Dott. Andrea Cantore

Dott. Andrea Cantore Dott. Andrea Cantore - Medico agopuntore Attività svolta presso Studio Medico Olivero, V. Bagetti 20 - Torino: Agopuntura - Medicina Generale

07/07/2024

Leonard Peltier è detenuto negli Stati Uniti da oltre 46 anni per scontare la condanna a due ergastoli. Ha sempre sostenuto la sua innocenza, i medici lo ritengono in pericolo di vita.

10/04/2024

Mancano ancora 9.599 firme!

04/04/2024

Alberto, Nidal, Haitham e Maria hanno bisogno del nostro aiuto, ora.

08/02/2024

🖋️ LA TUA FIRMA per le foreste in ! 🌳🌲Firma per porre fine alla distruzione delle in Romania e in Europa 🛑FIRMA e CONDIVIDI la petizione per dire all’UE che ti opponi a questa distruzione!

04/09/2023

"Quando veniamo al mondo affrontiamo una sofferenza e un disagio che ci portiamo avanti tutta la vita, quelli di un passaggio traumatico da una situazione conosciuta all'ignoto. Questo è il primo grande disagio. Il secondo, non meno traumatico, è quando ci rendiamo conto che dovremo morire. Per me questa spaventosa consapevolezza è arrivata verso i quattro anni. L'uomo diventa “grande”, diventa spirituale o altro, quando riesce a superare questi disagi senza ignorarli. Ora, se a essi si aggiunge anche l'esercizio della solitudine, ecco che allora forse, a differenza di altri che vivono protetti dal branco, alla fine della tua vita riesci a “consegnare alla morte una goccia di splendore”, come recita quel grande poeta colombiano che è Alvaro Mutis. Se ti opponi, se ti rifiuti di attraversare e superare questi disagi, per sopravvivere ti organizzi affinché siano gli altri a occuparsene e deleghi. Questa rinuncia ti toglie dignità, ti toglie la vita. Credo che l'uomo, per salvarsi, debba sperimentare l'angoscia della solitudine e dell'emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un aiuto: ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza".

(Fabrizio de André)

31/05/2023

Dopo qualche giorno, mio marito venne a prendermi, ma io non volli seguirlo. Avevo imparato a risconoscere in lui un nemico e poi ero così debole e confusa che a casa non avrei potuto far nulla.
E quella dissero che era stata una mia seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di coercitiva punizione. Il manicomio era sempre saturo di fortissimi odori. Molta gente addirittura orinava e defecava per terra. Dappertutto era il finimondo. Gente che si strappava i capelli, gente che si lacerava le vesti o che cantava sconce canzoni.
Noi sole, io e la Z., sedevamo su di una pancaccia bassa, con le mani raccolte in grembo, gli occhi fissi e rassegnati e in cuore una f***e paura di diventare come quelle là.
In quel manicomio esistevano gli orrori degli elettroshock. Ogni tanto ci assiepavano dentro una stanza e ci facevano quelle orribili fatture. Io le chiamavo fatture perché non servivano che ad abbrutire il nostro spirito e le nostre menti. La stanzetta degli elettroshock era una stanzetta quanto mai angusta e terribile; e più terribile ancora era l'anticamera, dove ci preparavano per il triste evento.
Ci facevano una premorfina, e poi ci davano del curaro, perché gli arti non prendessero ad agitarsi in modo sproporzionato durante la scarica elettrica. L'attesa era angosciosa. Molte piangevano. Qualcuna orinava per terra.
Una volta arrivai a prendere la caposala per la gola, a nome di tutte le mie compagne. Il risultato fu che fui sottoposta all'elettroshock per prima, e senza anestesia preliminare, di modo che sentii ogni cosa. E ancora ne conservo l'atroce ricordo.

Alda Merini

31/05/2023

Io sono un uomo antico,
che ha letto i classici,
che ha raccolto l’uva nella
vigna, che ha contemplato
il sorgere o il calare del sole
sui campi.
Non so quindi cosa farmene
di un Mondo creato, con la
violenza, dalla necessità
della produzione e del
consumo.
Detesto tutto di esso: la
fretta, il frastuono, la
volgarità, l'arrivismo.
Sono un uomo che
preferisce perdere piuttosto
che vincere con modi sleali
e spietati.
E il bello è che ho la
sfacciataggine di difendere
tale colpa, di considerarla
quasi una virtù!

