Irene Rizzi Psicologa Psicoterapeuta

Irene Rizzi Psicologa Psicoterapeuta Sono appassionata di storie, persone e famiglie e su queste passioni ho costruito la mia attività.

Ho voluto riflettere su questa protesta, mi è servito del tempo per rispondere a queste domande:Perché io non ci ho nean...
30/07/2025

Ho voluto riflettere su questa protesta, mi è servito del tempo per rispondere a queste domande:
Perché io non ci ho neanche pensato ad una cosa del genere? E se ci avessi pensato, lo avrei fatto?

Ho fatto fatica a rispondermi.
Il gesto di queste/i giovani ha materializzato una possibilità che non mi aveva mai neppure sfiorato. E mi è sembrata una via percorribile, sicura, che ha una contropartita certo, ma potentissima nel comunicare un messaggio importante. Queste sono tutte cose che mi interessano molto perciò non ho fatto fatica ad immedesimarmi in quelle ragazze che hanno sacrificato il proprio voto per riportare l’attenzione sul significato delle cose.

‘Se non mi consideri veramente, del voto che mi attribuisci non mi interessa’
BAM 💥

Semplice, non distruttiva, efficace, responsabile

Inutile, non cambia niente, irrispettosa, sono loro a rimetterci dato che avrebbero potuto avere un voto alto

E invece quando si apre una nuova via, quando si dimostra che l’impensabile è possibile, qualcosa cambia per sempre. Anche se quella via viene presto sbarrata, sanzionata, distrutta.

Rimane il coraggio, la creatività, la possibilità di uscire dalle regole ammuffite che hanno perso il loro senso.
Rimane la ribellione pacata che non vuole distruggere la struttura ma portare l’attenzione su un meccanismo inceppato.

Io ci ho messo quasi 40 anni per arrivare a liberarmi dall’importanza di quel voto. Mi sono risposta che no, a 19 non sarei stata disposta a sacrificare i miei voti brillanti. Credevo nella meritocrazia, nel fatto che l’impegno viene valorizzato e nella possibilità di affermare il mio valore attraverso i riconoscimenti sociali, tra cui i voti.
Io volevo concludere alla grande, tagliare il traguardo di quella maratona assaporando il mio successo, dare un senso alle mie fatiche. E diciamolo, anche sb****re in faccia tutto questo ad un paio di insegnanti.

Volevo esistere in quel mondo di adulti e presentarmi con un posto in prima fila.

Oggi nutro stima per chi ha lanciato il messaggio ‘se non c’è considerazione per noi come persone, i voti non ci interessano’

Sulle ragazze e i ragazzi che non si sono presentati all’orale della maturità Ho voluto riflettere su questa protesta e ...
30/07/2025

Sulle ragazze e i ragazzi che non si sono presentati all’orale della maturità

Ho voluto riflettere su questa protesta e così arrivo lunga. Ma ci tengo a condividere qualcosa che forse non appartiene solo a me.

Mi è servito del tempo per rispondere a queste domande:
Perché io non ci ho neanche pensato ad una cosa del genere? E se ci avessi pensato, lo avrei fatto?

Ho fatto fatica a rispondermi.
Il gesto di queste/i giovani ha materializzato una possibilità che non mi aveva mai neppure sfiorato. E mi è sembrata una via percorribile, sicura, che ha una contropartita certo, ma potentissima nel comunicare un messaggio importante. Queste sono tutte cose che mi interessano molto perciò non ho fatto fatica ad immedesimarmi in quelle ragazze che hanno sacrificato il proprio voto per riportare l’attenzione sul significato delle cose. Ai miei occhi è geniale il fatto di non presentarsi proprio all’esame orale, per mettere in evidenza la mancanza di considerazione e di ascolto verso i più giovani.

‘Se non mi consideri veramente, del voto che mi attribuisci non mi interessa’
BAM 💥

Semplice, non distruttiva, efficace, responsabile

Inutile, non cambia niente, irrispettosa, sono loro a rimetterci dato che avrebbero potuto avere un voto alto

E invece quando si apre una nuova via, quando si dimostra che l’impensabile è possibile, qualcosa cambia per sempre. Anche se quella via viene presto sbarrata, sanzionata, distrutta.

