
29/07/2025
E da quando la vetrina dei social è sempre aperta, le ferite sono più esposte.
Non si sta male sempre nello stesso modo e non tutto l'anno. Ci sono dei periodi in cui, se stai male, stai più male.
L'estate è uno di questi. Ancora più del Natale. Perché per Natale qualcuno che si fa contagiare dallo spirito del Natale e ha un gesto gratuito di gentilezza - un inaspettato regalo - c'è sempre. D'estate no. L'estate è la stagione egoistica per eccellenza. Siamo tutti occupati a fare riserva di divertimento, preoccupati di mettere in cascina una riserva di gioia: peccato che la gioia sia una delle emozioni più difficile da mettere in conserva!
D'estate - se stai male - ti sembra di stare ancora più male perché ti sembra di essere l'unico al mondo a stare male. Ti sembra che tutti gli altri si stiano follemente divertendo (non è vero!). Ti sembra di essere l'unico che non ha organizzato vacanze smart. Che non ha amici trendy. In una parola ti sembra di essere l'unico che non ha.
E allora cerchi aiuto e questo ti fa stare ancora più male perché tutti sono in ferie. Poi fortunatamente arriva settembre: il mese che riporta la parità dei diritti tra gioie e dolori. Che rimette tutti al loro posto. E allora anche chi è stato così male d'estate non si sente più tanto male e decide che non importa fare qualcosa, che, forse, anche stavolta ce la fa.
Lo star male estivo ha una radice perenne: è la nostra wanting mind che ci fa stare così male d'estate. La differenza tra noi e gli altri acuisce la sofferenza ma la wanting mind - quella che ci fa desiderare di più e non percepire il gusto e il senso della soddisfazione - è attiva tutto l'anno e fa danni in ogni stagione. Ci sono piccoli rimedi - omeopatici nella loro delicatezza - efficaci come una dose unica. Tanto la wanting mind ci porta altrove, tanto è importante vedere le persone che sono accanto a noi.
Tanto la wanting mind ci fa desiderare, tanto possiamo provare gratitudine per quello che già abbiamo. Non è tutto ma è presente. E poi, infine, possiamo coltivare il senso di sazietà nei mille momenti in cui abbiamo ciò che volevamo: il cibo, il giornale, la mail scritta. La soddisfazione sta in ogni gesto.
© Nicoletta Cinotti Il programma di mindful self-compassion