15/02/2025
𝐁𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐁𝐑𝐎𝐍𝐙𝐀: il rapporto vittima carnefice nell’analisi di un testo.
Modificheró così il titolo e alcune parole del testo della canzone di Marco Masini, ritornata alla ribalta in questi giorni e figlia degli anni 90.
E anch’io sono figlia degli anni 90 perciò 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚𝐥𝐥𝐲 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐜𝐭 e ai manierismi borghesi imposti dalle nuove attuali tendenze.
Mi è stata dedicata questa canzone almeno da 3/4 persone diverse quando ero giovane bella e “sbronza”
Ricordo che a 15 anni quando uscì la cantavamo a scuola a squarciagola col bene stare dei nostri professori.
Riascoltarla oggi non mi sconvolge affatto, non la percepisco come un oltraggio alla donna o un vessillo del patriarcato.
𝐕𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐨̀ 𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐞 𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞.
Troverete alcune parole modificate non per bon ton ma per evitare che fb si incarognisca contro di me.
Nella vita reale non mi sognerei mai di censurare una bella parolaccia.
𝐁𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐛𝐫𝐨𝐧𝐳𝐚
𝐂𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢
𝐃𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐭𝐨
𝐂𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐡𝐚𝐢 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐩𝐮𝐠𝐧𝐢
𝐂𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐨
Qui viene scaricata tutta la 𝓇ℯ𝓈𝓅ℴ𝓃𝓈𝒶𝒷𝒾𝓁𝒾𝓉𝒶̀ dei propri gesti sulla partner ponendosi nel ruolo di vittima e creando immediatamente l’immagine di una donna che ha la grave colpa di tiranneggiarlo fino a fargli compiere atti deprecabili; il 𝗉𝗈𝗍𝖾𝗋𝖾 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖺𝗅𝖾 𝗏𝗂𝖾𝗇𝖾 𝗊𝗎𝗂𝗇𝖽𝗂 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾 𝗉𝖾𝗋𝖽𝗎𝗍𝗈, mentre la partner (o ex) viene 𝗂𝖽𝖾𝖺𝗅𝗂𝗓𝗓𝖺𝗍𝖺 e investita di 𝗈𝗇𝗇𝗂𝗉𝗈𝗍𝖾𝗇𝗓𝖺.
𝐄 𝐨𝐫𝐚 𝐦𝐞𝐧𝐭𝐫𝐞 𝐯𝐚𝐝𝐨 𝐚 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐨
𝐓𝐮 𝐦𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐬𝐨𝐫𝐫𝐢𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 "𝐧𝐞 𝐡𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚"
E ancora una volta, lo stato depressivo e sconfitto viene imputato 𝗇𝗈𝗇 𝖺𝗅𝗅𝖾 𝗉𝗋𝗈𝗉𝗋𝗂𝖾 𝗌𝖼𝖾𝗅𝗍𝖾,𝗆𝖺 𝖺𝗅𝗅’𝗂𝗇𝗌𝖾𝗇𝗌𝗂𝖻𝗂𝗅𝗂𝗍𝖺̀ 𝖺𝗅𝗍𝗋𝗎i.
Quando poi lei decide che non ne puó più di stare con un vittimista che non sa prendere decisioni e si piange addosso, allora lui ci rimane male e vede confermata la sua idea di donna persecutrice.
Osservate quindi come proprio le nostre ferite e le nostre paure sono in grado di co-creare una realtà che ci costringerà a guardarci dentro o a trovare altre… “belle sbronze”
𝐂𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐠𝐢𝐫𝐨
𝐏𝐞𝐫 𝐚𝐥𝐛𝐞𝐫𝐠𝐡𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐭𝐨𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐥𝐨 𝐬𝐮𝐥 𝐅𝐞𝐫𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐫𝐫𝐨𝐠𝐚𝐧𝐭𝐞 
𝐍𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐚𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫dari
𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐨
𝐁𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐛𝐫𝐨𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐫𝐫𝐢𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐧core
Qui appare un terzo personaggio, un miliardario, ovviamente anche lui è “colpevole” e viene percepito come figura persecutoria atta a distruggere una relazione “idilliaca” nonché a 𝗎𝗆𝗂𝗅𝗂𝖺𝗋𝖾 lo stesso personaggio narrante.