Rimane il coraggio, la creatività, la possibilità di uscire dalle regole ammuffite che hanno perso il loro senso.
Rimane la ribellione pacata che non vuole distruggere la struttura ma portare l’attenzione su un meccanismo inceppato.

Io ci ho messo quasi 40 anni per arrivare a liberarmi dall’importanza di quel voto. Mi sono risposta che no, a 19 non sarei stata disposta a sacrificare i miei voti brillanti. Credevo nella meritocrazia, nel fatto che l’impegno viene valorizzato e nella possibilità di affermare il mio valore attraverso i riconoscimenti sociali, tra cui i voti. Tutto sommato la scuola mi aveva insegnato questo, nonostante una manciata di insegnanti avessero già reso chiaro che il mondo degli adulti non è così lineare.
Io volevo concludere alla grande, tagliare il traguardo di quella maratona assaporando il mio successo, dare un senso alle mie fatiche. E diciamolo, anche sb****re in faccia tutto questo ad un paio di insegnanti.

Volevo esistere in quel mondo di adulti e presentarmi con un posto in prima fila.

E per questo sento tutta la potenza della protesta, che ci dice ‘se non c’è uno spazio per noi in quanto persone, di questo mondo non vogliamo fare parte. La considerazione è reciproca e sta alla base, non si deve guadagnare’

E dico brave e bravi!
Non ascoltate chi dice che non è successo niente a parte qualche titolo di giornale, perché non è vero.

** la frase in copertina è mia, chi ha portato avanti la protesta ha avuto toni pacati e rispettosi

È meglio lavorare sul cambiamento o sull’accettazione di sé?Questa è la domanda che mi ha fatto una mia persona qualche ...
18/07/2025

È meglio lavorare sul cambiamento o sull’accettazione di sé?

Questa è la domanda che mi ha fatto una mia persona qualche giorno fa: la chiacchierata con un’amica, le ha portate a confrontarsi sul senso di un percorso terapeutico.
Prendo al volo l’occasione per parlare di questo tema che mi pare interessante.

Quante persone sento dire ‘terapia? No grazie, io sono così e non cambio’.
Quante volte questo avviene nelle coppie, magari accompagnato da un ‘sei tu quella che ha problemi, vacci tu dalla psicologa’.
Ovviamente io lavoro con le pazze che sono andate dalla psicologa, ma comunque mi trovo a riflettere su questa posizione così rigida e netta del ‘io non cambio’ e in questo momento ci è utile tenerla presente.

Fatto sta, che la terapia sembra avere a che fare con il cambiamento, soprattutto a chi in terapia non ci andrebbe mai.

Ma cosa vogliamo cambiare?
E perseguire questo cambiamento vuol dire non accettarsi?

Quasi mai una persona è venuta da me dicendomi ‘voglio cambiare questa cosa qui’. Tante volte invece siamo partite da ‘non ce la faccio più ad andare avanti così’ oppure ‘temo che se continuo così perderò…’

Di fatto noi non desideriamo cambiare, desideriamo stare bene o almeno meglio. Il cambiamento non è mai la meta, ma il processo necessario. E a volte costa anche un bel po’ di energie e fatiche.
In parole molto semplici, ha a che fare con un riequilibrio di forze: ci consente di ridimensionare ciò che ha preso troppo spazio e rinforzare ciò che non abbiamo sviluppato a sufficienza. Ma - spoiler - se non lo abbiamo sviluppato a sufficienza c’è sempre una valida ragione.
Ad esempio, presto troppa attenzione alle necessità degli altri e finisco per trascurare anche i miei bisogni fisiologici (mangiare, bere, riposare). Non vuol dire che sono nata incline al martirio, ma che questa modalità per una buona parte della mia vita è stata necessaria.

E la cosa di accettarsi allora?

Per come la intendo io, la terapia non è solo la cura di un sintomo o un training per sviluppare un’abilità. È un processo che porta a ritrovare l’essenza profonda della persona, quella in cui pulsano la vitalità e i talenti con cui siamo venuti al mondo.

Attraverso il percorso terapeutico, più cambiamo e più diventiamo noi stessi.

