psichiatri, neuropsichiatri, educatori e altre figure professionali.

EMERGENZA CORONAVIRUS:Colloqui telefonici e sedute Skype gratuite da 30 minutiIn questo momento di grave EMERGENZA SANIT...
13/03/2020

EMERGENZA CORONAVIRUS:
Colloqui telefonici e sedute Skype gratuite da 30 minuti

In questo momento di grave EMERGENZA SANITARIA, a seguito dell'epidemia COVID19, il Centro di Psicoterapia e Psicologia Clinica ha pensato di formulare un progetto a favore di TUTTA LA POPOLAZIONE italiana che in questi giorni si trova ad affrontare una situazione di limitazione della propria libertà e un improvviso cambiamento delle proprie abitudini quotidiane. Tali misure cautelative sono necessarie da un punto di vista sanitario e richiedono ad ognuno di noi un'assunzione di responsabilità, ma sono fonte di disagio da un punto di vista psicologico e relazionale. In questo momento molte persone sentono la necessità di parlare e confrontarsi per fronteggiare questa situazione eccezionale al centro di tutte le cronache e dei social media. Abbiamo deciso pertanto di offrire degli SPAZI DI ASCOLTO PSICOLOGICO telefonico della durata di 30 minuti, OFFERTI GRATUITAMENTE a chi ne sentisse il bisogno.
È possibile prenotare presso l'indirizzo e-mail info@centropsicoterapia.org lasciando i propri dati e il proprio numero di telefono. La persona verrà ricontattata da uno degli psicoterapeuti del Centro nell'arco di 24h per concordare l'appuntamento telefonico.
Per info www.centropsicoterapia.org

Il Centro di Psicoterapia e Psicologia Clinica è un'associazione professionale di psicologi psicoterapeuti con sede a Torino. Professionalità ed esperienza nel supporto psicologico.

29/08/2018

Quando ho cominciato ad amarmi
Charlie Chaplin (da Hillman la Valle del fare anima)

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono reso conto che il dolore e la sofferenza emotiva
servivano a ricordarmi che stavo vivendo in contrasto con i miei valori.
Oggi so che questa si chiama autenticità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho capito quanto fosse offensivo voler imporre a qualcun altro i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama rispetto.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho smesso di desiderare una vita diversa
e ho compreso che le sfide che stavo affrontando erano un invito a migliorarmi.
Oggi so che questa si chiama maturità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho capito che in ogni circostanza ero al posto giusto e al momento giusto
e che tutto ciò che mi accadeva aveva un preciso significato.
Da allora ho imparato ad essere sereno.
Oggi so che questa si chiama fiducia in sé stessi.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
non ho più rinunciato al mio tempo libero
e ho smesso di fantasticare troppo su grandiosi progetti futuri.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e felicità,
ciò che mi appassiona e mi rende allegro, e lo faccio a modo mio, rispettando i miei tempi.
Oggi so che questa si chiama semplicità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono liberato di tutto ciò che metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni
e qualsiasi cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso.
All’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma
oggi so che questo si chiam chiama amor proprio.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi facendo ho commesso meno errori.
Oggi so che questa si chiama umiltà.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato
o di preoccuparmi del futuro.
Oggi ho imparato a vivere nel momento presente, l’unico istante che davvero conta.
Oggi so che questo si chiama benessere.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono reso conto che il mio Pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho imparato a farlo dialogare con il mio cuore,
l’intelletto è diventato il mio migliore alleato.
Oggi so che questa si chiama saggezza.

Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e
i problemi che abbiamo con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che questa si chiama vita.

Charlie Chaplin

PRIMA I FATTI DOPO LA TEORIA (Da JungItalia)“Prima i fatti e poi la teoria: questa è la nota dominante del lavoro di Jun...
29/08/2018

PRIMA I FATTI DOPO LA TEORIA (Da JungItalia)

“Prima i fatti e poi la teoria: questa è la nota dominante del lavoro di Jung. Egli è, tutto sommato, un empirista.”
(British Medical Journal” del 9 febbraio 1952)

✒️ Scrive Jung: «Nessuno può comprendere realmente queste cose se non le abbia egli stesso sperimentate. Ecco perché mi interessa molto di più indicare le vie e le possibilità di una simile esperienza che porre formule intellettuali, le quali per difetto di esperienza rimarrebbero necessariamente vuoti fantasmi verbali.

