Il Centro Don Orione, ubicato dal 1972 nel centro di Chirignago - Venezia, in via Ghetto 1, gestito dall'Ente Provincia Religiosa di San Marziano di Don Orione, si propone come centro di servizi per persone con disabilità adulte, offrendo una differenziazione in unità d'offerta sulla base delle diverse caratteristiche ed esigenze degli ospiti. Esso accoglie le persone disabili con una vocazione di inclusione attraverso il lavoro, appoggiandosi all'importantissima risorsa che ha a disposizione: l'Azienda Agricola. Infatti, i sacerdoti si sono resi conto nel tempo di quanto fosse importante che la persona disabile non rimanesse tutto il giorno senza far nulla, come se fosse un ricoverato o un ammalato, ma diventasse il protagonista attraverso il lavoro della terra. Questo contatto rigenera la persona, ridà un legame con il mondo circostante e soprattutto ridà dignità. Gli ospiti, che peraltro sono i "padroni di casa", hanno un ruolo all'interno dell'organizzazione, come i lavoratori: si sentono importanti perché senza di loro o gli animali non hanno cibo, o le piante non crescono, e quindi diventano veramente protagonisti.
- Coniugare la natura spirituale dell'accoglienza fondata sul carisma orionino con la matrice laica dell'Opera, ossia la sostenibilità, sociale ed economica, e la promozione del diritto delle persone ad occuparsi dell'altro. La complementarietà tra queste due “anime” permette di investire sulla persona come prioritario centro d'interesse.
- Creare condizioni favorevoli al cambiamento dal paradigma di matrice assistenziale, tuttora in auge, verso modelli di lavoro d'equipe che generino sostegni mirati al protagonismo delle persone accolte, al riconoscimento di status sociali e miglioramento della loro qualità di vita.
Il paradigma “persona al centro” ha senso ed acquisisce significato nella misura in cui esiste attorno ad essa una “periferia” in cui viene riconosciuta al soggetto la dignità di vivere, abitare-lavorare-condividere; in altri termini, una società civile che accoglie ed integra le persone più bisognose nell'ottica di una redistribuzione equa delle esternalità sociali prodotte dal progresso civile ed economico.
MISSION
L'obiettivo di medio lungo termine per il Centro, da raggiungere mediante l'allocazione efficiente delle risorse disponibili, è di creare sostegni utili a sviluppare nei soggetti svantaggiati nuove aree di produzione capacitativa (apertura in campi inesplorati di percorsi per l'autodeterminazione e realizzazione individuale e comunitaria); perseguire tale obiettivo potrà avere come risultante la miglior evoluzione di vita possibile delle persone a cui è destinata l'accoglienza. Fondamentale è trasformare l'intervento dell'operatore a partire dai bisogni delle persone più deprivate, marginalizzate, escluse, istituzionalizzate, per tendere alla realizzazione nel territorio di sistemi di “economia sociale” (Welfare comunitario/generativo, attivazione di reti territoriali d'aiuto). Occorre ripartire da un recupero e una rivalorizzazione della persona, della famiglia, della comunità. Riaffermare il valore di ciascuno all’interno delle reti relazionali, di reciprocità e di solidarietà, quali elementi fondativi del benessere del singolo come delle collettività.
Organizzazione attuale
Nella vasta area disponibile, dove sono presenti diversi edifici ed attività occupazionali ed agricole, sono attive:
- una Residenza Sanitaria Assistita “Papa Luciani Giovanni Paolo I”
- una Comunità Residenziale “Don Guido Borile”
- due Comunità Alloggio (“Adele Fornoni” ed “Enrichetta Protti”)
- un Centro diurno (C.E.O.D.)
Risorse e caratteristiche distintive
Accanto a queste consolidate forme di vita comunitaria sono state promosse negli ultimi anni nuove forme di residenzialità, nate per offrire maggiori possibilità di autodeterminazione ed autonomia delle persone con disabilità, nell’ottica della promozione di legami solidaristici tra piccoli gruppi:
- un “gruppo appartamento” (nell’ambito di un progetto residenziale promosso dal Comune di Venezia) composto da 6 persone con lieve disabilità, accomunate dall’impegno occupazionale presso l’azienda agricola del Centro, con l’obiettivo di consolidare dinamiche di reciprocità e di mutuo scambio.
