Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista " dai al tuo corpo il cibo giusto, lui saprà cosa farne"!

23/09/2025

B***O: DEMONIZZATO, IDOLATRATO O SEMPLICEMENTE FRAINTESO?

Se c’è un alimento che negli ultimi decenni è stato trasformato in una specie di bersaglio, quello è il b***o. Un giorno lo leggiamo sulle prime pagine come “veIeno puro”, il giorno dopo lo troviamo esaltato come “superfood del passato”. Il risultato? La gente non sa più cosa pensare e finisce per oscillare tra il “non lo tocco mai” e il “me ne spalmo mezzo panetto al giorno perché tanto adesso va di moda il grasso”.

Ecco perché oggi voglio fermarmi e fare chiarezza. Non per dirti “mangia b***o” o “non mangiare mai b***o”, ma per darti strumenti per capire, senza farti condizionare da slogan gridati o da articoli che si basano su un unico studio estrapolato dal contesto.

Perché la verità è che la scienza dell’alimentazione è molto più sfumata.

Perché il b***o è così discusso?

Il b***o è un grasso animale, ottenuto dalla panna del latte. È stato parte della dieta tradizionale europea per secoli, soprattutto in Paesi nordici e montani, dove il clima freddo richiedeva alimenti energetici e conservabili. Poi, negli anni ’60-’80, con l’avvento della teoria “coIesterolo = nemico assoluto”, il b***o è stato messo all’indice... troppi grassi saturi, troppi rischi cardiovascolari.

Al suo posto sono comparsi la margarina e gli oli raffinati di semi. Solo che col tempo si è scoperto che quei grassi idrogenati erano ben più dannosi del b***o. E così siamo passati al filone opposto... rivalutazione del b***o, soprattutto del ghee (b***o chiarificato) nelle diete ayurvediche e poi nelle mode occidentali come la paleo o la chetogenica.

Insomma, un’altalena continua. Ma se togliamo i titoli da giornale, o le grida da slogan, il b***o è semplicemente un alimento con pro e contro, da conoscere e da contestualizzare.

Cosa contiene davvero il b***o?

Il b***o non è un blocco indistinto di “grassi saturi cattivi”. Dentro c’è molto di più:

- Grassi saturi (circa il 65%): non sono tutti uguali. Alcuni hanno catena corta o media, che si comportano diversamente da quelli a lunga catena.

- Acidi grassi a catena corta come il butirrato: sostanza preziosa per la salute dell’intestino, che nutre i colonociti e riduce l’infiammazione.

- Vitamine liposolubili (se il b***o è di qualità): vitamina A, D, E e soprattutto K2, fondamentale per l’equilibrio calcio–ossa–arterie.

- CLA (acido linoleico coniugato): presente soprattutto nei latticini da animali al pascolo, con azione antinfiammatoria e anticancerogena in studi preliminari.

Quindi sì, c’è colesterolo e ci sono saturi. Ma c’è anche un bagaglio di nutrienti che non possiamo liquidare con un “fa male e basta”.

Ogni tanto sui social appare l’affermazione: “Lo dice uno studio: il b***o aumenta la mortaIità”. Punto! Fine del discorso.

Ma le cose non funzionano così. Quando leggiamo uno studio, dobbiamo chiederci:

- È osservazionale (guarda cosa succede in grandi gruppi) o è interventistico (dove si prova a cambiare la dieta e si vedono gli effetti)?

- È stato corretto per tutti i possibili fattori di confondimento (fumo, sedentarietà, altre abitudini alimentari)?

- Che tipo di b***o si è considerato? Industriale o da animali grass-fed?

- Quali erano le quantità? 5 g, 30 g, 100 g al giorno?

- Su quali popolazioni è stato fatto? Persone già malate, o persone sane?

Uno studio osservazionale può trovare che chi mangia più b***o ha più mortalità. Ma chi sono queste persone? Magari sono persone che in generale mangiano male, fumano, bevono di più, si muovono poco. Il b***o in sé diventa un “marker” di uno stile di vita, non la causa diretta di m0rte.

Lo stesso vale al contrario, non basta uno studio che dica “il b***o è protettivo” per spingerci a spalmarne quantità esagerate al giorno sul pane.

