Dott.ssa Giada Rosini Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Giada Rosini Psicologa Psicoterapeuta Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicanalisi del Sè e Relazionale e Psicoterapia Interattivo Cognitiva

Ognuno di noi ha il diritto di scegliere di essere felice.

Si tratta di recuperare il fallimento come una manifestazione del desiderio e non come un mero insuccesso nell'affermazi...
15/03/2024

Si tratta di recuperare il fallimento come una manifestazione del desiderio e non come un mero insuccesso nell'affermazione del proprio io.

09/02/2024

I bambini accolti freddamente e senza affetto muoiono con facilità o hanno una propensione a morire. Essi possono cioè utilizzare una delle tante possibilità organiche per un rapido decesso, ma anche quando si sottraggono a questo destino, conservano una disposizione al pessimismo e una sorta di svogliatezza di fronte alla vita. […] Ciò non è strano perché il lattante è molto più vicino alla non-esistenza individuale di quanto non lo sia l’adulto, che ne è separato dall’esperienza della vita. Per questa ragione, si direbbe che sia molto facile che il bambino scivoli spontaneamente indietro, nell’inesistenza. La “forza vitale” capace di resistere alle difficoltà della vita non è dunque di per sé così grande, ed è solo a condizione di venir trattato ed educato con delicatezza che il bambino acquisisce una progressiva immunizzazione contro i danni fisici e psichici.

S. Ferenczi

17/10/2023

Non è forse la potenza dell'Amore a salvarci dal nostro destino di conigli?

-Restavo basita di fronte a quella mescolanza di violenza e tranquillità chiedendomi come era possibile integrare il ritmo naturale della vita, con quello violento della morte. Fin da bambina la morte introduceva nella vita un tabù che mi appariva psichicamente indigeribile. La morte di una mosca o di una gallina non mi spingeva a pregare, né a fare alcun lavoro del lutto. Quella morte non mi obbligava semplicemente a pensare.
La meditazione filosofica, come precisa Schopenhauer, non sorge tanto, platonicamente, dallo spettacolo del mondo, dalla meraviglia di fronte all'essere, quanto piuttosto dal trauma, dall'incontro smarrito nei confronti del male, del dolore e della morte.
È la morte, come egli scrive, il vero punctum pruriens della metafisica. Le pagine heideggeriane di Essere e tempo, che scoprii con entusiasmo a tren'anni, lasciarono in me una traccia indelebile: la morte non è l'ultima nota che conclude, aggiungendosi dall'esterno, la melodia dell'esistenza; essa è, piuttosto, radicalmente inclusa, un'imminenza sovrastante, una impossibilità sempre presente nella vita, una pressione sempre in atto che non lascia in pace.

Freud era ben consapevole della paura degli uomini nei confronti della morte e della loro attitudine a trovare rimedi, illusioni, "scacciapensieri". Per questa ragione una psicoanalista come Gennie Lemoine ha potuto affermare che dalla vita non ci si deve attendere nulla; si tratta solo di fare, di vivere; nella vita bisogna fare perché, in effetti, non c'è altro da fare. L'assunzione della propria morte sfronda la realtà dall'Ideale, ma non annulla la possibilità dell'amore. Anzi, l'amore – ed è qui che ritrovo il motivo decisivo della testimonianza di Cristo – può salvare dalla morte e dalla distruzione. Esso è come la bellezza della rosa che sa essere eterna nel battito di un solo giorno.-

10/10/2023

La memoria della ferita

L'esperienza della psicoanalisi si confronta regolarmente con la dimensione della violenza. L'analista rintraccia nel discorso del soggetto le ferite inferte dalla violenza dell'Altro: offese, esclusioni, insulti, rifiuti, tradimenti, indifferenza, silenzi, abusi, aggressività, odio. Quale memoria conserva nell'essere umano le tracce di tutta questa violenza?
Nel corpo dell'animale le tracce della violenza dell'Altro sono visibili, appaiono nella forma delle cicatrici più o meno gloriose delle quali il corpo diventa una sorta di deposito. La cicatrice è la forma che può assumere nel corpo animale la traccia della violenza dell'Altro.
Nel mondo animale la cicatrice è memoria dell'offesa subita, ma è anche il segno della avvenuta estinzione dell'offesa. Il passato della cicatrice è in questi casi un passato "passato". Per il l'essere umano, invece, le ferite invisibili provocate dalla violenza dell'Altro non passano, piuttosto scavano, erodono, bruciano, lasciano tracce mnestiche. La ferita è sempre viva, non cessa di spurgare. Il processo di cicatrizzazione non si compie mai definitivamente perché la ferita non è causata dagli artigli dell'altro animale ostile ma dai significanti di chi ha cresciuto la nostra vita. Una frase, una parola, un insulto, ma anche un semplice gesto possono avere il potere di far sanguinare il corpo simbolico del soggetto, di provocare ferite impossibili da cicatrizzare, ferite sempre vive [...] Nelle ferite senza cicatrici, invisibili, che ricoprono il corpo del parlessere, la violenza, invece, non è archiviata ma lascia una traccia attiva che agisce la tendenza a ripetere il suo impatto ustionante.

