Dott.ssa Irene Cericola Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Irene Cericola Psicologa Psicoterapeuta Dott.ssa Irene Cericola, Psicologa, Psicoterapeuta ad orientamento sistemico relazionale

Vivo e lavoro a Venezia e mi occupo, nell’ambito della libera professione, sia di terapia individuale per adulti ed adolescenti sia in ambito relazionale di coppie e sistema famiglia, inoltre lavoro come Psicologa Psicoterapeuta presso il Consultorio Familiare dell’ULSS3. In precedenza ho lavorato in ambito scolastico sia nell’assistenza alla disabilità sensoriale sia come psicologa gestendo sportelli di ascolto.

21/11/2023

[Giulia, e tutti noi]

Difficile commentare i fatti drammatici di questi giorni.
Quanto è avvenuto ci richiama spazi di "Indicibile", e difficilmente elaborabile.

Tanti elementi in questa storia alimentano la nostra inquietudine e la potenziale identificazione in quanto successo (chi non ha pensato "poteva succedere anche a me, o a una persona che conosco", "quante volte in passato ho sottovalutato qualcosa", "come mi sentirei se fossi uno dei parenti"?).

La giovanissima età dei protagonisti, l'apparente "normalità" della situazione da studenti avviati alla vita adulta - anche se sappiamo troppo poco di quanto intercorso, l'esordio della vicenda, che poteva anche far sperare in un esito diverso.

Psicologicamente, è il Perturbante che irrompe nella quotidianità.
E l'angoscia che ci porta a voler chiudere, in poche righe di un post, trovando una soluzione semplice ad un evento così complesso e doloroso.

Leggiamo prese di posizione nette e telegrafiche ("buttiamo via la chiave"); spiegazioni a volte molto semplicistiche; affermazioni ideologiche, accanto a commenti collusivi e deresponsabilizzanti. Leggiamo rappresentazioni collettive utili a sedare l'ansia e potersi dire "a me o a mia figlia non capiterà mai, basta che stia un po' attenta...".

La nostra mente cerca disperatamente di trovare modelli più rassicuranti del mondo, in cui il male non esiste, o è comunque prevedibile, o è comunque sempre evitabile: "Se solo avessimo fatto X invece che Y"... così, tacitando la nostra inquietudine diffusa.
Tutto, per rassicurarci davanti al fantasma dell'incontrollabile che può emergere nelle nostre vite a volte in maniera inattesa, sottovalutata o insidiosa.
Una rassicurazione per sedare gli errori di tutti, e le responsabilità collettive.

Allora, che fare?
Qual è la causa prima che ha portato via Giulia?

L'astratto "elemento sociale" che è così generico da non chiamare in causa responsabilità individuali?
Una "cultura delle relazioni" troppo spesso disfunzionale?
L'assenza di un'attenzione diffusa alla salute mentale, anche in fase giovanile?
L'assenza strutturale di programmi di educazione affettiva nelle scuole?
Di servizi psicologici facilmente accessibili?
La cultura tossica dello "spogliatoio maschile"?
I genitori che non formano fin da piccoli alle emozioni i figli maschi, o che non insegnano le figlie femmine a far rispettare i confini?

Non c'è soluzione "unica e semplice".
Il macro e il micro sono strettamente uniti, nella nostra complessità psichica e relazionale e qualunque spiegazione che coinvolga esclusivamente i "massimi sistemi", o isoli il "caso singolo eccezionale" per spiegare tutto questo, è incompleta.

I comportamenti sono individuali, ma maturano per anni in una dinamica familiare. E si esprimono e convalidano in una matrice gruppale. E beneficiano o meno di interventi istituzionali, educativi, clinici che possono cambiarli. Tutto questo, all'interno di una cornice socioculturale e mediatica collettiva, che ci influenza ampiamente.

