Dr.ssa Giulia Prinzi

  • Home
  • Dr.ssa Giulia Prinzi

Dr.ssa Giulia Prinzi In un lavoro terapeutico sono due le menti che si incontrano, ognuna con la propria esperienza ed og

02/01/2022
15/10/2020

Un elogio all’essenza, talvolta incomprensibile, dell’Amore.

Sonetto 116 - William Shakespeare, 1609

"Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli.
Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no, Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama.
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."

"Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove.
O no, It is an ever-fixed mark
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth's unknown, although his height be taken.
Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle's compass come,
Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom:
If this be error and upon me proved,
I never writ, nor no man ever loved."

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione

Dr.ssa Valentina Gallo Dott.ssa Alessandra Gasperini Niki Dott.ssa Cecilia Paglia Psicologa-Psicoterapeuta Dr.ssa Giulia Prinzi Dott.ssa Cazzato Denise Biologa Nutrizionista

www.psi-ko.it

17/08/2020

“Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.”
[Elli Michler, 1923-2014]

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

“Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto.Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So...
17/07/2020

“Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto.
Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale.
So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata.” Ennio Morricone

https://www.youtube.com/watch?v=gz_0YIdLNlc

Concerto Arena di Verona "VOCI DAL SILENZIO" Concerto contro tutte le stragi della storia dell'umanità Ennio Morricone - Tributo Colonna Sonora "Nuovo Cinema...

13/07/2020

“Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di du...

06/07/2020

“Fin quando dai la caccia alla felicità,
non sei maturo per essere felice,
anche se quello che più ami è già tuo.

Fin quando ti lamenti del perduto
ed hai solo mete e sei irrequieto,
non sai ancora ancora cos’è pace.

Solo quando rinunci ad ogni desiderio
e non conosci né meta né brama
e non chiami più per nome la felicità,
allora le onde dell’accadere non raggiungono più il tuo cuore
e la tua anima riposa.”
[Felicità, Glück - Hermann Hesse, 1877 – 1962]

Fin quando la felicità viene intesa come una tensione verso una meta cui non si è ancora giunti si è ben lontani dal poter essere felici.
La felicità non consiste nella realizzazione di tutto ciò che è più caro. Perché questa incessante ricerca alimentata da irrequietezza genera solo inquietudine.

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

29/06/2020

Una riflessione di Hermane Hesse sul senso pieno della vita, “amare”, e non accontentarsi di appagamenti fatui e transitori.

"Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire.

Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare ‘felicità’, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza.

Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla.

C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore.
La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa. L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare.”
[Hermann Hesse - Sull’amore]

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

22/06/2020

Ho imparato che il coraggio non è l'assenza di paura, ma il trionfo su di essa. L'uomo coraggioso non è colui che non si sente impaurito, ma colui che vince la paura. (Nelson Mandela, 1918-2013)

Esistono momenti della nostra vita, in cui ci troviamo di fronte a delle scelte difficili e siamo preda di tutte le emozioni possibili, senza riuscire a distinguerle, a nominarle, così confuse ed intricate da mettere in crisi il nostro percorso decisionale, o da paralizzarlo, gettando ombre sul nostro abituale sistema di certezze, di valori identitari su cui poggia l’ubi consistam della nostra personalità.

Esistono momenti in cui emergono sul nostro orizzonte esistenziale nubi fatte di paure, che pensiamo insuperabili, ed immaginiamo allora l’accadere di infiniti possibili scenari, forse conseguenze delle nostre decisioni, che non sappiamo se siano giuste o sbagliate.

In questi ed in altri momenti, in modo non sempre consapevole, facciamo allora ricorso al coraggio, quella risorsa interiore costantemente presente e vigile dentro di noi, che ci dà la forza di riosservare la realtà che abbiamo di fronte e di procedere all’azione, ristrutturando il nostro orizzonte.

Il coraggio di fare quel passo che tanto temiamo, perché ha davanti a sé il non conosciuto verso cui siamo stranamente attratti.

Il coraggio di chiedere una pausa, di ascoltarci, intimamente, per intraprendere un percorso di riscoperta.

Il coraggio di provare a chiedersi in quale direzione si vuole andare, e non in quale si dovrebbe andare.

Il coraggio di cambiare punto di vista anche provando a valutare altre angolazioni da cui osservare i percorsi già intrapresi, per proiettarsi verso nuove scelte di vita.

Il coraggio per non fuggire più da noi stessi e per iniziare a riconoscere e conseguentemente ad abbattere le nostre resistenze inconsce più salde. Per continuare a crescere.

