
06/01/2025
2024 – Un bel lavoro.
- Prego?
2024 – È quello che mi hanno detto loro.
- Loro chi?
2024 – Quando c’è stato il passaggio di consegne e tutto il resto.
- Ah già, com’è andata?
2024 – Bene, bene. Mi hanno fatto i complimenti.
- Lo vede? E lei che era preoccupato.
2024 – Hanno detto che ho fatto un bel lavoro, “un lavoro pulito”. Così hanno detto. Un lavoro pulito. Non le sembra uno strano modo per dirlo? Un lavoro pulito.
- Non è d’accordo?
2024 – No. Non lo so. Era una piccola cosa. Un contratto a tempo determinato.
- Era comunque un impegno importante che ha assolto con grande professionalità.
2024 – Se lo dice lei.
- Non mi sembra convinto.
2024 – Lei come crede che sia andato?
- Non sta a me dirlo.
2024 – Le ho fatto del male?
- No.
2024 – Me lo direbbe, vero? Se le avessi fatto del male.
- È questo che la preoccupa?
2024 – Questo. E il dopo. Sa, a gennaio devo trovarmi qualcos’altro da fare.
- Ha già qualche idea?
2024 – So che 1980 adesso lavora tanto nella moda, 2010 e negli effetti speciali, 1929 è in politica. Ma io non credo di avere quello che serve.
- Cosa pensa che le manchi?
2024 – Non sono un anno rilevante.
- Certo che è un anno rilevante. È adesso.
2024 – Sa cosa intendo. Nel lungo periodo. Come 1789.
- È per quello che ha sparato a un CEO?
2024 – O 1492 o il 2000.
- Non possiamo essere tutti il 2000.
2024 – Quindi devo rassegnarmi alla mia mediocrità?
- Lei non è mediocre.
2024 - Sa che ero andato per scusarmi?
- Dove?
2024 – Da loro, quando ho riportato le chiavi e i documenti.
- Scusarsi per cosa?
2024 – Non lo so. Per i morti, per Trump, per i film al cinema. Per Tim Burton.
- Ne abbiamo già parlato. Quelle cose non dipendono da lei.
2024 – Hanno il mio nome sopra.
- E ce l’hanno anche le nascite, gli innamoramenti, le guarigioni. Sa che c’è gente lì fuori per cui il 2024 è stato l’anno migliore della propria vita? Lei è la cosa più bella che è capitata a qualcuno. Ci pensa mai?
2024 – Potevo fare di più. Potevo gestire meglio certe cose. Ho ammazzato Maggie Smith, cristo santo…
- Che anno ammira?
2024 – In che senso?
- Ci sarà un anno che la ispira, che le piace, che stima. Un anno che vorrebbe essere.
2024 – Il 1993.
- Perché?
2024 – E me lo chiede? Il 1993 è un anno così felice, sicuro di sé, spensierato. Il 1993 ha tutto: pace, stabilità, speranza per il futuro.
- Il 1993 è depresso.
2024 – Come lo sa?
- È un mio paziente.
2024 – No.
- Sì. Sa cosa crede il 1993? Crede di non aver fatto abbastanza.
2024 – Ma… ma… come fa a pensarlo? Non con quelle pellicole. Non col Festivalbar…
- Eppure, è così. Vede, io seguo molti anni problematici. 2001 non riesce più a viaggiare, 2008 non arriva a fine mese, 2020 è pieno di rimpianti, 1943 fa solo incubi e 476 non l’ha ancora superata. Ma seguo anche molti anni che apparentemente sembrano sereni e poi finiscono per dirmi tutti la stessa cosa. Non sono stato abbastanza. Non ho fatto abbastanza. Allora mi dica, cos’è abbastanza per lei?
2024 – Non lo so.
- È questo il punto. Nessuno lo sa. Abbastanza è un’illusione. Abbastanza è la parola che usiamo per torturarci. In questo periodo dell’anno in particolare, quando scatta la malsana abitudine di fare bilanci. Non ho fatto abbastanza, non ho visto abbastanza, non sono stato abbastanza felice, abbastanza produttivo, abbastanza rilevante. Partite a gennaio con tutte le aspettative del mondo sulle spalle e a dicembre vi fate il processo. Lei non può darsi un punteggio. Glielo possono dare gli altri al limite, ma non cambierebbe niente. Lei è lei. Con le guerre e le Olimpiadi, gli uragani e i restauri, giornate belle e giornate brutte, miracoli e tragedie. E non doveva fare abbastanza. Doveva fare. E ha fatto. Forse la gente la ricorderà, forse lo farà per i motivi sbagliati, o forse si dimenticherà di lei. Ma lei rimane lei. Si ricorda cosa mi ha detto la prima volta che ci siamo visti un anno fa?
2024 – Non sono pronto.
- Esatto. Non sono pronto. E si guardi ora. Mancano pochi giorni. Ce l’ha fatta. Ci è riuscito. Ci ha portati fino al 31 dicembre. Non era scontato.
2024 – Forse ha ragione.
- E mi faccia un favore. In questi ultimi giorni, niente conti, niente bilanci, niente abbastanza. Provi solo a essere felice per il fatto di essere qui.
2024 – Grazie. Io… ci proverò.
- La nostra ora è terminata. Mi fa un favore? Quando esce, fa entrare il prossimo appuntamento?
2024 - Certo.
- E... 2024?
2024 - Sì?
- Buon anno.
2024 - Buon anno.
…
- Mi dica tutto.
2025 – Non sono pronto.
Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.