Moltissimi, purtroppo, imparano le parole a memoria e si immaginano le esperienze relative, e poi, secondo il temperamento, si esprimono in tono di credenti o di critici.

Qui si tratta di una nuova impostazione di problemi, di un nuovo (eppur così vecchio!) campo di esperienza psicologica, nel quale non giungeremo a un risultato teorico di un qualche valore se non quando i relativi fenomeni psichici saranno noti a molti. Si comincia sempre con lo scoprire fatti, e non teorie. Le teorie nascono poi dalla discussione fra molti.»
(C.G.Jung – L’io e l’inconscio – p.121)

✒️ «Jung possedeva una sensibilità epistemologica particolarmente acuta.»
(Renos K. Papadopoulos - Manuale di psicologia Junghiana)

✒️ «Benché mi abbiano spesso chiamato filosofo, io sono un empirista e mi attengo al punto di vista fenomenologico. È mia opinione che riflettere su valori che vadano oltre quelli di una semplice raccolta e classificazione di esperienze non significhi affatto urtare contro i principi dell’empirismo scientifico.

In realtà credo che un’esperienza senza medicata riflessione sia assolutamente impossibile, poiché l’ “esperienza” è un processo di assimilazione senza il quale non può esistere intendimento. Partendo da questa constatazione, io mi accosto ai fatti psicologici da un punto di vista scientifico, non filosofico.

In quanto la religione ha un aspetto psicologico importantissimo, io tratto l’argomento da un punto di vista strettamente empirico, cioè mi limito a osservare dei fenomeni, e mi astengo da qualsiasi specie di considerazioni, ma non posso pretendere d’avere una competenza tale da permettermi di rifarmi a tali punti di vista senza cadere in errori.»
(C.G.Jung, Opere 11, p.15)
_____________

✍️ Che cos'è l'inconscio? [Leggi qui il post] ➡️ bit.ly/inconscio

Le principali caratteristiche dell'inconscio in psicologia e nella vita di ognuno. Una dimensione psichica studiata ancora oggi da psicologia e neuroscienza

19/11/2017

"La mia via non è la vostra via, dunque non posso insegnarvi nulla. (...) In noi è la via, la verità e la vita. Guai a coloro che vivono seguendo dei modelli! La vita non è con loro. Se voi vivete seguendo un modello, allora vivrete la vita del modello, ma chi dovrebbe vivere la vostra vita, se non voi stessi? (...) Cercate la via? Vi metto in guardia dall'imboccare la mia strada. Per voi può essere quella sbagliata."
Libro Rosso, Prologo, pag. 231.

"Ciascuno percorra la sua via".
Libro Rosso, pag.247.

Il titolo del primo capitolo del libro " L'Opera in rosso" di Romano Màdera, 'Vietato imitare', ci ammonisce che l'unico modo per restare fedeli all'insegnamento di Jung, è allontanare ogni tentazione di assumerlo a modello da imitare. "Il processo individuativo", sostiene Madera, "non si può comunicare...o avviene per se stessi, o non può darsi, non c'è passaggio, è comprensibile solo per chi lo ha già in incubazione per suo conto. Per raccoglierne davvero l'eredità occorre, abbandonare la via dell'imitazione a favore di quella dell'individuazione". È lo stesso Jung, del resto, a suggerirci di muoverci in questa direzione quando, in Ricordi, sogni e riflessioni, prende le distanze dal convenzionale modo d'intendere l'imitatio Christi: "Cristo è l'esemplare che vive in ogni cristiano come sua personalità totale. Ma il corso della storia portò alla imitatio Christi, con la quale l'individuo non segue il proprio fatale cammino verso l'interezza, ma cerca di imitare la via seguita da Cristo. Anche in oriente lo sviluppo storico portò a una devota imitatio del Buddha, e questi divenne un modello da imitare: con ciò la sua idea perdette di forza, così come l'imitatio Christi fu foriera di una fatale stasi nell'evoluzione dell'idea cristiana."
Chiunque voglia muoversi in consonanza con l’esperienza junghiana e provare a fare tesoro, è chiamato al paradossale compito di "universalizzare l'esperienza individuale e individualizzare il lascito universale", secondo il pensiero junghiano per il quale “il metodo è l’analista”.
"Jung può solo intuire come un rabdomante la corrente che scorre sotto la superficie, non ha né la mentalità né le competenze, per afferrare in modo più complesso e articolato la trasformazione della costellazione di civiltà e della configurazione culturale. (...). Le sue doti intuitive sprigionano però folgorazioni che illuminano a giorno il passaggio dell'epoca. qui sta la pregnanza del suo appello a dismettere imitazione e modelli esemplari."
Intuizioni, presenti nel Libro rosso nel quale, Jung sperimenta e tesaurizza “l’unione tra biografia e teoria”, realizzando un’alchemica “opera al rosso” che “rimette in questione del suo sapere scientifico e psichiatrico, le linee della psicoanalisi fino ad allora seguita”.

22/03/2017

Il corpo a volte passa attraverso l'anima; un desiderio vola come una freccia scagliata da un punto della nostra carne verso il cielo stesso del nostro spirito.

Un dolore, un bagliore, scheggiano la sostanza del presente, la verità si mostra e fugge attraverso un sogno; il giorno trascorso riluce, si sviluppa e si cancella ancora una volta in una fessura del giorno: e a me, mentre respiravo inconsapevole il profumo che basta a rendermi vane tutte le cose non infinite, e quando non avevo da dimenticare per essere, e da abbandonarmi per agire, apparve un'idea pura, una luce del tutto estranea alla voluttà, e strana per la tenerezza.

Poi essa fece posto a una curiosa sensazione di anacronismo. Fra un momento così dolce, confuso e sorto così oscuramente, e questo pensiero di inumana purezza, l'assenza di relazione mi fece sorridere, mi fece bene e male.

(P. Valery, Alfabeto)

01/03/2017

«Merlino disse un giorno: “Preferisco salvare la mia anima anziché (possedere) la terra”, e rinunciò ad ogni potenza terrena; parimenti Jung respinse la tentazione di rivendicare un potere spirituale. Ad alcuni suoi alunni che lo pregavano un giorno di risolvere per loro certi problemi, rispose: “Non voglio diventare un vecchio fanatico del potere come Freud; decidete da soli: quando non ci sarò più, dovrete pur sapere che fare. "Cercava sempre di rendere gli altri liberi e autosufficienti."

(Marie Louise Von Franz, Il mito di Jung)

18/11/2016

"Vorrei svegliarmi in un mondo più gentile" . Comportamenti non empatici possono provocare effetti intensi e duraturi negli anni.

18/11/2016

"Finora ignoravo cosa fosse il terrore: ormai lo so. E' come se una mano di ghiaccio si posasse sul cuore. E' come se il cuore palpitasse, fino a schiantarsi, in un vuoto abisso."
Oscar Wilde

13/11/2016
30/10/2016

Che cos’è l’inferno? - chiesi.

Amare
Senza eco,

Chiedere
Senza una risposta,

Scrivere
Senza avere lettori,

Dormire
Senza che nessuno riempia i tuoi sogni,

Fare voti
Senza che ci siano dei,

Avere una chiave
E non avere casa,

Aprire la mano
E non trovare una donna che la legga.

( AHMED AL-SHAHAWI )

La leggenda del lupo innamorato della lunaC'erano una volta due fratelli: il Sole e la Luna.Essi facevano parte della sc...
30/03/2016

La leggenda del lupo innamorato della luna

C'erano una volta due fratelli: il Sole e la Luna.
Essi facevano parte della schiera di Dei immortali, a cui era stato affidato il compito di guidare il creato nel suo corso, e insieme si contendevano il cielo. Il primo governava il giorno, la seconda la notte. Erano molto uniti e il fratello amava la sorella tanto quanto la sorella amava il fratello. Ma qualcosa opprimeva il cuore della Luna: per tutta la durata della sua vita aveva guardato il mondo solo dall'alto, senza mai potersi avvicinare al suolo. Gli altri Dei non avrebbero mai permesso che ella lasciasse la notte incustodita. E come ogni cosa proibita, la terra era per lei un richiamo irresistibile, che le straziava il cuore. Tutto ciò rendeva la Luna infelice e nemmeno il fratello riusciva a ridonarle il sorriso.
Così, un giorno, il Sole decise di aiutarla a scendere dal cielo, con la promessa che sarebbe tornata prima del calar della notte, così nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. La Luna, felice, poté finalmente toccare quella terra, che per molto tempo aveva bramato. E fu proprio qui che ella incontrò il Lupo. Egli era molto bello, col pelo bianco e i muscoli possenti. Si guardarono per un attimo. Gli occhi oro del Lupo incontrarono quelli argento della Luna. E fu così che il Lupo si innamorò della Luna.
Ma egli non sapeva chi lei fosse ed ella dovette tornare nel cielo, come promesso. Così furono costretti a lasciarsi. Ma il Lupo aveva piantato nel cuore della Luna il germoglio del primo amore, così ella non poté dimenticarlo.
Il Sole si accorse del cambiamento avvenuto nel cuore della sorella e, quando vide il Lupo sulla terra cercare una bellissima fanciulla con occhi e capelli d'argento, capì cosa era accaduto.
Come si è già detto, il Sole amava molto la sorella e non poteva sopportare la sua infelicità. Fu così che decise che avrebbe aiutato il Lupo e la Luna ad incontrarsi. Essi si sarebbero visti di giorno, mentre il Sole distraeva gli Dei e gli uomini con la sua luce abbagliante.E così il Lupo e la Luna divennero amanti.
Il Lupo prese sembianze umane per poter amar meglio la Luna, ma così egli incominciò a invecchiare. La Luna non poteva sopportare di continuare a vivere mentre il Lupo moriva. Decise di rinunciare alla sua immortalità e di non tornare mai più in cielo.
Gli dèi si adirarono: non potevano sopportare un simile affronto, non potevano sopportare che uno di loro abbandonasse il suo compito per amore di un mortale. Essi punirono i due amanti: la Luna venne imprigionata per sempre nel cielo, con le stelle a sorvegliarla, e il Lupo fu condannato a chiamarla incessantemente con il suo malinconico ululato, ogni notte per tutta l'eternità.
Ancora una volta il Sole non poté sopportare la sofferenza della Luna. Egli convinse gli Dei a conceder loro la possibilità di incontrarsi ancora.
Per questo una volta al mese non si vede la Luna nel cielo: ella è scesa sulla terra per incontrare il suo amato, che solo in quella notte può riprendere una forma umana.
Ancora oggi, a distanza di secoli, il Lupo ogni notte rincorre la Luna nel cielo, senza mai poterla avvicinare. Ancora oggi la Luna guarda dall'alto, infelice e pallida, il suo Lupo cercarla e aspetta con ansia la notte in cui potrà stringersi di nuovo al suo petto. Ancora oggi, a distanza di secoli, l'amore della Luna per il Lupo e del Lupo per la Luna arde nei loro cuori.
Il Lupo si è innamorato della Luna e nessuno, neanche gli Dei, potrà mai cambiare le cose

02/03/2016

La donna sana assomiglia molto al lupo: robusta, piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale, errante. Eppure la separazione dalla natura selvaggia fa sì che la personalità della donna diventi povera, sottile, pallida, spettrale. Non siamo nate per essere cuccioli spelacchiati e incapaci di balzare in piedi, incapaci di cacciare, di generare, di creare una vita. Quando la vita delle donne è in stasi, è nel tedio, allora è tempo per la Donna Selvaggia di emergere; è tempo per la funzione creativa della psiche di inondare il delta.
(Clarissa Pinkola Estès)

26/02/2016

E’ il guardare l’ombra che mostra l’ anima.
Affermava Jung in 'Psicologia dell’inconscio': “Si fa di tutto anche le cose più strane, pur di sfuggire alla propria anima”. Ed è così. La cosa più incredibile è che anche la psicologia stessa nega ciò che è. Psicologia deriva da psyché che significa spirito, anima e da logos che significa discorso, studio. La psicologia è lo studio dello spirito o dell’ anima.
(web)

Nuovo logo del Centro!
26/02/2016

Nuovo logo del Centro!

26/06/2015

Sono nata nel grembo di mia madre, ma mi sono "individuata" nel grembo della terapia. Gestazione assai sofferta. Non c'è cosa più difficile che diventare ciò che si è. Ho la testa infarcita di teorie e di tecniche ma sono gli echi della mia terapia che si attivano in seduta, è la terapeuta che è stata in terapia che entra in relazione con l'altro. La teoria e la tecnica entrano in gioco quando la persona lascia la stanza.
Giuliana (da Alfredo Ferrajoli)

Indirizzo

Via Caboto, 44
Turin
10124

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