Stroke Therapy R-evolution ITA

Stroke Therapy R-evolution ITA Programma personalizzato post Ictus, in casa, con il metodo Perfetti diretto dal Dott.Valerio Sarmati

Stroke Therapy Revolution offre un percorso di recupero post-ictus personalizzato a domicilio, utilizzando la riabilitazione neurocognitiva secondo Perfetti. Guidato dal Dr. Valerio Sarmati, allievo diretto del creatore di questo approccio, il nostro programma si concentra esclusivamente sulla riabilitazione post-ictus. Il nostro approccio include un supporto emotivo professionale, incontri di gru

ppo online e video tutorial per gli esercizi a casa. Con noi, avrai l'expertise di un team di professionisti specializzati, pronti a guidarti in ogni fase del tuo recupero.

Spesso i disturbi di comprensione del paziente afasico vengono sottostimati, soprattutto in ambito familiare. Questo acc...
18/08/2025

Spesso i disturbi di comprensione del paziente afasico vengono sottostimati, soprattutto in ambito familiare. Questo accade perché i familiari, conoscendo bene la persona, riescono a comprenderla anche “con un colpo d’occhio”, anticipando gesti, espressioni e intenzioni.

In realtà, durante la valutazione clinica, emergono difficoltà di comprensione spesso più significative di quanto percepito a casa. Questo è un aspetto cruciale, perché la produzione del linguaggio non è mai un atto isolato: così come il movimento dipende da una corretta percezione, anche la parola nasce da una buona comprensione.

Per questo motivo, nel percorso riabilitativo, non possiamo limitarci ad allenare la produzione verbale, ma dobbiamo lavorare parallelamente sulla comprensione, che ne rappresenta il fondamento.

Per un programma di logopedia personalizzato da eseguire in casa contattaci.

16/08/2025

"Ma allora devo smettere di fare l'amore con la mia compagna, per evitare la spasticità…?"

Molti pazienti che seguono il nostro programma di riabilitazione imparano che alcune attività quotidiane possono aumentare la spasticità. E giustamente diventano attenti e scrupolosi. Ma a volte questo porta a un dubbio: se devo evitare certi sforzi inutili, devo rinunciare anche a momenti della mia vita personale in cui compare irradiazione?

La risposta è assolutamente no!

La riabilitazione in nessuna circostanza deve limitare la vita, ma a renderla di nuovo possibile e piena.

Quello che va evitato sono solo attività percepite erroneamente come terapeutiche (per esempio salire e scendere scale cento volte pensando di fare "più allenamento"). Le esperienze che arricchiscono la vita e danno gioia, invece, sono sempre benvenute e favorite.

🔍 “Un farmaco che ripristina completamente la mobilità dopo un ictus”? Davvero?Sta girando un post con il titolo:🧠 “Scie...
06/08/2025

🔍 “Un farmaco che ripristina completamente la mobilità dopo un ictus”? Davvero?

Sta girando un post con il titolo:
🧠 “Scienziati dell’UCLA hanno sviluppato un farmaco capace di ripristinare completamente la mobilità dopo un ictus.”

E nella descrizione: “nei modelli animali, questo farmaco ha stimolato la rigenerazione neuronale senza mesi di fisioterapia intensiva”.

💣 Ma ci sono diversi errori gravi.

❌ Problemi chiave:

1. Titolo ingannevole
Lo studio (UCLA, Nature Communications, 2025) è su topi: mostra che la molecola DDL-920 migliora in parte la funzione motoria. Non promette ripristino completo.

2. Niente rigenerazione neuronale
Il farmaco non rigenera neuroni né crea nuove cellule: agisce sulla plasticità sinaptica, rafforzando connessioni interne già esistenti tra interneuroni PV e neuroni motori.

3. Fonte sbagliata
Il post cita “Wang Z. et al. (2023), PNAS – ‘A small molecule promotes motor recovery and axonal plasticity after stroke’”.

👉 Ma non esiste uno studio PNAS del 2023 di Wang Z. su DDL-920 né su molecole simili. È un errore che indica che probabilmente non è stato consultato il paper originale.



✅ Cosa c’è di vero e importante:

• Lo studio dell’UCLA (Okabe et al., 2025) identifica un circuito chiave nella corteccia premotoria: interneuroni PV + neuroni che proiettano nell’area dell’ictus.