05/10/2023

Mi sento di rispondere a chi urla sempre più a gran voce che la psicoterapia non serve e che oggi i terapeuti collezionano sempre più abbandoni e fallimenti.
La psicoterapia fallisce con terapeuti falliti, spesso iperscolarizzati e senza empatia.
La psicoterapia naufraga non come scienza ma per chi se ne fa portavoce.
L’investigazione quando condotta con serietà e interesse basandosi su i 2 presupposti base di qualsiasi relazione, stima e sincerità, conduce ad una ineluttabile complicità che nel setting facilità creando l’empatia. Questa non è simpatia e non è scontata ed è un elemento centrale per evitare il fallimento,mentre viene troppo spesso insegnato nelle scuole di specializzazione italiane (private e superficiali) un setting stereotipato inutile come i discorsi ipocriti che vengono per prassi quasi “pre-compilati”.
La mancanza di personalità e di interesse intellettuale reale porta questa realtà conoscitiva e terapeutica a fallire; ma ripeto: fallisce il terapeuta non la terapia.
Il fatto che io non abbia avuto fallimenti e abbandoni (spesso ho invece abbandonato io un percorso terapeutico) può significare 2 cose: o ho un gran c**o, oppure riesco semplicemente a non essere altro che un professionista della semplicità relazionale.

14/09/2023
19/06/2023

" Questa è la caratteristica più importante di essere genitori: fornire una base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi nel mondo esterno ed a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato. ”

Una base sicura.

30/05/2023

Se oggi la maternità non coincide più con la capacità generativa (...), le mani della madre ci ricordano una funzione essenziale della maternità che nessun cambiamento storico potrà mai cancellare: la madre è il nome dell'Altro che non lascia che la vita cada nel vuoto, che la trattiene nelle proprie mani impedendone di precipitare ;
è il nome del primo soccorritore.

29/05/2023

Mi chiamo Narciso, molto piacere.
Hai avuto la fortuna di conoscermi, hai toccato le vette del grattacielo più alto del mondo,
sono stato gentile, educato, rispettoso,
ti ho portata in alto, ti ho dato la possibilità di sognare ad occhi aperti facendoti vivere la fiaba più bella della tua vita.
Ti ho corteggiata, ho usato parole meravigliose, mi sono comportato in maniera ineccepibile ed eccelsa.
Quello che ancora non immaginavi è che era tutto finto,
il mio scopo era quello di inabissarti, di farti precipitare,
di maledire il giorno in cui mi hai conosciuto.
Nonostante tutto l'affetto che mi dimostrerai, le tue premure,
il tuo amore, ti tratterò così male che vorrai sparire e sprofondare. Studierò tutte le tue mosse, le tue fragilità, i tuoi valori morali
e userò tutto questo per colpirti, per denigrarti,
per farti sentire una nullità.
Sarò talmente pessimo che, mentre tu starai male a causa mia,
io userò quel dolore per affossarti, per tagliare il tuo cuore che ferirò a morte.
Ti farò sentire talmente insicura di te stessa che passerai intere giornate a piangere e a deprimerti in attesa di un mio messaggio o una mia telefonata, che non arriverà.
Sono bugiardo, cattivo, manipolatore con premeditazione,
ma ti farò sentire paranoica e ti darò anche della pazza.
Impazzirai con i miei discorsi inutili, patetici e inconcludenti
e persino quando avrai un momento di sconforto, i miei eloqui saranno talmente stupidi, che ti sentirai soffocare.
Non mi scuserò perché io non sbaglio,
anzi minimizzerò i miei errori
e sarò talmente bravo e meschino, da farti credere che ho ragione.
Ti umilierò, ti tradirò, ti schernirò,
mi prenderò gioco dei tuoi sentimenti, li calpesterò e ti sentirai morta dentro.
E mentre tu continuerai a morire, io mieterò altre vittime,
succhierò il loro sangue e le annienterò.
Se riuscirai a sopravvivere a tutta questa agonia e mortificazione, mi ringrazierai per averti resa più forte
e per averti insegnato che, da quelli come me,
bisogna stare alla larga.

29/04/2023
21/04/2023

Ho sempre creduto che il "movimento", la particolare capacità di mettersi in moto, spostare la propria vita altrove, in nuovi progetti, in creatività, in produttività, fosse una sana risposta alla perdita, alla sconfitta, alla separazione. Una solitudine densa di nuovi slanci, nuove visioni.
Il movimento inteso non tanto come distrazione, allontanamento dall'oggetto perduto, ma prova per riavviare, a rimettere in circolo, una nuova tensione verso sorprendenti aspetti della propria personalità. Conoscere e approfondire strade lasciate in silenzio. Occorre farle parlare, estrapolarle, mostrarle e conoscerle. Lavorare sul proprio talento, avere fede della propria inclinazione, credere nei propri progetti, affrontare i propri difetti, spostare i propri limiti, alzare l'asticella, saltare nel nuovo, abbandonare le certezze, lasciare la terra ferma, quella sicura che conforta. Sperimentare l'imprevedibilità della vita, che non solo "toglie" ma anche sa regalare nuovi orizzonti.

Vi auguro per questa Resurrezione, un continuo rinnovamento,
di avere fede nella vostra particolarità.

Indirizzo

Vicenza
36100

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