La scienza è fatta di insiemi di prove, meta-analisi, revisioni sistematiche, confronto con la fisiologia. E soprattutto, la scienza richiede contestualizzazione cIinica non urla da banchi del mercato.

Il legame tra b***o e malattie cardiovascolari è stato per anni il grande spauracchio. Oggi sappiamo che i grassi saturi non sono tutti uguali e che il rischio dipende da:

- Quantità consumata,

- Tipo di alimentazione complessiva,

- Stato metabolico della persona (un soggetto con insulino-resistenza reagisce diversamente da uno sportivo con metabolismo sano),

- Qualità del b***o.

Alcuni studi mostrano che un consumo moderato di b***o (piccole quantità al giorno) non aumenta significativamente il rischio cardiovascolare, mentre altri vedono un’associazione debole. Nessuno però dimostra un nesso causale diretto forte come si pensava un tempo.

Qui arriva un punto interessante, il b***o, proprio grazie al butirrato, può avere effetti positivi sul microbiota e sulla barriera intestinale. Il butirrato è lo stesso acido grasso che i nostri batteri producono fermentando fibre. È fondamentale per mantenere intatto l’epitelio intestinale e ridurre l’infiammazione.

Certo, non serve abbuffarsi di b***o per ottenerlo, meglio produrlo con le fibre che nutrono i batteri giusti. Ma la presenza nel b***o di piccole quantità naturali di butirrato è un punto a favore.

E ora veniamo al problema delle intolleranze. Attenzione, b***o e latticini non sono la stessa cosa. Il b***o contiene pochissimo lattosio, quindi chi è intollerante al lattosio spesso lo tollera.

Ma contiene caseina, che in alcune persone (soprattutto con autoimmunità) scatena risposte immunitarie per via della mimetizzazione molecolare.

Il ghee, cioè il b***o chiarificato, viene preparato eliminando quasi completamente la caseina e il lattosio. Quindi, è ben tollerato da chi ha intolleranza al lattosio, e anche da molte persone sensibili alla caseina (anche se nei soggetti con autoimmunità molto reattiva è sempre meglio testare la tolleranza individuale, perché tracce minime possono rimanere).

In pratica, il ghee è grasso puro con un profilo ricco di acidi grassi a catena corta e media, vitamine liposolubili e un buon punto di fumo (quindi resiste meglio alle cotture rispetto al b***o tradizionale).

Ecco perché c’è chi deve evitarlo del tutto e chi invece lo tollera senza problemi.

E allora, b***o sì o no?

La risposta è... dipende.

Se hai una dieta già ricca di grassi saturi da carni rosse, insaccati e fritti, aggiungere b***o peggiora il quadro.

Se hai infiammazione cronica, autoimmunità o sensibilità alla caseina, il b***o può essere un trigger.

Se invece segui una dieta equilibrata, con tante verdure, fibre, proteine di qualità, grassi buoni da olio extravergine e semi oleosi, un po’ di b***o di buona qualità non è un dramma.

Se è b***o da animali al pascolo, con più CLA e K2, è diverso rispetto al b***o industriale da allevamenti intensivi.

Il punto centrale è la personalizzazione, non esiste un “fa bene a tutti” o “fa male a tutti”.

Perché la disinformazione fa danni!

Il problema non è il b***o in sé. Il problema sono i messaggi estremi che circolano:

- “Se mangi b***o muori prima.”

- “Il b***o è la cura di tutto.”

Entrambe sono falsità, perché semplificano e manipolano. Le persone che leggono, già confuse e preoccupate, finiscono per oscillare tra paura e abusi, senza trovare equilibrio.

Un vero professionista non spaventa, non lancia anatemi, non cita uno studio come fosse una Bibbia. Un vero professionista spiega che il corpo è complesso e che ogni alimento va valutato nel contesto.

Il b***o non è un veleno, ma nemmeno un superfood miracoloso.

In piccole quantità, di buona qualità, in una dieta ricca di vegetali e fibre, non rappresenta un pericolo per la maggior parte delle persone sane.

Per altri (autoimmuni, sensibili alla caseina, dislipidemici) può essere un alimento da ridurre o evitare.

Non affidate la vostra salute a slogan da social o a chi brandisce uno studio come arma definitiva.

