Fabio Porporato -Psicologo e Psicomotricista-

Fabio Porporato -Psicologo e Psicomotricista- Osservo, gioco e racconto il mondo dei piccoli ai grandi

Torno a scrivere dopo tanto, dopo mesi densi di vita dura: quella vita che ti mette alla prova, quella che ti fa soffrir...
12/06/2025

Torno a scrivere dopo tanto, dopo mesi densi di vita dura: quella vita che ti mette alla prova, quella che ti fa soffrire come un cane e che ti convince a pensare che non sarai mai più felice… sono successe tante cose che nemmeno il Covid è lontanamente paragonabile.

Poi il tempo passa, alcune cose si sistemano, altre rimangono ferite aperte e sanguinanti, le solitudini e i silenzi diventano più sopportabili e riesco a mettere distanza da ciò che prima bruciava da morire.

Scrivo ora, totalmente a caso e fuori dalle logiche dei social perché questa pausa mi ha permesso di ri-vedere con chiarezza il motivo per cui ho iniziato a scrivere e condividere riflessioni: raccontare di me, di ciò che sono e di cosa faccio.

Scrivo ora per celebrare ciò che nella foto di repertorio ripescata da Facebook è il più bel modo di festeggiare i miei 44 anni: le persone, i legami, le vicinanze, le amicizie, le relazioni, vecchie o nuove che siano.

Perché se c’è una cosa che ho imparato in questo pezzo di vita è che da soli si può stare benissimo ma insieme è meglio; ma questo meglio va costruito, nutrito, alimentato, cercato e coltivato. Ed è tremendamente difficile, faticoso e doloroso ma ne vale la pena perché soltanto insieme ci salviamo in questo mondo di m***a!

P.s.: auguri anche a te , mio gemello, pezzo di cuore e di vita.

Lo so che ci sono tantissimi eventi, lo so che potreste avere altri programmi, lo so che se c’è il sole si sta meglio al...
15/05/2025

Lo so che ci sono tantissimi eventi, lo so che potreste avere altri programmi, lo so che se c’è il sole si sta meglio all’aria aperta…

Ma se ci sarete mi farà piacere incontrarvi riprendendo le parole della mia splendida editor che ringrazio anche da qui:

“...basta metterci il cuore e comunicare il tuo sentire, le tue emozioni in modo empatico...ma soprattutto autentico...E tu lo sai fare!”

Vi aspetto!

Settimana piena di appuntamenti questa!Venerdì sera sarò a Varese… vi aspetto
12/05/2025

Settimana piena di appuntamenti questa!

Venerdì sera sarò a Varese… vi aspetto

Ebbene sì… domenica prossima il mio libro “sbarca” al Salone Internazionale del Libro.Vi aspetto
08/05/2025

Ebbene sì… domenica prossima il mio libro “sbarca” al Salone Internazionale del Libro.

Vi aspetto

Ancora Salone Internazionale del Libro e ancora eventi!
Grazie a Uelci, domenica 18 maggio alle 11 Fabio Porporato -Psicologo e Psicomotricista- presenterà il suo libro "Perché lo fai?" ❤

Appuntamento nel padiglione oval, stand W21.
Ci vediamo a Torino?

17/02/2025

SOSTEGNO

In Psicoterapia della Gestalt, una delle parole- chiave è SOSTEGNO.

Quando ho iniziato a cercare una scuola di specializzazione in psicoterapia, avevo in mente un approccio che si avvicinasse alla Pratica Psicomotoria e sono rimasto folgorato dall’idea che le esperienze, per poter essere attraversate e metabolizzate, abbiano necessità del giusto sostegno: personale, ambientale e relazionale.

Ciò che accade in sala con i piccoli (e i grandi che sono presenti) è molto simile a quello che avviene nella stanza di psicoterapia: si sta con ciò che c’è, con quello che emerge e si sostiene il processo creativo che porta alla luce ciò che preme per farsi vedere ed ascoltare.