È un processo in cui gran parte del lavoro è fatto di ciò che si toglie.
Perché non è roba tua.
Perché non serve più.
Perché non ti fa bene.
È una sorta di decluttering dell’anima.

E ha molto a che fare con l’accettarsi: non è possibile infatti lasciar andare quei pezzettini di noi che aspettano ancora di essere accettati e amati da qualcuno.
Quella bambina ignorata dal papà.
Quel ragazzino incompreso e vessato dai professori.
Quella neonata che non ha trovato la vicinanza della mamma.
Quel bambino che ha respirato la violenza di suo padre.

Accettare i segni che la vita ha impresso sulla nostra pelle (e sotto) senza sentirci persi e senza vergognarci è il primo passo per poter trasformare il dolore e prendere spazio nel mondo con libertà e leggerezza.

Questo è un ‘libro delle vacanze’ speciale: un po’ diario di bordo di un progetto nato nell’anno scolastico appena concl...
04/07/2025

Questo è un ‘libro delle vacanze’ speciale: un po’ diario di bordo di un progetto nato nell’anno scolastico appena concluso e un po’ lista dei desideri per il futuro.

La primavera del 2025 ha visto nascere a Udine ‘Arcipelago - Oltre Parentesi’, un progetto rivolto al corpo docente del liceo artistico Sello. È stato pensato per offrire uno spazio in cui ascoltarsi, conoscersi, condividere con colleghe e colleghi le esperienze e i dubbi, sentirsi insieme nelle fatiche dell’impegno educativo.

Il concetto di base è molto semplice: se vogliamo una scuola in cui si possa stare bene, non possiamo dimenticarci di aver cura di chi insegna. Questo vuol dire costruire delle proposte diverse dalle formazioni in cui i partecipanti vengono imbottiti di informazioni, privilegiando modalità interattive e centrate sulle esperienze personali. In questo modo si toccano corde profonde, si ha la possibilità di valorizzare la ricchezza già presente nel gruppo docente e si favorisce l’apprendimento attraverso lo scambio.

È stata un’esperienza visionaria e coraggiosa, che ha spostato il confine di ciò che può essere fatto oggi a scuola. Una prima volta resa possibile da un gruppo di persone con ruoli e competenze diverse, che hanno guardato nella stessa direzione, dedicando attenzione e cura alle/ai docenti.
Ne fatto parte e con questo libricino tra le mani ritrovo tutta l’intensità di questa esperienza a cui tengo molto e che mi auguro sia solo un inizio.
Ringrazio le compagne di viaggio Moro sacher bragagnolo

In foto alcune pagine della pubblicazione che riassume tutto l’iter del progetto: dalla rilevazione dei bisogni, ai report dei vari incontri con annessi spunti di approfondimento, fino a raccogliere le impressioni e le richieste di chi ha partecipato.

Questo è un ‘libro delle vacanze’ speciale: un po’ diario di bordo di un progetto nato nell’anno scolastico appena concl...
04/07/2025

Questo è un ‘libro delle vacanze’ speciale: un po’ diario di bordo di un progetto nato nell’anno scolastico appena concluso e un po’ lista dei desideri per il futuro.

La primavera del 2025 ha visto nascere a Udine ‘Arcipelago - Oltre Parentesi’, un progetto rivolto al corpo docente del liceo artistico Sello. È stato pensato per offrire uno spazio in cui ascoltarsi, conoscersi, condividere con colleghe e colleghi le esperienze e i dubbi, sentirsi insieme nelle fatiche dell’impegno educativo.

Il concetto di base è molto semplice: se vogliamo una scuola in cui si possa stare bene, non possiamo dimenticarci di aver cura di chi insegna. Questo vuol dire costruire delle proposte diverse dalle formazioni in cui i partecipanti vengono imbottiti di informazioni, privilegiando modalità interattive e centrate sulle esperienze personali. In questo modo si toccano corde profonde, si ha la possibilità di valorizzare la ricchezza già presente nel gruppo docente e si favorisce l’apprendimento attraverso lo scambio.

