Cinzia Beluardo - Psicoterapeuta

Cinzia Beluardo - Psicoterapeuta Sono Psicoterapeuta a orientamento junghiano. Dal 2016 lavoro come psicologa a Torino. Appassionata di sogni, vado nelle scuole con Associazione Dream Ivrea

Seguo adulti e adolescenti, mi prendo cura della maternità con il cerchio di Mamme Insieme.

25/11/2025

Le stesse testate giornalistiche confondono o minimizzano la violenza di genere, che spesso si manifesta all' interno delle relazioni di coppia.

È un litigio o un conflitto, quando i due interessati hanno lo stesso potere nella relazione. Altrimenti è violenza.

24/11/2025

Grazie Shakespeare sempre sia lodato

16/11/2025

A volte è vero, si può migliorare e gestire. Altre volte invece si scopre che il lavoro consiste nel lasciar andare.

La dipendenza affettiva di Dracula (dal film di Luc Besson) - TANTI SPOILERDracula è un dipendente: dal sangue per non a...
12/11/2025

La dipendenza affettiva di Dracula (dal film di Luc Besson) - TANTI SPOILER

Dracula è un dipendente: dal sangue per non avvizzire fisicamente, e dall' amore per non soccombere. La sua ricerca della reincarnazione di Elisabetta si protrae per 400 anni tra alti e bassi, numerosi sforzi, depressione e ossessione. E le vittime non si contano. In nome dell' amore, il conte Dracula ne fa di ogni.

Guardando il film mi hanno colpito alcune cose. Già le scene del primo amore di Vlad con Elisabetta trasmettono l'idea di un legame totalizzante. Per sottolineare fino a che punto siano solo LORO l' un per l'altra e di quanto poco potesse entrare il mondo esterno in questo amore, il regista mostra che i due se ne fregano se vengono spiati mentre sono in atteggiamenti intimi e persino quando i soldati di Vlad entrano nella loro camera per dividerli fisicamente e vestirlo con l' armatura.

Più si va avanti e più si percepisce che qualcosa non va. La scena in cui lui trova Mina vale tutto il film. Lei in poche ore riacquista la memoria della sua vita passata e... La vita presente viene ELIMINATA, lei diventa da Mina a Elisabetta. Com'è ovvio, corrono nel castello. Lei cambia abito, pettinatura, atteggiamento, cestina il fidanzato in meno di due secondi. Lei perde totalmente sé stessa - si, perché lei nel qui e ora è Mina! - per assumere la vecchia identità di Elisabetta. "Sono come tu mi vuoi", diceva la canzone.

Quando sono entrati nel castello vuoto (i gargoyle non contano) ho sentito la sterilità del loro "amore". Ho pensato: che noia. Loro due insieme e basta, rinchiusi lì, per l' eternità, senza progetti, sogni... Loro due e basta. La realizzazione del loro antico desiderio fusionale mostra quanto nel concreto questo sia deprimente.

Cos' hanno in comune a parte i ricordi e il passato? Non parlano mai, o si dicono solo "amore, amore". Il dubbio mi attraversa: che Vlad sia innamorato dell' idea di Elisabetta, o dell' idea di lui con Elisabetta? O nel migliore dei casi: lui ama Elisabetta, non Mina.

Quando si lascia impalare per salvare Mina, non la consulta, lei è sempre oggetto delle decisioni di Vlad, mai soggetto attivo.

Abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi. "Devi prima amare te stess* altrimenti nessuno bla bla bla", mica vero.Bis...
05/11/2025

Abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi. "Devi prima amare te stess* altrimenti nessuno bla bla bla", mica vero.

Bisogna circondarsi di persone belle, che credano in noi, in cui noi crediamo. Tutto qui.

Nel mio lavoro faccio anche cose semplici: un po' di psicoeducazione, contenimento, aiutare a contestualizzare i fatti e a legittimare emozioni. Non solo questo, ma anche, si.

A volte sembro quasi una cheerleader 😅

Credere (veramente) e infondere speranza (davvero) sono atti terapeutici. Non nego mai un vero complimento a qualcuno, dentro e fuori dalla stanza.

