Dott.ssa Silvia Zacchini esperta in DSA

Dott.ssa Silvia Zacchini esperta in DSA Psicologa clinica specializzata con master di II livello in Psicopatologia dell'apprendimento presso

E da quando la vetrina dei social è sempre aperta, le ferite sono più esposte.
29/07/2025

E da quando la vetrina dei social è sempre aperta, le ferite sono più esposte.

Non si sta male sempre nello stesso modo e non tutto l'anno. Ci sono dei periodi in cui, se stai male, stai più male.

L'estate è uno di questi. Ancora più del Natale. Perché per Natale qualcuno che si fa contagiare dallo spirito del Natale e ha un gesto gratuito di gentilezza - un inaspettato regalo - c'è sempre. D'estate no. L'estate è la stagione egoistica per eccellenza. Siamo tutti occupati a fare riserva di divertimento, preoccupati di mettere in cascina una riserva di gioia: peccato che la gioia sia una delle emozioni più difficile da mettere in conserva!

D'estate - se stai male - ti sembra di stare ancora più male perché ti sembra di essere l'unico al mondo a stare male. Ti sembra che tutti gli altri si stiano follemente divertendo (non è vero!). Ti sembra di essere l'unico che non ha organizzato vacanze smart. Che non ha amici trendy. In una parola ti sembra di essere l'unico che non ha.

E allora cerchi aiuto e questo ti fa stare ancora più male perché tutti sono in ferie. Poi fortunatamente arriva settembre: il mese che riporta la parità dei diritti tra gioie e dolori. Che rimette tutti al loro posto. E allora anche chi è stato così male d'estate non si sente più tanto male e decide che non importa fare qualcosa, che, forse, anche stavolta ce la fa.

Lo star male estivo ha una radice perenne: è la nostra wanting mind che ci fa stare così male d'estate. La differenza tra noi e gli altri acuisce la sofferenza ma la wanting mind - quella che ci fa desiderare di più e non percepire il gusto e il senso della soddisfazione - è attiva tutto l'anno e fa danni in ogni stagione. Ci sono piccoli rimedi - omeopatici nella loro delicatezza - efficaci come una dose unica. Tanto la wanting mind ci porta altrove, tanto è importante vedere le persone che sono accanto a noi.

Tanto la wanting mind ci fa desiderare, tanto possiamo provare gratitudine per quello che già abbiamo. Non è tutto ma è presente. E poi, infine, possiamo coltivare il senso di sazietà nei mille momenti in cui abbiamo ciò che volevamo: il cibo, il giornale, la mail scritta. La soddisfazione sta in ogni gesto.

© Nicoletta Cinotti Il programma di mindful self-compassion

Quando l'ho conosciuto mi è venuto subito in mente il bellissimo albo di Cristina Bellemo , PIENO VUOTO.Due occhi stupen...
25/07/2025

Quando l'ho conosciuto mi è venuto subito in mente il bellissimo albo di Cristina Bellemo , PIENO VUOTO.

Due occhi stupendi, penetranti, ma intercettati solo di rado.
Per un'ora ha parlato guardando un punto fisso sopra la mia testa, a sinistra. Mi è sembrata la sua strategia per tenersi saldo, per non cedere alle lacrime che per tutto il tempo stavano a bordo piscina dei suoi occhi.
Un corpo giovane, atletico, eppure intriso di assenze dolorose.
Si studia da tempo la connessione neurofisiologica fra corpo e cervello. Ieri l'avevo davanti. Continuamente. Un cuore adolescente pieno di memorie faticose, pieno di ricordi di parole violente, con una nostalgia di affetto magistralmente descritta.
Lucido. Presente. Puntuale nel sentire e riferire dove fa male.

Ci dicono che i ragazzi d'oggi sono incontentabili, spenti, chiusi, egoisti. Ci dicono che hanno "tutto" ma che non gli basta mai.
A volte è vero, si. Ma è raro. Mi chiedo sempre se chi parla DEI ragazzi parli anche CON i ragazzi. E non per fare interrogatori ma per sapere di loro, per davvero.
Lui è stato una sorpresa. Bellissima. Ma anche una conferma. Che non sappiamo niente di una persona se non lo vogliamo davvero. Che incontrare è meravigliosamente difficile, che ci vuole tanto tempo, tanto rispetto, una forma gentile di curiosità umana.
Solo tre volte ho potuto sentire i suoi occhi.
È stato quando sono riuscita a intercettare un pensiero che non riusciva a ve**re in superficie. Gli ho prestato le parole.
Quei secondi di connessione fortissima sono stati uno scossone. Ieri sera non riuscivo ad addormentarmi.
Erano occhi pieni di solitudine, di dolori, di pregiudizi ricevuti. Vuoti di speranza, di progetti, di rincorse.