La verità è che il b***o è solo un tassello in un mosaico molto più grande, quello del tuo stile di vita complessivo.

Il messaggio che voglio lasciarti è semplice. Non farti travolgere da chi urla “bianco o nero”. La salute vive nei toni di grigio, nell’equilibrio e nella personalizzazione. Il b***o non ti manda al cimitero e non ti salva la vita. È un alimento tradizionale, da dosare e da contestualizzare, come ogni altra cosa che portiamo a tavola.

E davvero non capisco come si possa seguire odio e rabbia sui social e addirittura metterci ‘mi piace’, ricordate che quell’energia tossica non resta solo lì, ma finisce per intossicare anche voi.

XO - Patrizia Coffaro

23/09/2025

Con l’arrivo dell’autunno la nostra tavola si arricchisce di nuovi frutti deliziosi e ricchi di nutrienti.

Ricorda di consumare 2-3 porzioni al giorno di frutta fresca: mele, mandarini, cachi, pere, melagrana e uva sono solo alcuni dei frutti che caratterizzano la stagione appena iniziata.

Per saperne di più, visita la sezione “Alimenti” del nostro sito 👉 https://smartfood.ieo.it/alimenti/

23/09/2025

Idea x il pranzo o cena
Insalata di fagioli 🫘 pomodori 🍅 e olive 🫒
Bruschette con avocado 🥑 e tonno 🍣

21/09/2025
21/09/2025

OBESITÀ ADDOMINALE
Molto spesso si pensa che l’obesità addominale sia la causa di tutte le patologie metaboliche. Non è così. Tutto inizia dalla perdita di massa muscolare, che sia dovuta a sedentarietà, a diete sballate, all’avanzare dell’età o peggio a un mix di tutti questi fattori.

Qualunque sia la causa, se si perde massa magra e poi si introducono troppi carboidrati, si tende ad ingrassare con facilità perché gli zuccheri andranno con più fatica nei muscoli. Un po’ per via del fatto che questi si sono ridotti e un po’ perché quelli presenti iniziano a infarcirsi di grasso fino a diventare insulino-resistenti. Significa che l’insulina non riesce più a indirizzare il glucosio in eccesso nelle cellule muscolari e allora tutti e due (zuccheri e insulina) rimarranno in circolo, e si avrà iperglicemia e iperinsulinemia.

E NON SI DIMAGRISCE PIÙ, malgrado le diete sempre più restrittive. E allora comincia la solfa: “MANGIO NIENTE E INGRASSO”.

Dove vanno gli zuccheri se non possono andare nei muscoli? Vengono dirottati verso il fegato, per essere conservati come glicogeno. Ma nel fegato il glicogeno può essere accumulato in quantità molto limitate. Quando queste quantità sono raggiunte, l’eccesso di carboidrati diventa grasso.

Avete mai visto una fettina di fegato?
è sempre magra. Non è un caso, il fegato non è fatto per accumulare grasso. La carne (muscolo) può farlo, in maniera anche abbondante, il fegato no. Quando succede è segno che qualcosa non va.

In particolare il surplus di zuccheri diventa ACIDO PALMITICO, acido grasso saturo (il principale costituente del tanto temuto olio di palma) che è uno dei principali responsabili dell’aterosclerosi. Quindi magari state attentissimi a leggere le etichette e ad evitare tutti i prodotti che lo contengono, e poi non sapete di starlo producendo voi direttamente.

A quel punto l’acido palmitico può subire due sorti: o viene indirizzato nei depositi adiposi del corpo (soprattutto addominali) oppure è accumulato proprio nel fegato, dove causa una condizione oggi molto diffusa nota come STEATOSI EPATICA (il cosiddetto “fegato grasso”).

Più grasso si accumula nel fegato, meno posto troverà il glicogeno. E si diventerà resistenti a qualunque terapia dimagrante. Perciò, cosa fare prima di mettersi inutilmente a dieta?
1. Allenarsi ,Evitare in tutti i modi di perdere muscoli e Cercare in tutti i modi di mettere muscoli (più muscoli = più glicogeno)

05/09/2025

🌿 Coltiva la vita che desideri - Dall'interno verso l'esterno 🌿

"I nostri corpi sono i nostri giardini, le nostre volontà sono i nostri giardinieri." - William Shakespeare

Questa saggezza senza tempo ci ricorda che una buona salute non è solo una questione di fortuna o genetica, ma è il risultato di intenzioni quotidiane e cura. Da Scholistico, crediamo che ogni giorno sia una nuova opportunità per prendersi cura del proprio giardino interiore, per nutrire la crescita e per modellare la vita che desideriamo veramente.