L’idea di fondo è che i sintomi, le fatiche, le difficoltà non siano altro che adattamenti creativi e, al di là di una funzione comunicativa, rappresentano il miglior modo che abbiamo trovato per stare nelle situazioni che incontriamo. Quando manca il sostegno, quelle esperienze non possono essere “attraversate” integrando gli affetti e questi rimangono incastrati, repressi, nascosti o dimenticati.

Ciò che, quasi per magia, accade è che in uno spazio accogliente, alla presenza di un altro che sospende il giudizio, si apre alla novità ed è disponibile al sentire, quegli affetti trovano casa, possono farsi parole e diventare pensieri per costruire nuove storie raccontabili… e questo processo, spesso inafferrabile ma altrettanto tangibile, dà avvio a insospettabili processi di cura.

Forse è per questo che il mio lavoro si sta progressivamente spostando da una sala ad una stanza in cui il corpo e le sue sensazioni rimangono centrali ma dove i giochi lasciano il posto alle parole cariche di affetti. Forse è per questo che la curiosità che nutro per le storie giocate dai piccoli è la stessa che mi appassiona nei racconti delle vite di chi accompagno nei percorsi di sostegno.

La cosa certa è che mi sento fortunato di poter testimoniare l’incredibile varietà dell’animo umano e riconoscente verso chi ripone fiducia nei nostri incontri permettendomi di camminare un pezzo di vita insieme.

Per info e curiosità scrivetemi!

Osservo, gioco e racconto il mondo dei piccoli ai grandi

ABITARE LE EMOZIONIPer una serie di ragioni, più o meno consapevoli, avevo smesso di scrivere qui. Mi ero preso una paus...
25/01/2025

ABITARE LE EMOZIONI

Per una serie di ragioni, più o meno consapevoli, avevo smesso di scrivere qui. Mi ero preso una pausa per staccare dal virtuale e stare in quel mondo reale fatto di persone che, dal Covid in poi, facciamo sempre più fatica ad incontrare.

Poi ieri è successo qualcosa che mi ha fatto pensare che anche questo spazio virtuale, in fin dei conti, possa essere occasione di incontro non solo per i più giovani ma anche per noi adulti che ormai viviamo sempre “connessi”.

Torno a scrivere oggi, in un weekend di Scuola di specializzazione in Psicoterapia, dopo aver dormito poco ma pensato tanto ad un tema enorme ma centrale per i piccoli e per i grandi: darsi la possibilità di abitare tutte le emozioni, anche le meno piacevoli.

Lo scrivo perché, se penso a me e poi sposto lo sguardo sugli altri, stare con la tristezza, con la paura, con la delusione, con il disgusto e con tante altre emozioni spiacevoli non è per nulla facile! Spessissimo, il più delle volte in maniera inconsapevole, attiviamo creativamente delle risorse che non ci fanno stare col dolore che quelle sensazioni ci procurano.

E invece il dolore è parte della vita, è esperienza preziosa da integrare perché è il buio che ci fa conoscere e dar senso alla luce. Ciò che viene nascosto, allontanato e non entra nel campo dell’esperienza, prima poi troverà la strada per farsi ascoltare attraverso sofferenze senza senso, sintomi incomprensibili e parole vuote.

Soltanto quando riusciamo a permetterci e a permettere anche ai piccoli di abitare tutte le emozioni ecco che qualcosa cambia: lo spazio si apre, le possibilità aumentano, ci sentiamo più liberi ed un piccolo semino di cambiamento ha iniziato a depositarsi nelle relazioni che costruiamo con l’altro.

Questa foto parla di incontri preziosi e nutrienti!È stata una formazione che mi ha scaldato, coccolato ed emozionato. U...
20/01/2025

Questa foto parla di incontri preziosi e nutrienti!

È stata una formazione che mi ha scaldato, coccolato ed emozionato. Una giornata intensa e piena di sensazioni, emozioni, pensieri e parole.

Ringrazio anche da qui tutte le partecipanti per la disponibilità e la cura nel donarsi con autenticità e naturalezza… e ringrazio per aver tessuto fili che hanno permesso di incontrarci e lavorare insieme.

Per me è un regalo immenso poter essere testimone delle esperienze di vita degli altri e, per come posso, dare sostegno affinché trovino voce anche quando parlano di ferite, di fatiche, di dolori e di sofferenze.

C’è ancora qualche posticino per il corso di Sabato a Biella… vi aspetto!Per info e iscrizioni: Lorenzo 3926999927 spazi...
15/01/2025

C’è ancora qualche posticino per il corso di Sabato a Biella… vi aspetto!

Per info e iscrizioni: Lorenzo 3926999927 spazioruna@inventati.org

19/12/2024

COME FUNGHI

C’è una metafora che un docente ci ha esposto in una lezione parlando di cambiamento in psicoterapia che mi ha fatto pensare subito al mio lavoro con i piccoli ed i grandi.

I loro giochi, i loro comportamenti, le loro manifestazioni visibili sono come i funghi che noi vediamo ma che per crescere hanno bisogno di un incredibile micro-cosmo sotterraneo ed invisibile composto dal terreno e dai miceli: un substrato complesso in continuo movimento che non è percettibile ad occhio n**o ma che è indispensabile alla vita del fungo.

Nel mio ambito, quel mondo sotto la superficie è ricco di sensazioni, di vissuti corporei, di tracce sensoriali che, incessantemente e silenziosamente, producono il terreno grazie al quale il funghetto fa capolino nel mondo di sopra. A seconda della qualità delle esperienze vissute, delle caratteristiche personali dei piccoli e dei grandi possiamo osservare i diversi comportamenti ma di quella parte invisibile bisogna assolutamente tenerne conto ed esserne curiosi.

Quando Adele a casa esplode per qualcosa di incomprensibile, proviamo (ma non sempre ci riusciamo) a considerare quel sottosuolo di esperienze che ha affrontato negli ultimi mesi: l’inizio della prima elementare, il trasloco del prossimo anno, l’agitazione di noi grandi alle prese con compromessi, perizie e quant’altro… Lo stesso vale per Pietro, coi sui 2 anni e mezzo in più di vita e differenti manifestazioni.

Non per giustificare ma per comprendere, non per accettare tutto ma per accogliere, non per controbattere ma per sostenere quel substrato fertile ed invisibile che altrimenti mancherà in futuro se tenuto nascosto.

Se siete curiosi… di questo e molto altro si parla nel mio libro “Perché lo fai?” che Babbo Natale è ancora in tempo per passare a prendere in libreria e lasciarlo sotto l’albero di chi ancora non ce l’ha!

Osservo, gioco e racconto il mondo dei piccoli ai grandi

Ogni tanto vado su Amazon e curióso per vedere se ci sono nuove recensioni sul mio libro…L’altro giorno mi appare questa...
13/12/2024

Ogni tanto vado su Amazon e curióso per vedere se ci sono nuove recensioni sul mio libro…

L’altro giorno mi appare questa di “dia Na” che abbraccio virtualmente per le belle parole e ringrazio tanto… perché mi fa pensare che lo sforzo fatto per non giudicare, per non incolpare o far sentire sbagliati i genitori, un pochino ha pagato.

Ciò che più mi muove e mi orienta nel sostegno ai piccoli e ai grandi è, infatti, proprio questo tentativo continuo di sospendere i mille giudizi e pensieri che inevitabilmente mi faccio ed aprirmi alla curiosità di ogni storia di vita che incontro.

Perché, come dico nel libro, oltre ad essere un “osservatore seriale” sono un appassionato delle storie degli altri e un inguaribile curioso di vita.