Pier Paolo Pasolini, Saggi sulla politica e sulla società

30/05/2023
30/05/2023

"Alla fine degli anni '80, mi diede la possibilità di fare un'intervista per Tg1 Sette, in Sardegna. Mi chiese di mandargli le domande, cosa che feci via posta. Un mese dopo, quando ci incontrammo, si raccomandò che gli facessi le domande esattamente come gliele avevo scritte. Solo quando l'operatore sbagliò un ciak, capii che aveva imparato a memoria le risposte, perché voleva che quell'intervista lo rappresentasse fino in fondo e, per questo, l'aveva preparata con grande cura.
Ci abbiamo messo tre giorni per realizzare l'intervista, perché Fabrizio scelse personalmente anche le ambientazioni. Nulla venne lasciato al caso. Tutte le inquadrature dovevano avere un senso.
A guardare, oggi, tutte le interviste televisive che ci ha lasciato, si possono considerare un libro parallelo, uno zibaldone di riflessioni preziose che ci aiutano a tenere la rotta in questo tempo sgangherato, esattamente come fanno le sue canzoni che arrivano direttamente al cuore, senza bisogno di dover bussare.
Cantava da poeta e, quando parlava, usava un italiano limpido e perfetto. Esprimeva pensieri che arricchivano il cuore e la mente. Raccontava storie che non dimenticavi. Da uomo colto, sapeva comunicare con grande semplicità. Se non sapeva, non parlava. Se parlava, era un'orchestra che si accendeva".

Vincenzo Mollica

30/05/2023

Oggi pomeriggio fuori da Casa Memoria il percorso de I cento passi si è riempito di giovani. Trecento studenti sono arrivati in visita a Cinisi nei luoghi di memoria e impegno.

30/05/2023

Grande Tina,
ricordo sempre la tua dolcezza.
Con me sei stata gentile e professionale e da subito ho
letto nei tuoi occhi un profondo orgoglio e rispetto per me che ero una giovane
compositrice e produttrice che si era imbattuta nel miracolo di incontrarti ed
essere in uno studio con te.
In quella giornata a Zurigo, davanti al lago, eri come una
fata del rock’n’roll. Con le tue ballerine tigrate ai piedi e le tue gambe
sempre bellissime fasciate nei fuseaux neri lucidi.
Hai cantato la canzone che avevo scritto per noi, in
mezz’ora avevi finito. Umile come pochi. Una forza della natura, nessun
autotune e nessun effetto. Tu e la tua aura.
Accendevi ogni parola e ogni nota, le infiammavi. Come una
leonessa. Una forza gentile, però. Saggia. Materna. Una protettrice.
Io ero poco conosciuta all’estero, non avevo nessun team di
discografici e manager internazionali a sponsorizzarmi, e avevo appena fatto un
disco prodotto da Glen Ballard, ma in cui per l’ennesima volta non ero scesa a
nessun compromesso e avevo fatto quello che sentivo e basta, affrontandone le
conseguenze nel bene e nel male come sempre.
Caterina aveva fatto in modo che ti arrivasse il mio demo.
Tu eri lì perché ti era piaciuta la canzone, e credevi in
quel progetto. Il nostro duetto è nato in totale libertà artistica.
Mi hai detto che eri felice di vedere giovani donne come me
scriversi le canzoni e arrangiarsele e prodursele da sole. Mi hai detto che era
un passo in avanti, che quando eri giovane tu, questo non esisteva perché era
tutto in mano agli uomini.
Ci sono tanti tipi di violenza, e tutti lasciano dei segni.
Ma anche la gentilezza, la dolcezza, accompagnate dalla determinazione,
lasciano un’eredità. Lasciano un bene.

Tu lasci un bene grande.
Grazie per aver creduto in me.
Grazie per la gentilezza e la dolcezza.

TVB per sempre.
R.I.P.

Eli

Indirizzo

Via Bagetti 20
Turin
10138

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Il mio percorso

Il mio nome è Andrea Cantore, ho iniziato lo studio della Medicina Cinese e delle sue basi filosofiche da più di trent’anni e pratico agopuntura in Torino da una ventina. Medico di famiglia in Torino per 24 anni, dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca in Gerontologia e Terapia Geriatrica presso l'Università di Firenze mi sono diplomato nel 1991 in Agopuntura presso la Scuola Italiana di Agopuntura diretta al tempo dal Dott. Ulderico Lanza e, successivamente, presso il Centro Studi Terapie Naturali e Fisiche di Torino, frequentando come allievo interno per quattro anni il servizio di agopuntura del Centro Cefalee della Donna presso l'ospedale S. Anna di Torino. Ho studiato Tai Ji Quan inizialmente sotto la guida del Maestro Ming Wong Chun Ying e successivamente del compianto amico e Maestro Vittorio Bottazzi. Tra gli anni '80 e '90 ho studiato ed approfondito la visione olistica ed energetica della Medicina Tradizionale Cinese sotto la guida del Dott. Jean Marc Eyssalet sia in Italia che presso l' Institut de Developpement des Etudes en Energetique et Sinologie di Parigi ricevendo da lui l’impulso fondamentale a dedicarmi completamente a questa ricerca e a calarla profondamente nella mia pratica di medico.