Proprio come un giardiniere sceglie con cura cosa piantare, annaffia i semi e rimuove le erbacce, la sua forza di volontà la guida nel fare scelte nutriente, nel stabilire confini sani e nel coltivare abitudini che portano al benessere duraturo. Ogni azione, per quanto piccola, è un seme per la sua futura vitalità.

Il miglioramento non riguarda la ricerca della perfezione; si tratta di progresso, pazienza e auto-compassione. Con gli strumenti giusti e il supporto adeguato, può trasformare la sua salute, la sua mentalità e la sua energia, un passo consapevole alla volta.

Da Scholistico, siamo qui per fornirle conoscenze basate su evidenze, pratiche olistiche e una comunità di supporto, così che possa diventare il giardiniere dedicato del suo benessere.

Pronta a fare il prossimo passo nel suo viaggio olistico?

Scopra di più sul nostro corso di certificazione per operatori della salute olistica presso Scholistico. Lasci un ❤️ se desidera maggiori informazioni.

05/09/2025

𝐈𝐃𝐑𝐀𝐓𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐄 𝐒𝐀𝐋𝐔𝐓𝐄: 𝐎𝐋𝐓𝐑𝐄 𝐈𝐋 𝐃𝐎𝐆𝐌𝐀 𝐃𝐄𝐈 𝟐 𝐋𝐈𝐓𝐑𝐈 𝐀𝐋 𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐎. 𝐅𝐈𝐒𝐈𝐎𝐋𝐎𝐆𝐈𝐀, 𝐁𝐈𝐎𝐂𝐇𝐈𝐌𝐈𝐂𝐀 𝐄 𝐈𝐌𝐏𝐋𝐈𝐂𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐂𝐋𝐈𝐍𝐈𝐂𝐇𝐄.

Il fabbisogno idrico umano non può essere ridotto a un valore standard espresso in litri al giorno. L’omeostasi dei fluidi corporei dipende da meccanismi integrati che coinvolgono reni, ormoni (vasopressina, aldosterone), composizione alimentare e perdite individuali. L’eccessivo consumo di acqua può generare poliuria, perdita elettrolitica e inibizione dell’ADH, con conseguente disidratazione paradossa. La corretta idratazione non dipende soltanto dal volume assunto, ma dalla qualità dei liquidi, dal timing dell’assunzione e dal contesto fisiologico o patologico. Neonati, anziani, sportivi e pazienti nefropatici presentano necessità diverse, che devono essere gestite clinicamente. L’articolo analizza i principali meccanismi fisiologici e biochimici, smonta i miti diffusi e propone un approccio contestuale e personalizzato all’idratazione.
Il consiglio di “bere almeno 2 litri di acqua al giorno” è diventato un mantra della divulgazione di molti nutrizionisti e di ancor più numerosi non addetti ai “lavori”. Tuttavia, tale indicazione non trova pieno riscontro nella fisiologia. Il bilancio idrico è il risultato di input (acqua da alimenti, bevande, acqua metabolica) e output (urine, sudore, respiro, feci), modulato da meccanismi ormonali finemente regolati. L’idratazione, più che quantitativa, deve essere qualitativa e contestualizzata.

𝐅𝐢𝐬𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
• L’acqua corporea totale , in un adulto apparentemente sano, rappresenta circa il 60% del peso corporeo, distribuita in compartimenti intra- ed extracellulari.
• La sete è regolata da osmorecettori ipotalamici, sensibili alle variazioni di osmolarità plasmatica.
• L’ADH (vasopressina) regola il riassorbimento idrico a livello dei tubuli collettori renali. Un eccesso di acqua inibisce l’ADH, aumentando la diuresi e riducendo la capacità di trattenere liquidi.
• L’acqua contenuta negli alimenti (frutta, verdura, latte, brodi) apporta minerali in forma organica, più biodisponibile e realmente idratante rispetto all’acqua di sola bevanda.

