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Capitech Fun Technologies Azienda di cazzeggio ludico: turbe verbali & allucinazioni grafiche.

Mi sono accorto di trascurare un po' questa pagina, cercerò di pubblicare cintenuti un po' più spesso; quello che segue ...
07/05/2023

Mi sono accorto di trascurare un po' questa pagina, cercerò di pubblicare cintenuti un po' più spesso; quello che segue è un po' vecchiotto e già edito, ma al momento non mi viene sotto mano altro.
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Allo scopo di diffondere la cultura artistica e dei luoghi, posto anche su questa pagina l'intervento fatto in un gruppo; mi sono ispirato ad un noto critico d'arte e concludo pertanto questa breve introduzione esclamando "Capra, capra, capra!".
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Allora spiego io, che so tutto.
Lo stemma (di Varzi - NDR) è stato mal disegnato, forse a causa dei motivi già spiegati dal Brigo: quella che si pensa sia una palma è una vite, i cui frutti sono raffigurati nell'intreccio di tralci che circonda la figura principale e probabilmente pure alla sommità della corona aurea (tre chicchi rossi).
Se vi sembra che i grappoli siano scarni, è un riferimento alla filossera che nei primi del 900 fece strage tra i vigneti del circondario; ovviamente il tutto è stato fatto pensando a ciò che si ottiene dall'uva pigiata: il colore indica che erano votati alla produzione di vino nero, forse Bonarda, Buttafuoco o Sangue di Giuda.
Tutto questo dà significato alla fiera raffigurata a lato del vitigno: essa dunque rappresenta il detto "Alla sera leoni, alla mattina...".
La croce, a questo punto, non può essere altro che quella del pronto soccorso, luogo ove finisce chi usufruisce smodatamente del predetto succo d'uva fermentato.
L'uccello non è una colomba, come erroneamente si crede: se fosse una colomba volerebbe alta nel cielo e l'artista l'avrebbe disegnata sopra la pianta di vite.
Dall'altezza raggiunta si deduce che esso è un pollo o una gallina che sta cercando di sfuggire alla cattura; chiedersi se sia un pollo o una gallina non è una domanda oziosa: il pollo svolgerebbe la sua funzione durante la grigliata che accompagna la libagione, mitigandone gli effetti, la gallina invece darebbe il brodo che allevia i postumi della sbornia.
Stabilire se il gallinaceo è maschio oppure femmina darebbe indicazioni sull'intento dell'artista, tuttavia gli esegeti più accorti propendono per un'anziana ovaiola non più produttiva: essa sarebbe perciò il terzo elemento del trittico ubriacatura-ospedale-convalescenza che costituisce la successione standard delle fasi che compongono un'appropriata ciucca memorabile (in alternativa si poteva disegnare un topo per raffigurare il detto "ciucc cme un ratt").
La corona infine potrebbe rappresentare i fasti del passato (Varzi fu sede di marchesato), oppure indicare che la ciucca descritta è di tipo reale, ovvero essere un simbolo religioso: è noto che quando qualcuno rientrava a casa più che alticcio i famigliari gli facevano percorrere svariate volte i gradi inferiori della carriera ecclesiastica (d'on ciucatè, d'on sem, d'on lucc, d'on gnurant...).
Spero di essere stato chiaro ed esauriente nella mia esposizione volta a svelare finalmente il vero significato dello stemma; voglio altresì invitare i lettori a diffidare di altre fantasiose versioni che non farebbero altro che allontanarci dalla verità.

