16/06/2024
Le illusioni dell’amore pt.1
~
Ciascuno di noi nutre e coltiva dentro di sé specifiche illusioni e convinzioni su cosa sia l’amore.
Spesso queste diventano canovacci rigidi che riguardano le esperienze più precoci che abbiamo vissuto, determinando le modalità con cui ci rapportiamo ancora oggi.
~
La prima illusione è “Con il tuo amore mi salverai”.
Quando un individuo cresce senza un adeguato nutrimento affettivo manterrà dentro di sé uno stato carenziale, un vuoto da riempire. Il bisogno infantile di potersi finalmente abbandonare all’altro totalmente. In questi casi allora il dipendente affettivo idealizza il partner, lo vede come una figura onnipotente e salvifica (come il genitore di cui avrebbe avuto bisogno). Si aggrappa all’idea che questo partner perfetto potrà magicamente cancellare il passato, i vuoti e i sentimenti profondi di tristezza e angoscia. La spinta all’amore, qui, si basa sul bisogno di affidarsi completamente al partner, consegnandogli la presa in carico totale di sé stessi. È un bisogno di fusione, di riprendersi quell’amore incondizionato e totale che nell’infanzia non si è ricevuto.
Tuttavia questa è un’illusione: l’amore salvifico non esiste. La devozione incondizionata di una madre che non si è ottenuta nell’infanzia non può essere replicata completamente da adulti. “Nessun adulto può amare un altro adulto rieditando uno schema di attaccamento che è biologicamente predisposto per l’accudimento della prole” (Borgioni, 2022). Il partner potrà comprenderci e sintonizzarsi con noi, ma non nella maniera totale e incondizionata di un genitore. L’altro a cui ci volgiamo da adulti è sempre portatore di limiti, difetti e bisogni personali di calore e accudimento. L’individuo sostenuto da un adeguato senso di sé cerca un completamento al proprio essere, il dipendente affettivo invece cerca qualcuno che si sostituisca del tutto a lui, in una modalità ricettiva e passiva. “Restituiscimi l’amore che non ho avuto e cancella il dolore che ho passato”.
~
~