𝐁𝐢𝐨𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐞𝐝 𝐞𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐢𝐝𝐫𝐢𝐜𝐨
Bere volumi elevati determina:
• Aumento della diuresi e perdita di sodio, potassio, magnesio.
• Rischio di iponatriemia (descritta in maratoneti e atleti di endurance).
• Lavoro renale aumentato in filtrazione e clearance.
• Disidratazione paradossa da perdita elettrolitica.

𝑵𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒆 𝒂𝒏𝒕𝒓𝒐𝒑𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂
𝐺𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖 𝑟𝑎𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑏𝑒𝑣𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 𝑖𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑖𝑡𝑎̀: 𝑙’𝑖𝑑𝑟𝑎𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑔𝑎𝑟𝑎𝑛𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑎𝑙𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑚𝑒𝑡𝑎𝑏𝑜𝑙𝑖𝑐𝑖. 𝑃𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖 𝑇𝑢𝑎𝑟𝑒𝑔 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑎 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑎𝑡𝑎, 𝑚𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑙’𝑒𝑞𝑢𝑖𝑙𝑖𝑏𝑟𝑖𝑜 𝑖𝑑𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒, 𝑑𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑣𝑒𝑔𝑒𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖.

𝐃𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐭𝐚̀
• Neonati: elevato contenuto idrico corporeo (75%), rapido rischio di disidratazione.
• Adulti: buona capacità compensativa.
• Anziani: ridotta percezione della sete, rischio di ipo- o iperidratazione.

𝐈𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭 (𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢 – 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐯𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐬𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨)
• Endurance: rischio iponatriemia se si beve eccessivamente.
• Forza/potenza: perdite elettrolitiche rapide e intense, necessità di reintegro mirato.
• Timing strategico: pre-, durante e post-esercizio.

𝐈𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐞 (𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢)
• Nefropatie e dialisi: restrizione idrica per prevenire ipervolemia.
• Cardiopatie: limitazione dei liquidi per ridurre edemi.
• Diabete: poliuria osmotica richiede non solo acqua, ma controllo metabolico.
• Oncologia e cachexia: rischio di disidratazione subclinica.

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐛𝐞𝐫𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨
• Idratazione per piccoli sorsi distribuiti.
• Prevenzione notturna e pre-attività fisica.
• Monitoraggio clinico: colore delle urine, stato della mucosa, bilancio idrico.

𝐒𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 (𝐢𝐧 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞)
Le acque minerali non sono tutte uguali: il residuo fisso e la composizione elettrolitica determinano effetti diversi.
• Neonati → acqua oligominerale (300 mg/L), biodisponibile quasi come quello del latte.
- Iperuricemia e calcolosi urica: acque bicarbonato-alcaline (>600 mg/L bicarbonati) per facilitare escrezione dell’acido urico.
- Ipertensione: preferibili acque iposodiche ( 295 mOsm/kg.
• Sodio sierico aumentato (ipernatriemia).
• Aumento azotemia/creatinina (disidratazione extracellulare).
• Peso corporeo ridotto in poco tempo.

🟢 𝐍𝐨𝐫𝐦𝐨𝐢𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
Segni e sintomi
• Assenza di sete persistente.
• Urine chiare, in quantità normale (1,5–2 L/die).
• Mucose umide, cute elastica.
• Peso corporeo stabile.
• Parametri ematici nella norma (osmolarità 280–295 mOsm/kg, sodio 135–145 mEq/L).
• Assenza di sintomi sistemici.

🔵 𝐈𝐩𝐞𝐫𝐢𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞
(meno comune, spesso iatrogena o in pazienti fragili)
Segni e sintomi
• Urine abbondanti, chiare e frequenti (poliuria), oppure ridotte se ritenzione idrica (scompenso cardiaco, insufficienza renale).
• Edemi declivi (caviglie, gambe) o generalizzati.
• Gonfiore facciale, mani “a cuscinetto”.
• Nicturia (bisogno di urinare di notte).
• Aumento rapido di peso corporeo.
• Dispnea da congestione polmonare (nei casi severi).
• Confusione, convulsioni in caso di iponatriemia diluzionale.
Parametri oggettivi
• Osmolarità plasmatica < 280 mOsm/kg.
• Sodio sierico ↓ (iponatriemia).
• Ematocrito ridotto per emodiluizione.
• Peso corporeo aumentato in breve tempo.

