12/04/2022
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𝚂𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚗𝚍𝚊 𝚐𝚛𝚊𝚟𝚒𝚍𝚊𝚗𝚣𝚊, 𝚑𝚘 𝚒𝚕 𝚝𝚎𝚛𝚖𝚒𝚗𝚎 𝚏𝚛𝚊 𝟷𝟻 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚒 𝚎 𝚑𝚘 𝚞𝚗𝚊 𝚐𝚛𝚊𝚗 𝚙𝚊𝚞𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚛𝚒𝚞𝚜𝚌𝚒𝚛𝚎 𝚊𝚍 𝚊𝚕𝚕𝚊𝚝𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚗𝚎𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚗𝚍𝚊 𝚋𝚒𝚖𝚋𝚊.
𝙿𝚎𝚛 𝚕𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊, 𝚕𝚎 𝚘𝚜𝚝𝚎𝚝𝚛𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚖𝚒 𝚍𝚒𝚌𝚎𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚕 𝚕𝚊𝚝𝚝𝚎 𝚌’𝚎𝚛𝚊 𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚋𝚊𝚜𝚝𝚊𝚟𝚊… 𝚙𝚎𝚌𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚎𝚛𝚊 𝚙𝚎𝚛𝚎𝚗𝚗𝚎𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚍𝚍𝚘𝚛𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚝𝚊, 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘 𝚎𝚛𝚊 𝚜𝚟𝚎𝚐𝚕𝚒𝚊 𝚙𝚒𝚊𝚗𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚎 𝚙𝚛𝚎𝚗𝚍𝚎𝚟𝚊 𝚙𝚘𝚌𝚑𝚒𝚜𝚜𝚒𝚖𝚘 𝚙𝚎𝚜𝚘. 𝙸𝚘 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚎𝚟𝚘 𝚊 𝚕𝚘𝚛𝚘 𝚖𝚊 𝚖𝚒 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚟𝚘 𝚊 𝚕𝚒𝚝𝚒𝚐𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚒𝚕 𝚖𝚒𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚙𝚊𝚐𝚗𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚜𝚝𝚎𝚗𝚎𝚟𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚊𝚟𝚎𝚟𝚊 𝚏𝚊𝚖𝚎. 𝙰𝚙𝚙𝚎𝚗𝚊 𝚕𝚞𝚒 𝚐𝚕𝚒 𝚍𝚊𝚟𝚊 𝚒𝚕 𝚋𝚒𝚋𝚎𝚛𝚘𝚗 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚙𝚘’ 𝚍𝚒 𝚊𝚐𝚐𝚒𝚞𝚗𝚝𝚊 𝚕𝚎𝚒 𝚜𝚒 𝚌𝚊𝚕𝚖𝚊𝚟𝚊 𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚐𝚒𝚊𝚟𝚊. 𝙴 𝚒𝚘 𝚌𝚒 𝚜𝚝𝚊𝚟𝚘 𝚖𝚊𝚕𝚎 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎́ 𝚜𝚎𝚗𝚝𝚒𝚟𝚘 𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚒𝚗 𝚐𝚛𝚊𝚍𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚊𝚙𝚒𝚛𝚎 𝚖𝚒𝚘 𝚏𝚒𝚐𝚕𝚒𝚊. 𝙰𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚎 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘 𝚊𝚕 𝚕𝚊𝚝𝚝𝚎 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚏𝚒𝚌𝚒𝚊𝚕𝚎.
𝙷𝚘 𝚞𝚗 𝚐𝚛𝚊𝚗𝚍𝚎 𝚛𝚒𝚖𝚙𝚒𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚎 𝚑𝚘 𝚙𝚊𝚞𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚛𝚒𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚛𝚖𝚒 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚊 𝚜𝚒𝚝𝚞𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎..
🧑🏻⚕️Risponde oggi Eʟᴇᴏɴᴏʀᴀ Zᴜᴄᴄᴀʀɪɴɪ, Osᴛᴇᴛʀɪᴄᴀ ᴇ IBCLC ʟɪʙᴇʀᴀ ᴘʀᴏғᴇssɪᴏɴɪsᴛᴀ.
Ci sono diversi fattori che determinano il successo dell’allattamento al seno.
👉🏻Da un lato c’è la mamma: è necessario che ci sia latte a sufficienza, che ci sia un efficace riflesso ossitocico che permetta al latte di fluire, che la mamma sappia come posizionare correttamente il bambino per ottenere un attacco ottimale.
👉🏻Dall’altro c’è il bambino: nasce con delle competenze specifiche e dei riflessi che lo sostengono nella capacità di nutrirsi, ma è necessario che sia in grado di esprimere queste competenze, attaccarsi correttamente al seno, succhiare efficacemente e deglutire.
