27/01/2024
Un padre ormai troppo vecchio disse al figlio: «Tutta la mia eredità è questo orologio. Prendilo e vai al mercato. Non venderlo. Chiedi soltanto il suo valore».
Il figlio tornò dal padre tutto deluso: «Papà, disse, mi hanno offerto solo 5 euro. Dicono che è vecchio».
«Va bene, disse il padre, adesso vai dall’orologiaio. E chiedi il suo valore».
Il figlio tornò dal padre: «Papà, mi ha offerto solo 20 euro. Dice che è tutto da riparare».
«Va bene, disse il padre, porta pazienza. Adesso va’ al Museo e chiedi il suo valore».
Il figlio tornò esultante: «Papà, gridò, hanno detto che vale un milione di euro! Dicono che è un pezzo storico rarissimo!».
«Quando in un posto le persone parleranno di prezzo e non di valore, va’ via, disse il padre. Quando le persone non capiranno il tuo valore, non sei tu che vali poco. Non restare in un posto che non ti sa apprezzare».
Non so chi abbia scritto questa storiella ma mi ha sempre colpito molto. Ci pensavo l’altro giorno. Quando ero piccolo tutti mi evitavano. Amavo i libri, scrivevo poesie, facevo progetti per il mio futuro. Non ero capace di far ridere le persone, di giocare al pallone.
E così era diventato un adolescente triste. Scrivevo romanzi, studiavo gli scacchi, passavo lunghe ore nella natura. Non ero capace di avere amici. A scuola prendevo sempre il massimo dei voti e questo mi allontanava da tutti. All’università passavo le sere e le notti a lavorare alla mia casa editrice. Mai avuto amici ai tempi dell’università. I miei coetanei ballavano a una musica che a me non riusciva nemmeno di sentire.
Avevo sempre pensato di essere nato storto. Poi un giorno il lavoro ha dato i suoi frutti. E poi sono approdato qui, a scrivere i miei pensieri, e all’improvviso tutto quello che “non andava in me” è diventato il mio punto di forza. Ora sono circondato da persone che amano la mia lentezza, la mia sensibilità, i miei libri. Non devo più vergognarmi se piango davanti a un fiore.
Ora persino chi mi disprezzava e mi emarginava prima ha capito che qualcosa valevo. Il problema è che noi cerchiamo chi ci apprezzi nei posti sbagliati. Se ci trattano come al mercato, andiamo via. Andiamo dove ci trattino come al Museo.
