20/11/2024
⌛️ È trascorso più di un anno da quando ho condiviso l’ultimo post qui sui social.
Una scelta più o meno consapevole.
Dettata del tempo, dalle priorità, dal non riuscire a correre al passo con i social e dal non voler correre. Questo con l’idea che si può scegliere di non correre e di non stare al passo “con i tempi” quando non ci va di correre, quando non ne abbiamo il tempo, la forza, la voglia o, semplicemente, quando vogliamo solo camminare con il nostro passo e vogliamo guardarci intorno.
🫂 Lo scopo per cui tengo aperta questa pagina è ancora quello iniziale, ossia, condividere, quando non sono con i miei pazienti, non per il senso del dovere ma per il piacere di farlo.
E se ogni psicologo è psicologo a modo suo, la mia soggettività mi dice che non condividerò mai quello che accade nella relazione con i miei pazienti, fuori e dentro la stanza di terapia. Quello appartiene alla relazione e al processo terapeutico.
📱Mi capita spesso di vedere la condivisione di video, foto, messaggi in cui viene mostrato quello che accade nella relazione terapeutica con minori e adulti.
A prescindere dall’espressione del consenso o meno, mi sorgono alcune domande:
- Il mostrare cosa avviene con i pazienti in terapia, serve ai terapeuti o ai pazienti?
- E fare questo in terapia, che effetti può avere per la relazione e gli obiettivi terapeutici?
Le mie valutazioni preferisco tenerle per me. Speranzosa che le domande possano sempre aiutarci a riflettere più delle risposte stesse.
🧠 L’unica considerazione che mi va di condividere è che, oggi, stare al passo con i tempi, significa avere pochi spazi in cui dare spazio alla relazione in assenza di social network. Spazi in cui ci si possa guardare negli occhi senza filtri e in cui abbassare lo sguardo, non ha nulla a che fare con il guardare social. La terapia è fortunatamente ancora uno di questi.
🌅 Un po’ come accade alla terrazza del Pincio a Roma. Da cui si può intravedere uno dei tramonti più spettacolari.
C’è chi va con l’idea di vedere il tramonto ma alla fine non riesce a vederlo, a coglierne il senso, a goderselo perché si trova frapposti una serie di cellulari che impediscono la visuale.
👀 Mi piace pensare che ogni volta in cui arriva una richiesta di psicoterapia, sia una richiesta in cui godersi e analizzare il proprio “tramonto”. Cerchiamo di condividere al massimo “occhiali” per vederlo meglio quel tramonto, o per non esserne abbagliati, ma facciamo in modo che questo sia tutelato.