Ci siamo lasciati con un foglio bianco, diviso in due parti. Un po' come il Signor Pieno e il Signor Vuoto proveremo a dire i nostri estremi e poi a mischiare gli ingredienti e a sentire che, tutto insieme, può funzionare. Possiamo volerci bene.

Potenziare gli screening e non prevedere il sostegno delle terapie. Che senso ha avere una diagnosi e non potersene fare...
15/07/2025

Potenziare gli screening e non prevedere il sostegno delle terapie. Che senso ha avere una diagnosi e non potersene fare qualcosa di utile? A cosa serve dare un nome senza farne seguire sostanza di cura?
Se solo una piccolissima parte dei fondi destinati al riarmo massiccio venissero dirottati alla salute, questo Paese avrebbe delle possibilità ora completamente negate.

E' arrivata in Parlamento una proposta di legge che parla di neuropsichiatria infantile. L’idea è quella di potenziare gli screening (non le terapie!) sui bambini a rischio. Neppure una parola sulla necessità di provvedere ad un reale potenziamento di servizi che non riescono, per l’insufficienza cronica di mezzi e di personale a offrire assistenza ai bambini di cui dovrebbero occuparsi terapeuticamente.
L’occasione è buona, mi pare, per sottolineare la divaricazione sempre più forte fra politica e fatti.
La spesa per l’assistenza psichiatrica in Italia rappresenta appena il 3% di un Fondo Sanitario sempre più debole a fronte del 15/20 % cui si dovrebbe arrivare e che già si spende in altri paesi europei. L’insufficienza di strutture e di personale è ogni giorno più grave nei servizi per gli adulti così come in quelli per i minori. A solo titolo di esempio, a Cagliari, un ragazzino di 10 anni che soffre di schizofrenia infantile è ospitato da anni, con problemi enormi per lui e per gli altri bambini, da una comunità educativa e non ha trovato finora in tutta Italia una struttura disposta ad accoglierlo per un percorso di cura mentre, per ciò che riguarda le acuzie, ogni giorno più frequenti, Roma e il Lazio dispongono di due sole strutture, cronicamente sovraffollate per il ricovero dei minori che vengono accolti solo in Pronto Soccorso. Quello di cui ci sarebbe bisogno e non c’è traccia è un piano di interventi per l’assistenza psichiatrica e psicologica dei minori di respiro nazionale, sostenuto da un finanziamento adeguato: se la salute mentale non fosse diventata ancora una volta, come accadeva prima di Basaglia, un problema che non interessa il Governo di questo paese. Ed un problema, probabilmente, destinato ad aggravarsi se è vero che l’Istat parla di un 27% dei sedicenni di oggi destinato “alla povertà o all’esclusione“.
Dedicheremo, pare, al riarmo il 5% del nostro PIL. Basterebbe dedicare all’assistenza psichiatrica lo 0,1% dello stesso PIL per sostenere il piano di cui ci sarebbe bisogno. Se ne accorgeranno almeno le opposizioni? Condurre una battaglia per difendere la salute mentale degli italiani è una priorità assoluta di questo nostro tempo. Anche se non ci sono segnali del fatto che qualcuno se ne accorga nei luoghi in cui si fa o si pensa di fare politica.
Luigi Cancrini

Immagine wikimedia commons

"I più adatti possono anche essere i più gentili, perché la sopravvivenza spesso richiede aiuto reciproco e cooperazione...
08/07/2025

"I più adatti possono anche essere i più gentili, perché la sopravvivenza spesso richiede aiuto reciproco e cooperazione".

Questa torta la preparo da quando sono piccola.È stata la prima che ho imparato a fare.La torta "dei vasetti". Famosa,  ...
01/07/2025

Questa torta la preparo da quando sono piccola.
È stata la prima che ho imparato a fare.
La torta "dei vasetti". Famosa, perlopiù.

È facile, servono pochi semplici ingredienti e non si usa la bilancia.
Durante i percorsi con i bambini e i ragazzi che accompagno, più o meno sempre la do come compito per casa....
A volte serve per iniziare ad avvicinarsi alla cucina e vederla meno ostile, altre per imparare un po' di autonomie, quasi sempre per condividere con un familiare un momento gioioso e concreto.

Quando, alla seduta successiva, tornano, mi raccontano con il sorriso la soddisfazione di averla cucinata e gustata.
Di solito non smettono più di farla e rifarla.