• Stimolandolo con DDL-920 si ottiene nei topi un miglioramento motorio simile a quello indotto dalla riabilitazione intensiva.

• Non è una cura, ma una prova di principio: potremo un giorno sviluppare farmaci che potenziano l’effetto della riabilitazione, specialmente quando la fisioterapia è limitata.

🎯 Morale:

La speranza è fondata e va perseguita, ma la narrazione deve essere rigorosa.
Lo studio merita attenzione. Il post è fuorviante.
Come comunichiamo la scienza è importante.
C'è differenza tra infondere speranza e alimentare illusioni in cambio di click.

Era il lontano 2004, stavo già sperimentando un approccio che oggi è diventato il cuore della nostra riabilitazione a di...
02/08/2025

Era il lontano 2004, stavo già sperimentando un approccio che oggi è diventato il cuore della nostra riabilitazione a distanza di Stroke Therapy Revolution. In queste foto del 2004, mi vedete registrare con un VHS gli esercizi di un paziente, così che potesse continuare a lavorare a casa insieme alla sua famiglia. Quella che era una delle prime esperienze di Remote Therapeutic Monitoring (RTM) è cresciuta fino a diventare il nostro attuale programma di riabilitazione neurocognitiva a distanza. Oggi supportiamo 135 pazienti in tutto il mondo, che lavorano da casa con l’aiuto dei loro familiari e dei nostri professionisti.

Ne è passata di acqua sotto i ponti: se nel 2004 usavamo ancora le videocassette e comunque i pazienti erano costretti a trasferte complicate, oggi la tecnologia ci permette di essere vicini ai nostri pazienti a migliaia di chilometri di distanza. Il nostro obiettivo, è proprio questo: permettere a chiunque di recuperare a casa attraverso l’approccio neurocognitivo della riabilitazione conosciuto come Metodo Perfetti. E oggi siamo orgogliosi di poter dire che questo sogno è realtà.

Cari amici,Vogliamo condividere oggi quattro preziose risorse per affrontare il percorso post-ictus - utili per pazienti...
24/07/2025

Cari amici,

Vogliamo condividere oggi quattro preziose risorse per affrontare il percorso post-ictus - utili per pazienti, familiari e professionisti sanitari.

L'ictus rappresenta una realtà complessa che richiede informazioni approfondite da parte di tutti i soggetti coinvolti. È fondamentale che pazienti e familiari diventino protagonisti attivi nel processo di recupero, acquisendo conoscenze sempre maggiori per gestire al meglio questa sfida.

Ne avete già letto qualcuno di questi?

“Lo farò quando starò bene.”È una frase che spesso risuona tra i nostri pazienti post-ictus. Sappiamo bene che ciò che u...
21/07/2025

“Lo farò quando starò bene.”

È una frase che spesso risuona tra i nostri pazienti post-ictus. Sappiamo bene che ciò che un tempo era una semplice uscita per una pizza, oggi può sembrare un’impresa titanica.

Ma è difficile pensare di recuperare la complessità della vita restando protetti tra le quattro mura di casa.

Affrontare queste sfide — che non sono solo fisiche, ma anche emotive — significa affrontare lo sguardo degli altri, accettare la necessità di farsi aiutare in pubblico, imparare a gestire nuovi spazi e situazioni.

Tutti aspetti che non possono essere rimandati al giorno in cui si starà “del tutto bene”, perché è proprio attraversandoli che quel giorno può avvicinarsi.

Non c’è storia.A sinistra, un esercizio in cui si chiede al paziente di afferrare piccoli oggetti e depositarli in un co...
18/07/2025

Non c’è storia.

A sinistra, un esercizio in cui si chiede al paziente di afferrare piccoli oggetti e depositarli in un contenitore. A destra, un esercizio in cui il paziente, guidato dal terapista e con gli occhi chiusi, deve riconoscere con la mano delle figure in rilievo.

Non c’è storia, perché nell’esercizio di sinistra il movimento è in evidenza, a tutti i costi, anche a scapito di un aumento dell’irradiazione, che nel caso del gomito viene contenuta meccanicamente da un tubolare gonfiabile che forza l’estensione dell’arto, che altrimenti tenderebbe a piegarsi.

