
22/09/2025
SE ANCHE LA RADIOTERAPIA FA VE**RE IL CANCRO
Come fa la medicina rigenerativa a trasformare le cellule normali in staminali pluripotenziali, capaci, cioè, di diventare qualsiasi tessuto (come succede allo stato embrionale)?
Una strada è “l’attivazione indotta per radiazione” spiega Frank Pajonk associate professor of radiation oncology al Jonsson Center della Ucla, università di California. Ed è sempre con questa tecnica, le radiazioni, che Pajonk ha prodotto in laboratorio cellule staminali tumorali (le più aggressive).
Il lavoro di Pajonk ( che potete leggere a fondo pagina) è stato pubblicato a marzo 2012 su Stem Cells e mostra che la radioterapia usata per curare i tumori al seno in parte può uccidere le cellule tumorali e in parte trasformare le cellule tumorali superstiti in tumorali staminali (che sono molto più resistenti ai trattamenti delle normali cellule tumorali).
Sentite: i ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center Department of Oncology della UCLA hanno irradiato normali cellule tumorali non-staminali e le hanno inserite nelle cavie. Attraverso un sistema di imaging hanno potuto assistere (direttamente) alla trasformazione delle cellule normali in staminali tumorali per reazione al trattamento con le radiazioni. Pajonk riferisce che la nuova produzione di cellule così ottenuta è incredibilmente simile a cellule staminali del tumore al seno, non irradiate. La squadra di ricercatori ha anche potuto calcolare che queste cellule tumorali staminali indotte hanno una capacità di produrre tumori che è di 30 volte superiore a quella delle normali cellule tumorali (del tumore al seno) non irradiate.
(!!!)…
Il lavoro di Pajonk et al. è del 2012…
A chi saranno andate in mano queste ricerche e soprattutto per farne che cosa, visto che nei reparti oncologici si continua a irradiare? 🤔
A volte è davvero crudele il destino. Ci pone innanzi a scelte difficilissime. Un classico esempio è la diagnostica odierna che si avvale di esami effettuati anche con l'uso delle radiazioni ionizzanti, quindi cancerogene. Per scoprire se abbiamo un cancro, rischiamo di innescarlo o d'aggravarlo (se già in atto).
Ovviamente il problema insorge quando si effettuano troppe analisi ed esami in questione.
☢️ È bene notare e sottolineare che per effettuare una mammografia vengono emesse radiazioni ionizzanti, che seppur a basse dosi, potenzialmente cancerogene.
Non è controindicata la mammografia, ma l'uso reiterato annuale o biennale nell'ambito di screening per il tumore alla mammella.
L'uso intensivo della mammografia non è controindicato solo per queste documentate e autorevoli critiche, ma per il reale rischio che questo esame diagnostico, come noto, possa diagnosticare tumori inesistenti o non vedere tumori presenti; per questi non trascurabili margini di errore l'esame non è completamente affidabile.
Il pericolo maggiore della mammografia è dato però dal rischio che radiazioni ionizzanti regolarmente e ripetutamente concentrate sullo stesso tessuto, in aggiunta al trauma da schiacciamento della mammella, possano col tempo indurre mutazioni tumorali eventualmente già presenti, o peggio trasformarle anche se in rari, ma documentati casi, in cellule tumorali staminali, di elevatissima e incontenibile aggressività! 👿
Sarebbe opportuno per una diagnostica precoce dei tumori al seno (che oggi, malgrado interventi chirurgici, chemio e radio, rappresentano in tutte le statistiche mondiali la prima causa assoluta di morte per le donne) effettuare ecografie del seno e cavi ascellari eventualmente completate, in caso di dubbi, con risonanza magnetica, tecnica che sul seno ha recentemente raggiunto alta affidabilità e sicura definizione (RMN con MDC-CAD Stream).
Le radiazioni possono essere di diverso tipo e provenienza. Anche se la TAC comporta un'esposizione sostanzialmente più alta a radiazioni rispetto alla radiografia convenzionale, i dati relativi all'entità delle emissioni radianti non sono ancora definitivamente acquisiti. Nonostante i vantaggi diagnostici, esistono preoccupazioni circa il potenziale rischio cancerogeno della TAC valutandone l'entità in relazione all'età, sesso e tipo di scansione.
I raggi X hanno molteplici indicazioni sia terapeutiche che diagnostiche, ma possono creare vari danni su diverse funzioni vitali, diversamente dalle radiazioni UV caratterizzate da un minore rischio cancerogeno.
👉 La melatonina, nello specifico quella più biodisponibile, ovvero la coniugata con adenosina e glicina, (quella inserita nel Metodo Di Bella), protegge dall'esposizione alle radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti.
⚠️ Le notizie del post hanno carattere puramente informativo e non intendono sostituirsi al parere del medico.
ECCO IL LAVORO DI PAJONK E COLLEGHI
📌 Riprogrammazione indotta da radiazioni delle cellule di cancro al seno
Riassunto
Si pensa che i tumori al seno siano organizzati gerarchicamente con un piccolo numero di cellule staminali del cancro al seno (BCSC) in grado di far ricrescere un tumore mentre la loro progenie manca di questa capacità. Recentemente, diversi gruppi hanno riportato un arricchimento per i BCSC quando i tumori della mammella sono stati sottoposti al classico trattamento antitumorale. Tuttavia, i meccanismi sottostanti a questo arricchimento non sono completamente compresi. Utilizzando non-BCSC selezionati da campioni di pazienti, abbiamo scoperto che le radiazioni ionizzanti riprogrammano le cellule differenziate del cancro al seno in BCSC indotte (iBCSC). Le iBCSC hanno mostrato un aumento della formazione di mammosfera, un aumento della tumorigenicità ed esprimevano gli stessi geni correlati alla staminalità dei BCSC da campioni non irradiati. La riprogrammazione si è verificata in una sottopopolazione poliploide di cellule, ha coinciso con la riespressione dei fattori di trascrizione Oct4, la regione Y-box 2 che determina il sesso, Nanog e Klf4, e potrebbe essere parzialmente prevenuta dall'inibizione di Notch. Concludiamo che le radiazioni possono indurre un fenotipo BCSC in cellule differenziate di carcinoma mammario e che questo meccanismo contribuisce all'aumento del numero di BCSC osservato dopo il classico trattamento antitumorale.
Lagadec C, Vlashi E, Della Donna L, Dekmezian C, Pajonk F. Radiation-induced reprogramming of breast cancer cells. Stem Cells. 2012 May;30(5):833-44. doi: 10.1002/stem.1058. PMID: 22489015; PMCID: PMC3413333.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22489015/
L’AUTORE
Frank Pajonk
Professor, Radiation Oncology, University of California Los Angeles (UCLA)
Professor, Neurosurgery, University of California Los Angeles
Email: pajonk@ucla.edu
Interests: breast cancer, glioblastoma, radiation, cancer cell plasticity, stem cells, gbm, drug development, cancer stem cells
https://bioscience.ucla.edu/people/frank-pajonk/
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