17/01/2021
Nel percorso di psicoterapia uso efficacemente l' interpretazione dei sogni che risulta un'esperienza arricchente per la persona e per il terapeuta. La persona in psicoterapia prende consapevolezza in modo sorprendente del proprio mondo interno mettendolo in connessione con il resto della sua esperienza umana. Come si legge bene nella riflessione che ho condiviso, il sogno non si determina solo nella fase REM ed è sempre una meraviglia per il soggetto che è convinto di non sognare, scoprirsi improvvisamente una persona che sogna ...o se vi piace ...un "sognatore"...
📙 I SOGNI. VIAGGIO NELLA NOSTRA REALTÀ INTERIORE ➡️ amzn.to/2DePCAS
❝ Un tempo gli uomini percepivano i loro sogni come una parte della realtà. Nelle società tradizionali le immagini della notte valevano almeno quanto gli eventi del giorno. [...]
Ancora oggi molti popoli nella Papua Nuova Guinea non dicono di fare dei sogni, bensì di «vedere in sogno». I nostri avi vedevano le cose esattamente nello stesso modo. Scrive l’antropologo Eduardo Kohn nella sua ricerca sul campo sugli ávila runa. «I loro sogni sono parte del mondo dell’esperienza».
Oggi queste manifestazioni ci sembrano assurde. Quando un bambino, svegliandosi spaventato di notte da un incubo, compare nella camera dei genitori, essi cercano di convincerlo a ignorare quell’esperienza: «È stato solo un sogno».
I nostri avi interpretavano i sogni come una forma di conoscenza, mentre per noi sono soltanto fantasticherie. Definire qualcuno un «sognatore» ha già in sé qualcosa di poco rispettoso.
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Molte persone dei nostri tempi sono addirittura convinte di non sognare mai. «I ponti fra la metà diurna e la metà notturna delle persone furono rotti nella nostra civiltà occidentale», scrive l’antropologo francese Roger Bastide. Dall’Illuminismo in poi, si rispetta soprattutto la ragione. «Noi abbiamo svalutato la metà notturna della nostra vita».
Oggi noi crediamo di vivere in una realtà; loro [i nostri avi], invece, vivevano in due. Accanto a ciò che percepivano di giorno, stava con uguali diritti l’esperienza di diversa natura della notte. In conseguenza di ciò le generazioni del passato avevano una vita più ricca. Oggi noi sogniamo semplicemente meno di generazioni precedenti? Sicuramente no.
Il fatto che gli esseri umani, e probabilmente anche vari animali, vivano qualche esperienza mentre dormono, è una funzione innata del cervello. E diversamente dal corpo, il cervello non riposa mai.
Per molto tempo si considerò accertato che una persona adulta sogni solo due ore circa per notte, ed esclusivamente durante il cosiddetto sonno REM, di cui ci occuperemo nel capitolo 4.
Nuove ricerche hanno smascherato questa ipotesi come un mito. In ogni fase del sonno tutti gli esseri umani sono ripetutamente o continuamente in uno stato di coscienza, vedono immagini, provano emozioni, hanno pensieri, evocano ricordi, progettano azioni. ❞
(Da un estratto del libro di Stefan Klein)
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