10/10/2024
L’INTERVENTO TERAPEUTICO NEL BAMBINO CON DISPRASSIA
La disprassia è un disturbo del neurosviluppo che interessa la coordinazione motoria. Inizia durante l'infanzia e comporta una difficoltà generalizzata nell'esecuzione dei movimenti più semplici della vita quotidiana, problemi di coordinazione e un deficit nel compiere gesti espressivi utili alla comunicazione. Quando non trattata, la disprassia ha delle conseguenze importanti anche nella vita adulta.
L'intervento neuropsicomotorio per la disprassia è multidisciplinare e personalizzato, mirato a migliorare le abilità motorie, cognitive e sociali del bambino. Abbiamo chiesto al Dott. Gian Luca Idini, terapista delle neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, di spiegarci più precisamente in cosa consiste la terapia, come si svolge e quali sono gli obiettivi e i risultati raggiungibili.
Quali sono le aree trattate dalla terapia neuropsicomotoria e quali gli strumenti e le strategie di lavoro?
“Il terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva lavora con il bambino su attività specifiche per rafforzare la coordinazione, la forza muscolare e la precisione dei movimenti. Queste attività possono includere giochi strutturati, esercizi di manipolazione di oggetti piccoli (come perline o cubi), e compiti che richiedono equilibrio e coordinazione. È importante anche sviluppare le competenze relative alla pianificazione motoria, per le quali vengono proposti esercizi che aiutano il bambino a scomporre compiti complessi in sequenze più gestibili, migliorando la capacità di pianificare e eseguire movimenti in modo efficace. Ad esempio, si possono utilizzare percorsi motori o giochi a tappe che richiedono la coordinazione di diversi movimenti. Si lavora, inoltre, per migliorare la rappresentazione mentale: la parcellizzazione di un compito complesso step by step e la sua finale esecuzione favorisce la graduale rappresentazione dello stesso, presupposto fondamentale per raggiungere l’obiettivo preposto e aumentare il senso di autoefficacia del bambino.”
E nel caso di disprassia verbale?
“Se il bambino ha difficoltà nell'articolazione delle parole, il terapista utilizza tecniche specifiche per migliorare la consapevolezza fonologica, la precisione articolatoria e la fluidità del linguaggio. Queste tecniche includono esercizi di ripetizione, pratica della produzione sonora, e attività che coinvolgono il ritmo e la prosodia. Nei casi più gravi, possono essere introdotti strumenti di comunicazione aumentativa alternativa (CAA) per facilitare la comunicazione del bambino con l'ambiente circostante.”
La disprassia porta spesso a problemi di apprendimento che si manifestano a scuola. In questo senso, ci sono degli strumenti trasversali che possono aiutare il bambino?
“Certamente, la scuola ha un ruolo fondamentale nel progetto terapeutico del bambino con disprassia. Il primo strumento è il Piano Educativo Personalizzato (PEP): gli insegnanti, in collaborazione con il team terapeutico, sviluppano un PEP che adatta l'insegnamento alle esigenze specifiche del bambino, che può includere l'uso di tecniche di insegnamento multisensoriale, di supporti visivi per l'organizzazione delle informazioni e la riduzione del carico di lavoro scritto attraverso l'uso di tecnologie assistive. Inoltre, è importante usare strategie che incoraggiano l'autonomia del bambino, come la scomposizione dei compiti complessi in fasi più semplici, l'uso di mappe concettuali per organizzare le idee, e l'insegnamento esplicito delle abilità di problem-solving.”
Non è difficile immaginare che la disprassia può portare spesso a disagi di natura emotiva e psicologica.
“I bambini con disprassia possono beneficiare di un supporto psicologico per affrontare le frustrazioni legate alle loro difficoltà motorie e cognitive, a cui spesso si accompagnano sequele sul piano emotivo-comportamentale. Può essere utile un supporto per migliorare l'autostima, gestire l'ansia e sviluppare strategie per affrontare le sfide quotidiane, favorendo una maggiore consapevolezza e riducendo così l’impatto emotivo delle difficoltà individuali. Naturalmente, il coinvolgimento della famiglia è cruciale per il successo dell'intervento. I genitori vengono formati per comprendere il disturbo, supportare il bambino nelle attività quotidiane e creare un ambiente domestico che favorisca il suo sviluppo.”
Quindi, è di primaria importanza attivare la terapia il prima possibile…
“L’intervento precoce è fondamentale. Gli studi dimostrano che intervenire precocemente può migliorare significativamente le prospettive a lungo termine per i bambini con disprassia. La plasticità cerebrale caratteristica dell'infanzia permette al cervello di compensare le difficoltà attraverso l'apprendimento e l'adattamento. Inoltre, il piano di intervento deve essere rivisto e adattato periodicamente per rispondere ai cambiamenti nelle necessità del bambino, soprattutto durante le transizioni scolastiche o in periodi di sviluppo critico.
Dunque, i risultati della terapia possono portare il bambino a un miglioramento globale della sua vita e di quella della sua famiglia.
L'obiettivo principale dell'intervento è migliorare la qualità della vita del bambino, promuovendo l'indipendenza nelle attività quotidiane, facilitando l'integrazione scolastica e sociale, e riducendo le difficoltà che potrebbero ostacolare il suo sviluppo globale. Ogni intervento deve essere altamente personalizzato, tenendo conto delle specificità del bambino e della sua famiglia, per garantire il miglioramento continuo delle competenze e la partecipazione attiva nella vita quotidiana.”