È davvero quindi il momento di pensare a "interventi di sistema", che si muovano su più livelli, senza sperare o illudersi che una singola soluzione risolva temi così trasversali.
Abbiamo bisogno di lavorare sulle dinamiche culturali, lo dobbiamo e possiamo fare a partire dal costruire contenitori familiari adeguati, dal sostenere percorsi di genitorialità, dal rendere più agevole l'accesso ai servizi, dal diffondere logiche di gruppo più supportive tra i giovani.

Dobbiamo - ed è fondamentale - inserire strutturalmente un pensiero, e *solidi e ampi percorsi di educazione affettiva e relazionale*, fin dalle prime fasi della formazione scolastica, dedicandovi risorse credibili e adeguate: è ineludibile elemento di civismo relazionale, e di crescita personale.

Non è l'inserire un'ora isolata di "educazione alle emozioni" in un programma scolastico che può, da sola, cambiare magicamente qualcosa, se questa "CURA DELLE RELAZIONI" non diventa una sensibilità e dimensione diffusa in tutti i contesti, per i giovani e per gli adulti.
Abbiamo bisogno di responsabilizzare sulla "qualità delle relazioni, e delle relazioni di genere" anche gli insegnanti, gli allenatori sportivi, gli educatori degli oratori e dei campi estivi...

E in generale serve investire molto di più in psicologia (nelle scuole, come nei servizi per i giovani, gli adulti e i genitori): perché il ritorno dell'investimento in termini sociali e individuali è enormemente maggiore del suo costo, e a volte senza prezzo.

Infine, dobbiamo abituarci ad avere sguardi e attenzioni collettive, da "piccolo villaggio": reti familiari, amicali, compagni di studio, persone forse a conoscenza di alcune difficoltà... ognuno può e deve fare qualcosa, essere più presente, portare chi è in difficoltà a farsi aiutare.
Rielaboriamo quanto è successo, chiedendoci responsabilmente se i nostri contenitori gruppali e relazionali sono uno strumento che dobbiamo usare con meno imbarazzi ed esitazioni, per sostenerci insieme quando vediamo che qualcosa non va.

Un pensiero forte va ora a chi rimane, e che dovrà rielaborare uno "strappo biografico", i cui lembi saranno difficili e dolorosi da ricucire.

21/10/2022

Riguardo all'ansia...

02/10/2022
BONUS PSICOLOGICO 2022La dott.ssa Irene Cericola – Psicologa Psicoterapeuta – è accreditata ai fini del Bonus Psicologic...
23/07/2022

BONUS PSICOLOGICO 2022

La dott.ssa Irene Cericola – Psicologa Psicoterapeuta – è accreditata ai fini del Bonus Psicologico 2022.

Il Bonus è un contributo una tantum differenziato in tre fasce:

- 600 euro per le persone con ISEE fino a 15.000 euro
- 400 euro per le persone con ISEE tra 15.000 e 30.000 euro
- 200 euro per le persone con ISEE tra 30.000 e 50.000 euro

Si può utilizzare il Bonus unicamente rivolgendosi a Psicoterapeuti che abbiano aderito all'iniziativa e pertanto siano iscritti nelle apposite liste e l’elenco è consultabile – per chi ne fa domanda - all’interno del sito dell’INPS.

La domanda può essere effettuata on line sul portale INPS (www.inps.it) secondo le modalità indicate.

L’INPS provvederà quindi a stabilire una graduatoria in base all’ISEE e alla data di presentazione della domanda stessa.

I beneficiari del Bonus otterranno un codice univoco che dovrà essere comunicato allo Psicoterapeuta ed utilizzato entro 180 giorni.

