Psiche-corpo funzionalmente dott. Danilo Lucchetta

Psiche-corpo funzionalmente dott. Danilo Lucchetta Psicoterapia Funzionale e EMDR
Psicomotricità
Sessuologo clinico
Sostegno psicologico Benvenuti:
una breve descrizione della mia formazione;
sono il dott.

Danilo Lucchetta
Psicoterapeuta presso la Scuola di Psicoterapia S.E.F. di Padova
Terapeuta E.M.D.R. Sessuologo Clinico
Laurea Magistrale in Psicologia Clinica-Dinamica alla Facoltà di Padova con tesi inerente i disturbi del comportamento e della condotta nell’età evolutiva. Laurea triennale in Scienze Psicologiche dello sviluppo e della Educazione alla Facoltà di Padova con tesi : “La psicomotricità in ambito educativo-preventivo”. Diplomato come Psicomotricista Relazionale presso l’Istituto Italiano di Psicologia della Relazione a Zelarino (Mestre) con tesi su: “L’Analisi Transazionale e la Psicomotricità Relazionale : concetti e applicazioni”.

08/08/2025

Perché la chiamiamo ipnosi medica? 🩺

🌀 Smettiamola di pensare all’ipnosi per far “addormentare” le persone o per prenderne il controllo.

🧠 L’ipnosi medica, o ipnosi clinica, è uno stato modificato di coscienza che viene indotto in modo intenzionale e guidato, con obiettivi terapeutici chiari.

Un processo che non toglie lucidità, ma anzi, favorisce un’attenzione selettiva, più profonda e più recettiva.

📌 Cosa significa in concreto?
Che grazie all’ipnosi possiamo intervenire su:

✅ Gestione del dolore cronico e acuto
✅ Ansia e disturbi correlati allo stress
✅ Fobie, dipendenze, tic, disturbi psicosomatici
✅ Preparazione a interventi chirurgici o terapie complesse

👉 Funziona perché lavora su un meccanismo che la medicina moderna ha sempre più rivalutato: la CONNESSIONE CORPO-MENTE.

Attraverso il linguaggio, le suggestioni e la relazione terapeutica, l’ipnosi stimola risposte neurofisiologiche reali, misurabili, documentate dalla ricerca.

🩺 Ecco perché la chiamiamo ipnosi medica.
Ecco perché la insegniamo solo a professionisti sanitari.
Perché va usata con competenza, etica e responsabilità, all’interno di una cornice clinica strutturata.

📚 Se sei un professionista della salute, potresti già avere tutto ciò che serve per usarla nel tuo lavoro.

Serve solo il metodo giusto per imparare a farlo. Seguici per sapere quando si terrà il prossimo corso 👇🏻
📞 351 3844699
📩 info@ipnosimedicarapida.it
🌐 ipnosimedicarapida.it

27/06/2025
27/06/2025

«Avere l'ansia» è diverso da «soffrire di un disturbo d'ansia».

17/04/2025

Nuovo strumento E.M.D.R.

18/03/2025

Il gesto di Andrea risale al 29 gennaio ma ieri gli inquirenti hanno portato a galla, intorno all'accaduto, delle verità ancora più dolorose. La vicenda ci costringe a non girarci dall'altra parte, ci obbliga a guardare con onestà quanto spesso il dolore di chi ci è vicino venga minimizzato, banalizzato, non visto.

Mette in risalto un aspetto fondamentale: il nostro bisogno di essere riconosciuti e accolti per ciò che siamo. Quando questo bisogno non viene soddisfatto, il rischio che ci si rivolga a chiunque, pur di essere ascoltati è altissimo. E non sempre, purtroppo, si incontra qualcuno in grado di offrire una presenza calda, amica e supportiva.