Anche in questo caso viene 𝗉𝗋𝗈𝗂𝖾𝗍𝗍𝖺𝗍𝗈 all’esterno tutto il potere, lasciando se stesso sfornito di ogni elemento attrattivo e mostrandosi incapace di sviluppare qualità positive.
𝖢𝗈𝗇𝖼𝗅𝗎𝖽𝖾 𝖽𝗂𝖼𝖾𝗇𝖽𝗈 𝖼𝗁𝖾 𝖿𝗈𝗋𝗌𝖾 𝗁𝖺 𝖽𝖺𝗍𝗈 𝗍𝗋𝗈𝗉𝗉𝗈 𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾, questa frase denota che l’idea d’amore è distorta: è legata al “dare” ma è un dare condizionato che presenta il conto, che rivuole indietro cogli interessi ció che ha dato.
𝐄 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐬𝐩𝐨𝐠𝐥𝐢
𝐍𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐥 𝐟𝐫𝐞𝐝𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐮𝐢 𝐭𝐢 𝐩𝐚𝐠𝐚 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐥’𝐢𝐦𝐛𝐚𝐫𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨
Lei è bella, ma siccome lui non puó averla allora la bellezza diventa sinonimo di leggerezza, di essere una facile o peggio una che si fa “pagare” o si fa offrire regali in cambio di favori se..uali.
Insomma: se non posso averti devo denigrarti.
𝖫𝖺 𝖻𝖾𝗅𝗅𝖾𝗓𝗓𝖺 𝖾̀ 𝗅𝖺 𝗏𝖾𝗋𝖺 𝖼𝗈𝗅𝗉𝖾𝗏𝗈𝗅𝖾:
è alla bellezza che lui non sa resistere e che gli fa dire e fare cose che sono fuori dal suo controllo. La bellezza è come un ingiusto tiranno che non sceglie chi colpire e chi schivare seguendo un senso logico.
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐢 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚
𝐁𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐛𝐫𝐨𝐧𝐳𝐚
𝐂𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞
𝐄 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐯𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐦𝐢 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐞𝐭𝐭𝐞
𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚
𝐋𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚, 𝐬𝐢̀, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐛𝐫𝐨𝐧𝐳𝐚
Questa è una delle parti che fanno più 𝗋𝗂𝖿𝗅𝖾𝗍𝗍𝖾𝗋𝖾: anche qui è interessante notare come si rivolga all’altra persona la 𝗋𝖾𝗌𝗉𝗈𝗇𝗌𝖺𝖻𝗂𝗅𝗂𝗍𝖺̀ e anche la 𝖼𝗈𝗅𝗉𝖺 delle proprie reazioni, perdendo così tutto il proprio potere personale e ammettendo che non si ha alcuna padronanza di se stessi.
𝖳𝗎 𝗆𝗂 𝖿𝖺𝗂 𝗉𝖾𝗋𝖽𝖾𝗋𝖾 𝗅𝖺 𝗉𝖺𝗓𝗂𝖾𝗇𝗓𝖺 𝖾 𝗉𝗈𝗂 𝗍𝗂 𝗅𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝗂 𝗌𝖾 𝗋𝖾𝖺𝗀𝗂𝗌𝖼𝗈?
In questo caso la perdita di pazienza sembrerebbe essere collegata ad una reazione così forte da spingere lei a chiamare la polizia.
Ma ovviamente è sempre lei che sta “esagerando” e dovrebbe accettare le conseguenze del suo essersi comportata male (secondo lui)
𝐓𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢
𝐓𝐢 𝐡𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐢𝐥𝐥𝐚
𝐂𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐢𝐥𝐥𝐮𝐦𝐢𝐧𝐚𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐯𝐢𝐬𝐨
𝐄 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐯𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚
𝐐𝐮𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐚𝐥𝐥,𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐨
𝐂𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐞 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚..
Quando si vuole far tornare qualcuno che abbiamo denigrato e con cui siamo in conflitto, si tenta di manipolarlo con “ti ricordi…” cercando di agganciare la persona ai momenti di “luna di miele” quelli belli e positivi cercando di far dimenticare gli aspetti distruttivi e disfunzionali.