La buona notizia è che è possibile porre attenzione a tutti questi fattori e adottare provvedimenti per quelli che non stanno funzionando autonomamente in maniera appropriata.
𝗦𝗲 𝗶𝗹 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗼, 𝗻𝗲𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘁𝗮, 𝗲̀ 𝘀𝗼𝗻𝗻𝗼𝗹𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗲 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝗽𝗲𝘀𝗼, 𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗹𝗼 𝗽𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶 𝗮𝗱𝗲𝗴𝘂𝗮𝘁𝗶, 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝗽𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮̀.
▪️Il primo aspetto da valutare è l’attacco al seno, che è strettamente correlato alla posizione del bambino rispetto al seno materno. Se il bambino non è attaccato profondamente al seno, infatti, non riuscirà ad estrarre una adeguata quantità di latte (e spesso provocherà dolore e lesioni al capezzolo). Alcuni bambini reagiscono con un pianto di frustrazione, altri invece tendono ad appisolarsi con il seno in bocca, senza più succhiare, ma rimanendo attaccati “24 ore su 24”.
Assicurati quindi che posizione e attacco siano ottimali: posiziona il bambino con il capezzolo sotto al nasino, aspetta che spalanchi la bocca e attaccalo velocemente, tenendolo adeso al tuo corpo. Ricorda: mento attaccato al seno, bocca spalancata, nasino libero. Non dovresti sentire nessun dolore e il capezzolo deve uscire tondo dalla bocca del bambino, alla fine della poppata.
▪️Se l’attacco è ottimale, forse il flusso è ridotto: può capitare quando ancora non è arrivata la montata lattea (il colostro è sempre relativamente poco) oppure, quando inizia la produzione abbondante di latte, il flusso può essere scarso per mancanza di ossitocina (questo ormone è molto sensibile a dolore, imbarazzo, disagio) o perché la quantità di latte non è molta.
Una volta reso l’ambiente confortevole, allontanando tutte le persone (e i pensieri) che possono interferire con la produzione di ossitocina, è possibile aumentare il flusso di latte (o di colostro) eseguendo delle compressioni sul seno, una sorta di “mungitura” che facilita la fuoriuscita del latte e aumenta la soddisfazione del bambino, inducendolo quindi a succhiare di più.
𝗘 𝘀𝗲 𝗶𝗹 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗼 𝗲̀ 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗱𝗱𝗼𝗿𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗮𝗰𝗰𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗹 𝘀𝗲𝗻𝗼?
👉🏻La prima cosa da fare è spogliarlo e metterlo pelle-a-pelle: questo semplice passaggio permette alla mamma di produrre più latte e più ossitocina e di riuscire a cogliere ogni minimo segnale di fame del bambino; parallelamente, favorisce l’espressione delle competenze e dei riflessi del bambino e mobilita le sue riserve endogene di glucosio, favorendone il risveglio e l’interessamento al seno.
👉🏻Una ulteriore strategia è quella di spremere qualche goccia di colostro direttamente nella bocca del bambino (oppure su un cucchiaino, per poi lasciargliele cadere in bocca): anche piccole quantità di colostro, con le sue proprietà energetiche, sono in grado di fornire al bambino le energie che gli occorrono per attaccarsi al seno!
𝗟𝗮 𝘀𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗺𝗮𝗻𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗲̀ 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗺𝗺𝗲 𝗱𝗼𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗶𝗱𝗮𝗻𝘇𝗮, perché, se appresa e consolidata prima della nascita, è molto utile e di semplice applicazione in diversi momenti dell’allattamento, mentre risulta più complicato impararla con il bambino in braccio, quando magari la situazione è già complessa.
Chiedi alla tua ostetrica di mostrarti come eseguire correttamente la spremitura manuale!
L’ultima considerazione che voglio fare è questa: non si partorisce e non si allatta da sole!
C’è bisogno di competenze professionali da parte del personale sanitario e di supporto empatico da parte della famiglia: parto e allattamento sono lavori di squadra (a cui partecipa anche il bambino), quindi, care mamme, liberiamoci dai sensi di colpa, che sono solo un ulteriore ostacolo, e facciamo semplicemente del nostro meglio!
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Eʟᴇᴏɴᴏʀᴀ Zᴜᴄᴄᴀʀɪɴɪ svolge la sua attività come libera professionista nella 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗩𝗮𝗿𝗲𝘀𝗲.
Mamme, se volete contattare Eleonora ecco tutti i suoi riferimenti!
✉️ Email: zuccarinieleonora@gmail.com
☎️ Telefono: 3897857217
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♥️ Grazie Eleonora Zuccarini Ostetrica Ibclc!
📷 junejewell