Parafrasando Bergson, si potrebbe dire che il coraggio è lo slancio vitale, l’ élan vital che presiede al processo evolutivo del genere umano.

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

15/06/2020

“Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in se genialità, magia e forza. Comincia ora.” (Johann Wolfgang von Goethe, 1749-1832)

Vincere l’inerzia dell’agire rappresenta il passo più faticoso per innescare l’inizio di ogni nostro nuovo cammino.

La nostra vita non è fatta di staticità, ma di un continuo intreccio di pensiero ed azione dove il fermarsi deve essere solo momentaneo e finalizzato ad una riflessione costruttiva.

Compiere un’azione implica ogni volta un ripensamento sulla coerenza con i nostri valori e i nostri vissuti, la presa di consapevolezza di quali siano le nostre reali risorse e la scoperta di altre inaspettate parti di noi che ci guidano nel portare avanti l'iniziativa intrapresa.

Intraprendere una nuova azione rappresenta allora la spinta motivazionale necessaria verso ogni nuova avventura che la vita ci offre ogni giorno, con infinite possibilità di scelte.

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

11/06/2020

La propria casa: l’unico “porto sicuro” in grado di contenere i vissuti emotivi relativi alla situazione emergenziale SARS-CoV-2 di questi ultimi mesi.

Una dimensione, tuttavia, tutt’altro che confortevole dove l’angoscia è in ogni angolo di essa assumendo continuamente le forme più diverse di disagio psicologico.

Ritornare alla vita, quella ricordata, non sembra più possibile: la paura del contagio e la sfiducia nei confronti del prossimo sono sempre più intrusivi e la strategia più efficace per soffocarle sembra restare nella propria casa. La stessa casa che ha protetto durante la pandemia e nella quale sono nate nuove routine, a cui con fatica si riesce a rinunciare.

Una dimensione emotiva, reattiva alle situazioni altamente stressanti di isolamento forzato, che prende il nome di Sindrome della Capanna e che prende forma con un’armatura che inganna il nostro corpo e la nostra mente.

Nell’articolo " Sindrome Della Capanna, Quando Cambiare Le Abitudini Ci Fa Paura", la Dott.ssa Maria Grazia Melis spiega chiaramente come nasce la suddetta sindrome e come evolve: “Secondo la Società italiana di Psichiatria, circa un milione di Italiani ha paura ad abbandonare la propria abitazione perché percepita come un rifugio sicuro da ansia e da stress. Si chiama Sindrome della Capanna o del Prigioniero e si manifesta in seguito a periodi prolungati di distacco dalla realtà' come è avvenuto durante il periodo di lockdown per il Coronavirus”. Inoltre aggiunge: “Poiché è una sindrome che di norma scompare nel tempo e soprattutto con il normalizzarsi della situazione ansiogena, è molto importante attendere l’adattamento a questa nuova fase post confinamento. In pratica dobbiamo aspettare con pazienza che il nostro organismo si riadatti”.

Gradualmente quindi può avvenire un nuovo processo di trasformazione di noi stessi in grado di condurci ad un adattamento a questa nuova realtà post isolamento: sarà necessario tornare a ri-significare la propria vita, ricostruire nuove routine, ristabilendo giorno dopo giorno un nuovo ordine, intorno a noi e soprattutto in noi stessi.

Fonte: https://www.greenplanetnews.it/sindrome-della-capanna-quando-cambiare-le-abitudini-ci-fa-paura/

Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione

www.psi-ko.it

04/06/2020

"Dopo un po' " (After a while, Veronica A. Shoffstall, 1971)

“Dopo un po’ di tempo imparerai la differenza, tra dare una mano ed incatenare un cuore… ed imparerai che amore non significa appoggiarsi, e che stare insieme non significa sicurezza, imparerai che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse, imparerai ad accettare i tuoi fallimenti a testa alta e con lo sguardo in avanti, con la grazia di un adulto e non con la tristezza di un bambino, ed imparerai a costruire oggi il tuo sentiero, perché il terreno di domani è incerto ed il futuro ha la cattiva abitudine di cadere nel vuoto.

Dopo un po’ di tempo imparerai, che il sole brucia se ti esponi troppo. Accetterai che le buone persone possono ferirti qualche volta, e che avranno bisogno del tuo perdono, imparerai che parlare può alleggerire i dolori dell’anima… scoprirai che ci vogliono anni per costruire la fiducia ed appena qualche secondo per distruggerla, e che potresti fare cose di cui ti pentirai per il resto della tua vita.