🧾 𝐒𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐢 𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚
• 𝐃𝐢𝐬𝐢𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐭𝐨 → poca p**ì, scura, sete, stanchezza, pressione bassa.
• Normoidratato → urine chiare, pelle elastica, energia normale.
• 𝐈𝐩𝐞𝐫𝐢𝐝𝐫𝐚𝐭𝐚𝐭𝐨 → gonfiore, urine troppo abbondanti o trattenute, aumento rapido di peso.

“𝑰𝒍 𝒄𝒐𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒖𝒓𝒊𝒏𝒆 𝒆̀ 𝒊𝒍 𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒓 𝒔𝒑𝒆𝒄𝒄𝒉𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒖𝒂 𝒊𝒅𝒓𝒂𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒎𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒓𝒍𝒐 𝒂𝒍 𝒎𝒂𝒕𝒕𝒊𝒏𝒐: 𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒎𝒊𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒓𝒊𝒇𝒍𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒏𝒐𝒕𝒕𝒖𝒓𝒏𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒅𝒓𝒊𝒄𝒐.”
Durante la notte, soprattutto se si dorme 6–8 ore senza bere, i reni continuano a filtrare ma l’ADH (ormone antidiuretico) aumenta: il risultato è una produzione di urine concentrate, ricche di soluti, a volume ridotto. La prima minzione del mattino riflette quindi il fisiologico stato di “concentrazione notturna”, non necessariamente una disidratazione reale. Per valutare lo stato di idratazione tramite il colore delle urine, i campioni più affidabili sono quelli di metà giornata (tra tarda mattinata e pomeriggio), quando l’equilibrio tra intake e output è più stabile.

𝐏𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞:
• Armstrong LE. Assessing hydration status: the elusive gold standard. J Am Coll Nutr. 2007;26(5 Suppl):575S-584S.
• Perrier E et al. Urine color as an index of hydration status in adults and children. Eur J Clin Nutr. 2016;70(8):869–873.

“𝑰𝒅𝒓𝒂𝒕𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂 𝒓𝒊𝒆𝒎𝒑𝒊𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒂, 𝒎𝒂 𝒎𝒂𝒏𝒕𝒆𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒍’𝒂𝒓𝒎𝒐𝒏𝒊𝒂 𝒕𝒓𝒂 𝒍𝒊𝒒𝒖𝒊𝒅𝒊, 𝒎𝒊𝒏𝒆𝒓𝒂𝒍𝒊 𝒆 𝒇𝒊𝒔𝒊𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂: 𝒍’𝒂𝒄𝒒𝒖𝒂 𝒆̀ 𝒊𝒍 𝒓𝒊𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒐𝒓𝒆, 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒂 𝒊𝒅𝒓𝒂𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒂 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒏𝒈𝒊𝒂𝒎𝒐.”

