
20/08/2025
🔴 Psicoterapia obbligatoria? Ma davvero?
di Dr. Arturo Rippa – Psicologo, Psicoterapeuta, Segretario nazionale AUPI (Sì, quello che pensa che la Psicoterapia sia una cosa seria!)
Avete presente quando vi obbligano a fare qualcosa che non volete fare? Tipo sorridere a una battuta del capo o andare a cena con amici pesanti. Ecco, adesso c’è chi vuole obbligarvi a fare… psicoterapia. Sì, proprio così.
Il DDL 1517, in discussione in Senato, prevede che una persona possa essere mandata dallo psicoterapeuta anche senza aver commesso un reato, e soprattutto, SENZA averlo chiesto. Come un TSO dell’anima. L’idea è che possa servire per prevenire la violenza. Ma siamo sicuri che funzioni così? Spoiler: no.
1-La psicoterapia non è una punizione
Il primo problema è questo: la psicoterapia non è una condanna. Non è il DASPO emotivo. È un percorso che si fa perché lo si vuole, non perché lo decide un giudice. La Legge 56/89 lo dice chiaramente: ci vuole una formazione specifica (quindi no, non basta una laurea) e soprattutto il consenso del paziente. Cioè: sei tu che devi voler parlare di te, non tua madre, non il tuo capo, non il tuo avvocato. Tu.
2-Parlare di sé non è come prendere la tachipirina
Fare psicoterapia non è come prendere un farmaco. Nessuno può infilarti in bocca una seduta da 50 minuti. Parlare di sé è un atto volontario, profondo, a volte doloroso. Ci si mette a n**o, si esplorano paure, rabbia, traumi. E lo si fa perché si sente che è il momento, non perché c’è un PM che ha deciso che è educativo. Altrimenti succede che il paziente finge, il terapeuta fa finta di credergli, e tutti perdono tempo.
3-La scienza non è d’accordo (e nemmeno il buon senso)
Tutti gli studi (ma proprio tutti) dicono che la psicoterapia funziona solo se chi la fa è motivato. Il che ha perfettamente senso: se uno ti obbliga ad aprirti, tu cosa fai? Ti chiudi. Oppure inventi. O semplicemente ti arrabbi. Imporre un percorso psicologico produce l’effetto contrario. E alla fine il terapeuta si ritrova a fare il poliziotto, il paziente a sentirsi in prigione, e la psicoterapia diventa una barzelletta.
4-Ma davvero vogliamo uno psicologo giudice?
Questa legge è solo l’ultimo tassello di una lunga serie di idee confuse: prima lo psicologo ‘di base’, poi quello ‘obbligatorio a scuola’, ora lo psicoterapeuta ‘mandato dal giudice’. Alla fine cosa ci manca? Lo psicologo a domicilio che ti bussa con un mandato? È il momento di dire basta a questa deriva. La psicologia non è uno strumento di controllo sociale. È una professione seria. Una cura vera. Per chi la vuole.
Conclusione
Riassunto per chi ha fretta:
1-La psicoterapia non è un atto coatto
2-Non serve a punire nessuno.
3-Serve a curare
4-A capire
5-A cambiare
6-Ma funziona solo se è una scelta
7-Chi impone una psicoterapia non fa giustizia, fa solo confusione
Psicoterapia coatta? No, grazie. Preferiamo restare professionisti. E persone.
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