- il Progetto diurno “La Cascina”, nato nel 1999, con lo scopo di accompagnare 10 persone aventi un livello di lieve o media disabilità per consolidare e sviluppare le proprie capacità, in funzione di un conseguente inserimento lavorativo, eventualmente in un ambiente protetto.
- Progetto di sviluppo di cohousing: l’Opera don Orione in Veneto ha sviluppato due presidi di coabitazione solidale, uno in via di attivazione presso l’edificio “Cascina”, sito nell’area del Centro di Chirignago, e l’altro, già attivo, ubicato a Campocroce di Mirano. Entrambi i presidi, a seconda del tipo di utenza, si offrono:
- o come collocazione temporanea, avendo come obiettivo l’autonomia della persona attraverso la rieducazione al lavoro, l’orientamento occupazionale e la ricerca della casa
- o come collocazione più o meno stabile, per persone che per varie problematiche non possono più vivere al proprio domicilio.
In entrambi i casi, i due presidi offrono un programma di avvicinamento al lavoro, attraverso la presenza di varie opportunità occupazionali, ovvero il lavoro agricolo e di allevamento, attività di giardinaggio, attività di manutenzione e attività di servizio alla persona (es. assistenza ad anziani, a disabili, supporto domiciliare, etc.).
Il Centro per la disabilità Don Orione Chirignago sta sperimentando un intenso e complesso processo di riorganizzazione interna, iniziato lentamente, ma che negli ultimi mesi ha visto una accelerazione significativa verso la definizione di un Piano di Sviluppo Integrato dei diversi “asset” che compongono la realtà dell'opera orionina nel territorio di Chirignago-Venezia.
Il Centro Don Orione di Chirignago ha la fortuna di avere all'interno della sua struttura una serie di importantissime risorse in termini di spazi e aree, tra cui la maggiore è certamente l'Azienda Agricola. L’Azienda Agricola è per il Centro stesso una grandissima risorsa: si tratta, infatti, di circa 13 ettari, in cui le persone possono compiere diversificate attività a contatto con la natura. In essa, infatti, da qualche anno si attua una vera e propria iniziativa di “Fattoria Sociale” con annessa un’esperienza di Farmer’s market, con risultati tangibili sempre più apprezzabili in termini di inclusione sociale, protagonismo e valorizzazione. Il lavoro in azienda agricola, infatti, viene concepito come occasione sostenuta di realizzazione personale, di contatto con la natura, di realizzazione di sé nella società.
L’azienda ha in dotazione una serie di strutture, pensate e realizzate per l’impiego nelle attività lavorative di persone con situazioni diverse di difficoltà personale e una serie di spazi coltivati e coltivabili. Parte dei prodotti dell’orto, delle serre e dell’allevamento vengono consumati all’interno della stessa coabitazione, parte invece viene venduta al consumatore esterno, grazie alla presenza di un punto vendita interno all’azienda, gestito dall’Operatore Referente con il coinvolgimento degli ospiti.
Pertanto, questa risorsa costituisce una grandissima opportunità per quanto riguarda l'inserimento lavorativo, oltre che configurarsi attraverso l'attività di vendita come un vero e proprio attore economico all'interno del tessuto sociale di appartenenza. Questo diventa fondamentale per quanto riguarda l'inclusione stessa degli Ospiti e degli utenti di progetti esterni che collaborano al suo interno, permettendo loro di costruire per sè un ruolo sociale valido in cui riconoscersi e con cui interfacciarsi col territorio.
Quest'ultimo punto, molto importante, non è solo sostenuto dall'attività di vendita o di apertura al pubblico (le persone possono ve**re anche solo a fare una passeggiata e a vedere gli animali), ma viene portato avanti attraverso l'organizzazione da parte della stessa struttura di eventi in cui la comunità allargata circostante viene invitata a partecipare o collaborare, come ad esempio la Corsa Gallo o l'occasione della Fiera Franca. Questa intercomunicazione con il territorio circostante è un enorme punto di forza per il Centro, che tenta di presentarsi come risorsa per tutti, che promuove l'inclusione anche attraverso l'apertura, protagonista riconosciuto nel suo ruolo.