Imparerai che le vere amicizie continuano a crescere nonostante le distanze. E che non importa quello che hai nella vita, ma chi hai nella vita, e che gli amici sono la “famiglia” che ci è permesso di scegliere. Imparerai che non dobbiamo cambiar amici, ma essere disposti ad accettare che gli amici possono cambiare. Ti renderai conto che puoi passare bei momenti con i tuoi amici, facendo tutto o niente, solo per il piacere della loro compagnia.

Scoprirai che forse passi meno tempo di quello che vorresti con le persone che ami, perciò devi sempre lasciarle con parole affettuose perché non sai mai quando le rivedrai. Imparerai che le circostanze e l’ambiente ci influenzano, ma noi siamo gli unici responsabili di quello che facciamo, ed imparerai che non devi per forza confrontarti con gli altri ma col tuo meglio. Scoprirai che si perde tanto tempo per arrivare ad essere ciò che vuoi essere, e che il tempo è breve.

Imparerai che non è importante dove sei arrivato bensì dove stai andando, qualsiasi luogo esso sia.

Imparerai che se non avrai il controllo della tua vita altri lo avranno per te, e che essere flessibili non significa essere deboli o non avere personalità, perché non importa quanto delicata o fragile sia una situazione; ci sono sempre due strade. Imparerai che gli eroi sono le persone che hanno fatto quello che era necessario fare senza aver paura delle conseguenze. Imparerai che la pazienza ha bisogno di molta pratica.

Scoprirai che alcune volte la persona che ti aspetti ti dia un calcio quando cadi, sarà una delle poche che ti aiuterà a rialzarti. Imparerai che maturare non centra nulla con l’età, ma ha a che fare con quello che hai imparato dalle tue esperienze, imparerai che i tuoi genitori fanno parte di te più di quello che pensi.

Imparerai che non si deve mai dire a nessuno che i suoi sogni sono stupidi, perché sarebbe una tragedia se lo credesse ed il suo futuro sarebbe senza speranze.

Imparerai che quando sei in collera, hai il diritto di esserlo, ma non hai il diritto di essere crudele, imparerai che ci sono persone che ci amano ma non sanno dirlo, imparerai che non sempre ti basta essere perdonato, ma che qualche volta dovrai imparare a perdonarti, imparerai che con la stessa severità con la quale giudichi, anche tu un giorno sarai giudicato.

Imparerai che non importa in quanti pezzi si è rotto il tuo cuore, il mondo non si ferma aspettando che tu lo ripari. Imparerai che il tempo non può tornar indietro e quindi devi seminare il tuo giardino ed abbellire la tua anima oggi, senza aspettare che qualcuno colori il tuo tempo.

Allora capirai che puoi resistere a tutto, che sei forte e che puoi arrivare molto più lontano di quello che pensavi quando credevi di non farcela, e capirai che nella vita non devi farti guidare dalla paura di perdere quello che avrai conquistato, ma devi avere solo il coraggio di affrontarla”.

Dr.ssa Giulia Prinzi - Psicologa Psicoterapeuta
Kosmos - Studio Integrato di Psicologia, Psicoterapia e Nutrizione
www.psi-ko.it

28/05/2020

Vivere è una ricerca continua di se stessi, talvolta una riconferma dei significati che ad essa attribuiamo e dei valori acquisiti e sentiti autenticamente come nostri, talvolta una scoperta di nuovi valori identitari.
Una ricerca che deve essere coltivata in modo graduale ed autentico, immergendosi completamente in essa.

Una ricerca nel corso della quale riuscire a sentire e a percepire pienamente tutte le stagioni con le loro molteplici trasformazioni climatiche, imparando ad attraversarle ogni volta.

Vivere è una ricerca che richiede di alzare la voce, alle volte anche di urlare, per poter imparare a ri-conoscersi ed uscire realmente fuori dall’inerzia che soffoca le forze più vitali che albergano nel nostro intimo.

Perché era stato proprio il suono della nostra voce a generare angoscia, un suono che sembrava estraneo e che solo riascoltandolo più volte abbiamo imparato ad “elaborare”.
Vivere è quindi in un certo senso una continua ricerca dell’estensione della nostra voce, che ci porta a sperimentare, giorno dopo giorno, diversi cambi di registro.

Vivere è anche una ricerca che implica scelte, prese di posizione, confronti. Spesso anche scontri e solitudine.
Una ricerca che ci sprona a non rispettare più quell’etichetta, imposta dai sensi di colpa e dalla paura del giudizio, che per troppo tempo ci ha obbligati ad una postura scomoda e conforme ad ideali non nostri.