Cosa è successo?
Andrea si sentiva solo e ha cercato conforto dove capita, come fanno tanti giovani oggi: dietro uno schermo, dentro una chat. Quella fragile ricerca di comprensione, ha trovato un coetaneo, un ragazzo appena più giovane con cui confidarsi. Da qui si potevano aprire tanti scenari. Ma ciò che avrebbe potuto essere uno spazio di sollievo e umanità si è trasformato in un caso di istigazione. Ecco cosa hanno scoperto gli inquirenti esaminando il computer e il cellulare di Andrea. Quando aveva raccontato il buio che si portava dentro, l'altro non aveva neanche provato a incoraggiarlo. Ha soffocato il grido d'aiuto di Andrea indicandogli la direzione della fine. Gli ha perino detto "come". ha riportato ieri una delle frasi shock rivenute sullo smartphone di Andrea: «Manda giù le pasticche con il vino, non sentirai dolore, solo piacere». La riportiamo anche noi, così, cruda e spietata.

Lo facciamo affinché nessuna fragilità debba essere più minimizzata, banalizzata e non vista. La vera tragedia non è solo il gesto finale, ma il vuoto relazionale che lo precede. Andrea cercava la fine di un dolore invisibile. Aveva bisogno di essere ascoltato, di trovare uno sguardo che lo vedesse davvero. Quando la solitudine prende il sopravvento, anche una parola può salvare o distruggere. Anche con noi stessi, banniamo dalle nostre menti le parole che distruggono! Incoraggiamo quelle che creano vicinanza. Impariamo a fermarci, ascoltare senza giudizio, a essere quella presenza che può fare la differenza.

-Psicoadvisor

09/02/2025

Tutti noi possediamo un’abilità “di ordine superiore” chiamata metacognizione, c’è chi sa usarla e chi la ignora completamente. La metacognizione osserva le altre abilità e ne valuta il livello. Ci sono ignoranti, quindi, dotati di una buona capacità “metacognitiva” che sanno di “non sapere”. Chi soffre di questa sindrome è ignorante ma non sa di esserlo, può accumulare pile di "brutte figure" senza neanche rendersene conto.

01/02/2025
26/01/2025
04/01/2025

La verità è che viviamo in una società che non ci equipaggia a vivere la vita. Non ci fornisce la basi. Non ci forma riguardo la nostra funzione emotiva... Veniamo lanciati in un sistema complesso senza istruzioni e con poche regole esplicite (l'aspetto fisico non conta, siamo tutti uguali, la meritocrazia esiste, se lavori s**o otterrai ciò che meriti...) che cozzano completamente con le norme implicite che troviamo fuori! Mentre cerchiamo di "partecipare al gioco" (o quantomeno non farci schiacciare da esso), la funzione più essenziale che noi organismi biologici abbiamo è anche quella più sottovalutato: sono le emozioni! Le emozioni sono una funzione biologica essenziale che ci consente di vivere bene "adattandoci" al meglio nell'ambiente che occupiamo. Ecco, la terapia ci equipaggia alla vita, semplicemente restituendoci la nostra funzione emotiva e nel farlo, ci mette in pace, in equilibrio con noi stessi e... quando sei in equilibrio con te, possono scuoterti, spingerti e addirittura strattonarti... tu NON CADI!! ❤️
- Psicoadvisor

07/12/2024

Il cibo può aspettare ma le tue emozioni non possono farlo, ecco perché dovrai imparare a guardarti dentro!
L’immagine è molto semplicistica ma rende l’idea: il cibo ci anestetizza e protegge da emozioni ingombranti che non sappiamo come gestire. Siamo così abituati a trascuraci che poniamo in secondo piano la sfera emotiva anestetizzandola con il piacere del palato...
Se ti senti solo, impara a prenderti cura di te e coccolarti.
Se sei ansioso, cerca di capire cosa causa la tua ansia e lavoraci su.
Se ti annoi, tieniti occupato con una delle tantissime attività esistenti, a volte basta davvero poco (come una passeggiata, per esempio!)

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31049

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