
22/06/2025
L’arte di onorare le crepe.
C’è un’antica arte giapponese che mi ha sempre toccato nel profondo: si chiama Kintsugi. È la pratica di riparare oggetti in ceramica rotti utilizzando l’oro. Non per nascondere le crepe, ma per evidenziarle, renderle visibili, luminose, preziose. Le fratture non vengono cancellate. Vengono onorate.
Mi commuove ogni volta pensare che un vaso, una tazza, qualcosa che si è spezzato – magari nell’uso quotidiano, nel calore della vita o nella prova del fuoco – possa diventare ancora più bello e più resistente proprio grazie alle sue ferite.
E mi fa pensare a noi.
A quando anche noi ci rompiamo.
A quando il dolore ci attraversa, ci spezza, ci spacca in punti che pensavamo inviolabili. E tutto ciò che vorremmo fare, spesso, è incollare in fretta, far finta di niente, rimettere insieme i pezzi senza che si veda nulla. Come se la fragilità fosse una colpa. Come se mostrarla fosse un rischio troppo grande.
Ma il Kintsugi ci insegna un altro sguardo.
Ci insegna che quelle crepe sono parte della nostra storia. Che meritano tempo, cura, attenzione. E che proprio lì, in quei punti rotti, può nascere qualcosa di nuovo. Qualcosa di forte. Qualcosa di luminoso.
Non è un oro finto, di superficie. È un oro che si conquista. Che richiede ascolto, coraggio, presenza. È l’oro del lavoro interiore, dell’amore per sé, della trasformazione autentica.
Allora possiamo scegliere: non nascondere, ma mostrare. Non vergognarci, ma onorare. Non buttare via ciò che si è rotto, ma ripararlo con dignità, trasformarlo, renderlo unico.
Perché proprio grazie a quelle crepe, possiamo risplendere.
E tu, quale parte di te sta chiedendo di essere ricomposta con l’oro del tuo cuore?