16/03/2018

Ma chi tira la bamba viene dalla Laponia?
E i vicari di Cristo dalla Papagonia?
E i parroci dalla Gran Pretagna?
E i microbi dalla Germiania?
E chi porta i capelli sulla fronte dalla Frangia?
E chi non ci vede dalla Repubblica Cieca?
E chi è vessato dall'Angheria?
E i truffatori dal Pacchistan?
E gli asini dalla Somaria?
E i primi leghisti dai Paesi Bossi?
E i salviniani dalla Ruspia?
E i gallinacei dalla Pollonia?
E chi coltiva i campi dal Semegal?
E chi balla dallo Zumbia?
E chi non ha più soldi dalla Niseria?
E chi ha un brutto carattere dall'Arabbia Saudita?
E gli espatriati musulmani dagli Emigrati Arabi Uniti?
E chi dice sempre no dalla Giammaica?
E i piccoli atleti dalla Palestrina?
E le collaboratrici familiari dalla Servia?
E chi ha la tosse dal Quatarr?
E le mignotte dal Buttan?
E chi fa lavoretti orali dal Bukkina Faso?
E i noiosi dal Chepal?
E chi è capace è uno in Gambia?
E chi picchia i turchi viene dal Turkmenistan?
E quelli che han caldo arrivano dal Sudan?
E chi ha quasi finito il pasto va in Macedonia?
E i muratori provengono da Malta?
E chi va lontano va in Finlàndia?
[solo per chi sa il dialetto] E le anziane vengono dalla Norvègia?

Se anche tu hai un cuore (e un c**o)METTI MI PIACE E CONDIVIDI.Altrimenti sei un pezzo di...
13/01/2018

Se anche tu hai un cuore (e un c**o)
METTI MI PIACE E CONDIVIDI.
Altrimenti sei un pezzo di...

LA LANGARDAun interessante articolo tratto da Sciemenza e NaturaLa langarda è un parassita dell'uomo: ha la forma di un ...
11/01/2018