📚 𝐁𝐢𝐛𝐥𝐢𝐨𝐠𝐫𝐚𝐟𝐢𝐚
1. Armstrong LE, Johnson EC. Water intake, water balance, and the elusive daily water requirement. Nutrients. 2018;10(12):1928. doi:10.3390/nu10121928
2. Popkin BM, D’Anci KE, Rosenberg IH. Water, hydration and health. Nutr Rev. 2010;68(8):439-458. doi:10.1111/j.1753-4887.2010.00304.x
3. Ritz P, Berrut G. The importance of good hydration for day-to-day health. Nutr Rev. 2005;63(6):S6-S13. doi:10.1111/j.1753-4887.2005.tb00147.x
4. Perrier ET, Armstrong LE, Bottin JH, et al. Urine colour as an index of hydration status in adults and children. Eur J Clin Nutr. 2016;70(8):869-873. doi:10.1038/ejcn.2016.85
5. Armstrong LE. Assessing hydration status: the elusive gold standard. J Am Coll Nutr. 2007;26(5 Suppl):575S-584S. doi:10.1080/07315724.2007.10719661
6. EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies. Scientific Opinion on Dietary Reference Values for water. EFSA Journal. 2010;8(3):1459. doi:10.2903/j.efsa.2010.1459
7. Hew-Butler T, Rosner MH, Fowkes-Godek S, et al. Statement of the Third International Exercise-Associated Hyponatremia Consensus Development Conference. Clin J Sport Med. 2015;25(4):303-320. doi:10.1097/JSM.0000000000000221
8. Manz F, Wentz A. The importance of good hydration for the prevention of chronic diseases. Nutr Rev. 2005;63(6):S2-S5. doi:10.1111/j.1753-4887.2005.tb00145.x
9. WHO. Guidelines for drinking-water quality: fourth edition incorporating the first addendum. Geneva: World Health Organization; 2017.
10. Wynckel A, et al. Mineral waters: a source of dietary calcium. Am J Clin Nutr. 1997;66(5):1240-1244. doi:10.1093/ajcn/66.5.1240
11. Vannucci L, Fossi C, Quattrini S, Guasti L, Pampaloni B, Rizzo M, et al. Calcium intake in bone health: a focus on calcium-rich mineral waters. Nutrients. 2018;10(12):1930. doi:10.3390/nu10121930
12. Cashman KD. Calcium intake, calcium bioavailability and bone health. Br J Nutr. 2002;87(S2):S169-S177. doi:10.1079/BJN/2002531
13. Zúñiga C, Calvo MS. Calcium bioavailability from calcium-rich mineral waters: a systematic review. Nutrients. 2020;12(6):1755. doi:10.3390/nu12061755
14. Jequier E, Constant F. Water as an essential nutrient: the physiological basis of hydration. Eur J Clin Nutr. 2010;64(2):115-123. doi:10.1038/ejcn.2009.111
15. Péronnet F, et al. Hydration and sports nutrition: beyond water. J Sports Sci. 2012;30(Suppl 1):S7-S16. doi:10.1080/02640414.2012.663292

DiVitaSano

05/09/2025

4 esempi di colazione

05/09/2025

Il rientro dalle vacanze e il ritorno al lavoro o a scuola coincidono per molti con un periodo ricco di buoni propositi. Quale occasione migliore, allora, per introdurre una sana abitudine come quella di una colazione completa e nutriente?

Secondo la regola del piatto sano, la colazione dovrebbe includere una fonte di cereali, preferibilmente integrali (pane, fiocchi o cereali da colazione), una fonte di proteine (latte, yogurt, ricotta, uova ecc.) e, idealmente, anche una porzione di frutta fresca o disidratata. Meglio aggiungere anche una bevanda calda non zuccherata, come caffè, tè e tisane, per contribuire all’idratazione quotidiana.

A settembre vogliamo quindi incoraggiarti a creare la buona abitudine di iniziare la giornata con una colazione sana ed equilibrata. Scopri come farla 👉https://smartfood.ieo.it/la-domanda-la-fai-tu/colazione-sana/

Scarica il calendario SmartFood 2025, ogni mese scoprirai un consiglio per rendere il tuo stile di vita più sano. Per metterlo in pratica dovrai intraprendere delle azioni salutari e tenere traccia dei tuoi progressi direttamente sulle pagine del calendario.


23/08/2025
23/08/2025

Come ben saprai l’uovo è composto da tuorlo, albume e guscio.
Il tuorlo contiene fosfoproteine coniugate con lipidi sotto forma di lipoporoteine, grassi, minerali, vitamine. I grassi sono a loro volta formati da trigliceridi degli acidi oleico, palmitico e stearico e da fosfolipidi costituiti per la maggior parte da lecitine.
I minerali presenti sono: fosforo, calcio, potassio, magnesio, ferro. Le vitamine sono A e D in alta quantità e B1, B2, E.
L’albume è essenzialmente composto da albumine (proteine). E’ più ricco di potassio del tuorlo ma molto meno di calcio e fosforo.
L’albumina è la proteina più importante che abbiamo in corpo e costituisce il 60% di tutte le proteine circolanti
Questo significa che una volta introdotta verrà riconosciuta immediatamente, assimilata e digerita con molta facilità dall’organismo (salvo casi specifici quali intolleranze ecc.).

Indirizzo

Venice

Orario di apertura

Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 14:00 - 18:00
Venerdì 20:30 - 13:00
Sabato 09:00 - 00:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa Barbara Berton - Biologa Nutrizionista:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram