29/02/2024
KARMA FAMIGLIARE
Perché si nasce in famiglie anaffettive?
Quando si nasce con un nodo karmico sul blocco della coscienza, con un blocco del cuore e magari con tutte le altre potenzialità funzionanti (qualcosa deve pur funzionare, o moriremmo subito), ma diciamo che quando c’è un blocco dell’affetto, dell’amore, molto molto probabilmente nascerò in una famiglia anaffettiva, un famiglia in cui, cioè, mi faranno da specchio i miei genitori aggressivi, anaffettivi, violenti, manipolatori.
La relazione karmica per eccellenza è quella con i propri genitori. Assolutamente.
Quindi uno nasce in una famiglia anaffettiva non perché sia brutto e cattivo, ci mancherebbe, ma perché nel processo della morte (del Bardo, come spiegano i Tibetani) non si è preparato.
Anche una forte paura di morire, un forte attaccamento alla vita, alle persone, può aver costretto il cuore a chiudersi all’ultimo momento, e farà nascere in una famiglia non proprio delle migliori. C’è sempre il karma di mezzo.
Quindi, tornando a noi, quando un bambino nasce in una famiglia che non lo ha voluto, che non è capace di dargli amore, aggressiva, violenta, manipolatoria ecc., questo ha a che vedere con il suo karma passato.
Poi, piano piano, uno comincia anche a scoprire i vari motivi e le dinamiche, ma quello che ci interessa, anziché fare vent’anni di analisi sul perché, è liberarci di tutto questo. Questa è la cosa più importante.
Facciamo l’ipotesi di due fratelli.
Uno ha un tema karmico positivo, mentre l’altro ha un tema karmico negativo (inteso come tanti nodi karmici irrisolti pesanti).
Hanno gli stessi genitori eppure verranno trattati diversamente…
Com’è possibile? Cosa accade?
Facilissimo.
I genitori faranno da specchio in maniera diversa ai due figli.
Succederà che, senza motivo apparente, i genitori si comporteranno male con il bambino che ha il peggior tema karmico e si comporteranno bene con l’altro. E nota che neanche loro sapranno esattamente perché lo fanno.
Non è che vogliano più bene all’altro, ma se la prenderanno sempre con chi ha i nodi karmici più pesanti, perché gli stanno facendo da specchio.
E fanno da specchio all’altro trattandolo bene. Gli stessi genitori.
Se invece i genitori li trattassero nella stessa identica maniera, allora vuol dire che i bambini hanno bisogno dello stesso identico tipo di specchio, ma è molto, molto raro.
Alcune volte invece un figlio assomiglia moltissimo per difetti e carattere al proprio genitore.
Altre volte ancora, invece, ti senti un pesce fuori d’acqua, senti di non avere niente a che fare con i tuoi genitori biologici e senti che non c’entri nulla con quella famiglia: questo è un altro caso ancora, che va al di là di nodi positivi e negativi, e ha a che fare con l’acquisizione di consapevolezza nelle vite passate.
Perché sento di non far parte della mia famiglia?
Questo è un passaggio chiave, perché penso che molti di voi, da piccoli, si siano sentiti così. “Questa non è la mia famiglia, questo non è il mio luogo, mi sento fuori posto qui”.
Attenzione a questo passaggio.
Rispetto a tanti altri bambini e adulti che non hanno avuto questo problema del sentirsi fuori posto magari ti sei detto: ”So che questi sono i miei genitori biologici, ma non sento di far parte di questa famiglia, non ho niente a che fare con questa famiglia, non ho niente in comune come gusti, come modo di vedere, come modo di pensare….”.
Ripeto, è un passaggio importante.
Quando uno sente questo, per riuscire a sentire e capire che non ha niente a che fare con questa famiglia, significa che sta confrontando la situazione che sta vivendo con un’altra situazione che in qualche modo è nella nostra memoria karmica.
Deve essere nella memoria karmica, ovviamente, perché da piccoli, a tre o quattro anni, non si hanno ricordi di altre famiglie, a meno che non si sia stati veramente adottati.
Ma la cosa interessante è che in quel momento stai facendo un confronto.
Quando ti poni un dubbio, il dubbio richiede che tu metta a confronto una situazione con un’altra.
E in questo caso specifico da dove viene fuori l’informazione con la quale ti stai confrontando?
Quando sei molto piccolo non hai viaggiato il mondo, né sei vissuto in tante famiglie.