LA LANGARDA
un interessante articolo tratto da Sciemenza e Natura

La langarda è un parassita dell'uomo: ha la forma di un verme ed entra nel cervello delle persone quando dormono: essa usa il cuscino per insinuarsi nell'orecchio del dormiente e da lì passa all'interno della scatola cranica; una volta insediatasi essa comincia a nutrirsi di materia cerebrale ed il soggetto che la ospita viene definito 'portatore di langarda'.
La langarda si nutre di cervello, ma non è in grado di metabolizzarlo, quindi essa espelle, quale prodotto finale del suo processo digestivo, la stessa materia cerebrale che aveva precedentemente ingerito. Essendo priva di strutture ossee e poiché non causa diminuzione di materia grigia, la langarda sfugge all'indagine radiografica ed ecografica: non è possibile rilevarne la presenza e il soggetto appare, da un punto di vista prettamente somatico, assolutamente sano; anche l'osservazione clinica, se limitata esclusivamente ai fattori fisici, non consente di effettuare alcuna diagnosi. Il comportamento del portatore tuttavia risente dell'attività del parassita, tanto che non solo tutto il personale medico, ma anche quello paramedico e addirittura anche le persone comuni sono un grado di diagnosticare i casi di langarda, perlomeno quelli più evidenti (è proprio a questo proposito che è stata coniata l'espressione popolare 'ha una langarda').
Gli scienziati che hanno studiato il fenomeno asseriscono che l'aspetto della corteccia cerebrale dell'uomo, con le sue caratteristiche circonvoluzioni, è dovuto, appunto, all'azione di questo invertebrato, il quale deposita le proprie deiezioni a caso, man mano che si sposta all'interno della teca cranica per procurarsi il cibo: chi è solito passeggiare per i campi in primavera, avrà certamente notato che il comune lombrico, strutturalmente molto simile alla langarda, produce piccoli cumuli di terra digerita che ricordano, nella forma, porzioni di cervello umano. Va da sé che, se questa teoria dovesse ricevere ulteriori conferme, ciò significherebbe che praticamente tutta l'umanità è affetta da langarda, dato che in nessuna autopsia sinora effettuata è mai stato osservato un cervello completamente liscio.
Altri spingono ancora più in là le ipotesi al punto di asserire che la presenza della langarda in tutti i cervelli fornirebbe una possibile spiegazione della molteplicità dei comportamenti umani in un universo dominato da leggi meccanicistiche: il rimescolamento casuale della materia cerebrale ad opera della langarda produrrebbe la variabilità delle risposte degli uomini e dei mammiferi in genere ad uno stimolo sempre uguale. Studi avanzati sul fenomeno suggeriscono che l'energia necessaria al metabolismo della langarda venga fornita, anziché dai neuroni, il cui numero è rimasto immutato nei soggetti esaminati, dagli impulsi elettrici (a bassissimo voltaggio) che sono alla base dei fenomeni del pensiero e della memoria.
Una possibile conferma di questa tesi verrebbe dall'osservazione degli encefali di vari animali e dell'uomo: man mano che si procede lungo la scala evolutiva si osserva una sempre maggiore complessità delle circonvoluzioni cerebrali. La teoria finora comunemente accettata spiegava ciò asserendo che, ai fini di un comportamento intelligente, è più importante la superficie cerebrale che non il volume: le circonvoluzioni cerebrali sarebbero dunque l'espediente escogitato da Madre Natura per aumentare le facoltà mentali senza aumentare le dimensioni del cranio. Secondo eminenti langardisti invece, i processi mentali evoluti presuppongono una intensa attività dell'encefalo, la quale si traduce in un aumento degli impulsi elettrici che viaggiano attraverso i neuroni: principale beneficiaria di questa maggiore attività sarebbe dunque la langarda, la quale vedrebbe così incrementata la propria fonte di nutrimento; a ciò farebbe seguito una maggiore attività della langarda stessa che si ciberebbe più frequentemente producendo quindi deiezioni voluminose e di forma più complessa.
Finché la langarda mantiene un metabolismo regolare non è possibile accorgersi della sua presenza: la quantità di materia cerebrale ingerita è uguale alla quantità espulsa e i portatori non presentano alterazioni della struttura fisica o del comportamento; le fortunate persone che ospitano langarde dal metabolismo regolare sono dette 'portatori sani'. I problemi sorgono in concomitanza con i disturbi dell'apparato intestinale della langarda: gli studiosi del fenomeno ritengono che la stipsi della langarda sia la principale causa delle turbe psichiche e comportamentali che affliggono il genere umano. A causa della stitichezza infatti, l'invertebrato in questione ingurgita una quantità di materia cerebrale maggiore di quella espulsa: si crea così nel cervello del portatore un deficit di neuroni i quali, essendo confinati all'interno dell'apparato digerente del verme, non sono più ovviamente disponibili per i compiti ai quali sono abitualmente preposti (controllo dei pensieri, dell'umore, del movimento del corpo).