È stata un’esperienza visionaria e coraggiosa, che ha spostato il confine di ciò che può essere fatto oggi a scuola. Una prima volta resa possibile da un gruppo di persone con ruoli e competenze diverse, che hanno guardato nella stessa direzione, dedicando attenzione e cura alle/ai docenti.
Ne fatto parte e con questo libricino tra le mani ritrovo tutta l’intensità di questa esperienza a cui tengo molto e che mi auguro sia solo un inizio.
Ringrazio le compagne di viaggio moro sacher e bragagnolo

In foto alcune pagine della pubblicazione che riassume tutto l’iter del progetto: dalla rilevazione dei bisogni, ai report dei vari incontri con annessi spunti di approfondimento, fino a raccogliere le impressioni e le richieste di chi ha partecipato.

Ho iniziato a fare questo lavoro perché fin da piccola ho avuto la capacità di percepire i dolori delle persone. Sopratt...
02/05/2025

Ho iniziato a fare questo lavoro perché fin da piccola ho avuto la capacità di percepire i dolori delle persone. Soprattutto quelli nascosti, non detti, sepolti.

Ho iniziato perché volevo aiutare le persone a trovare uno spazio per quelle sofferenze segretamente custodite. Volevo dare loro conforto.

Oggi continuo a fare questo lavoro perché conosco la forza rivoluzionaria di un dolore trasformato in un proposito di vita, sia personale che lavorativa.

Non parlo della forza reattiva che ci porta a scagliarci contro ingiustizie simili a quelle che abbiamo subito noi, ma della capacità di ricostruire sulle macerie delle nostre esperienze peggiori.

È uscendo dai grandi dolori che troviamo la stella polare della nostra vita ✨
Questa è la mia

Lasciar andare ciò che è stato o ciò che avremmo voluto ma non è stato mai, è un processo vitale ma anche doloroso.Rinas...
17/04/2025

Lasciar andare ciò che è stato o ciò che avremmo voluto ma non è stato mai, è un processo vitale ma anche doloroso.
Rinascere ad una nuova versione di noi, ad un nuovo progetto, ad una nuova relazione, richiede il tempo e la capacità di attraversare quel dolore senza perdercisi dentro. È una di quelle cose che viene un po’ più semplice se abbiamo la possibilità di confrontarci con una persona che di lì è già passata.

La fine di una relazione sentimentale è l’esperienza più dolorosa dopo il lutto (sempre che si possa fare delle graduatorie in questo ambito) e colpisce sia lo spazio interpersonale - dove avvertiamo il vuoto -, che l’immagine che abbiamo di noi.

La difficoltà di fare i conti con questo dolore può anche portare a gesti estremi e pericolosi, per sé o per altre persone. Ecco perché è importante dare uno spazio di rappresentazione collettiva anche al dolore e alla tristezza, soprattutto maschile.

Nel programma radiofonico Continuiamo a Fare Rumore di marmai abbiamo parlato proprio di questo, con un’attenzione particolare alle persone più giovani, che si trovano a vivere la fine delle prime relazioni importanti.

Gli ultimi minuti li abbiamo dedicati al progetto scolastico Arcipelago, che però merita un approfondimento tutto suo.

CFR del 09/04/2025 - GESTIRE LA FINE DI UN RAPPORTO - Chat FVG - Continuiamo a Fare Rumore parlando della difficoltà di accettare la fine di un rapporto, denominatore comune degli ultimi femminicidi. La psicologa e psicoterapeuta Irene Rizzi ci spiega le emozioni celate dietro questi comportamenti.

Una psicologa di confineSono una donna legata ai confini per discendenza genetica, luogo natio e pure per carattere. Que...
18/03/2025

Una psicologa di confine

Sono una donna legata ai confini per discendenza genetica, luogo natio e pure per carattere. Questa ultima cosa soprattutto, l’ho imparata recentemente, grazie allo studio del QiGong; le prime due sono sempre state impossibili da ignorare. La mia età mi ha consentito di conoscere i confini con dogane e gendarmi e quelli che attraversi senza neanche accorgerti.