Mi sembrava importante dirlo. Siamo umani. Da quando nasciamo, lo sguardo dell' altro ci determina e ci guida.

31/10/2025
COME POSSO SPIEGARE LA FATICA DEL LAVORO PSY?Nel mio lavoro non si può mai dimenticare che viviamo in un mondo non propr...
30/10/2025

COME POSSO SPIEGARE LA FATICA DEL LAVORO PSY?

Nel mio lavoro non si può mai dimenticare che viviamo in un mondo non proprio roseo. Si viaggia tra cose e persone meravigliose e cose e persone da incubo.

La colleganza si preoccupa degli orientamenti teorici, ma ai pazienti importa poco, o importa per motivi diversi dai nostri, o non sanno proprio nulla degli orientamenti teorici, ed è giusto così.

Le persone arrivano con una domanda di un certo tipo, poi andando a fare l' analisi della domanda scopri di tutto. E, di nuovo, va bene così. Sono pronta a qualsiasi cosa.

Però quando i traumi te li raccontano all' improvviso, di mattina presto, ecco, mi prendo almeno un caffè. Per digerirli.

Dobbiamo coniugare la teoria con la relazione e l' essere umani, però con le regole del setting, e il caffè deve aspettare 45/50 minuti. Sono immensamente grata per il mio lavoro e non potrei oggettivamente fare altro, ma va bene anche sentire la fatica ogni tanto.

In foto la mia faccia da: mi serve un caffè e per due ore non mi posso staccare. Eppure quanto è revitalizzante stare a colloquio, in relazione con le persone e a contatto stretto con le emozioni.

Che ambivalenza.

28/10/2025

È molto tempo che non parlo di sogni - qui, nelle sedute invece non mancano.In questo post provo a proporre riflessioni ...
25/10/2025

È molto tempo che non parlo di sogni - qui, nelle sedute invece non mancano.

In questo post provo a proporre riflessioni ed esperienze di clinica in riferimento esclusivamente a sogni portati in terapia ed elaborati in psicoterapia, individuale o di gruppo. Non fatelo a casa da soli. Non funziona. Grazie.

⬇️

Sognare qualcuno che conosciamo è un' esperienza che ci emoziona, che ci fa ve**re voglia di chiamare quella persona e raccontare: sai, questa notte ti ho sognat*, eravamo...

E mi raccomando: fatelo! Raccontarsi i sogni crea legame, vicinanza, emoziona, e chissà del nostro sogno cosa risuona nell' altro... Succede di sognare qualcuno che non vediamo da tanto, glielo diciamo e ci risponde che stava proprio pensando a noi per questo e quel motivo lì. Non è raro.

Se invece si sogna una persona che conosciamo poco, con cui non si è ancora sviluppato un legame stabile, che sia in amicizia o altro, è possibile che il sogno ci riveli in anteprima qualche informazione predittiva del legame che si andrà a creare. Non è magia, è l' inconscio che mette insieme i pezzi prima di noi, oppure sono le stesse immagini del sogno che andranno a lavorare silenziosamente nella nostra psiche in quella direzione.

Il sogno parla per allegoria. Sognare la nostra nuova amica Mariaingenua che ad un certo punto assomiglia tanto a mia nonna, potrebbe anche essere informativo di un certo tipo di transfert (vedi post precedente) di cui non ci siamo accorti.

Oppure sognare di essere insieme in un particolare luogo geografico (nella nebbia, in una palude, all' inferno) o sognare specifiche circostanze (arrivano i coccodrilli, gli squali, i leoni, i lupi) può essere prognostico della relazione.

Possiamo parlare di profezia che si autoavvera, dell' intuizione inconscia, della funzione delle immagini del sogno nel produrre cambiamenti nella nostra vita, ma non di magia, e soprattutto ripeto non fatelo a casa.

È bene essere curiosi circa i nostri sogni, ma non imparanoiati: intuire informazioni su una certa situazione non ci impedirà di compiere certe scelte, semmai ci prepara e ci accompagna lungo quel cammino.

E tu, se sogni qualcuno, gli/le racconti il tuo sogno?