Tutto ciò ovviamente, si riflette poi nel comportamento di chi è affetto da langarda; la fenomenologia dei portatori di langarde stitiche è ben nota e comprende: stati umorali che vanno dalla leggera malinconia alla depressione, sonnolenza, scarsa attività fisica, socialità ridotta, deficit mnemonici, problemi di coordinazione psico-motoria, frasi e pensieri sconnessi, incapacità di inserirsi con coerenza nei discorsi di altre persone. Naturalmente, se la langarda continuasse a cibarsi di cervello senza mai restituirlo, causerebbe in tempi più o meno brevi il decesso della persone che la ospita; è stato invece osservato che essa, a differenza di alcuni virus e batteri patogeni, non causa mai direttamente la morte del portatore. Gli scienziati a questo proposito si dividono in due correnti di pensiero: c'è chi sostiene, in accordo con le teorie darwiniane, che alla morte del portatore farebbe seguito quella della langarda e che quindi, per selezione naturale, nel corso dei secoli siano sopravvissute le langarde provviste di un meccanismo di autoregolamentazione che, salvaguardando la vita del portatore, garantirebbe anche una maggiore sopravvivenza della langarda stessa; tuttavia vi è anche chi afferma che il suo apparato gastrointestinale non è in grado di contenere ingenti quantità di cibo e che quindi la langarda è costretta a liberarsi degli eccessi alimentari per non andare incontro a scompensi.
Gli studi effettuati hanno comunque accertato che, qualunque sia il motivo che la spinge a fare ciò, normalmente la langarda si libera del cibo in eccesso con scariche improvvise, rapide e ponderalmente consistenti. Il portatore, che aveva già messo in atto una serie di aggiustamenti biologici per compensare la perdita, si trova quindi ad avere, rispetto agli adattamenti effettuati, un surplus di neuroni: ciò si traduce in un comportamento del portatore di langarda avente le seguenti caratteristiche: stati umorali che vanno da una blanda euforia ad una grande eccitazione, iperattività neuro-fisio-psicologica, contatti sociali numericamente elevati ma spesso frammentari e/o superficiali, logorrea, episodi maniacali. Ciascuna di queste due fasi può avvenire in modo silente oppure conclamato: se l'assunzione o l'espulsione di materia cerebrale avviene lentamente e gradualmente, in modo da dare il tempo al portatore di mettere in atto una serie di compensazioni, si ha una fase silente, viceversa, a seconda dell'intensità del fenomeno, ci si troverà di fronte ad una fase conclamata i cui sintomi potranno essere più o meno evidenti.
Pare quindi assodato che la seconda fase sia una conseguenza della prima, tuttavia, dato che entrambe possono presentarsi in forma silente, non è facile predire né quando, né come i sintomi si presenteranno, e nemmeno la loro durata, dato che essi dipendono anche dalle capacità di adattamento del portatore. Cicli composti da queste due fasi possono poi presentarsi come episodi sporadici, isolati, sovente in forma acuta, nel qual caso si parla propriamente di langardite, oppure come forme periodiche e ricorrenti che spesso si scatenano in concomitanza di precisi avvenimenti esterni, nel qual caso si preferisce usare il termine langardosi, il quale, appunto, sta ad indicare una forma cronica.
A complicare ulteriormente le cose interviene poi il fenomeno delle cosiddette 'langarde multiple': il portatore non ospita soltanto una, ma due o anche più langarde: ciò rende la previsione del comportamento del soggetto estremamente difficile, in quanto è raro che le langarde abbiano un metabolismo sincronizzato: se, ad esempio, le langarde mangiano tutte contemporaneamente, i fenomeni si presenteranno in forma marcata, evidente, perfino eclatante; se viceversa vi è chi smaltisce mentre altre mangiano, il numero dei neuroni a disposizione del portatore tenderà a rimanere costante e ciò si tradurrà in una stabilizzazione del comportamento e dell'umore.
Ulteriori studi sono poi stati compiuti sull'ereditarietà: chi appartiene ad una famiglia in cui i casi di langarda sono stati particolarmente numerosi o intensi ha più probabilità di sviluppare forme analoghe: pare insomma statisticamente accertata la cosiddetta 'ereditarietà del langardismo'. Gli studi sul meccanismo di riproduzione della langarda sono invece ancora in corso; secondo alcuni, la riproduzione è legata al fenomeno delle langarde multiple: l'accoppiamento avverrebbe all'interno della scatola cranica e dopo un certo periodo di tempo i piccoli di langarda uscirebbero dall'orecchio per andare alla ricerca di persone da cui farsi ospitare. Secondo altri la riproduzione è invece legata all'ereditarietà del langardismo: l'accoppiamento avverrebbe di notte e al di fuori della scatola cranica: perché ciò avvenga è necessario che le persone che ospitano le langarde abbiano l'occasione di dormire in ambienti vicini, il che avviene soprattutto quando gli esseri umani vivono in famiglia.
Concludiamo infine con alcune curiosità.
Secondo alcuni la langarda sarebbe citata addirittura nella Bibbia: essa altri non sarebbe che il serpente tentatore descritto nella Genesi: originariamente essa era un baco delle mele che si è adattato a vivere nel cervello umano. Per altri spiegherebbe il fenomeno della possessione demoniaca: il demonio, simboleggiato dal serpente (in realtà una langarda particolarmente vorace) prenderebbe possesso dell'anima di una persona (in realtà comincerebbe i cicli di assunzione e deiezione della materia cerebrale), generando quei comportamenti che fanno pensare ad una entità soprannaturale: la credenza popolare non avrebbe fatto altro che dipingere con toni fantasiosi la realtà sottostante. Vi è anche chi sostiene che alcune specialità gastronomiche traggano la loro origine dal tentativo di esorcizzare la paura della langarda: ad esempio il salame (famoso quello di Varzi) non sarebbe altro che la raffigurazione di una langarda che, anziché mangiare, viene mangiata.
Ah, quasi dimenticavo: non è da escludersi che la langarda sia una delle cause di questo scritto.

Dopo lunghi appostamenti siamo finalmente riusciti ad avere immagini della langarda: una prova dell'effettiva esistenza di questo invertebrato.

11/01/2018

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