Una ricerca che poi improvvisamente ci ha fatto alzare in piedi su una sedia, rompere una finestra con un sasso, scavalcare un cancello, correre durante un temporale.

Una ricerca che necessariamente ci guida verso la continua messa in discussione di noi stessi, in cui l’attesa non è contemplata e dove solo la capacità di scegliere in modo consapevole e l’agire che ne consegue rappresentano lo specchio che riflette le nostre più reali possibilità.

Dr.ssa Giulia Prinzi - Psicologa Psicoterapeuta
www.psi-ko.it

21/05/2020

“Ogni oggetto che sia stato toccato dal corpo dell’essere amato diventa parte di questo e il soggetto vi si attacca appassionatamente”. [Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso, 1977]

Nel mondo amoroso, in cui prende vita una relazione di attaccamento romantico, sembra non poter esistere alcun oggetto all’infuori dell’oggetto amato.

Rappresenta un mondo “sensualmente povero e disinvestito”, dove lo sguardo non riesce a posarsi su alcun oggetto, perché non può esserci oggetto che abbia la stessa forza seduttiva dell’oggetto amato.

Colui che ama si sente vivo solo nell’incontro e nell’unione con l’altro.

A volte si autoinganna e si convince che gli oggetti che sono entrati in relazione con l’altro amato ne assumano l’energia vitale e la potenza generatrice dei medesimi sentimenti. Come “il nastro rosa di Carlotta” che sembra quasi assumere per il giovane Werther di Goethe le sembianze della donna amata.

Colui che ama risulta felicemente e volontariamente confinato in una sfera interiore, che costituisce per lui l’unica realtà e finisce per percepire sé stesso come un incompreso agli occhi di chi osserva.

Dr.ssa Giulia Prinzi - Psicologa Psicoterapeuta
Kosmos - Studio Integrato di Psicologia, Psicoterapia e Nutrizione

www.psi-ko.it

10/05/2020

“I corpi degli amanti si trasfigurano nel tempo: cambiano forma, colore, consistenza, carattere.
La durata però non logora ma rinnova. Non si allontana dall’origine ma porta l’origine con sè, nell’insistenza della sua ripetizione.
Il tempo della durata non è corruzione del presente ma rinnovamento dell’origine.

Fare dello Stesso il Nuovo.
La ripetizione non annienta l’amore ma lo rende infinito. È proprio nel presente, nel nostro presente più quotidiano, nell’adesso, che è sempre viva la possibilità di altri primi sguardi, in quanto “il primo sguardo” non è semplicemente lo sguardo che è già stato, al passato, alle mie, alle nostre spalle, dal quale irreversibilmente ci allontaniamo, ma è lo sguardo che non cessa si essere “il primo sguardo “.

L’incanto, il miracolo della durata è che questo sguardo - il primo sguardo come il primo bacio - può accadere ancora, ancora un’altra volta ancora.”

Mantieni il bacio, Massimo Racalcati

Dott.ssa Alessandra Gasperini
Psicologa Psicoterapeuta

http://www.psi-ko.it

03/05/2020
"...la sublimazione nella preparazione del cibo come antidoto alla soppressione emozionale e all’evitamento delle esperi...
29/04/2020

"...la sublimazione nella preparazione del cibo come antidoto alla soppressione emozionale e all’evitamento delle esperienze emotive..."
Kosmos - Studio Integrato di Psicologia e Psicoterapia e Nutrizione

Trovare il modo di accendere le emozioni, dar loro voce e imparare ad ascoltarle. Infine modularle e non temere i diversi toni e le molteplici intensità che ne possono derivare.

Dar loro una forma, un odore, un gusto, un sapore.

Attraverso quindi anche il cibo, imparare a nutrirle, a trasmetterle, condividerle e non più a soffocarle o negarle.

In “Como agua para chocolate”, Tita, la protagonista, mescola cibi della tradizione sudamericana, fatta di fave di cacao e petali rosa, a gioia, passione e dolore.
Seppur con un tocco di magia, trova la giusta strategia per regolare le proprie emozioni: la sublimazione nella preparazione del cibo come antidoto alla soppressione emozionale e all’evitamento delle esperienze emotive.

