17/07/2025
A me ‘sta cosa della scena muta all’orale della maturità… bho?!
L’ultima é una tal Maddalena che dice: “Il focus dei docenti è sempre stato sui voti, mai sulla ‘vera me’”.
Cara Maddalena, scusami, ma la tua protesta un po’ non la capisco. Cioè… ti lamenti che sei sempre stata considerata solo per i punteggi, fai i conti su quale punteggio hai raggiunto e, constatato che hai raggiunto 60, non parli all’orale per protesta. Non mi sembra che tu abbia protestato contro il sistema, lo hai avvalorato! Avevi di fronte almeno 4 insegnanti che non ti conoscevano: potevi mostrare cosa sai fare, secondo me hai usato il sistema dei punteggi nel modo peggiore, mi dispiace!
Mi soffermo un attimo su quel “cosa sai fare”. Ma Maddalena, davvero vuoi una scuola in cui i tuoi docenti vedano “la vera te”? E cosa dovremmo vedere? Cioè… non so se tu sia credente o meno, ma giusto Dio sa chi sei davvero! Noi siamo adulti che stanno con te, molto limitati, come tutti gli esseri umani. Tra di noi c’è quello più empatico che magari nota qualcosa del tuo carattere, del tuo stile relazionale, delle tue doti, delle tue fatiche. Poi c’è l’insegnante più freddino che non riesce molto sotto questo profilo. Magari perché è un po’ così lui. Magari perché é un momento suo di vita non molto semplice. Siamo sulla terra, e noi siamo docenti: non chiederci l’impossibile. Attenzione! Fai bene a chiederci rispetto, attenzione alla persona, dialogo. Ci mancherebbe. E in effetti dici nell’intervista che nella tua scuola ti hanno fornito un’ottima preparazione. Ma “la vera te”… troppo forse.
Che poi, di preciso, cosa sarebbe la vera te? Io sono curiosissimo. Perché poi nell’intervista te lo chiedono e tu rispondi: “Quanto una persona si impegna non conta”. Ecco, confesso che sono rimasto un po’ deluso dalla risposta. Cioè, mi aspettavo che volessi professori da “Attimo fuggente” in grado di vedere i tuoi talenti; e ti avrei detto: “Bellissimo, ci proviamo, ma perdonaci se non riusciamo sempre, in due ore alla settimana é complicatissimo”. Mi aspettavo che volessi insegnanti alla “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, capaci di vedere le tue ferite: anche qui ti avrei detto che sarebbe bellissimo, ma ci vuole un po’ di fortuna anche perché mica è semplice e non riesci sempre e con tutti. Anche se lo volessi. Mi aspettavo che volessi degli insegnanti tipo novelli Socrate, capaci di maieutica e di farti partorire le tue idee. Cioè, davvero mi avevi riempito di aspettative con questo “la vera me”. Ti confesso che sono rimasto un po’ deluso quando mi dici che alla fine i tuoi insegnanti avrebbero dovuto vedere un po’ più il tuo impegno. Tutto qui?
Vabbè allora facciamola semplice. Io ti auguro di trovare qualcuno che veda la “tua vera te”. Magari a scuola. Ma é una cosa molto delicata: cosa sei davvero, le tue ferite profonde, i tuoi sogni più grandi, le tue visioni di mondo che ancora stai componendo, le tue domande che ancora stai formulando, questa sei davvero tu! Ed è importante che qualcuno ti veda, ma é una questione delicatissima e non standardizzata: dipende da mille cose, che non é detto possano mettersi in fila tutte a scuola. Ci vuole un po’ di fortuna. Per qualcuno capita a scuola, ma non è detto che capiti a tutti. A me non è successo a scuola. E pazienza.
Ma l’impegno, Maddalena,… non è la vera te. L’impegno è qualcosa che fai, non qualcosa che sei. Ecco, a scuola quando ti valutiamo, proviamo a dirti un pezzetinissimo minuscolissimo: se sai fare alcune cose. A me piace tantissimo stare con i miei studenti. Io credo che per un paio, in questo paio di decenni in cui insegno, sia successo che ho visto il loro “vero loro”. Per tanti ho visto un pezzettino di loro. E ti assicuro che dí tutti conservo stima. E spero di averla comunicata a tutti in mille modi. Per tanti… non ho visto nulla, per mille ragioni: non è scattata la scintilla, gli stavi sui maroni, bho? Poi a tutti ho provato a dire se sanno fare 4 cose: contestualizzare un pensiero filosofico, saper leggere un testo di filosofia, sapere argomentare correttamente una tesi, saper fare una ricerca personale. Questo è quello che valuto quando valuto.
Maddalena, questo facciamo, non siamo dei deliranti che pretendono di vedere tutto. Proviamo a essere cordiali, e a valutare delle competenze.
Ma mi viene un dubbio: tu sai cosa è la vera te stessa? Perché se alla domanda della giornalista non dici nulla sul tuo essere, ma stai sul tuo fare con la faccenda dell’impegno, é un bel problema. No Maddalena: la tua vera “te stessa” non è il tuo impegno. A scuola vediamo quello che sai fare. Ma tu sei molto altro! Sei e fai! Solo se sei, puoi accettare con serenità una valutazione su quello che sai fare, che magari non coincide sempre con quello che hai fatto (un 6 non è quello che sei o quanto hai studiato, ma quello che sai fare).
Sai quale è il problema? Che viviamo in un mondo dove quasi nessuno sa più chi è davvero. Confondiamo quello che siamo con quello che facciamo. E un voto a scuola allora ci sembra tutto, moriamo di ansia per una verifica, non ci sentiamo capiti se prendiamo un 5.
Forse non è tutta colpa nostra come docenti. É che è un po’ l’aria che respiriamo. Cara Maddalena, aiutaci a cambiare un po’ mondo. E a convincere tutti che siamo molto di più del nostro impegno. Siamo un mistero di grazia, libertà e ferite che al massimo la scuola può timidamente intravedere. Guai se ci fosse un posto su questa terra in cui tutto é svelato! Quando questa parte é al sicuro, allora vedrai che le ansie si sistemano. Io credo che sia Dio a custodire questa parte più preziosa di noi. Non chiederci di essere Dio. Perché temo questo: abbiamo fatto fuori Dio, e vorremmo che mille cose prendano il suo posto, tra cui la scuola.
[Tratto dal profilo FB: "Scherzi da Prete" di don Manuel Belli]