13/05/2022

ESSERE SUFFICIENTEMENTE BUONI: NESSUN FIGLIO HA BISOGNO DI UN GENITORE PERFETTO
Quante volte noi genitori ci sentiamo in colpa. Vivisezioniamo ogni gesto, ogni frase rivolta ai nostri figli con l’ansia e la paura che possa aver procurato loro disagio o turbamento. Ma a volte è proprio quel dover essere sempre all’altezza delle aspettative, la fregatura più grande. Per loro e per noi. Per loro, perché nessun figlio ha bisogno di un genitore perfetto. Come diceva Winnicott, basta essere genitori “sufficientemente buoni”, un’espressione che io trovo meravigliosa. Perché al suo interno contiene la verità di ogni mamma e ogni papà, quando ama il proprio figlio. Ovvero: volerti bene non vuol dire che non sbaglierò mai. Farò errori, figlio mio. Non potrò evitarli. Ma ogni volta che mi accorgerò di aver sbagliato, ti chiederò scusa. E se io genitore so accogliere i miei errori, la mia imperfezione, so chiedere scusa quando mi accorgo di non avercela fatta, darò a te, figlio mio, un’occasione meravigliosa per capire la bellezza dell’imperfezione. Ti insegnerò ad essere “sufficientemente buono” evitandoti l’ansia da perfezione, la falsa convinzione che per farcela nella vita si debba essere necessariamente e sempre “il numero uno”. E’ bellissimo essere anche il numero 2, il numero 3, il numero 4. Vale per noi genitori, prima di tutto. E perciò vale anche per i nostri figli.

E' on-line il mio nuovo sito internet:www.irenecericolapsicologa.it
30/05/2021

E' on-line il mio nuovo sito internet:

www.irenecericolapsicologa.it

Perché ricorrere allo psicologo? Perché… ci sono periodi in cui si verificano dei cambiamenti, degli ostacoli nel ciclo di vita della persona o ancora si manifestano crisi nella coppia, nella famiglia o nel lavoro che comportano difficoltà e incertezza e che ci portano ad un blocco e all’insi...

05/03/2021

Parlando di adolescenza...

18/02/2021

Appuntamento on line:
Troviamo un significato a questo strano momento di vita per adolescenti e adulti!

06/02/2021
Proviamo un altro percorso... mindfulness... consapevolezza...essere presenti qui e ora...Quando la vita frenetica e il ...
06/02/2021

Proviamo un altro percorso... mindfulness... consapevolezza...essere presenti qui e ora...
Quando la vita frenetica e il multitasking ti sovrastano...
O quando ti sembra che il passato ti incateni...
O Ie preoccupazioni per il futuro siano eccessive.
Stacca!
Concentriamoci sul presente!

31/01/2021
31/01/2021
31/01/2021
Come fare quando due fratelli litigano? Proviamo col metodo... METODO   di DANIELE NOVARA (PER BAMBINI E ADOLESCENTI) PA...
08/11/2020

Come fare quando due fratelli litigano?

Proviamo col metodo... METODO di DANIELE NOVARA (PER BAMBINI E ADOLESCENTI) PARTE SECONDA

1. NON CERCARE IL COLPEVOLE: facciamo un passo indietro! Non chiediamo “chi è stato?” “come è cominciato?” “chi ha torto”.
2. NON IMPORRE LA SOLUZIONE: non dobbiamo fare i giudici, o far passare l’idea che è sbagliato litigare. Se mi attivo passo il messaggio che quello che i ragazzi fanno è sbagliato.
3. FAVORIRE LA VERSIONE RECIPROCA DEL LITIGIO: parlare per far decantare le emozioni negative.
4 FAVORIRE L’ACCORDO CREATO DA LORO STESSI: ognuno ha la propria versione, tutte le ragioni sono legittime, lasciamoli liberi, restiamo neutrali.
Talvolta si interviene a causa della paura dell’adulto di perdere il controllo. Così facendo si trasmette al bambino l’idea che non approviamo quello che sta facendo, se ci attiviamo passiamo il messaggio che è è sbagliato litigare.