Cerchio di Mamme Insieme Con  e  MAMME INSIEME è un Cerchio di Mamme che nasce dalla condivisione di un sentire: la soli...
23/10/2025

Cerchio di Mamme Insieme
Con
e

MAMME INSIEME è un Cerchio di Mamme che nasce dalla condivisione di un sentire: la solitudine come Ombra della maternità.

Ci troviamo insieme per renderla solo una nuvola passeggera, avere uno spazio di incontro e dialogo.

Il cerchio di mamme ha frequenza quindicinale o mensile ed è facilitato e organizzato da Cinzia Beluardo, psicologa e psicoterapeuta esperta di gruppi, e da Federica Costamagna, osteopata D.O.

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E se oggi ho le pupille più grandi del cuore, non mi giudicareMale, male, maleChe dovrei dire io che ti parlavoE tu nemm...
21/10/2025

E se oggi ho le pupille più grandi del cuore, non mi giudicare
Male, male, male
Che dovrei dire io che ti parlavo
E tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare

Testo e foto: Cuoricini, Coma Cose

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Oggi porto questa canzone insieme a una riflessione sull'uso dei social. Non mi importa tanto dei cuoricini, ma questo tema degli OCCHI si.

Guardare, pupille, giudicare, occhi che sparano. Siamo diventati tutti molto spioni, e in risposta a questo c'è chi mette a disposizione degli sguardi immagini e parole e c'è chi non pubblica mai nulla, perché questi occhi fanno paura. Anche nel romanzo 1984 (quello che parla del grande fratello - da cui poi lo spunto per il reality TV) questo spaventoso tema degli occhi come controllo era estremamente presente. Quante cose che può essere uno sguardo.

Posso dire, tornando ai social, che la cosa che personalmente mi affascina di più sono le storie e le loro visualizzazioni, molto più dei cuoricini. E gli approcci delle persone alle storie!

Io vado a cercarmele apposta, ma c'è chi le scorre tutte distrattamente. Per me è inconcepibile. Considero ogni visualizzazione quasi una dichiarazione di intenti, non perché sia giusto, ma per me questo tema dello sguardo ha molta intensità.
Sono consapevole dei viaggi mentali che mi faccio, quando magari le persone scorrono solo per noia, o al gabinetto. O un mix di cose: interesse, caso, noia, gabinetto.

Se la nostra società avesse una patologia, come fosse un individuo, per molti sarebbe il narcisismo, che spesso viene confuso con il disturbo antisociale, l' essere brutti e cattivi e i capri espiatori di tutto, quando in realtà il narcisismo nasce da una ferita ed è una roba parecchio dolorosa, per cui un narcisista facilmente pastrocchia nelle situazioni, ma non è detto che incarni il male del mondo, ecco.

Lo sguardo dell' altro mi ricorda il narcisismo, ma anche il controllo ossessivo e la paranoia di 1984, e ancora lo sguardo di chi ci ama, che ci fa da specchio e ci restituisce un' immagine di noi, specialmente quando siamo molto piccoli e il senso di sé è in costruzione, ma anche da grandi ha la sua importanza.

E per te, cosa rappresenta lo sguardo dell' altro?

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“L’incontro di due occhi: occhi negli occhi, viso a viso. E quando tu sarai vicino scambierò i tuoi occhi con i miei, e viceversa, cosicchè io ti guarderò con i tuoi occhi e tu mi vedrai coi miei” J. L. Moreno

“La scarpa che sta bene ad una persona sta stretta a un’altra: non c’è una ricetta di vita che vada bene per tutti” C. G. Jung

Sono Cinzia Beluardo, psicologa, iscritta all’ Ordine degli Psicologi del Piemonte con il n° 7652, operatrice di training autogeno e psicodrammatista in formazione. Sono specializzanda in psicoterapia presso l’ Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma (IPAP).

Lavoro a Torino e offro consulenza e sostegno psicologico verso adulti e minori; ricevo previo appuntamento telefonico nello studio di psicologia in via Tripoli 194, nel cuore del quartiere Santa Rita. Tel: 333 149 6538