Anche nel secondo esercizio il movimento è centrale, ma la guida del terapista aiuta il paziente a gestirne le componenti più elementari, cioè a tenere sotto controllo la spasticità. Inoltre, la richiesta di dirigere l’attenzione al corpo e alle caratteristiche dell’oggetto, di affinare percezione e pianificazione, serve a riorganizzare quei processi cognitivi alla base del movimento, anche se invisibili.

Non c’è storia, perché l’esercizio di sinistra è subito comprensibile, senza troppe argomentazioni, mentre quello di destra va spiegato: a prima vista nemmeno sembra fisioterapia, almeno come siamo abituati a intenderla. Anche chiedere di spostare un oggetto da A a B richiede una preparazione ben diversa da quella necessaria per guidare un paziente nella risoluzione di un problema di riconoscimento.

Non c’è storia, perché l’esercizio di sinistra ha ampie pubblicazioni scientifiche che ne attestano l’efficacia, non considerano la spasticità un ostacolo e misurano forza e ampiezza del movimento. Quello di destra non gode della stessa copertura.

Non c’è storia, e forse non ci sarà mai, perché l’esercizio di sinistra offre al paziente ciò che desidera, ed è perfettamente in linea con ciò che la riabilitazione è pronta a dare. Tra i vantaggi riconosciuti c’è anche la possibilità di far lavorare un fisioterapista con più pazienti contemporaneamente. Quello di destra richiede invece un terapista con un solo paziente, per più di mezz’ora possibilmente, e con molta preparazione.

I RISCHI DI ICTUS NEL PENSIONAMENTO: COSA DICE LA SCIENZAMi stupiva notare come molti pazienti avessero subito ictus poc...
12/07/2025

I RISCHI DI ICTUS NEL PENSIONAMENTO: COSA DICE LA SCIENZA

Mi stupiva notare come molti pazienti avessero subito ictus poco dopo il pensionamento: imprenditori che avevano appena passato l'azienda ai figli, impiegati al termine della carriera, persone pronte a viaggiare con il camper e a godersi la vita. Non sembrava casuale e le mie ricerche lo hanno confermato.

Uno studio scientifico pubblicato su Social Science & Medicine rivela che il pensionamento aumenta il rischio di malattie cardiovascolari del 40%, con picchi del 55% nel primo anno e del 35% nel secondo.

La ricerca della Harvard School of Public Health conferma che il pensionamento è il 10° evento più stressante nella vita! Al 1° posto c'è la perdita di un coniuge.

Ma perché alcune persone prosperano in pensione mentre altre sviluppano problemi di salute? Gli studi evidenziano fattori chiave:

🔹 La perdita dello scopo: per molti il lavoro rappresenta la principale fonte di identità e significato
🔹 Il rapporto con il proprio lavoro: chi ha amato profondamente il proprio impiego può trovare più difficile adattarsi
🔹 La qualità delle relazioni personali: un buon rapporto con il partner facilita la transizione
🔹 Gli interessi extra-lavorativi: chi ha già hobby e passioni riempie più facilmente il vuoto esistenziale

Un altro studio rivela che avere uno scopo nella vita riduce significativamente il rischio di ictus negli over 50. Analizzando quasi 7.000 partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che mantenere obiettivi chiari diminuisce la probabilità di ictus, indipendentemente da altri fattori di rischio.
Secondo il Dr. George E. Vaillant di Harvard, ecco i 4 elementi fondamentali per un pensionamento che protegga il cuore e il cervello:

1️⃣ Costruire una nuova rete sociale che dia senso di appartenenza
2️⃣ Dedicarsi ad attività divertenti che portino gioia e significato
3️⃣ Coltivare la creatività per esprimere se stessi in nuovi modi
4️⃣ Movimento ed esercizio fisico

Non aspettate il giorno del pensionamento per pianificare questa fase della vita! Iniziate oggi a costruire relazioni, interessi e uno scopo che vi accompagneranno in questa nuova avventura. ❤️ 🧠

Il Metodo Perfetti è troppo lungo!Quante volte lo abbiamo sentito dire che il Metodo Perfetti è buono, ma ha il difetto ...
08/07/2025

Il Metodo Perfetti è troppo lungo!

Quante volte lo abbiamo sentito dire che il Metodo Perfetti è buono, ma ha il difetto di essere troppo lungo?