“Mia nonna aveva una teoria molto interessante. Diceva che, benché nasciamo con una scatola di cerini dentro di noi, non possiamo accenderli da soli, abbiamo bisogno di ossigeno e dell'aiuto di una candela.
Solo che in questo caso l'ossigeno deve provenire, per esempio, dal fiato della persona amata; la candela può essere un tipo qualsiasi di cibo, di musica, di amore, di parola o di suono che faccia scattare il detonatore e accendere il tal modo uno dei fiammiferi. Per un momento ci sentiremo abbagliati da una intensa emozione. Si produrrà dentro di noi un piacevole calore che con il passare del tempo si andrà affievolendo, lentamente, finché non sopraggiungerà una nuova esplosione a ravvivarlo.
Ogni individuo deve scoprire quali sono i detonatori che lo fanno vivere, poiché è la combustione che si produce quando uno di essi si accende a nutrire di energia l'anima.
In altre parole, questa combustione è il nostro nutrimento. Se non scopriamo in tempo quali sono i nostri detonatori, la scatola di cerini si inumidisce e non potremo mai più accendere un solo fiammifero." [Laura Esquivel, Como agua para chocolate, 1989]

Dr.ssa Giulia Prinzi - Psicologa Psicoterapeuta
www.psi-ko.it

“Canto alla durata”Peter Handke
27/04/2020

“Canto alla durata”Peter Handke

Poche sono le parole, meglio di quelle di Handke, che possono parlare d'amore in questo periodo così complesso. Di quell'amore costruito e rinnovato nel tempo; quello che sostiene senza trattenere a sé; quello che pulsa pur se a distanza.

Dott.ssa Cecilia Paglia Psicologa Psicoterapeuta Kosmos Studio integrato di Psicologia Psicoterapia e Nutrizione

Peter Handke - Il canto della durata -

Il canto della durata è una poesia d’amore.
Parla di un amore al primo sguardo
seguito da numerosi altri primi sguardi.
E questo amore
ha la sua durata non in qualche atto,
ma piuttosto in un prima e in un dopo,
dove per il diverso senso del tempo di quando si ama,
il prima era anche un dopo
e il dopo anche un prima.
Ci eravamo già uniti
prima di esserci uniti,
continuavamo ad unirci
dopo esserci uniti
giacendo cosí per anni
fianco a fianco, il respiro
nel respiro uno accanto all’altra.
I tuoi capelli bruni si coloravano di rosso
e diventavano biondi.
Le tue cicatrici si moltiplicavano
e diventavano poi introvabili.
La tua voce tremava,
si fece ferma, sussurrava, trasaliva,
si volgeva in una cantilena,
era l’unico suono nella notte del mondo,
taceva al mio fianco.
I tuoi capelli lisci diventarono ricci,
i tuoi occhi chiari diventarono scuri,
i tuoi denti grandi si fecero piccoli.
Sulle tue labbra tese
apparve un disegno fine e delicato,
sul mento sempre liscio
scoprii al tatto una fossetta che prima non c’era
e i nostri corpi invece di farsi male a vicenda
diventavano giocando uno solo,
mentre sulla parete della stanza
alla luce dei lampioni
si muovevano le ombre dei cespugli dei giardini d’Europa,
le ombre degli alberi d’America,
le ombre degli uccelli notturni di ogni dove.

23/04/2020

Oggi, come seconda tappa de , ci occuperemo della sorgente emotiva.

Questa è rappresentata da quella parte della nostra mente che sente le emozioni, ne memorizza i percorsi ed archivia queste “mappe” sottoforma di ricordi.

Tale sorgente da luogo a dei “fiumi” più lenti rispetto a quelli della sorgente istintuale ma, a volte, con dei tratti molto più accelerati e vorticosi.

Infatti a seconda del tipo di esperienza conservata in memoria (di sé e delle cose che ci circondano) sgorgheranno percorsi emotivi scorrevoli, piacevoli o comunque affrontabili oppure percorsi difficili e turbolenti che non riescono a raggiungere il mare del benessere psicofisico.

Uno dei vortici più angosciosi dei percorsi della fame è quello dell’ emotional eating.

Angoscioso perchè, come sa chi ne soffre, risulta una falsa strada in quanto ci fa illudere di aver evitato di incontrare quelle emozioni disregolate (e per questo così scomode!) che poi invece ci ritroviamo davanti dopo poco più disregolate di prima!
Per interrompere questo circolo vizioso bisognerà individuare i bisogni del corpo e autorizzarsi a soddisfarli adeguatamente, senza però confonderli con quelli emotivi.. le emozioni meritano attento ascolto,adeguata regolazione e giusto “nutrimento”!

Dr.ssa Valentina Gallo - Medico Psicoterapeuta - www.psi-ko.it

Address


Website

Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Dr.ssa Giulia Prinzi posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

  • Want your practice to be the top-listed Clinic?

Share

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram