26/04/2021
🤳🏻I social network permettono di soddisfare i bisogni imprescindibili (in adolescenza, ma anche nella vita adulta) di costruzione del Sé e di supporto sociale, grazie alla possibilità di raccontarsi, e quindi meglio definire la propria identità sociale, e al confronto con gli altri.
Sui social ogni soggetto può organizzare la presentazione di sé in maniera strategica. Mentre nella vita reale non si può cambiare radicalmente, sui social network posso utilizzare uno pseudonimo, che nasconde la mia vera identità, e/o filtri e applicazioni che cancellano o minimizzano quei difetti fisici che proprio non mi piacciono –posso, cioè, sperimentare nuovi modi di essere, aspetto centrale nello sviluppo individuale, soprattutto nell’adolescenza.
📳C’è da dire anche che i social network permettono agli altri componenti della nostra rete di poter interve**re facilmente sulla nostra identità sociale, secondo quella che Galimberti chiama intersoggettività enunciativa. Ciò può avve**re in maniera diretta, postando un commento sulla bacheca o sotto una foto di qualche nostro contatto, o in maniera indiretta attraverso l’uso del tag, con cui nei social network è possibile associare a un amico, senza che lui lo voglia, un’immagine in cui lui è presente o una nota di testo a lui riferita. Questo fenomeno può portare a cambiamenti imprevisti della propria identità sociale e, se pensiamo ai fenomeni più gravi di cyber bullismo, anche a risultati tragici.
‼️Il risultato finale che si ottiene da questi processi è una , che è allo stesso tempo flessibile ma precaria. Un’identità di questo genere può costituire un problema per un adolescente che sta cercando di costruire la propria identità.
💬Durante la prima metà del 2020, caratterizzata dal lock-down, ma anche nei successivi periodi di restrizione che stanno definendo anche questo 2021, internet e i social media hanno rappresentato un importante strumento di evasione da questa realtà tragica che nessuno di noi era pronto ad affrontare.
Siti ed applicazioni come skype, zoom, google meet, whatsapp, ecc…ci hanno permesso di restare in contatto con i nostri amici e parenti, non potendoli sempre vedere fisicamente; ci ha permesso di proseguire con alcune delle nostre routine, tra cui le lezioni scolastiche, universitarie e di alta formazione, lo smart-working, le varie dirette con personal-trainer o fitness guru, gratis e a disposizione per gli sportivi a casa; ci ha permesso anche di apprendere e coltivare nuovi e vecchi hobby grazie ai numerosi tutorial di cucina, di pittura, di trucco, di giardinaggio ecc… , e infine ha contribuito a sdoganare l’efficacia della psicoterapia online.
😪Ciononostante, alcuni dati interessanti tratti da un’indagine svolta da Associazione nazionale Di.te (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) in collaborazione con skuola.net, hanno riportato come, sebbene da tale indagine sia risultato che dei 9145 ragazzi, tra gli 11 e i 21 anni, intervistati il 90% utilizzi il web per restare in contatto con gli altri, ben il 74% degli stessi utenti ha affermato di continuare a soffrire di solitudine.
Da ciò si evince come, “seppure questi strumenti ci aiutino a mantenere i contatti, il senso di solitudine emerso ci comunica come i social non siano necessariamente socializzanti, ma possano far sentire ancora più soli e non contenere le ansie; avendo oltre tutto la capacità di diventare magnetici, dando il via in alcuni casi a vere e proprie dipendenze".
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https://www.psicologacristianabrunetti.it/?g=Articoli-I-social-network-guida-per-luso
Qualche giorno fa mi capitata tra le mani la mia tesi di laurea triennale, la quale aveva come obiettivo lanalisi psicologica dei social network, in particolare rispetto allutilizzo che ne fanno gli adolescenti.In quegli anni la tesi risale allanno accademico 20112012 Twitter e Facebook erano presen...