Domani la proporrò ad M. Lei è grande, una ragazza. Ma la mattina non fa colazione. Mangiare appena sveglia le è indifferente. La cosa più urgente è uscire di casa. Fare presto. Non sostare.

M. ha gli occhi sempre velati. Una rabbia travestita da tristezza. È composta, pettinatissima, eppure a me arriva un corpo che vorrebbe strappare, scappare, spingere e andare.
M. è un'acrobata. Deve camminare sulla fune tenuta dai suoi adulti. Non sa mai bene cosa troverà sotto, quanto lunga, quanto robusta sarà.
Lei allora ha allenato con costanza muscoli su muscoli, resistenza fisica, scatto. Ha solo dimenticato il respiro, che si è perso da qualche parte. Lo stiamo chiamando. Invitando.

La torta...si...la torta le consiglierò di farla. Anche da sola. Magari con un po' di musica in sottofondo.
M. devi mangiare la mattina. Se no l'ansia arriva prima.
Prova a tagliare una fetta. Incartala bene. Mettila in borsa. Vai, corri fuori. Trova un cantuccio. Un angolino di cielo dove puoi respirare. E mangiala.

Guarda, a volte viene come questa...con una specie di sorriso.

Avverto un forte fastidio per l'ottimismo ottuso. Quello del " andrà tutto bene", "se pensi positivo tutto arriverà e sa...
27/06/2025

Avverto un forte fastidio per l'ottimismo ottuso. Quello del " andrà tutto bene", "se pensi positivo tutto arriverà e sarà felice".

Ma di quale bisogno parla?

Credo parli della fatica molto moderna nell'accettare e nell'integrare la complessità delle vicende di vita. Il bisogno di evitare. Cancellare. Fare finta.
Così, invece di fermarsi e investire con le nostre risorse e anche con quelle collettive, nella dimensione meravigliosa della Speranza e dell'attivazione di sé, per trovare concretamente le azioni e le parole che possono portare pienezza e serenità, ci immobilizziamo e riempiamo bocca e testa di illusioni, sogni narcisi e abbracci mancati.

Invece oggi, proprio oggi, è un giorno prezioso. Come ieri. Come domani. Un giorno da vivere. Una pagina da scrivere.

Sei felice? Ti chiedono.
Sono qui. Rispondo. E lavoro alla serenità con pazienza, speranza, grinta, in unione con i compagni di viaggio che ho trovato e ho cercato sulla strada.

La mente a volte non ci aiuta.Ingabbia. Chiude. Appesantisce.La mente che siamo non l'afferriamo mai. Mai davvero. A tra...
23/06/2025

La mente a volte non ci aiuta.
Ingabbia. Chiude. Appesantisce.
La mente che siamo non l'afferriamo mai. Mai davvero. A tratti ne prendiamo coscienza, la sentiamo, la osserviamo, ne viviamo gli effetti.
È faticosa spesso. Ci costringe a lunghi pensieri, giri e giri di immagini, parole, ricordi.

Ne parlo come se fosse qualcosa di altro da noi...ci costituisce ma non possiamo dire di possederla. Cresce in noi e per noi ma non solo. Ci viene come parte di eredità. Ne trasmettiamo come guizzi di futuro a chi generiamo.

Stasera la sento che borbotta la mente, che lamenta analisi, frammentazioni, pesanti tracce di destini d'altri.

A volte possiamo solo ascoltarla brontolare, sederci su una sedia comoda, lasciarla fare. Lasciare che ci bombardi di stimoli, di domande, di assilli. Non combattere.

Magari una carezza, mi dico.
Magari fa così perché è stanca e vuole una carezza.
Con i bambini spesso è un buon canale.
Potrei provare.
Come si fa ad accarezzare la mente?
La penso arrabbiata, i pugni chiusi, le parole durissime, affacendata ad accendere posti profondi del cervello per farci sentire quanto si rischia.

Ma la carezza, la vuoi, la carezza?
Posso accarezzarti, mente mia?
Posso perdonarti per tutta la fatica che sento spesso con te?
Possiamo stare insieme senza farci male?
Possiamo trovare un modo, un suono, un tocco, una poesia per fare pace?

Ti regalo una nota di musica, ti appoggio una mano sul capo, ti faccio guardare le nuvole.
Le nuvole...le nuvole sai, passano, prima o poi.

"Siamo nati per entrare in connessione.I nostri sistemi nervosi sono strutture sociali che trovano equilibrio e stabilit...
05/06/2025

"Siamo nati per entrare in connessione.
I nostri sistemi nervosi sono strutture sociali che trovano equilibrio e stabilità attraverso la relazione con gli altri."
Deb Dana

In questi giorni di lavoro su me stessa e con i miei pazienti trovo questa frase particolarmente vera.
Nelle relazioni con i propri cari possiamo osservare come reciprocamente ci influenziamo con gli umori e i pensieri.
Ciò instilla in me un profondo senso di responsabilità per ciò che trasmetto con il mio sguardo, il mio tono di voce, le parole, i gesti conseguenti. Soffro se reco tristezza o confusione. Gioisco se posso portare sollievo e cura del cuore.
In studio cerco di dissociare la mia giornata, per essere coinvolta con sincerità nelle sedute che mi sono richieste.
Cerco costantemente gli occhi. Non posso parlare con i ragazzi senza che ci possiamo guardare.

Da poco ho conosciuto una nuova persona, una ragazza splendida ma molto fragile. Sono rimasta in attesa dei suoi occhi diversi minuti al primo colloquio. Quando ci siamo guardate e viste, subito le lacrime sono arrivate in Lei. L'ho ringraziata perché in quell'istante abbiamo iniziato la nostra connessione. E lei che era stata descritta come schiva ha parlato e parlato e parlato.

Incontriamo sistemi nervosi con corpi e sentimenti ogni giorno. I più diversi. Ognuno con storie e sogni a noi, almeno in parte, sconosciuti.
Che bello è bussare. Aspettare. Poi unire i cammini, chissà fino a dove.

13/05/2025

Recentemente ho parlato con un folto gruppo di genitori interessati alle dinamiche e ai disagi legati alle dipendenze digitali.

Questa intervista è una forte testimonianza della fatica di provare a stare con un figlio hikikomori.
Ascoltate le parole di questa madre e chiedete aiuto, per voi e per i vostri ragazzi.

Ringraziando per la fiducia questi coraggiosi genitori, vi invito a prendere nota di questo appuntamento. Un momento di ...
05/05/2025

Ringraziando per la fiducia questi coraggiosi genitori, vi invito a prendere nota di questo appuntamento.
Un momento di confronto per genitori ed educatori.
Il mondo adulto ha urgenza di riflettere e prendere provvedimenti concreti sull'uso dei dispositivi digitali.
Vi porterò dati e indicazioni per saper guidare i nostri ragazzi anche in questa parte di mondo.

Sempre lui, il mio primo nome, viso e sorriso dello studio il sabato.Anche oggi le dita mi hanno cercata e agganciata.In...
03/05/2025

Sempre lui, il mio primo nome, viso e sorriso dello studio il sabato.
Anche oggi le dita mi hanno cercata e agganciata.
In quel momento mi sono ricordata che a dicembre gli occhi suoi non si fermavano mai, men che meno nei miei.

Sono arrivati loro per primi. Poi la manina.
E adesso che la connessione è stabilita lavoriamo di gran lena.
Le sue maestre sono tanto tanto contente...stupefatte dai progressi.

E io penso e mi confermo che senza relazione profonda, sincera, autentica nessun esercizio serve davvero, nessun training costoso...
Prima gli occhi. Sempre.

Occupandomi principalmente di persone in età scolare spesso ricevo dubbi sull'utilità di tanta fatica sui libri.La maggi...
02/05/2025

Occupandomi principalmente di persone in età scolare spesso ricevo dubbi sull'utilità di tanta fatica sui libri.
La maggioranza degli adolescenti con i quali mi interfaccio mi riporta sentimenti di noia e assenza di senso per lo studio in sé.
Le carriere che vengono sognate riguardano spesso strade con 2 caratteristiche principali: brevità e alto reddito.

Questa mattina accompagnavo nuovamente una persona a me molto cara per una visita importante, in un centro di cura per patologie gravi.
Sono luoghi questi di forte impatto emotivo, quasi violento. Ma utili nel pulire la mente da tanta nebbia e false priorità.
Ecco, ho trovato credo delle risposte che proverò a dare al prossimo studente che mi chiederà a che serve studiare.
Serve.
A salvare vite.
A curare con competenza ed empatia altri esseri umani.
Serve a fare ricerca.
Serve a rendere i giorni di ciascuno più dignitosi.
E Serve anche per non farsi distrarre. Per non perdere vita dietro a falsi miti e a falsi problemi.
Serve a cercare rifugio in una poesia quando la realtà è troppo dura.
Serve a saper parlare per poter essere compresi.
Serve per sentirsi capaci di leggere un referto.
Serve perché allena la nostra resistenza, la curiosità. Espande il pensiero.

Si studia sui libri e sulle strade, continuamente.

Indirizzo

Via Udine 8 Costabissara
Vicenza
36030

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 12:00

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