Queste delimitazioni degli spazi e delle competenze, che rendono evidente come le regole non siano legge universale, mi sono familiari. Sono il luogo del limite e della possibilità: oltre quella linea una tal cosa è proibita, quelli di là fanno in altro modo, sono diversi, stranieri, forestieri, strani. Ma allo stesso tempo offrono possibilità straordinaria: al di là trovo qualcosa che da noi non c’è o costa di più, a volte addirittura una nuova vita. Il confine viene attraversato da e per ciò che le persone cercano, anche quando è proibito.
Di questi tempi ci si interroga molto su chi siamo noi e chi sono loro, su quali siano i confini ‘giusti’. Alcuni si sentono al sicuro dietro alle barricate, magari ricostruite in fretta e furia dopo il crollo di un ideale. Altri hanno preferito darsi ad un moderno nomadismo per non sentirsi imprigionati, per non rischiare di trovarsi ‘dalla parte sbagliata’.

Io ho scelto lo sconfinamento, dopo la tentazione di cambiare identità e lasciarmi tutto alle spalle. Mi guardo in giro, osservo, ascolto, fiuto l’aria che tira. Sono in cerca di alleanze nuove, delle persone disposte a correre il rischio di avvicinarsi, di fidarsi ancora. Di me, una sconosciuta.

Il mio lavoro mi ha esercitata a prendermi cura dei confini delle persone, a rispettarli, a proteggerli.
La mia indole mi ha portata sempre a stare in quel luogo ibrido che rende possibile l’incontro di mondi differenti, dove possibilità e rischi hanno le medesime dimensioni.
Riconosco il brivido della frontiera e la coraggiosa solitudine di chi sceglie i percorsi poco battuti.

La cosa curiosa è che questo ‘autoritratto’ mi si è presentato da solo, dopo una giornata di sconfinamenti professionali. Sabato scorso sono andata a due convegni: ‘Giornalismo è Relazione - verso un nuovo modo di comunicare’ a Udine e ‘Pedagogia e Innovazione: dialoghi interregionali per il futuro dell’educazione’ a Trieste.

Ho avuto la possibilità di incontrare dal vivo due persone che prima erano ‘solo’ contatti social e di capire meglio alcune cose legate a mondi vicini ma diversi dal mio. Ho raccolto tanti spunti che meritano uno spazio più ampio di questo.

E ho imparato che prima di poter scambiare, bisogna osservare, lasciarsi studiare e trovare un linguaggio comune.

“Vengo in pace”, direbbero in un vecchio film.

Oggi la metto così, semplice semplice.Nessun contenuto riflessivo, istruttivo, che insegna qualcosa a qualcuno.Solo una ...
13/03/2025

Oggi la metto così, semplice semplice.
Nessun contenuto riflessivo, istruttivo, che insegna qualcosa a qualcuno.

Solo una presentazione essenziale senza curriculum, tecniche, specialità…

In fondo io le scelte migliori le ho fatte quando ‘ho sentito’: un richiamo, un’affinità, a volte una paura.
E allora ecco questo tris di antipasti per iniziare a sentire chi sono e cosa faccio.

Gennaio 2025. Attraversare la nebbiaCosa sei venuta a cercare dove ogni chiarezza svanisce?Cosa ti guida verso l’orizzon...
09/01/2025

Gennaio 2025. Attraversare la nebbia

Cosa sei venuta a cercare dove ogni chiarezza svanisce?

Cosa ti guida verso l’orizzonte indistinto?

Sei pronta ad incontrare chi cammina sulla tua strada, senza avere idea delle sue sembianze?

Sai che insieme a te camminerà la tigre? Se saprai fartela alleata, ti lascerà salire sulla sua groppa.

In questo luogo ovattato, dai contorni sfumati, dove non sono gli occhi a guidarti, puoi ritrovare ciò che avevi perso.
Ogni passo dentro quel silenzio profondo è una scelta di coraggio. Ogni respiro tra gli alberi è un invito a fidarsi del cuore.

E quando la strada si schiude, quando la nebbia si dissolve, non siamo più gli stessi.

Per chi non ama le metafore:
1. prosegui con cautela ma non ti fermare, anche se non vedi bene dove stai andando. Fidati del tuo istinto, non serve capire tutto.
2. la paura fa 90, ma dentro di te hai un’insospettabile tigre pronta a darti la forza che ti senti mancare. Non temere la tua aggressività, impara ad usarla.
3. il coraggio sarà premiato: può essere la volta buona che ti lasci alle spalle un bel fardello! E sarà più facile di come lo immagini ora.

