27/06/2025
Ringraziamo l'assessore Simone Bezzini per le sue parole e per la preziosa partecipazione al nostro convegno.
Anche quest’anno l’Agenzia Regionale di Sanità ci consegna un rapporto dettagliatissimo sul sistema di welfare e sulle condizioni di salute in Toscana, dal quale emerge un dato davvero significativo: gli indicatori della nostra regione tendono a migliorare, quasi tutti.
L’arco di tempo considerato va dal 2019 al 2024 e il risultato è ancora più grande se pensiamo al fatto che abbiamo superato una pandemia, al sottofinanziamento della sanità da parte dello Stato e ai tetti di spesa che incidono sulla capacità di fare assunzioni.
In Toscana cresce la quota di anni vissuti in buona salute dopo i 65 anni, che passa al 46% negli uomini e al 38% nelle donne. La speranza di vita tocca gli 84 anni, superando la media nazionale di oltre mezzo anno e posizionandosi al terzo posti in Italia per longevità maschile e la sesta per quella femminile. Il 98% delle persone tra i 65 e i 74 anni è autonomo nelle attività quotidiane.
Sul fronte dell'assistenza ospedaliera, invece, i ricoveri per infarto miocardico acuto si sono ridotti del 24% negli uomini e del 35% nelle donne, mentre quelli per ictus ischemico calano di oltre il 25% per entrambi i generi. Il tasso di ospedalizzazione scende a 128,4 per 1.000 abitanti, ben al di sotto dello standard nazionale. I ricoveri chirurgici hanno superato i volumi pre-pandemia, mentre quelli medici restano sotto grazie a percorsi territoriali, ambulatoriali e di telemonitoraggio. Infine, la Toscana è uscita dall’eccesso di mortalità legato al Covid già nel 2023, un anno prima della media italiana.
Voglio ringraziare le migliaia di professioniste e dei professionisti, che ogni giorno lavorano nel nostro sistema socio-sanitario e che pur tra le difficoltà riescono a garantire, dentro un modello organizzativo che comunque tende a innovarsi continuamente, performance significative a tutela della salute dei toscani. Il merito di questi risultati, in anni così difficili, è il loro.
Guardando al futuro, non mancano sfide e difficoltà, e ne siamo consapevoli. Lavorare alla messa a terra del nuovo modello di assistenza territoriale, con le Case di comunità e gli Ospedali di comunità, resta la grande priorità di questa fase. Senza però perdere di vista la battaglia, decisiva, per ottenere più risorse a livello nazionale: una condizione imprescindibile per compiere ulteriori passi in avanti.