DOMANDE RISCHIOSEUno dei temi sui quali mi confronto sempre con i grandi che si occupano dei piccoli è il modo col quale...
11/12/2024

DOMANDE RISCHIOSE

Uno dei temi sui quali mi confronto sempre con i grandi che si occupano dei piccoli è il modo col quale comunichiamo con loro.

Le parole e l’uso che ne facciamo rispecchiano le trasformazioni in atto nel mondo in cui viviamo e ciò che osservo, sempre di più, è la tendenza a coinvolgere i bambini ponendo loro domande e richieste. In tutti i contesti abitati dai piccoli, gli adulti cercano oggi di ascoltarli e di comprendere quello che pensano chiedendolo direttamente a loro.

D’altra parte, questo atteggiamento cela una serie di “trappole” e di rischi che possono portare a situazioni difficili da sostenere, soprattutto quando da parte nostra non c’è consapevolezza rispetto alle intenzioni che ci muovono.

Un conto è chiedere ai piccoli di ritirare: “Bimbi, ritiriamo i giochi?”, un altro conto è affermarlo perché c’è bisogno di sistemare gli spazi: “Bimbi, ora ritiriamo insieme i giochi e poi andiamo in bagno”.
Le domande prevedono una risposta affermativa o negativa e dobbiamo essere pronti ad accogliere entrambe; le affermazioni, invece, possono produrre dissensi, proteste, arrabbiature ma, l’intenzione dell’adulto è comunicare qualcosa che accadrà a prescindere dai loro desideri.

In entrambi i casi, le reazioni, le risposte e i comportamenti dei piccoli possono variare dalle risate di gioia alle urla di disaccordo ma, alla base, c’è stata una comunicazione chiara che non lascia scampo a dubbi.

E voi?
Come parlate ai vostri piccoli e alle vostre piccole?

MANI DA SCHIAFFI E MANI DA CAREZZECi sono tantissime cose che diciamo ai piccoli, animati da buonissime intenzioni e dal...
28/11/2024

MANI DA SCHIAFFI E MANI DA CAREZZE

Ci sono tantissime cose che diciamo ai piccoli, animati da buonissime intenzioni e dal desiderio di sostenerli al meglio nella loro crescita.

A volte, però, queste ottime premesse si legano irrimediabilmente a credenze, abitudini, frasi fatte che affondano le loro radici nel passato e, così, i messaggi che diamo loro rischiano di non arrivare al punto.

Ad esempio, sento spesso dire dagli adulti frasi del tipo: “le mani si usano per le carezze e gli abbracci, non per fare male” e non posso che concordare ma, da quando faccio questo lavoro, non smetto di interrogarmi sul senso di quei contatti di mani.

Ciò che verbalizziamo è di non fare male e cerchiamo di comunicare usi alternativi per quelle mani che, nei primi anni di vita, sono uno strumento essenziale di scoperta e relazione. D’altra parte, però, il corpo viene investito, fin dalla più tenera età, da migliaia di stimoli di ogni genere e non è detto che ricevere una carezza sia sempre piacevole, desiderato o accettato.

Il punto è che, così come le mani non si usano per far male, non si usano neanche per fare bene se l’altro non ha piacere di ricevere quel contatto “benevolo”… e chi lavora nel mondo dello 0-6 ha sicuramente conosciuto bimbi e bimbe che non amano il contatto delle mani dell’altro e ne sono, talvolta, travolti.

Possiamo, allora, cambiare prospettiva e sguardo. Possiamo provare a cambiare parole: “le mani possono fare male o bene ma, forse, Luca non ha proprio voglia che lo tocchi”. Possiamo provare a lavorarci attraverso oggetti di mediazione così che si sperimenti il contatto con l’altro senza un tocco pelle a pelle.

Così, stiamo comunicando il rispetto per il corpo dell’altro.
Così, stiamo mettendo l’attenzione sul consenso.
Così stiamo lavorando perché ci sia consapevolezza che qualsiasi contatto ha bisogno di cura e rispetto.

Indirizzo

Turin
10153

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