Devono essere proprio cocciuti quei fisioterapisti che scelgono di offrire ai proprio pazienti un metodo che impiega più tempo di altri per ottenere i risultati non vi sembra?

Ma poi, Lungo rispetto a cosa? Quando si sceglie un trattamento, è naturale preferire quello che garantisce i migliori risultati nel minor tempo possibile. La vera domanda è: di quali risultati stiamo parlando?

Perché se per recupero intendiamo il paziente che cammina con andatura falciante, con il piede si torce e richiede l'uso di una molla di Codivilla e il braccio irrigidito e spastico, allora questi non sono risultati a cui ambisce chi si occupa di riabilitazione neurocognitiva perché la spasticità viene considerata con un elemento della patologia e viene investito il tempo per aiutare il paziente a imparare a controllarla.

Anzi quella rapidità nell'ottenere quel tipo di recupero carente di qualità, rischia poi di rendere successivamente ancora più lungo il tempo per poter migliorare davvero la condizione del paziente; perchè la spasticità una volta instaurata è difficile da controllare.

Chi lavora con la riabilitazione neurocognitiva (metodo Perfetti) punta a un recupero di qualità, e i tempi più lunghi non dipendono dall’approccio in sé, ma dal tempo necessario al sistema nervoso centrale per riorganizzarsi e apprendere di nuovo il movimento in una condizione diversa. Non si tratta quindi di confrontare i tempi, ma la qualità del recupero. Dire che il metodo Perfetti è "troppo lungo" significa non considerare la differenza nei risultati.

Forse dovremmo cominciare a dire che recuperare dopo un ictus è un processo lungo e che non sempre le scorciatoie portano alla destinazione desiderata.

Anche se in superficie i progressi possono sembrare piccoli, sotto la superficie avviene una trasformazione straordinari...
06/07/2025

Anche se in superficie i progressi possono sembrare piccoli, sotto la superficie avviene una trasformazione straordinaria: nuove sinapsi si formano, le connessioni si rafforzano, e le mappe corticali si riorganizzano. Ogni piccolo passo che vediamo è, in realtà, un enorme cambiamento interno.

Botulino per la gestione della spasticità dopo un ictusSpesso, quando incontro per la prima volta un paziente con spasti...
01/07/2025

Botulino per la gestione della spasticità dopo un ictus

Spesso, quando incontro per la prima volta un paziente con spasticità, mi rendo conto che insieme al familiare hanno scelto di rimandare questa opzione dopo aver seguito i nostri contenuti, e di questo sono davvero felice.

In molti altri casi, però mi mette al corrente che ha già una visita programmata per il trattamento con la tossina botulinica.
Quando la visita è imminente, propongo sempre una sorta di scommessa:

iniziamo con gli esercizi di riabilitazione neurocognitiva e, se nel giro di un mese notiamo dei miglioramenti nella spasticità, anche solo una piccola riduzione, possiamo pensare di rimandare l’appuntamento con il botulino.

In caso contrario, se non vediamo cambiamenti, il paziente è assolutamente libero di procedere con il trattamento programmato. Questo approccio, a mio avviso, permette di dare una chance alla riabilitazione, evitando ai pazienti di sentirsi costretti a trattamenti che, a volte, vengono utilizzati quasi come "ricatti" e resi obbligatori per accedere a ulteriori cicli di fisioterapia nelle strutture convenzionate.

Quasi sempre, se il paziente lavora con impegno in un mese è sempre in grado di vedere gli effetti degli esercizi e si motiva a procedere con la riabilitazione.

Ho pubblicato un video impressionante che mostra, attraverso le telecamere di sorveglianza, l’ictus in corso di una giov...
24/06/2025

Ho pubblicato un video impressionante che mostra, attraverso le telecamere di sorveglianza, l’ictus in corso di una giovane donna. Il video è diventato virale e mi ha colpito vedere quanti commenti di persone che hanno vissuto esperienze simili, o in prima persona o con un familiare. Inizialmente ho pensato che gli algoritmi dei social fossero bravissimi a indirizzare i contenuti, ma poi mi sono ricordato di un dato importante: il rischio di avere un ictus nell’arco della vita è di circa il 25% per una persona di 25 anni. Questo significa che la probabilità di avere un ictus in famiglia, prima o poi, è davvero alta. Insomma, è un tema che ci tocca tutti da vicino e che merita attenzione

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