PS se questo capodanno non l’hai sentito, tra qualche settimana ci aspetta quello cinese! 🎋

A me succede ogni anno: la realtà supera fantasia, aspettative e determinazione.Il 2024, ad esempio, doveva essere il mi...
30/12/2024

A me succede ogni anno: la realtà supera fantasia, aspettative e determinazione.
Il 2024, ad esempio, doveva essere il mio anno sabbatico, in cui prendere il lavoro a piccole dosi, per darmi il tempo di coltivare altri interessi 😌

Invece finisce con una lavorata memorabile e una dichiarazione d’amore proprio per il mio lavoro, perché mi connette profondamente alla mia anima e a quello che sento il bisogno e il desiderio di portare nel mondo.
E così, proprio nel cuore dell’inverno, tra una fine ed un inizio, ho la gioia di condividere con voi il mio mini audiocorso sulle delusioni nelle relazioni 🤩

È stato emozionante ed intenso ripercorrere le storie di persone che porto nel cuore, per mettere in circolo almeno un briciolo delle imprese straordinarie di cui sono stata testimone. Ed è stato divertente stare dalla parte di chi racconta, che di solito sono quella che ascolta 😊

L’audiocorso è gratuito e disponibile per chiunque lo desideri, basta che me ne facciate richiesta.

Per il 2025 non faccio programmi, cercherò di fare del mio meglio con quello che arriverà… 🙃

Da qualche tempo lavorare come psicologa nel mio studio non mi basta più. Desidero portare nel mondo quello che ho impar...
04/11/2024

Da qualche tempo lavorare come psicologa nel mio studio non mi basta più. Desidero portare nel mondo quello che ho imparato su un argomento davvero importante: la capacità che abbiamo di passare attraverso eventi terribili, sopravvivere, trasformarci e sentirci noi stessi più di prima.

Grazie al mio lavoro ho avuto la possibilità di assistere a questa rinascita molte volte e mi sono detta che è una cosa troppo preziosa per tenerla per me. Credo che ogni persona abbia delle qualità meravigliose da condividere nel mondo, ma troppo spesso rimangono nascoste, perché le brutte esperienze, talvolta veri e propri traumi, hanno insegnato che è meglio mimetizzarsi tra la folla. Meglio stare 𝘢𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰 (che poi quale sarà?), anche a costo lasciare per strada il nostro pezzettino più prezioso.

Ogni volta che ho iniziato un nuovo percorso ho percepito chiaramente che un ingrediente fondamentale era la mia capacità di vedere la persona che avevo davanti senza tutti i pesi che le si erano depositati addosso. Vedevo come era venuta al mondo e come avrebbe di nuovo potuto essere, se ci fossimo prese cura di ciò che era andato storto. Io guardavo quella persona con la 𝗳𝗶𝗱𝘂𝗰𝗶𝗮 che lei stava perdendo.

In certi momenti sentirsi capiti e ricevere un po’ di conforto può davvero fare la differenza: allevia il dolore e riscalda il cuore.

Per questo ho deciso di sfidare la mia riservatezza e lavorare ad un piccolo progetto che possa raggiungere chiunque lo desideri. Sto lavorando ad un mini audiocorso dedicato a chi si sente fisicamente a pezzi, con il morale a terra e sta perdendo la fiducia in seguito ad una importante delusione nelle relazioni, personali o lavorative.

Sarà GRATUITO per tutti, perché abbiamo bisogno di fiducia contagiosa per portare nel mondo la migliore versione di noi stessi: quella che, 𝘯𝘰𝘯𝘰𝘴𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰, ci crede ancora.

Se vuoi riceverlo anche tu, commenta con FIDUCIA qui sotto. Sarà pronto tra qualche settimana!

Indirizzo

Via Ampezzo 52
Udine
33100

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Our Story

Sono una psicologa psicoterapeuta e ricevo a Udine. Mi occupo di percorsi di crescita personale, consulenze psicologiche, psicoterapia, trattamento di disturbi psicosomatici e stress-correlati, formazione. Alla base delle attività che svolgo vi è una concezione unitaria ed integrata della persona che viene vista nella sua interezza superando la separazione tra mente e corpo.