Da dove viene, quindi, questo confronto? Il fatto che non ti tornino i conti e che ti sembri tutto strano significa che ti stai confrontando con le memorie della vita precedente, o di qualche altra vita precedente.
Vite in cui comunque il luogo non era questo, il modo di pensare non era questo.
E questo succede spesso quando si rinasce in una famiglia molto diversa da quella delle vite passate. Il luogo diverso, la mentalità diversa…
Questo è ancora un caso semplice.
Un caso un pochino più complesso è quando abbiamo fatto un bel po’ di lavoro su noi stessi. E allora riconosciamo la nostra famiglia come biologica, ma in realtà a un certo punto, a una certa età, proprio a causa di ricordi di vite passate (non ricordi chiarissimi, ma proviamo come una sensazione, un senso di nostalgia), accade che andremo in cerca della famiglia spirituale.
E questo dipende dal grado di evoluzione, dal grado di risveglio che ci portiamo dietro da una vita all’altra.
Ricapitolando: perché non riusciamo a riconoscere le nostre famiglie biologiche?
Uno, il livello base, è che per varie vite abbiamo vissuto in luoghi diversi, molto diversi da quelli attuali e quindi non riconosciamo le persone, il modo di pensare.
Ricordatevi che serve un confronto, qualcosa con cui confrontare, per dire che sembra tutto strano.
Strano in relazione a che cosa? In relazione a cosa dico “strano, diverso, non mi riconosco”?
Dobbiamo essere molto, molto chiari e usare davvero la mente come un laser per capire certi fenomeni.
Vedete quanta razionalità c’è nella spiritualità? Altro che non bisogna esser razionali… Bisogna usare la mente come un laser senza lasciarsi usare dalla mente.
Ci stiamo allenando a usare la mente.
Ecco, questi erano una serie di passaggi che aiutano a capire meglio le cose.
Tornando ai bambini e alla ferita dei non amati, anche quando siamo così non riusciamo ad adattarci, né alla famiglia, né a fratelli o sorelle, né alla scuola, neanche alla società.
In un caso questo è proprio perché venivamo da altri luoghi, da altre mentalità. E, di solito, il riuscire ad adattarsi richiede di trascorrere un po’ di vite in quello stesso luogo e in quella mentalità, in quella cultura.
L’altro caso è che abbiamo fatto un grosso lavoro su noi stessi nelle precedenti vite, per cui, ovunque rinasceremo, come dice Gurdjieff, il centro di gravità ti riporterà prima o poi di nuovo nella famiglia spirituale, ti riporterà di nuovo alla Scuola.
C’è come una calamita ed è solo questione di tempo, si perdono anni, si gira il mondo, ma ognuno alla fine deve tornare nella sua famiglia spirituale.
Visto dall’altro punto di vista, i genitori soffrono e ti attaccano anche, perché si comportano da bambini. Ma bisogna capirli, è perché tu non li riconosci.
Non pensare che, se non lo dici a parole, loro non sentano che non li stai riconoscendo.
Da una parte, quindi, il bambino soffre perché il genitore non lo riconosce. Ma quando abbiamo questi casi speciali succede anche il contrario, già fin da piccolissimi, il campo energetico, il campo psichico del genitore sente che tu non lo stai riconoscendo.
È un discorso di interazione tra campi: sentono che tu non li riconosci, è come se tu non facessi parte di quella famiglia e loro lo sentono. E questo li ferisce a morte.
Ecco che cominceranno a crearti problemi, perché tu non li stai accettando, perché loro non si sentono accettati da te, ma tu non puoi farci niente.
Non puoi farci niente, è così, e allora ti iniziano a creare un mare di problemi.
E anche lì, doppiamente, non ti senti accettato o amato.
Però quando sei piccolo non hai queste conoscenze, non hai queste informazioni, e quindi veramente ti senti in colpa, ti senti sbagliato.
Ma sapere questo è molto importante per un vero ricercatore spirituale.
Non siamo qui per parlare di lamentarci delle ferite o fare psicanalisi, qui stiamo andando molto, ma molto profondamente nei fenomeni, perché dobbiamo sì capire la psicologia, ma contemporaneamente mettere insieme lavoro interiore, spirituale, karmico, per considerare tutto l’insieme e vedere l’intera mappa.
Chiaro che la mappa non è il territorio, ma poi ognuno ricostruisce i pezzettini e crea il suo territorio.
Vedete quante cose nascoste che ci sono andando sempre più in profondità?
ROBERTO POTOCNIAK