CONFLICT CORNER: Creiamo in casa un “palestra” dove allenarci a poter dire come la penso, dove poter trovare un accordo, dove i bambini possono imparare a fare da soli… bastano due sedie e un gomitolo che è l’oggetto quasi magico grazie al quale si può parlare quando lo si ha in mano e poi si passa parola.
Tutto questo aiuta a creare ritualità all’interno di uno spazio e un tempo definito dove si possono esprimere e dare un nome alle emozioni.
Il bambino ha bisogno dell’adulto per non essere sopraffatto dalle emozioni, incanalare energia e esprimere i bisogni in modo socialmente accettabile.
Anche alla scuola Materna si può fare! Non c’è conflict corner ma è l’adulto che diventa contenitore e dà uno spazio protetto ai bambini per litigare.
Mentre alla scuola Primaria i bambini possono scrivere entrambi la propria versione del conflitto, l’importante è che possano parlare e dirsi il loro punto di vista, anche scrivendo le emozioni che sentono.
Stare dentro al conflitto li aiuterà a gestire i conflitti quando saranno adulti.

       Il dilemma del porcospino è una vera e propria metafora. Ci aiuta a capire che nelle relazioni, sia amicali che s...
20/09/2020



Il dilemma del porcospino è una vera e propria metafora. Ci aiuta a capire che nelle relazioni, sia amicali che sentimentali o familiari è necessario cercare la giusta distanza tra le persone.

Per i porcospini significa stare vicini senza ferirsi con gli aculei

“…Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, con calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finchè non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la miglior posizione…“

Arthur Schopenhauer

METODO   di DANIELE NOVARA (PER BAMBINI E ADOLESCENTI) PARTE PRIMAFratelli che litigano sempre…A scuola…alle feste…ai co...
12/09/2020

METODO di DANIELE NOVARA (PER BAMBINI E ADOLESCENTI) PARTE PRIMA

Fratelli che litigano sempre…
A scuola…alle feste…ai compleanni…litigi tra gli amici…
Cosa dobbiamo fare noi adulti per gestire il conflitto? CHE FATICA!
Dobbiamo uscire dalla logica che il conflitto sia qualcosa di sbagliato da correggere perchè è parte fondamentale della relazione tra pari.
Il mito del bravo bambino è rischioso perché non permettiamo al bambino di comportarsi per quello che è!

La scena del conflitto è la seguente:
- “Io e te abbiamo un problema”
- “Non esiste un colpevole”
- “Abbiamo contribuito entrambi ad arrivare a questo punto”
- “Bisogna capire il problema e capire come trasformarlo”

Questo è fondamentale per esercitarsi ed imparare la COMPETENZA CONFLITTUALE

Il CONFLITTO è legato al bisogno di conoscersi e imparare a stare con gli altri, e ha le seguenti funzioni:
1. CAPACITA’ AUTOREGOLATIVA: trovare un accordo da soli…UN INTERESSE COMUNE.
2. CAPACITA’ DI DECENTRAMENTO: imparare a mettersi nei panni dell’altro.. ANTI-RIGIDITA’.
3. CAPACITA’CREATIVA DIVERGENTE: rinunciare per trovare qualcosa di più attraente, non si tratta di vincere o perdere ma sbloccare una situazione di impasse per nuove gratificazioni.

Noi adulti dobbiamo consentire ai bambini di “stare” nella relazione conflittuale.

Alla prossima!

A casa…il lavoro…i figli… i compiti…come si fa?L’unico modo è accettare la propria imperfezione.È facile sentirsi in col...
03/06/2020

A casa…il lavoro…i figli… i compiti…come si fa?
L’unico modo è accettare la propria imperfezione.
È facile sentirsi in colpa come genitore per aver sgridato ingiustamente e non essere riusciti ad avere la pazienza e la voglia di fare tutte le bellissime attività interessanti che si vedono nei social e che i “bravi genitori fanno”.
Cerchiamo di tenere a mente la nostra sostenibilità personale: cioè compiere attività che non ci portino a sovraccaricare il nostro sistema, ma la priorità sia il proprio benessere!
E per promuovere il benessere del proprio figlio bisogna divertirsi con lui, promuovere esperienze piacevoli per entrambi, anche se si tratta semplicemente di fare la spesa!
Non si può negare di sentirsi stanchi, nervosi e irritati, ma anche se cediamo ad una sfuriata, invece di domandarsi come poter essere diversi da come si è, l’importante è riprendere i contatti, comunicare con il proprio figlio usando il proprio stile e esprimendo il diritto all’imperfezione!
Non è così che danneggeremo i nostri figli, anzi questo può essere un modo per sviluppare empatia, cioè la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui, ed insegnare a tollerare la propria e altrui imperfezione, così da permettere loro di esercitarsi a diventare adulti più equilibrati.

GESTIONE DEL CONFLITTOIn questi giorni in cui si trascorre tanto tempo a casa …qualche spunto sulla gestione dei potenzi...
03/05/2020

GESTIONE DEL CONFLITTO

In questi giorni in cui si trascorre tanto tempo a casa …qualche spunto sulla gestione dei potenziali conflitti…

Cos’è il conflitto?
Il conflitto relazionale è parte di ogni relazione ed emerge quando il modo di vedere e le opinioni di una persona si scontrano con quelle degli altri.
Generalmente è visto in modo negativo, ma in realtà è una modalità fondamentale per far crescere la relazione e, se si risolve, accresce l’autostima perché aumenta il proprio senso di competenza.

Perché ne abbiamo paura?
In parte perché temiamo di interrompere la relazione o di perdere qualcosa
In parte perché temiamo di essere sopraffatti

Ma non bisogna focalizzarsi su chi ha ragione o chi ha torto ma trovare una soluzione… il bravo negoziatore sa che non può esistere un’unica soluzione.
Una buona negoziazione deve tenere presente questi aspetti:

- qual è il problema (per me e per l’altro)
- chi sono io (che ruolo ho nella relazione) e che ruolo ha l’altro
- chiarire a se stessi che cosa si vuole ottenere e cosa vuole ottenere l’altro
- sapere che cosa si è disposti a cedere e su cosa può cedere l’altro
- ascoltare l’altro e capire quali sono le soluzioni possibili (vantaggi e svantaggi)
- negoziare una soluzione possibile, cedendo un po’ e usando una comunicazione rispettosa ed efficace
- la critica deve essere limitata al comportamento e non alla persona

Va anche considerato che le emozioni giocano un ruolo decisivo per far capire all’altro il proprio stato d’animo e quale sia il proprio vissuto a fronte di un dato comportamento dell’altro.

Piccolo esempio per esplicitare quanto sopra: invece di dire “Tu mi fai arrabbiare quando…” si può provare a dire “Io mi sento avvilita quando (la tua stanza è sempre in disordine)”… in altre parole non porre l’accento sulle responsabilità degli altri ma far capire in quale stato d’animo ci pone il dato di realtà.

Per concludere se siete interessati al tema e a qualche consiglio pratico per provare a gestire i confitti in famiglia in questo tempo di coronavirus…. https://www.youtube.com/watch?v=xv39ZQX21PU

Negoziare in famiglia ai tempi del coronavirus Anna La Prova per CEFA

Il video di Leonard Bernstein del post precedente mi piace davvero molto come esempio di comunicazione non verbale… ma è...
03/05/2020

Il video di Leonard Bernstein del post precedente mi piace davvero molto come esempio di comunicazione non verbale… ma è anche molto interessante il contesto in cui è preso… gli stili di Leadership…
https://www.ted.com/talks/itay_talgam_lead_like_the_great_conductors?language=it

Un direttore d'orchestra affronta la sfida fondamentale della conduzione: creare un'armonia perfetta senza dire una parola. In questa affascinante conferenza, Itay Talgam mostra lo stile eccezionale di sei dei grandi direttori del 20mo secolo, illustrando le loro lezioni cruciali.

Nella terapia sistemico relazionale  l’assunto è che “non si può non comunicare”… c’è ovviamente la comunicazione verbal...
03/05/2020

Nella terapia sistemico relazionale l’assunto è che “non si può non comunicare”… c’è ovviamente la comunicazione verbale…ma non meno importante è quella non verbale..
Di cosa si tratta? Guardate qui… https://www.youtube.com/watch?v=56qZblncQrs

Pocta pro Génia a zároveň skvělá inspirace pro relax v sedacích soupravách SOFALAND

01/05/2020

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Venezia

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