05/04/2025
"Vista da fuori “non sembra”, così mi hanno detto.
Vista da fuori funziono bene, certo son stanca, con una bambina come Bea e Carlotta ancora così piccola, però vista da fuori la facciata è ancora buona, non servono grandi opere.
Dentro, invece, quante crepe, infiltrazioni, danni strutturali che come si recuperano? Lei è così bravo, dottore? Io non lo sono. Dentro sono spazi affollati e voragini nelle solette, dentro sono animali selvatici che si sono rintanati. Dentro io sono un lupo con chiazze di pelo morto."
🔸Ci sono eventi di vita che creano profonde e scoperchiano dolori antichi.
Valentina Lunardi si trova ad attraversare uno di questi, con due bambine piccole e la percezione di essere sprovvista di un "manuale di istruzioni", un lavoro da incastrare che non le piace, un compagno con cui si è allentata la connessione che da sempre li ha uniti, e con intorno chi sente la necessità di dire per forza la sua, criticando, imponendo consigli e non riconoscendole il diritto ad essere sofferente. La parola diventa un termine indicibile, un argomento inaffrontabile. Valentina se la immagina come un lupo che le abita dietro lo sterno, presente fin da quando era piccola, che nel frattempo è cresciuto con lei, un animale non addomesticato che ora la sta divorando.
È da questa profonda crisi che nasce anche la necessità per Valentina di guardare dentro quel guidata dal suo psicoterapeuta, andando a raccontarsi e raccontare anche quello che è molto scomodo, che non si dovrebbe dire, ma che quando viene negato crea il dolore più grande.
Raccontare per cercare di dare un posto a quel dolore, e per trovare il proprio posto.
Valentina pagina dopo pagina spiega e si spiega e, attraverso questo spiegarsi, comprende e fa comprendere, tanto.
["Quello era un posto" - Sonia M. Laezza]