Ti ricordi cone stavamo bene quando tu facevi quel che volevo e soddisfacevi il mio buco d’amore?
Chi è la vittima e chi il carnefice? Il confine si fa sempre più labile e sembra chiaro che in questa danza al massacro si passi velocemente da un ruolo all’altro.
𝐄𝐬𝐜𝐢 𝐝𝐚𝐢 𝐭𝐮𝐨𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐭𝐚𝐥𝐨𝐧𝐢, 𝐦𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐭𝐨
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐳i
Qui si svela la maschera del masochista: anche se lei è una poco di buono, una sbronza, una rancorosa lui è disposto a umiliarsi paragonando se stesso ad un cane che mangia un avanzo.
Questo per mostrarvi come la ferita da umiliazione che spinge a vestire i panni del masochista, attiverà di sicuro qualcuno pronto a farvi rivivere quell’umiliazione, come in questo caso.
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐞𝐢 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚
𝐌𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢
𝐐𝐮𝐞𝐢 𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐩.......
𝐄 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐚 𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 aperte
𝐅𝐢𝐧𝐜𝐡𝐞́ 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐚
𝐌𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞
𝐂𝐨𝐬𝐢̀ 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐨 𝐞 𝐩𝐮𝐥𝐢𝐭𝐨
𝐍𝐨𝐧 𝐦𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐡𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐦𝐢𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚
𝐄 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐨, 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐨𝐧𝐳𝐚, 𝐞𝐡
(Ho modificato diverse parole come vedete)
In questi ultimi versi, malvisti dai più trovo invece l’unico momento di auto consapevolezza in cui l’autore vede se stesso nella possibilità di compiere un gesto deprecabile, come quello descritto, ma riesce a contenersi evitando di diventare carnefice lui stesso.
Saggiamente rinuncia alla legge del pendolo, cioè a oscillare nel ruolo opposto idealizzato, e preferendo “salutare” l’ex fiamma.
Oggi come oggi questo testo viene visto come il manifesto del patriarcato e un concentrato di red flags che dovrebbero servire a mettere in fuga le donne da soggetti potenzialmente pericolosi.
Personalmente trovo molto più importante 𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐧𝐚𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 delle situazioni e continuare a considerare l’arte come tale.
Ci sono stati grandi artisti che parlavano d’amore e che poi nel privato erano delle persone orrende, violente, manipolative.
E persone che invece riescono a sublimare nell’arte le loro parti in ombra, quelle oscure, rancorose, vendicative, liberandosene e trasformandole.
Confondere una canzone con un potenziale comportamento reale è una follia: dovremmo arrestare subito il più grande scrittore vivente, Stephen King!
𝐔𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐢 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐢, 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐠𝐢𝐚𝐦𝐨, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐮 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐢, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐩𝐢𝐮𝐭𝐭𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨: 𝐚 𝐛𝐞𝐧 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐨’… “𝐬𝐛𝐫𝐨𝐧𝐳𝐢”…
E cioè spesso cadiamo nella trappola di additare l’altro di sottrarci potere ma a ben vedere siamo noi, che nell’atto di spostare la colpa sull’altro, perdiamo automaticamente questo potere.
Attenzione, con questo ovviamente non intendo giustificare comportamenti beceri o violenti, ma cercare di capire perché ci accadono certe cose, perché reagiamo in un certo modo, e soprattutto perché è così facile passare dall’”amore” al disprezzo?
Questi sono tentativi di leggere la realtà e gli eventi, non giudizi sull’autore (mi è sempre stato simpatico Masini!), nè di stigmatizzare gli uomini o fare propaganda femminista tutte faccende che, per il mio approccio teorico, non hanno alcuna importanza.
Anche dover ribadire ogni volta certe cose lo trovo veramente noioso, ma in quest’epoca occorre sempre spezzettare il cibo che si offre perché spesso non ci sono gli strumenti per masticarlo, di fatti viviamo una società liquida non a caso.
Confido nella vostra intelligenza: spero di non dovermi ricredere.
𝒞𝓁𝒶𝓊𝒹𝒾𝒶𝒞𝓇𝒾𝓈𝓅ℴ𝓁𝓉𝒾