06/12/2021
Se provo a figurarmi mio padre che va in giro a palpare culi di sconosciute, non ci riesco. Se provo a immaginarmi il mio compagno, il mio collega, i miei amici, niente, non ci riesco. Per me, una cosa simile, la fa un ragazzino entro i 18 anni, come va in motorino senza casco e passa apposta con il rosso, oppure una persona che ha problemi psichici, magari un ritardo.
C’è gente - di sesso maschile soprattutto - che dice del molestatore: poverino, gli hanno rovinato la vita, alla fine non ha fatto nulla di grave.
Vorrei che questa gente, e anche il tizio denunciato dalla giornalista, immaginassero una sconosciuta che, mentre loro stanno servendo a un tavolo o trapanando un muro o difendendo una persona in tribunale o insegnando le tabelline, andasse da loro e gli strizzasse i testicoli.
Così, a tradimento.
Oppure, che gli strappasse i peli del naso. O gli starnutisse in bocca. O gli annusasse una ascella. O gli mordesse il collo. O che gli chiedesse: quanto ce l’hai lungo?, davanti a un pubblico di uditori.
Nessuna di queste cose uccide.
E di certo non umilia e fa male come le botte, e non è violenta e annientante come uno stupro, ma questa gente si sentirebbe di affermare che non è umiliante? Oppure penserebbe: i testicoli sono i miei e decido io a chi farli strizzare. Perché il mio corpo è inviolabile.
Se il nostro corpo non è inviolabile, allora siamo indifesi, siamo qualcosa di meno di una persona.
Il punto è che per una parte degli uomini l’inviolabilità del corpo femminile non è una cosa pacifica, data per scontata.
Cioè, per una parte degli uomini le donne sono un pochino meno delle persone, esistono in virtù del loro desiderio, anzi dei loro impulsi, anche se questi uomini non lo ammetterebbero, anche se spesso non ne sono neppure consapevoli.
Allora credo che i cambiamenti di mentalità avvengano nel tempo così: con qualcuno che ti ricorda una cosa scontata, che per te e per altri però non lo è.
Ti fa male? Mi dispiace. Essere umiliate ci fa male da secoli"
( Rosella Postorino )